Autore: Redazione

  • OLI 325: RACCONTO DI NATALE – La prova

    Genova, anno 2040

    L’ambulanza aziendale del secondo turno arrivò puntuale come sempre. Infermieri e badanti si avvicinarono all’area di sosta dove l’autista, con professionale esperienza, aveva appena completato la manovra di parcheggio. Uno sbuffo d’aria accompagnò l’apertura del portellone centrale ed il personale paramedico, ordinatamente, salì sul mezzo ormai fermo.
    “Come sta oggi, ingegner Ferretti?”, disse un’infermiera tastando il polso di un vecchio incartapecorito e scheletrico.
    “Meglio grazie”.
    “Ieri ci ha fatto proprio spaventare lo sa?”
    Un giovanissimo in camice bianco aiutò un’attempata signora a mettersi in piedi.
    “Le mie povere ossa!”
    “Coraggio signora; con calma e ce la facciamo”.
    “Ce la dobbiamo fare. Mi mancano ancora tre anni”.
    In fondo all’ambulanza un altro infermiere misurava la pressione di un anziano obeso costretto su una sedia a rotelle.
    “90/140. E’ sempre alta dottor Venturi. Sta facendo la cura?”
    “Sì, certo”.
    “Ma mangia anche un po’ meno?”
    Terminati i controlli di rito, gli impiegati claudicanti, una decina in tutto, si avviarono verso i cancelli dell’azienda controllati a vista dal personale addetto. Giunti nei pressi della timbratrice, già tutti pronti con il badge in mano, il gruppo si arrestò e si fece silenzio. Un uomo di mezza età, alto, ben vestito, con occhi piccoli e neri, stava entrando da un ingresso secondario. Aveva un braccio appeso al collo ed un vistoso cerotto sulla fronte, postumi evidenti di un incidente piuttosto grave che tuttavia non gli valsero alcuna compassione.
    “E’ lui!”, si sentì mormorare da più parti.
    “Quel maledetto!”, aggiunsero voci più aspre ed indignate.
    Il mormorio, diventò un vociare diffuso e quindi si trasformò in aperta contestazione.
    “Bastardo! Assassino! Merda!”
    Intervennero subito alcuni uomini della sicurezza che spinsero l’uomo verso un ascensore dove si dileguò. Non era previsto che venisse in contatto con i dipendenti; non era previsto ma era accaduto. Qualcosa non aveva funzionato nei meccanismi di controllo. Ormai, però, era troppo tardi per rimediare.
    Giunto al primo dei tre piani geriatrici, il dottor Venturi, liberatosi dall’assedio degli infermieri, diede fondo alle sue modeste energie ed attraversò tutto corridoio urlando dalla sua sedia a rotelle.
    “E’ qui! L’ispettore è qui!”
    >>> >>>>>>>>>>>>>>    (leggi il racconto completo)
    (Nino Miano)

  • OLI 325: NATALE – Auguri (nel tempo che passa)

    Ci muoviamo con il fiato sospeso.
    Conserviamo un filo di voce.
    Le parole spesso si perdono nell’aria.
    Ma mantengono anima e coraggio
    per affrontare l’orco più feroce.

    Non è ancora discesa la neve,
    ebbra di candore e di calda pace.
    Le foglie marciscono sui sentieri.
    Fecondano la terra alle rinascite.
    E segnano i nostri passi nel buio,
    con il suono allegro del loro disfarsi.

    Chi può si aggrappa all’albero di Natale.
    Chi non può al rosso e all’oro dei ricordi.
    Un bambino tornerà, è sempre la prima volta,
    a proporci l’uguaglianza della nudità.
    Tre re giungeranno a cavallo di una cometa,
    portando la magia dei doni, vestiti di umiltà.

    Poi le ore piccole faranno spazio alla luce.
    Il fresco profumo delle fresie sfiderà i sensi.
    E più in là, con il sole alto, il papavero
    illuminerà di rosso prati e colline.
    Per il piacere degli occhi. Per svegliarci al mondo.
    (Angelo Guarnieri)

  • OLI 325: LETTERE – Genere e globalizzazione in due DVD

    Cara Oli,

    Vi scrivo perché avevate seguito con attenzione (Oli 307, Oli 307, Oli 308, Oli 314) l’evento “Punto G 2011 – Genere Genova Globalizzazione” che il 25 e il 26 giugno 2011 aveva aperto a Genova il decennale del G8.
    Ora è stata pubblicata a cura di Marea tutta la documentazione delle due giornate di dibattito: due Dvd che contengono immagini, interviste, registrazioni, materiali audio, video, documenti che restituiscono l’elaborazione femminista italiana e internazionale sull’impatto della globalizzazione nella vita delle donne. Chi è interessato a vedere un’anteprima dei Dvd e a sapere come prenotarli può andare sul sito di Marea. Vi ringrazio per l’attenzione.
    (Monica Lanfranco)

