Nelle dichiarazioni ufficiali le parole ora compaiono educatamente abbigliate. Dicono: “Il governo ripetutamente ha già condannato in modo esplicito ogni forma di violenza” (Roberto Maroni), oppure: “Verona non fa politiche discriminatorie” (Flavio Tosi); o ancora: “L’Italia si allineerà alle norme europee, ciò che significa rigore verso l’illegalità, e integrazione e umanità per gli immigrati che rispettano la legge” (Franco Frattini).
Nella propaganda le parole cambiano abito, come nel volantino della Lega Nord per la raccolta di firme “contro la legge regionale che concede agli stranieri tutti i privilegi, a danno dei nostri cittadini”
Autore: Redazione
-
Immigrazione – Parole, parole, parole
-
Emergenze cibo – Uno tsunami silenzioso
”Entro un decennio nessun bambino su questa terra morirà più di fame” (Henry Kissinger, Segretario di Stato Usa, Conferenza Mondiale sull’Alimentazione del 1974 a Roma).
Più di 100 milioni di persone stanno precipitando nell’ estrema povertà, andando ad aggiungersi ai 1200 milioni che già esistono. Si parla di “tsunami silenzioso”. Lontana dalla tragedia, l’Europa comincia a sentirne gli effeti: “Rincari alimentari da record, aumenti del 7% in un anno” (“Repubblica”, 2 giugno 2008).Dal 3 al 5 giugno si tiene a Roma FAO la “Conferenza di Alto Livello sulla Sicurezza Alimentare Globale: Le sfide del cambiamento climatico e della bioenergia”. «Primo giorno: quasi sei ore, delle sette e mezza di lavori, saranno riservate ai discorsi pronunciati dai capi di Stato e di governo o da altre autorità che guideranno le delegazioni nazionali. Secondo giorno: per altre sei ore circa, nella seduta plenaria, interverranno gli stessi tipi di oratori e i cosiddetti «ospiti speciali». Terzo giorno: nelle tre ore di riunione mattutina, ancora capi di Stato e di governo, ospiti e un po’ di spazio per le organizzazioni non governative e «della società civile». Così illustrava Corriere Economia del 5 maggio 2008 il programma provvisorio della conferenza della FAO. Il punto è – aggiungeva – se questa conferenza di alto livello è adeguata o meno alle necessità.
-
Scuola – Cronaca di una pausa pranzo
Siamo ammassati. Uno contro l’altro. Divisi per classi, dalla prima alla terza media.
“ Fammi passare!”, “Spostati!”, “Togliti: mi stai soffocando!”. Casino. Una battaglia accanita, spinta e con un solo obbiettivo: arrivare per primi ai vassoi e mangiare. Mangiare quello che si è soliti chiamare “ cibo” per rispetto verso chi lo ha impacchettato e portato da noi, ma che in realtà è solo qualcosa di indefinito. -
VERSANTE LIGURE
VIDEO NERO
La Russa in mimetica
Gasparri che sghignazza
e Plinio che farnetica:
a me ciò terrorizza
per cui do in rima e metrica
l’allarme sicurezza.

Procurata sicurezza
Enzo Costa
email: enzo@enzocosta.net; http://www.enzocosta.net
Illustrazione di Aglaja
email: aglaja@fastwebnet.it; http://aglajage.splinder.com
-
Lanternopoli/1 – Ricambio generazionale, ma quali giovani?
A coronamento di un anno di indagini, ripreso da una microspia piazzata nel suo ufficio, sorpreso in flagrante mentre intascava una mazzetta, il presidente di un ente pubblico viene arrestato dai carabinieri. Così comincia, con l’arresto di Mario Chiesa, la storia pubblica di Tangentopoli e di Mani pulite. Sbigottiti, i cittadini da lì a poco si familiarizzeranno con nuovi e vecchi nomi di brasseur d’affaires, di imprenditori e con giri vertiginosi di bustarelle e di affari dell’ordine di decine di milioni di euro. La nota vicenda di 16 anni fa è stata evocata dai giornali locali a proposito di quella che si pensa essere la sua riedizione genovese. Craxi parlava di “mariuoli”, Marta Vincenzi di “cattivi guaglioni”, ma per importanza del giro di affari e uomini (imprenditori, amministratori pubblici, politici) finora coinvolti nella corruzione, Lanternopoli non è Tangentopoli.
