Categoria: Turchia

  • OLI 398: ESTERI – Voci dalla stampa internazionale

    I cinque paesi con i più alti tassi di prostituzione minorile
    International Business Times
    , 06/02/2014: “Nel 1990, la consapevolezza internazionale dello sfruttamento sessuale commerciale e della vendita di bambini era cresciuta ad un livello tale che la Commissione delle Nazioni Unite per i diritti dell’uomo ha deciso di nominare un relatore speciale sulla vendita di bambini, la prostituzione infantile e la pornografia infantile. Ecco una lista dei cinque paesi con i più alti tassi di prostituzione minorile.”
    http://www.ibtimes.co.uk/top-five-countries-highest-rates-child-prostitution-1435448

    Le 100 imprese che producono più armi nel mondo
    SIPRI (Stockholm International Peace Research Institute), 31 gennaio 2014: “Le vendite di armi delle più grandi imprese sono calate di nuovo nel 2012, ma le vendite delle imprese russe sono nettamente aumentate.” http://www.sipri.org/media/pressreleases/2014/top100_january2014

    USA: I costi della disuguaglianza, una Visione per un’America più equa
    FromTheSquare, 28/01/2014: “Solo il razzismo poteva realizzare l’unione ideologica dei ricchi repubblicani con i lavoratori (e le lavoratrici). Nient’altro poteva fondere i loro interessi naturalmente contrapposti.” http://www.fromthesquare.org/?p=5960

    Vaticano
    AP, 17/01/2014: “Nei suoi ultimi due anni come papa, Benedetto XVI ha ridotto allo stato laicale circa 400 preti per aver stuprato e molestato bambini.” http://bigstory.ap.org/article/apnewsbreak-pope-defrocks-400-priests-2-years

    Palestina: Il combattente palestinese che ha salvato la vita ad un ragazzo israeliano
    The Washington Post, 31/01/2014: “Era il 1975, Kashkeesh aveva 29 anni ed era stato di recente rilasciato dal carcere dopo aver scontato una condanna a sei anni per l’appartenenza al gruppo di guerriglieri di Fatah. Stava lavorando in un resort in Arad quando ha visto un bambino israeliano cadere nella piscina. I genitori erano altrove, Kashkeesh non sapeva nuotare e non c’era nessuno per salvare il ragazzo. Così saltò in acqua e prese il bambino tra le braccia. Quando un investigatore israeliano gli ha chiesto perché avesse rischiato la vita per aiutare un Ebreo, ha risposto che il ragazzo era un essere umano.” http://www.washingtonpost.com/opinions/david-ignatius-in-the-west-bank-pride-has-become-bitterness/2014/01/31/ba24929e-8a03-11e3-916e-e01534b1e132_story.html

    Libia: il paese è colpito da attentati e rapimenti
    The Mirror, 01/02/2014: “La Libia è stata colpita da attentati e rapimenti di funzionari della sicurezza attribuito in gran parte alle milizie emerse durante la guerra civile, del 2012.” http://www.mirror.co.uk/news/world-news/political-assassinations-libya-continue-retired-3103398

    Ucraina 1
    The New York Times, 02/02/2014: “All’inizio, Kerry ha ripetuto gli ammonimenti di Washington alla Russia di non interferire in Ucraina”. http://www.nytimes.com/2014/02/02/world/kerry-and-hagel-defend-us-engagement-abroad-in-face-of-criticism.html?ref=todayspaper&_r=1

    Ucraina 2
    Yahoo
    , 04/02/2014: “Catherine Ashton dovrebbe incontrare i leader dell’opposizione a cena, martedì, a Kiev e il presidente Viktor Yanukovich, mercoledì, per discutere di piani di aiuto finanziario da Bruxelles e Washington in cambio di riforme democratiche.”
    https://news.yahoo.com/ukraine-leader-slams-opposition-taking-sick-leave-210632716.html

    Turchia: approvate restrizioni su Internet
    Yahoo News, 06/02/2014: “Il Parlamento turco ha approvato la legislazione che intensificherebbe i controlli governativi su internet . ” http://news.yahoo.com/turkey-approves-internet-restrictions-225629855.html

    Pakistan
    The Guardian, 04/02/2014: ”Il Pakistan sta assistendo a una reazione crescente contro i sceicchi arabi che trascorrono parte del loro inverni a caccia di un uccello raro che gli ambientalisti dicono a rischio di estinzione”. http://www.theguardian.com/world/2014/feb/04/pakistan-ban-arab-sheikhs-hunting-houbara-bustard

