Categoria: La Stampa

  • OLI 393: TEATROGIORNALE – Nuda proprietà

    Adriana ha chiuso la porta di ingresso con un gesto di stizza, mastica gli insulti che vorrebbe dire a Cecilia.
    – Non siamo al Colosseo!
    Cecilia è nella camera che era stata lo studio di Ettore, il marito di Adriana. Il divano letto è aperto, sopra vi è una valigia di plastica e stoffa a quadretti.
    -Io me ne torno in Ecuador, signora. Torno da mia figlia, capisce?
    Cecilia è una donna sui 40 anni, ha i jeans con gli strass e una maglia gialla e rossa che le arriva sulle cosce.
    – Le ho fatto un po’ di spesa e le ho lasciato in frigo la cena e il pranzo per domani.
    Cecilia piega una tuta rosa e la mette in borsa vicino a un sacchetto che contiene 8 pinguini che salgono, a ritmo di musica, su una montagna di ghiaccio e scivolano giù.
    – Ha sentito suo figlio?
    È la terza volta che lo chiede in quarantotto ore. Lei lo aveva chiamato una settimana prima per metterlo al corrente che i soldi di sua madre erano finiti e che lei non poteva lavorare per loro a gratis ma sua madre non poteva vivere sola. Il figlio aveva detto che non erano fatti suoi e aveva buttato giù il telefono. Cecilia sospira e piega il pigiama a fiori giallo e verde. Sua madre le tiene sua figlia in Equador e l’aveva vista affaticata il giorno prima su Skype. Ormai Priscilla ha 6 anni, deve aiutare in casa almeno un poco. Ma quando lei tornerà, allora sì che metterà in riga quella piccola viziatella e mette in valigia il pigiama.
    Per Adriana andare dall’ingresso alla cucina è ormai un viaggio, la vista è appannata e i vecchi mobili galleggiano nella penombra. Le sue ossa sono come tenute assieme da dei fili di metallo arrugginiti, troppo corti per permetterle la maggioranza dei movimenti ma la cosa che la fa più arrabbiare è la memoria. Non si ricorda che ha venduto la casa come nuda proprietà senza parlarne col figlio ed è per questo che il figlio la odia; non si ricorda dove ha messo gli occhiali; non si ricorda che ha 87 anni e quando si intravede allo specchio non si riconosce anche se sa che è lei. A volte si ricorda del perché suo figlio la odia e si arrabbia: è la sua vita, la sua casa, lui mica le ha chiesto il permesso prima di sposarsi con quella malummera di sua moglie (moglie di seconda mano visto che ha già una figlia). Cammina piano Adriana, non vuole cadere, non vuole trattenere un istante di più quell’ingrata di Cecilia. Vuole solo arrivare alla sedia in cucina, accendere la televisione e sentire il brusio lontano che ne arriva.
    Adriana tiene la mano destra sul mobile basso dell’ingresso, un po’ per sostegno, un po’ per orientarsi, un po’ per non sentirsi sospesa nel vuoto. Quando era bambina le piaceva stare sospesa, attaccata con le gambe al l’albero di ciliegie e dondolare, il vestito di lana marrone e la camicia di flanella sul viso. Sua madre che la sgrida ma che tiene i grappoli di ciliegie che lei le ha regalato sulle orecchie come fossero degli orecchini.
    – La mamma aveva i capelli neri.
    Sussurra Adriana mentre le dita nodose fanno cadere una boccetta di ceramica su un centrino; la boccetta, cadendo, fa un rumore sordo. Nessuno lo sente.
    Cecilia esce dalla stanza con la giacca blu col cappuccio col pelo, ha la valigia in mano.
    – Signora, io vado.
    Adriana non si gira, ormai è arrivata in fondo al mobile dell’ingresso.
    – Le metto qua le chiavi e il resto della spesa.
    Cecilia lascia una banconota da 10 euro sul mobile e un mazzo di chiavi senza portachiavi.
    – Sul vostro conto ci sono ancora 100 euro. La pensione arriverà tra 15 giorni. Spero che vostro figlio venga presto.
    – Chiudi la porta.
    Dice Adriana e aspetta che la porta sbatta per continuare la sua traversata verso la cucina: c’è l’angolo, si gira a destra, davanti c’è il bagno e la porta è aperta.
    – Ma viveva al Colosseo quella lì?
    Biascica e si incammina per chiudere la porta, le dita artritiche si chiudono attorno alla maniglia in ottone. Il bagno… quando era piccola non voleva mai farsi il bagno la domenica ma stava sempre con le gambe nell’acqua del fiume, tanto che le era venuta la febbre reumatica ed era stata a letto due mesi e in quei giorni vedeva la mamma sbiadita, così come ora vede il lavabo del bagno.
    Chiude la porta del bagno e si gira per raggiungere la porta della cucina, tiene la mano sulla carta da parati ruvida. Fuori sta facendo nuvolo, da dietro le tende bianche la luce si affievolisce, i contorni del tavolo e delle sedie si fanno sempre più confusi.
    – Dove é andata Cecilia? Mi tocca aspettarla quella lì. Mai una volta che mi dica quando torna.
    Adriana alza la sedia e la porta indietro, la sedia stride contro il pavimento ma nessuno la sente. Il telecomando nero è sopra il tavolo, lo prende e schiaccia un tasto a caso. La televisione si accende. Adriana si siede, il suo volto è illuminato da una luce verdognola.