  • OLI 324: VERSANTE LIGURE – MENO PEGGIO CHE MARIO C’È

    La manovra è molto dura
    (ma è svanita la Gelmini!)
    l’equità poca e insicura
    (via Rotondi, via Frattini!)
    non risparmia i pensionati
    (fatto fuori anche La Russa!)
    sull’altare dei mercati
    (e a Brunetta un bel “via pussa!”)
    l’evasione non si assale
    (fuori Bossi, per ius soli!)
    e non c’è patrimoniale
    (secession da Calderoli!)
    resta la precarietà
    (è sparita la Carfagna!)
    quando mai scomparirà?
    (e via Papi, che cuccagna!).
    È parecchio dolorosa,
    la manovra, detto in breve
    (ma ci han tolto sappiam cosa
    e il dolor ci sembra lieve).

    Versi di ENZO COSTA
    Vignetta di AGLAJA
    .
  • OLI 324: RAZZISMO – La Stampa e le lacrime di coccodrillo

    E’ notizia di cronaca l’assalto al campo nomadi di Torino, dopo la finta aggressione ad una ragazza che ha inizialmente accusato due stranieri di uno stupro mai avvenuto nella realtà. Su La Stampa di Torino parte immediatamente la campagna mediatica razzista, con un articolo di Massimiliano Peggio, “Mette in fuga i due rom che violentano la sorella”. Un corteo cittadino di protesta sfocia in un attacco paramilitare ad un accampamento di rom, viene bruciato tutto il poco che possedevano una cinquantina di persone che ci abitavano. Poi la smentita, la ragazzina ritratta la versione, non solo non sono stati due rom ad aggredirla ma addirittura si trattava di un rapporto consenziente. Il giorno dopo La Stampa si affretta a pubblicare le scuse (per i lettori!), richiamando il sentimento di razzismo che non dovrebbe albergare nella mente di persone istruite, ma che c’è (questo il sunto dell’articolo di Guido Tiberga). Come se il razzismo fosse un problema di istruzione, come se l’eugenetica fosse un’invenzione di imbecilli, o lo sterminio d’interi popoli, compresi quelli moderni, fosse orchestrato da acefali analfabeti. Le scuse non sono nemmeno di Peggio, forse per evitare di usare nuovamente quel cognome “sbagliato” associato ad un fatto giornalistico talmente clamoroso, ma che per La Stampa non merita nulla più di due righe. Anzi, le scuse sono indirizzate solo ai lettori, nemmeno ai rom che da tale titolo, incongruente con le più semplici regole della correttezza della stampa, hanno subito un capovolgimento di vita: alcuni sono infatti rientrati nei paesi d’origine, per lo shock e la paura di ulteriori ritorsioni. Sarebbe stata una strage se non fosse stato per la polizia, hanno dichiarato alcuni di loro intervistati. Altro che “Peggio”, l’articolo tocca “il fondo”: possibile che non si siano resi conto che la mancanza di scuse a chi ha subito le conseguenze della loro leggerezza suona come un ribadire la completa indifferenza della redazione alla sofferenza di quelle persone? Cento punti meno a La Stampa. Ed una promessa: che ci adopereremo con le nostre scarse forze di un blog “di periferia” affinché la direzione de La Stampa paghi i danni ai Rom. Qui l’iniziativa su Facebook.
    (Stefano De Pietro)

  • OLI 324: IMMIGRAZIONE – Il decreto Salva-Italia interviene positivamente sui permessi di soggiorno