    USA: giustiziato mentre il suo appello era pendente in tribunale
    The Atlantic, 01/02/2014 : “E’ il 2014, non il 1964 o il 1914, ma mercoledì sera un uomo di colore in Missouri, condannato da una giuria di soli bianchi, è stato giustiziato (…) anche se i funzionari statali sapevano che i giudici della Corte Suprema degli Stati Uniti stavano ancora prendendo in considerazione la sua richiesta di riduzione della pena.” http://www.theatlantic.com/national/archive/2014/02/missouri-executed-this-man-while-his-appeal-was-pending-in-court/283494/

  • OLI 389: ESTERI – Voci dalla stampa Internazionale

    Un altro mondo è possibile: perché le scandinave sono invidiate da tutte le altre

    L’articolo della Reuters, ripreso dal Socialreader del 1 novembre 2013, parla di Islanda, Finlandia, Norvegia e Svezia dove le donne hanno raggiunto il livello di parità più alto al mondo e dove (Islanda) i poliziotti non portano armi. “Nel corso del tempo, i paesi scandinavi sono diventati moderni stati social democratici, dove la ricchezza è distribuita più uniformemente, l’istruzione è in genere gratuita fino all’università, e la rete di sicurezza sociale consente alle donne di lavorare comodamente e di costruire una famiglia. Le mamme scandinave non sono distrutte nel cercare l’equilibrio lavoro-famiglia: i genitori possono prendere un anno o più di congedo parentale retribuito. Ai papà è richiesto di essere partner alla pari nella cura dei bambini e pare che lo facciano con piacere.”
    Il Sud Africa (post apartheid) condanna il regime di apartheid israeliano
    L’articolo del Digitaljournal descrive la reazione della ministra degli esteri Sudafricana alla recente approvazione di Israele di 1.500 nuove case di coloni nella Gerusalemme Est occupata. Nkoana-Mashabane_ ha condannato la continua colonizzazione illegale di Israele nei territori palestinesi occupati, dicendo che le azioni dello stato ebraico la “tengono sveglia” durante la notte. ” L’ultima volta che ho guardato la mappa della Palestina non potevo andare a dormire. I suoi punti sono più piccoli di quelli delle homelands”, ha detto Nkoana-Mashabane riferendosi agli ex Bantustan, minuscole enclave dove milioni di sudafricani neri erano costretti a vivere durante la segregazione razziale dell’apartheid”. http://www.digitaljournal.com/article/361399

    Le reclute di al-Qaeda entrano in Siria attraverso nascondigli in Turchia
    L’articolo del Teleghraph, del 30 ottobre 2013, spiega come “Centinaia di reclute di al-Qaeda vengono nascoste in covi nel sud della Turchia, prima di essere infiltrati oltre confine a condurre “jihad” in Siria” (..) “La rete di nascondigli sta permettendo un costante flusso di combattenti stranieri – tra cui britannici – per unirsi alla guerra civile nel paese, secondo alcuni dei volontari coinvolti”. http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/middleeast/syria/10415935/Al-Qaeda-recruits-entering-Syria-from-Turkey-safehouses.html

