Categoria: OLI 396

  • OLI 396: PAROLE DEGLI OCCHI – Marina a mano armata

    (Albiossola Marina – Foto di Giovanna Profumo)

    Dicembre 2013 – Albissola Marina – Cartello posto sulla staccionata di recinzione che separa la passeggiata da uno dei molti stabilimenti balneari della località ligure. Chi decidesse, per un tuffo notturno, di superare questo confine, sappia che lo fa a suo rischio e pericolo.

  • OLI 396: PUC – Quando si partecipa troppo

    Mercoledì 22 gennaio, ecco presentarsi alle audizioni di cittadini e associazioni in commissione comunale, circa il recepimento nel Puc delle osservazioni regionali di Valutazione Ambientale, il Comitato di Terralba. Di nuovo? il suo rappresentante ha ormai calcato tutte le platee possibili, presenziando ai convegni, nei municipi, in comune, ai tavoli di discussione, dal piano urbanistico al dissesto idrogeologico, ovunque,occupando tempo e spazio, anche quando la questione c’entrava di striscio. Indubbiamente utile per Terralba, che sarà impressa nella memoria dei partecipanti, pure presso gli stralunati cittadini comuni, che avrebbero voluto sentire qualcos’altro, come in quest’occasione e non una mezz’ora di Terralba con claque al seguito.
    Chissà, magari avere una visione un po’ più ampia, sapere quale sarà il futuro dell’abitato e del paesaggio, patrimonio di tutti e non soltanto il destino delle aree ferroviarie di Terralba, su cui erano previsti edificazioni in cambio di una messa a punto di linee metropolitane di superficie: proposta delle Ferrovie dal sapore ricattatorio s’intende.
    Così all’ennesima riunione, grazie a chi si guarda soprattutto il suo ombelico, si sono avute “comode”  risposte frettolose e poco articolate su tematiche più generali, che invece interessano tutti i cittadini. Come la proposta di “moratoria sul consumo di suolo” chiesta per la Liguria da Salvatore Settis sul Secolo XIX ( 22.1.14) e portata avanti dalla rete delle associazioni della “Città che vogliamo”, infatti a Genova ci sono quindicimila vani vuoti e dunque che senso ha costruire ancora? Però apparirebbe da “esproprio oltrecortina” la proposta presentata dalle associazioni di un “allontanamento delle popolazioni” da edifici o zone più o meno a rischio, via la Valbisagno o via la Foce.
    Inquieta la preoccupazione degli uffici circa l’abbandono delle aree in collina se non si permette l’edificabilità anche a chi non fa agricoltura, come invece chiedono i giovani agricoltori, che lamentano una probabile impennata dei prezzi sui terreni agricoli se diverranno edificabili. E altrettanto dicasi per la richiesta della Coldiretti di tenersi stretti, ovviamente per trasferire o vendere, i diritti edificatori.
    Non si sono ancora avute risposte puntuali per le aree a rischio idrogeologico, che ora sono rosse e poi potrebbero non esserlo più, dopo la costruzione dello scolmatore, e nemmeno è chiaro se si costruiranno altri megaparcheggi come quelli a monte nel levante: non è un caso che il terreno dei parchi di Nervi con i suoi alberi centenari che vengono giù, sia intriso d’acqua anche quando non è piovuto. Non sono un caso neppure le casette a picco sul mare sempre nel levante cittadino, quelle che stanno franando a Nervi, frutto di un condono dell’anno di grazia 1986.
    Nessun chiarimento neppure sulle “porzioni” di verde che spettano a ciascun abitante, non soltanto l’aiuola-giardinetto o la porzione di mare libero, o al diritto di ciascuno a non vivere con troppi decibel e traffico inquinante con nuovi insediamenti. Invece di costruire le associazioni propongono una “rigenerazione urbana”, come il rinnovare anche dal punto di vista energetico per risparmiare magari sul riscaldamento, e sarebbe anche lavoro per le imprese edili, è vero, ma di questi tempi e con una popolazione anziana chi andrà a dire a migliaia di cittadini che dovrebbero ristrutturare le loro pareti o le loro finestre?
    Tutto rinviato alla discussione nello specifico del solo Puc.
    Da sottolineare previsioni demografiche ottimistiche degli uffici su eventuali futuri abitanti, previsioni che si rifanno ad un auspicio di città, più che a delle certezze. Si spera che verranno city users per l’università, per l’high tech, per il turismo, per altro lavoro e lo speriamo davvero per Genova, per i nostri giovani, non possiamo respingere queste speranze, ma la realtà di oggi ed il futuro che s’intravede dicono altro.
    Prospettive occupazionali che mettono i brividi.
    Grazie alla crisi che, per la nostra città, ha radici lontane, grazie allo spirito d’iniziativa dei nostri arditi imprenditori, che hanno investito sì nel territorio, ma al massimo nel mattone, grazie alla preminente politica industriale pseudo-pubblica, che ci ha travolto quando non ha più funzionato. A Genova sarà durissima vedere la mitica luce in fondo al tunnel, ma ancora luccicano i soliti noti, armatori, petrolieri, ministri, parlamentari, amministratori di aziende e istituzioni.
    (Bianca Vergati)