    Da La stampa: Anziani in crisi, volano le vendite della nuda proprietà.

  • OLI 390: ESTERI – Voci dalla stampa internazionale

    L’antisemitismo di MTV canale cristiano libanese.
    Incredibile volgarità della MTV che non solo diffonde una storia assurda e profondamente stupida alla quale non potrebbe credere nessuna persona sana di mente, ma aggiunge anche un disgustoso antisemitismo. In base a queste sciocchezze Livni, ministro degli esteri israeliano, svela di aver fatto sesso con due negoziatori palestinesi e “che la religione ebraica permette alle donne ebree di fare sesso con i nemici per ottenere importanti informazioni”.
    http://mtv.com.lb/en/News/271113

    La disonestà e la furbizia del sito Foreign Policy.

    Per tutta la giornata il titolo di questo articolo è stato “E’ stato Bashshar Al Assad ad uccidere Arafat?”. Eppure, l’articolo non ne parla affatto. La redazione di Foreign Policy ha solo voluto scagionare Israele e così ha inserito il titolo in modo da spostare la colpa. In serata, improvvisamente, l’articolo ha avuto un nuovo titolo. Qui i link ai due titoli dello stesso articolo.
    http://www.foreignpolicy.com/articles/2013/11/08/a_martyr_unmartyred_yasser_arafat_last_days https://www.facebook.com/foreign.policy.magazine/posts/10153505237130347

    Razzismo del sottosegretario di Stato USA nei confronti del popolo iraniano.
    “La sottosegretaria di Stato USA Wendy Sherman è stata criticato dai media estremisti iraniani per avere affermato che l’inganno è parte del DNA degli iraniani, nonostante la chiara volontà del governo iraniano di ignorarlo.” Non dovrebbero forse indignarsi tutti di fronte a tale palese razzismo e non soltanto gli estremisti iraniani?

    I capelli dei neri.
    La prima pagina sul Washington Post del 6 novembre 2013 è stata quasi interamente dedicata ai capelli dei membri della famiglia nera del nuovo sindaco di New York. Giornalismo di grande spessore!!!!!
    http://www.washingtonpost.com/lifestyle/style/new-yorks-incoming-first-family-says-it-all-with-their-hair/2013/11/06/e01ab558-4702-11e3-a196-3544a03c2351_story.html

    Essere musulmane/i in Canada.
    “Il portavoce Adil Charkaoui ha detto che sempre più donne rimangono a casa per paura. “Oggi le donne musulmane che indossano veli hanno paura di uscire pubblicamente e di camminare da sole in parchi, autobus, metropolitane, centri commerciali. Quindi questo è ora veramente pericoloso”, ha detto Charkaoui.”

    Squadra della morte in Afghanistan.
    “Il 16 febbraio, uno studente di nome Nasratullah è stato trovato sotto un ponte con la gola tagliata. Due giorni dopo, la sua famiglia ha sostenuto che era stato portato via dai Berretti Verdi. Ci sono state manifestazioni di massa in Wardak e Karzai ha chiesto alla squadra americana delle forze speciali di lasciare il paese. Ad aprile la squadra se ne andata e la gente del posto ha iniziato a trovare dei corpi sepolti al di fuori della base americana a Nerkh appartenenti a di 10 uomini scomparsi.”
    http://www.rollingstone.com/feature/a-team-killings-afghanistan-special-forces

    “Israele si oppone ai colloqui con l’Iran”.
    Era un titolo della prima pagina del Washington Post di qualche giorno fa: “Israele si oppone ai colloqui con l’Iran”. Un piccolo paese straniero che si oppone ai colloqui tra gli Stati Uniti e un altro paese. Nemmeno il Regno Unito avrebbe osato parlare così. E la cosa peggiore è che Obama ha subito chiamato Netanyahu per giustificare i colloqui tra Stati Uniti e Iran. Se non fosse vero sarebbe da non credersi.
  • OLI 389- TEATROGIORNALE: Petizione: Affinché il fenomeno migrazioni sia più umano

    Per una volta non voglio scrivere un racconto ma voglio riportare il testo di una petizione on-line che gira sulla rete. L’appello lo potete firmare al seguente indirizzo: http://www.change.org/it/petizioni/affinché-il-fenomeno-migrazioni-sia-più-umano