    Teppisti buddisti
    L’articolo di Yahoo, del 3 novembre 2013, racconta della morte in mare (costa occidentale di Myanmar) di almeno 72 rifugiati musulmani in fuga da Myanmar a causa della violenza esercitata nei loro confronti da parte della maggioranza buddista: “La maggior parte delle vittime sono state della minoranza musulmana a lungo perseguitata nel paese, la Rohingya, con i teppisti buddisti che gli danno la caccia a colpi di machete, catene di ferro e bastoni di bambù. L’ONU prevede che quest’anno l’esodo sarà dei più grandi mai registrati a causa della violenza”.
    Il più devastante attacco tedesco ordinato dalla seconda guerra mondiale
    L’articolo di Spiegel, del 30 ottobre 2013, parla della causa civile contro l’ufficiale tedesco che quattro anni fa ha ordinato un attacco in Afghanistan nel quale sono stati uccisi 91 civili. “L’esplosione ha ucciso un gran numero di persone, ad oggi non si sa esattamente quanti. Le Bundeswehr, forze armate tedesche, dicono che ne sono state uccise 91. Un rapporto della NATO è arrivato ad almeno 142 tra morti e feriti. Secondo la ricerca condotta dagli avvocati che rappresentano le vittime, sono morte 137 persone. Ciò che è chiaro, senza dubbio, è che questo è stato il più devastante attacco tedesco ordinato dalla seconda guerra mondiale”.
    Il re saudita e il pugnale di Hitler
    L’articolo di Haaretz del 3 novembre 2013 racconta del pugnale donato da Hitler al re dell’Arabia Saudita: “Il rapporto originale circa il pugnale di Abdullah viene da un libro del 2004 (La battaglia per l’Arabia Saudita), del libanese-americano, professore di scienze politiche, As’ad AbhKhalil. Scrivendo sul breve flirt tra la Germania nazista e l’Arabia Saudita del primo monarca Ibn Saud, AbhKhalil cita una “fonte americana privata” che ha visitato il palazzo reale saudita diverse volte. Egli dice che Abdullah “mantiene nei suoi possedimenti visualizzati un pugnale datogli da Hitler.” “il pugnale è stato regalato a suo padre. La mia fonte è un ex ambasciatore americano in Arabia Saudita che spesso sedeva con il re nel suo studio privato, dove il re (principe ereditario al momento), fumava liberamente cosa che è contraria a quanto impone la morale islamica dei Wahabiti sauditi.
  • OLI 383: ESTERI – Voci dalla stampa internazionale

    I jihadisti e l’Occidente
    The New York Review of Books, 24 giugno 2013, articolo di David Bromvic: “Ci siamo schierati con i ribelli islamici in Afghanistan, sotto il nome di combattenti Mujahideen, e contro gli stessi ribelli sotto il nome di Talebani e di al-Qaeda; abbiamo combattuto contro di loro in Iraq durante l’insurrezione del 2004, e ci siamo schierati al loro fianco come finanziatori e alleati quando, nel 2007, sono diventati il “Risveglio sunnita”; eravamo contro di loro in Mali, in Somalia e nello Yemen, ma alleati con loro come milizie coraggiose in Libia; e ora in Siria, siamo sia con loro che contro di loro, alleati nella misura in cui sono d’accordo con noi nel attaccare il governo, ma avversari perché vogliono dominare o uccidere i ribelli moderati ai quali intendiamo fornire armi. Faremo la guerra contro di loro dopo che ci hanno aiutato a vincere la guerra contro Assad.” http://www.nybooks.com/blogs/nyrblog/2013/jun/24/stumbling-into-syria/

    Se è laica, non può essere islamica (ebraica o cristiana). Se è islamica, non può essere laica.
    The New York Times, 23 giugno 2013, articolo di Bill Keller: “egli è a favore di una più laica democrazia islamica”. http://www.nytimes.com/2013/06/24/opinion/keller-inching-into-syria.html?hp&_r=3&pagewanted=all&

    Questo esercito (australiano) è in Afganistan per difendere le donne afghane
    ABC NET, 14 giugno 2013, articolo di Simon Lauder: “Dr Wadham, un ex soldato di fanteria, dice che l’uso di immagini per denigrare le donne è una tradizione di lunga data nelle Forze di Difesa Australiane, ma dice inoltre che il coinvolgimento del personale senior dimostra che il problema potrebbe essere molto peggio di quanto si pensi.” http://www.abc.net.au/news/2013-06-13/experts-say-sexism-is-deeply-ingrained-within-defence-force/4752658

    Razzismo in Italia
    Enca-AFP 14 giugno 2013: “Un consigliere appartenente al partito anti-immigrazione della Lega Nord Italia ha augurato al primo ministro nero del paese di essere violentata, scatenando una protesta e la sua espulsione dal partito.” “Kyenge, un’oculista e cittadina italiana originaria della Repubblica Democratica del Congo (RDC), è stata sottoposta a continui attacchi razzisti da quando è stata nominata ministro nel mese di febbraio.” http://www.enca.com/world/councillor-calls-black-italian-minister-be-raped

    Arabia Saudita, arrestate 100 studentesse saudite
    Arabia News MSN, 13 giugno 2013: “Arrestate 100 studentesse saudite che partecipavano a una “festa degli adulatori di Satana.” arabic.arabia