-
Lanternopoli/2 – Dietro di loro il nulla
L’inchiesta su mensopoli a Genova e il finimondo da essa suscitato sarà probabilmente destinato ad esaurirsi per stanchezza o archiviazioni, come talvolta accade in queste cose che per il loro riflesso politico generano tanta confusione. Ma a leggere le intercettazioni sui giornali cittadini c’è da chiedersi chi davvero siano questi personaggi che riempiono le loro conversazioni a telefono di se, di ma, di cioè, di punti sospensivi, di beh, di cazzo, come accadeva ai neofiti sessantottini ascoltandoli sui bus o nei cosiddetti “collettivi” o “attivi” che fossero. Eppure alla loro spalle, se hanno fatto tanta strada, un po’ di scuola di partito, un pezzo di laurea, la lettura di qualche libro e la conoscenza della grammatica dovrebbero esserci.
Fierissimi dubbi suscita anche il concetto della loro laicità, magari usata come bandiera quando gli faceva comodo, se qualcuno di loro non esita ad appellarsi alle aderenze ecclesiastiche per vincere questa o quella gara, per avere questo o quel favore. Chi li ha scelti non si è accorto del nulla che gli stava dietro?
(Giovanni Meriana) -
Immigrazione – PD tra inseguimenti ed assenze
Immigrati e stranieri in primo piano. Il governo ne fa il centro di una ricerca di consenso che, a quanto pare, viene generosamente accordato dalla opinione pubblica. Oggi Guido Bolaffi, a “Prima Pagina”, parla di una fase in cui finalmente emerge la realtà. Quella che sta emergendo, credo, è soprattutto la realtà culturale profonda del paese, che ora si sente legittimata ad esprimersi senza remore. Corrado Augias (Repubblica del 15 maggio) – rispondendo ad una lettrice incredula di fronte al suo vecchio zio socialista che confessa di aver votato Lega – cita Bauman: nei momenti in cui le prospettive si fanno incerte, i timori per il futuro si trasformano, al di là della realtà concreta, in timori per la propria immediata incolumità, “per la propria casa violata, per i bambini rapiti dagli zingari come in una antica fiaba terr ificante”. Quando le cose stanno così, aggiunge Augias, è inutile parlare di risanamento del debito pubblico: “Se non si capisce questo perfino il vecchio fabbro romagnolo che sembra uscito da un edificante racconto di fine ottocento va a votare per la Lega”. -
Sicurezza per tutti – Studiare l’esperienza genovese
Nella esagerata e demagogica campagna politico mediatica sulla sicurezza, contraddetta dalle molte analisi che indicano l’Italia come il paese più sicuro in Europa e nel mondo, gli immigrati ed i Rom appaiano tutti e sempre colpevoli e mai vittime a cui pure occorrerebbe garantire tutela. Che la studentessa stuprata a Roma, alla vigilia delle elezioni, fosse africana e che sempre a Roma, sia stata stuprata una donna rumena, sono notizie che non hanno la stessa evidenza delle altre.
-
Buroidiozie – Prosegue il calvario dei sans papier
Prosegue la storia di Irina (vedi OLI 129) che è tornata in Ucraina e poi rientrata in Italia col visto per la famosa farsa dell’assunzione all’estero. Dopo 10 mesi siamo alla fase “faccio venire qui mio figlio”.
La normativa in vigore parla chiaramente di avere “la disponibilità di un reddito minimo annuo derivante da fonti lecite non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale (5.061,60 euro) se si chiede il ricongiungimento di un solo familiare”. Mi lascia un pò perplesso il “lecite” messo vicino a “fonti”, mi piacerebbe conoscere quali sono le fonti illecite ai fini del reddito.
Su http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/noti.php?id=202883 si scopre che per il Senato della Repubblica quelle illecite sono “traffico di stupefacenti e prostituzione, o altro”! Meno male, Irina non fuma nemmeno… Anzi gioca al gratta e vinci contribuendo al Pil e vince! Rientrerà nel reddito lecito? Comunque non mi risulta che la prostituzione sia illecita in Italia, semmai lo è lo sfruttamento. -
Città – L’urbanistica ai tempi dell’Urban Lab
“Sono giornate difficili”. Paolo Pissarello guarda serio le persone davanti a lui e con una frase giustifica l’assenza della sindaco Marta Vincenzi a programma nell’incontro del circolo Zenzero. I presenti annuiscono amareggiati e comprensivi.
Mercoledì 21 maggio si discute di Urban Lab ed in sala soprattutto architetti e funzionari delle Belle Arti che si scontrano quotidianamente con un’idea di urbanistica dai contorni oscuri, grondante di interessi, che genera rancore per scelte fatte. Molti di loro portano perplessità ed un certo scetticismo per questo Urban Lab contenitore di eventi e temi urbanistici i cui confini sfumano fino a mescolarsi.