     “Questo è un’appello al Governo Italiano e alla comunità internazionale tutta.
    Difronte all’ininterrotto genocidio a cui assistiamo inermi in cui uomini, donne e bambini muoiono atrocemente scappando da guerre e carestie, la comunità internazionale non può restare a guardare ma deve agire.
    Questa gente, che contiamo ormai a milioni, esseri umani come noi, bambini che potrebbero essere i nostri figli, donne che potrebbero essere le nostre mogli o madri, intraprende viaggi perigliosi e assurdi come attraversare il deserto a piedi o imbarcarsi su navigli fatiscenti, privi d’acqua o strumenti di navigazione adeguati. Come possiamo rimanere indifferenti a tutto questo?

    Ma, dirà qualcuno, non si possono aprire le nostre ambasciate a tutti coloro che desiderano entrare nella nostra Italia già nel loro paese d’origine. Queste sarebbero prese d’assalto e il nostro territorio nazionale invaso da siriani, afgani, somali, eritrei e tutti quei popoli della terra ingiustamente martoriati dalla povertà, dalla guerra o dalla violenza. Il concetto stesso di Stato e di cittadinanza perderebbe senso, tradiremmo i valori Risorgimentali di patria per cui tanti Italiani sono morti.

    Viviamo quindi in una angosciosa contraddizione: da una parte non possiamo continuare ad assistere inerti alla morte di cotonati uomini, nostri simili che spirano in maniera così atroce, e dall’altra non possiamo accoglierli tutti in cristiano abbraccio.
    Mi chiedo come può una madre vedere morire i propri figli di sete in mezzo al deserto: quanta tragedia è racchiusa in quei piccoli cadaveri riparati all’ombra di un cespuglio, come se questo potesse evitarne la morte. Senza parlare delle nefandezze di cui si macchiano gli Italiani venendo a contatto con realtà così dolorose: campi di detenzione dove i richiedenti asilo (un diritto, non dimentichiamo) giacciono in condizioni disumane, oltre i limiti della legalità; uomini delle Forze dell’Ordine che, esasperati, commettono ingiustizie come il furto (non ancora accertato) a danno di alcuni esponenti della borghesia siriana scappati dalla guerra; i nostri marinai che si macchiano del terribile crimine del non soccorrere i naufraghi a causa dell’incertezza legislativa.

    Gli stati occidentali, che hanno traghettato il mondo intero fuori dalle barbarie, devono mettere da parte ogni sentimentalismo ed avere il coraggio di guardare in faccia la realtà e indicare la strada da seguire. Chiedo quindi a gran voce di organizzare uno studio serio e documentato di quali siano le reali possibilità di sopravvivenza per ogni viaggio della speranza. Queste statistiche dovranno tenere conto dello stato di provenienza e della situazione economica e culturale del richiedente asilo: sarebbe infatti infantile credere che una contadina nigeriana analfabeta abbia le stesse possibilità di sopravvivenza di un medico iracheno.

    Successivamente dovremmo fare una attenta riflessione sulla quantità di sofferenza che questi viaggi della speranza comportano: se non possiamo evitare le guerre e le carestie dobbiamo almeno cercare di alleviare il dolore che queste genti patiscono. E’ un nostro dovere difronte a tanta disperazione. Quindi chiedo che, alla luce delle ricerche fatte, siano istituite delle camere a gas per motivi umanitari in tutte le nostre ambasciate e che venga concessa la possibilità ai richiedenti asilo di poter scegliere di tentare la fortuna in maniera più consona ad un esponente della razza umana.

    Il richiedente asilo presenterà una domanda completa di ogni informazione per poi entrare in una stanza d’attesa  e lì le statistiche decideranno se verrà accompagnato a una dolce morte o partirà con un biglietto aereo, già fornito di ogni documento, per il paese che più desidera.

    Questo soluzione umanitaria non costerebbe quasi nulla agli stati ospitanti in quanto i beni dei migranti che purtroppo non avevano le caratteristiche necessarie servirebbero a dare la copertura finanziaria necessaria, quest’ultimo fatto avrebbe anche la grande rilevanza di sottrarre ingenti quantità di denaro alla criminalità organizzata.

    Tengo a sottolineare l’importanza del metodo con cui questa prassi deve essere attuata, bisogna avvalersi di ricercatori di indubbia fama e funzionari che non cedano al facile buonismo o alla concussione.

    Questa è una seria proposta che ha come unico fine l’alleviamento della sofferenza e il donare nuova dignità all’essere umano nella sua interezza.”

    Da la stampa.it: Niger: strage migranti, trovati 87 corpi

    LaRepubblica.it: “Noi derubati sulla nave militare”, il giallo del furto ai profughi siriani

    (Arianna Musso- foto da internert)