    Erdogan e la repressione dei giornalisti in Turchia
    Spiegel Online International, 12 giugno 2013, articolo di Michael Sontheimer: “Quando il cancelliere tedesco Angela Merkel ha visitato Ankara a fine febbraio, ha detto che aveva “sottolineato che vorremmo vedere giornalisti messi in condizione di lavorare liberamente senza essere arrestati per così tanto tempo.” Erdogan ha nettamente contraddetto la cancelliera in occasione della conferenza stampa congiunta. “Non più di una manciata di giornalisti erano stati arrestati in Turchia”, ha detto, e “non a causa dei loro articoli, ma perché sono golpisti, contrabbandieri di armi e terroristi.” http://www.spiegel.de/international/world/media-repression-in-turkey-intimidates-and-imprisons-journalists-a-905164.html

    “Gay-friendly”
    Y NET NEWS, 06 giugno 2013: “Solo il 40% degli israeliani ritiene che l’omosessualità è qualcosa che la società deve accettare”, “contro il 88% in Spagna.” http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4391274,00.html

    Distrutte sculture peccaminose in Arabia Saudita
    France Presse, 12 giugno 2013: “l’Ultra-conservatrice Arabia Saudita ha fracassato sculture di cavalli costruite su rotatoria nel sud-ovest del paese dopo che la guida religiosa del regno le ha denunciate come peccaminose, hanno riferito i media locali mercoledì.” http://www.rawstory.com/rs/2013/06/12/saudi-government-smashes-sinful-statues-of-horses/
    (Saleh Zaghloul)

  • OLI 381 – TURCHIA – Occupygezi

    C’è un filo rosso che collega tutti i movimenti che si nominano Occupy, c’è un sentimento di disagio nei confronti di un potere, sia pur democraticamente eletto, che non rispetta tutti i suoi cittadini. Esiste una dittatura della maggioranza che non è equiparabile a una democrazia.
    In Turchia, così come in tanti altri paesi occidentali, in piazza sono scese tutte quelle persone che non sono in sintonia con la maggioranza democraticamente eletta: ci sono laici, anarchici, comunisti, religiosi che la pensano in maniera diversa, femministe, donne che magari femministe non si sentono ma non vogliono neanche essere il focolare della casa, architetti, storici, intellettuali, omosessuali, kemalisti e ambientalisti. Ognuno è in piazza per un motivo diverso ma tutti si sono ritrovati travolti dalla violenza della polizia di stato che ha già fatto i suoi morti.
    Questa rivolta ha in comune molto col G8 genovese, dove una massa festante di persone, di molte idee diverse ma alternative rispetto al potere, sono state oggetto di una brutale aggressione da parte della polizia italiana.
    Il fattore religioso in Turchia è un ulteriore elemento di complessità che non deve però offuscare un’analisi più articolata, così come è riduttivo parlare della rivolta turca solo come un problema di verde cittadino: il parco Gezi è un luogo simbolo per i lavoratori turchi, è il luogo dove si fanno le manifestazioni e dove si festeggia il primo maggio, come per noi è piazza San Giovanni a Roma.
    I turchi non sono arabi. La figura religiosa più autorevole della storia religiosa turca è Rumi, un poeta e maestro sufi. Dopo la rivoluzione kemalista la religione è stata relegata ad una sfera personale: non si poteva indossare nessun elemento di identificazione religiosa nei luoghi pubblici e nessuno poteva obbligare un altro/a ad indossarli, così come era vietata l’educazione religiosa nelle scuole. Le donne hanno avuto diritto di voto nel 1926, venti anni prima che in Italia.
    L’AKP, il partito di Erdogan, è un partito islamico considerato moderato in occidente che, oltre a cambiare lentamente ma inesorabilmente il volto culturale ed economico della Turchia, ne ha cambiato anche il paesaggio dando il via a grandi opere su cui aleggia l’ombra della corruzione e del clientelismo.

    (Arianna Musso – Foto Paola Pierantoni)
  • OLI 380: ESTERI – Voci dalla stampa internazionale

    La Siria rimprovera Erdogan per la violenza contro la rivolta turca
    New York Times, 1 giugno 2013 (Reuters): “La Siria ha allegramente rovesciato i tavoli sul primo ministro turco Tayyip Erdogan, sabato, per la sua risposta alle manifestazioni anti-governative, chiedendogli di fermare la violenta repressione delle proteste pacifiche o dimettersi” … “ le tv di stato siriane hanno trasmesso ore di filmati in diretta da Istanbul, dove migliaia di manifestanti si sono scontrati per il secondo giorno con la polizia che ha sparato gas lacrimogeni e cannoni ad acqua.” http://www.nytimes.com/reuters/2013/06/01/world/middleeast/01reuters-turkey-protests-syria.html?hp&_r=2&