    Il decreto salva-Italia interviene anche sui permessi di soggiorno dei migranti e lo fa positivamente operando la seguente modifica al Testo Unico sull’Immigrazione: “In attesa del rilascio o del rinnovo del permesso di soggiorno (…), il lavoratore straniero può legittimamente soggiornare nel territorio dello Stato e svolgere temporaneamente l’attività lavorativa”. La validità ai fini del soggiorno e del lavoro della ricevuta della domanda di rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno diventerebbe così una disposizione legislativa. Si trattava infatti di una buona prassi adottata dal 2001 a Genova (unica città in Italia) e dal 2006 in tutto il territorio nazionale. Nel 2001 la Cgil di Genova aveva contrattato l’emanazione di tre circolari da parte dei Centri per l’Impiego, Asl e Anagrafe con le quali si disponeva la validità della ricevuta della presentazione della domanda di rinnovo del permesso di soggiorno ai fini dell’avviamento al lavoro, dell’assistenza sanitaria e dell’iscrizione anagrafica. Nel 2006 l’allora ministro dell’Interno Giuliano Amato emana la direttiva del 5 agosto che estende questa buona prassi a tutto il territorio nazionale.
    Con l’approvazione del decreto salva-Italia questa prassi amministrativa intelligente viene elevata al rango di disposizione di legge risolvendo non pochi problemi interpretativi che provocavano diverse applicazione. E’ significativo che questo provvedimento sia inserito nella manovra economica che intende salvare il nostro paese, i tecnici liberi da puri calcoli elettorali si rendono conto e riconoscono l’importanza del contributo del lavoro dei migranti alla crescita. Consolidando, infatti, la regolarità del soggiorno si combatte il lavoro nero dei migranti favorendo i contratti di lavoro regolari ed assicurando alle casse di stato i relativi contributi Inps, Inail, Irpef e le altre imposte.
    Ci sarebbero molti altri provvedimenti di consolidamento della regolarità del soggiorno e di ampliamento dei diritti di cittadinanza che avrebbero effetti moltiplicatori del contributo degli immigrati alla crescita del Paese, rendendolo allo stesso tempo più vivibile e civile. L’auspicio è che questo sia soltanto un primo passo nella giusta direzione.
    (Saleh Zaghloul)

  • OLI 324: MANOVRA – Tempi di sacrifici in Regione

    Dall’alto della sua possanza l’ex preside di liceo ora rappresentante dell’Idv in Regione Liguria, ha tuonato contro gli sprechi prendendosela con i troppi e costosi sei assessori esterni. Come dargli torto se si pensa quanto incassano i suddetti, che manco sono stati eletti e che per un gioco di appoggi politici sono stati chiamati a ricoprire l’incarico: in un valzer di deleghe assessori alla sinistra, al listino, agli indipendenti via via si sono riempite caselle, lasciando a bocca asciutta chi ci ha messo a suo dire, faccia e risorse.
    Ecco allora che, richiamandosi ai tagli sui costi della politica, l’ex preside e collega con una lettera a Il Secolo XIX del 6 dicembre, hanno invitato il presidente di Regione a pescare assessori tra gli eletti, ridistribuendo deleghe e diminuendo il numero. – Un bel risparmio -, scrivono – di quasi due milioni di euro -. Da applausi, bravi.
    I due si sono dimenticati di evidenziare che i tagli alla regione Liguria proclamati in un battibaleno scatteranno però dalla prossima legislatura, non si può cambiare d’amblè uno statuto: dunque, voglia di assessorato o malumori di maggioranza?
    Non tutti sanno che un assessore regionale prende dai 120 ai 130 mila euro “netti” all’anno di stipendio se abita più o meno vicino al capoluogo, (Il Secolo XIX, 4.12.2011) ma quelli esterni, poverelli, non ricevono neppure il vitalizio (e nemmeno subiscono trattenute), mentre un consigliere prende un paio di migliaia di euro in meno al mese e niente benefit per staff e spese varie.
    D’altronde all’ex preside,considerato dai colleghi “l’assessore migliore alla cultura che si sarebbe potuto avere”, sempre così preoccupato per scuola e istruzione sarà sfuggito che quest’anno riceveranno la borsa di studio soltanto 1756 studenti su 3697 che ne avevano fatto richiesta.
    Escluse totalmente le matricole, si garantirà chi ha già iniziato gli studi perché come spiega l’Arssu, Agenzia regionale servizi scolastici, i fondi sono così ridotti che invece di dare poco a tutti si è deciso di dire no a chi comincia ora. I “fortunati” avranno il 50% subito e il resto a giugno, che potrebbe essere ancora decurtato, se come pare il contributo nazionale sarà tagliato di altri 250 mila euro. Gli studenti rimasti fuori con basso reddito accertato avranno agevolazioni su tasse, mensa e alloggi.
    Magari non si potrà fare, però ad averlo saputo forse l’ex preside avrebbe potuto proporre di dirottare il bel risparmio degli assessori sulle borse di studio per gli studenti universitari. Ma la notizia è comparsa il 7 dicembre, il giorno dopo la pubblicazione della sua lettera, su Il Secolo XIX di Spezia e Savona: probabilmente non legge le edizioni locali.
    (Bianca Vergati)