  • OLI 396: SANITA’ – Brignole, la morte di un gigante

    Un buco di bilancio che sfiora i 40 milioni di euro, al 2013. Una favola che poteva avere un lieto fine si chiude come quella della Piccola Fiammiferaia. Questo grazie ad un mix di responsabilità micidiale, perché la politica ha male agito e purtroppo anche il sindacato non è stato all’altezza della situazione, ha spiegato Antonello Sotgiu, ex dirigente della Cgil. Al suo fianco Michela Costa, Direttore Generale al Brignole dal 2003 al 2008 e Mario Calbi, che la favola dell’assistenza agli anziani a Genova la conosce sin dal 1970.
    Allo Zenzero il 14 gennaio, si è cercato di raccontare la storia dell’Albergo dei Poveri partendo proprio dagli anni Settanta quando nel territorio non c’era assistenza domiciliare e solo il ricovero era la soluzione. Grandi “universi concentrazionari” ha spiegato Calbi, parafrasando Foucault, laddove la famiglia, intesa come nucleo protettivo di cura e assistenza, stava evaporando. Il sogno politico di quegli anni era de-istitutizzare, togliere per creare servizi servizi territoriali, ambulatoriali integrati, piccoli istituti di quartiere, con commissioni di controllo costituite da parenti, ospiti e lavoratori. Un sogno che si stava realizzando con un drastico calo dei ricoveri a favore dell’assistenza domiciliare, quando è cambiata la visione politica. E, ha spigato Sotgiu, si è agito con la logica delle clientele, sia per quanto riguardava i servizi che per la parte relativa all’utilizzo del patrimonio disponibile. Anche i cittadini, invitati a vigilare hanno preferito tacere, per l’ansia di vedere il parente rispedito a casa. Mentre la politica nominava presidenti senza competenze manageriali.
    Un gigante, così viene definito il Brignole da Michela Costa, per patrimonio immobiliare, autonomia gestione e quattrocento anni di storia. Un gigante stremato dal disordine amministrativo e dai debiti, in grado però, nel 2003 di ripartire grazie al capitale umano professionale di cui disponeva, se questo cammino fosse stato appoggiato dalle istituzioni.
    Un gigante che poteva far confluire su di sé, con un’operazione di unificazione, l’istituto Doria e che avrebbe potuto ripartire dando una risposta agli anziani e ai loro bisogni con un’unica azienda pubblica, a sua volta integrata dai servizi del privato-sociale grazie ad un patto che impegnava Regione, Provincia, Comune, e Asl 3. Un patto che è saltato nello spazio di pochi giorni perché qualcuno ha ritenuto che era assolutamente impossibile, impensabile poter mettere un milione e mezzo di Euro su questa partita. Le stesse dirigenze, gli stessi politici che per errori poi banali hanno pagato botte di quattro milioni e mezzo con qualche conto ancora aperto ha detto Sotgiu.
    Però il risparmio del 36% in meno c’era, insieme ad un livello di produttività molto alto e posti letto coperti del 95%. Ci doveva essere un provvedimento che non facesse morire asfissiata l’azienda. Nel 2007 il Brignole poteva offrire servizi pubblici e sopperire a funzioni varie per 150 Euro al giorno a posto letto di riabilitazione. Tutto questo nel pubblico. Non c’è stato verso di trovare questo denaro. Nessuno ha mai risposto. Così l’ipotesi è stata cedere il personale in altri enti pubblici, perdendo know how per assumere nuovo personale con altri contratti. Così Michela Costa ha restituito le chiavi. Ed ha chiarito ai presenti in sala: Quest’azienda non è morta da sola perché si volevano fare i servizi domiciliari, ma si voleva che tutti i servizi pubblici venissero convenzionati a qualcun altro. Ed è esattamente quanto si è conseguito perché oggi questa città che, dal punto di vista demografico, sappiamo come è, non ha più servizi pubblici residenziali per gli anziani.
    (Giovanna Profumo – foto dell’autrice)