    Erdogan definisce l’alcolismo:
    The Australian (APP): “Coloro che bevono sono alcolisti,” ha detto (Erdogan), prima di aggiungere: “Non voglio dire tutti, ma coloro che bevono regolarmente”
    http://m.theaustralian.com.au/news/breaking-news/erdogan-rejects-dictator-claims/story-fn3dxix6-1226655594916

    Erdogan: I social network sono la peggiore minaccia alla società.
    New York Times, 03 giugno 2013: “Ora abbiamo una minaccia che si chiama Twitter” ha detto. “I migliori esempi di bugie possono essere trovati lì. Per me, i social media sono la peggiore minaccia alla società.”
    http://www.nytimes.com/2013/06/03/world/europe/turkey-premier-says-protests-will-not-stop-plans-to-demolish-park.html?ref=todayspaper&_r=1

    Fosse accaduto in un paese musulmano sarebbe stato in prima pagina.
    The Times of Israel, 04 giugno 2013: “Una studentessa è stata espulsa da una scuola ultra-ortodossa per infermieri nel centro di Israele per aver messo in dubbio la sua fede.”
    http://www.timesofisrael.com/student-expelled-from-ultra-orthodox-school-for-loss-of-faith/

    Israele pianifica di espellere gli immigrati neri
    The Guardian, 03 giugno 2013: “Israele ha in programma di inviare migliaia di migranti africani in un paese non identificato, secondo un documento del tribunale, nel tentativo di affrontare una delle questioni più pressanti di Israele: cosa fare con un afflusso di circa 60.000 migranti africani che sono entrati di nascosto in Israele dall’Egitto nel corso degli ultimi otto anni.”
    http://www.guardian.co.uk/world/2013/jun/03/israel-plan-migrants-deport-east-africa
    (Saleh Zaghloul)  

  • Oli 268: POLITICA – Gli arabi scoprono una Turchia amica

    Solo dopo l’intensissimo contatto della Turchia con la questione principale dei cittadini arabi, la Palestina, questi ultimi si sono accorti dei cambiamenti che, da almeno quindici anni, coinvolgono la realtà turca. Gli arabi da sempre hanno “un’antipatia” per la Turchia, a causa dei 500 anni di dominio ottomano del loro territorio e per la continua “occupazione” della regione di Iskenderun. Gli islamici arabi, che continuavano a difendere il califfato islamico ottomano, cambiano atteggiamento quando Kamal Ataturk realizza la trasformazione laica della Turchia. All’antipatia di nazionalisti ed islamici si aggiunge quella della sinistra e dei progressisti arabi perché la Turchia fa parte della Nato, perché la sua alleanza con Israele è da sempre strategica e militare e perché ha sempre negato il diritto all’autodeterminazione dei Curdi.    
    Le cose iniziano a cambiare dopo la ferma solidarietà della Turchia ai palestinesi di Gaza durante la feroce aggressione israeliana del gennaio 2009, operazione “Piombo fuso”, dove, secondo l’ONU ed il rapporto Goldstone, sono stati commessi crimini di guerra. Il cambiamento vero e proprio è di questi giorni dopo la solidarietà turca con i pacifisti aggrediti (nove persone uccise) dalla marina israeliana in acque internazionali durante il loro tentativo di rompere l’assedio imposto dagli israeliani alla popolazione palestinese di Gaza (assedio considerato recentemente insostenibile dallo stesso presidente americano Barak Obama). Le foto del premier turco Erdogan sono apparse nelle ultime manifestazioni popolari accanto a quelle dei leader arabi più amati come Nasser ed Arafat, e in certi paesi arabi stanno sostituendo le foto di Khomeini e di Ahmadinejad.        
    La Turchia, paese europeo che fa parte della Nato, governata da un partito di ispirazione islamica che assomiglia a quel che era la Democrazia Cristiana italiana, può mediare tra “occidente” e aspirazioni del suo ambiente mediorientale (al quale sembra rafforzare la propria appartenenza) per una pace duratura nella regione e nel mondo. Occorre però non cadere nella solita trappola dei guerrafondai che hanno già iniziato a diffondere il vecchio disco di una Turchia antisemita, amica degli integralisti e dei terroristi. La trasformazione della Turchia in un altro Iran servirebbe solo a destabilizzare la regione e renderebbe ancora più esplosiva la situazione. Occorre invece che la Turchia faccia al più presto parte dell’Unione Europea.
    (Saleh Zaghloul)