  • OLI 396: TRASPARENZA – A Scarpino non si fotografa

    Pare che le aziende impegnate nella gestione dei rifiuti, del gas, delle acque, della depurazione siano particolarmente attente a non far pubblicare foto dei  propri impianti, E’ successo già due volte, in occasione di sedute di commissioni consiliari fuori sede: al depuratore di Quarto, gestito da Mediterranea delle acque (gruppo Iren) e in Amiu, la partecipata del Comune, oggi in mezzo allo scandalo dei liquami di Scarpino e delle “liason”, non propriamente professionalidi alcuni dirigenti di vertice.
    Nel caso del depuratore la telecamera aveva lo scopo (dichiarato) di documentare il funzionamento dell’impianto, e l’autorizzazione richiesta non è mai arrivata. Per quanto riguarda Amiu, il diritto di un Consigliere comunale a fotografare e riprendere si ferma al cancello dell’impianto di trattamento della differenziata a Sardorella, così come nella discarica di Scarpino.
    Certo, viene da pensare che entrambe le aziende possano avere qualcosa da nascondere, in realtà non è proprio così. Fa forse solo parte di un modo di pensare che fa della trasparenza un pericolo da combattere, perché il controllo viene mantenuto solamente con la negazione “per motivi di sicurezza”.
    In Amiu a dare la disposizione è l’ex Presidente Casale in persona, in Iren si lascia fare subordinando l’autorizzazione alla pubblicazione ad un consenso che poi non arriva.
    Comunque, qualsiasi cosa non abbiano voluto far fotografare a Scarpino, alla fine un problema esce comunque fuori dal recinto e scende nel fiume.
    (Stefano De Pietro – foto di una discarica – da internet)

  • OLI 396 : ESTERI – Voci dalla stampa internazionale

    Le 85 persone più ricche possiedono la ricchezza della metà della popolazione mondiale
    McClatcyDC, 20 gennaio 2014: “L’elite dei ricchi ha arruolato il potere politico per manipolare le regole del gioco economico minando la democrazia e creando un mondo in cui le 85 persone più ricche possiedono la ricchezza della metà della popolazione mondiale.”
    http://www.mcclatchydc.com/2014/01/20/215104/worlds-richest-85-people-have.html


    La maggioranza dei membri del Congresso USA possiede 1 milione di dollari o più
    TheWire, 9 gennaio 2014: “Per la prima volta nella storia, la maggioranza dei membri del Congresso sono miliardari. Secondo l’analisi dei dati finanziari di “Open Secrets”, 268 su 534 degli attuali membri del Congresso avevano, nel 2012, un patrimonio medio netto di 1 milione di dollari o più”. http://www.thewire.com/politics/2014/01/congress-majority-millionaire/356863/

    Democrazia razziale: i neri americani sono il 9% dei carcerati del mondo
    The New York Times, 14 gennaio 2014, Jason Stanley e Vesla Weaver: “La “Repubblica” di Platone è la sorgente da cui scorre tutta la successiva filosofia occidentale compresa la filosofia politica. Secondo Platone, la libertà è il bene supremo della democrazia.” http://mobile.nytimes.com/blogs/opinionator/2014/01/12/is-the-united-states-a-racial-democracy/?_r=1
    Due ricerche: http://www.prisonstudies.org/sites/prisonstudies.org/files/resources/downloads/wppl_10.pdf
    http://www.bjs.gov/content/pub/pdf/pim09st.pdf

    Intervista al leader dell’opposizione siriana non violenta Haytham Al-Mannà 
    Le Monde, 15 gennaio 2014: intervista al leader dell’opposizione siriana contrario alla violenza,  il Coordinamento Nazionale delle forze per il Cambiamento Democratico (CCND). Al-Mannà, che è stato accusato di essere debole nella sua opposizione, in questa intervista mostra più fermezza nelle sue condizioni per il dialogo con il regime rispetto all’opposizione siriana in esilio.
    http://www.haythammanna.net/Articles/Si%20l%20opposition%20syrienne%20participe%20a%20Geneve%202%20elle%20se%20suicide.htm

    Dal 2000, 1400 bambini palestinesi sono stati uccisi dai soldati israeliani
    Electronic Intifada, 06 gennaio 2014: “Dal 2000, più di 6.700 palestinesi, 1.400 dei quali bambini, sono stati uccisi dalle forze di occupazione israeliane in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza.” (Dati del centro israeliano per i diritti umani B’Tselem.) “Almeno due volte nel 2013, le forze di occupazione israeliane hanno sparato e ucciso bambini palestinesi nei pressi delle scuole nella Cisgiordania occupata per nessuna ragiona apparente, ha detto Human Rights Watch (HRW) in un comunicato 5 gennaio. http://electronicintifada.net/blogs/ali-abunimah/children-killed-israeli-soldiers-hiding-near-schools-says-human-rights-watch

    Come dovrebbero vestirsi le donne nei paesi musulmani
    PewResearch, 08 gennaio 2014: “Studio” e “classifica” su come dovrebbero vestirsi le donne nei paesi musulmani. In generale la metodologia, errori di traduzione e linguistici ed interferenze politiche influiscono negativamente sui risultati di questi “studi e classifiche” condotti da paesi occidentali. Qualcuno ha mai sentito di uno studio su come dovrebbero vestirsi le donne nelle società occidentali? http://www.pewresearch.org/fact-tank/2014/01/08/what-is-appropriate-attire-for-women-in-muslim-countries/

    I capelli sono il velo della donna occidentale
    The Guardian, 10 gennaio 2014: “L’occidente è fissato su veli islamici, ma i capelli di tutte le donne sono legati a ideali di femminilità e sono una fonte di giudizio maschile”. “Invece di fissarci sul significato del velo per le donne musulmane, probabilmente dovremmo spendere un po’ più tempo per pensare ai veli nostrani. Perché è un fatto che in tutto il mondo musulmano e non musulmano, le donne sono spesso giudicate più da ciò che copre la loro testa che da ciò che è in essa.” http://www.theguardian.com/commentisfree/2014/jan/10/hair-western-woman-veil-femininity

    Attenti al diavolo: aumentano gli indemoniati e la chiesa provvede formando esorcisti
    The Telegraf, 04 gennaio 2014: “Le diocesi in tutta Italia, così come in paesi come la Spagna, stanno aumentando il numero dei sacerdoti istruiti nella gestione del rito di esorcismo, famosi di liberare le persone possedute dal demonio.” http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/vaticancityandholysee/10550800/Rise-of-the-exorcists-in-Catholic-Church.html

    La fuga dei cristiani dalla Palestina
    The Washington Post, 22 dicembre 2013: “Rami Nuseir, direttore esecutivo delle Comunità Cristiane Unite con sede a New York, ha detto ce gli espatriati palestinesi “hanno le competenze, hanno i soldi” per fare la differenza a Betlemme. La sua organizzazione lavora per “fermare la fuga dei cristiani dalla Terra Santa”, secondo il suo sito web, e per “incoraggiare coloro che sono andati via di tornare”. Non si dice che la politica dei visti dei governi occidentali favorisce l’emigrazione degli immigrati cristiani dal Medio Oriente. http://www.washingtonpost.com/world/little-palestinian-town-of-bethlehem-wants-its-tourists-christian-residents-to-come-back/2013/12/21/dac0d310-65b3-11e3-997b-9213b17dac97_story.html

  • OLI 396: ESTERI – Grecia, riso amaro

    Disoccupazione, povertà, licenziamenti, criminalità, suicidi, senza tetto.
    “Eccellente sviluppo! Bravo Antonio!”(il primo ministro greco si chiama Antonio Samaras)

     “6 anni alle elementari, 3 al ginnasio, 3 anni al liceo, 5 anni di università e ora con tutti questi anni emigrante all’estero per trovare lavoro?”

     “Buio, dottore! Non vedo niente! Forse che mi è capitato un distacco della retina?”
    “Dimitri, ci vedi benissimo! La realtà è proprio questa!”