Categoria: Privatizzazioni

  • OLI 390: PAROLE DEGLI OCCHI – Le spiagge di Crozza e quelle di OLI

    (disegno di Guido Rosato)

    martedì 12 novembre su Rai Tre in occasione della trasmissione televisiva Ballarò, Maurizio Crozza ha descritto la paradossale situazione delle spiagge italiane e in particolare di quelle che si affacciano lungo Corso Italia a Genova. Proponiamo ai nostri lettori una prospettiva, assai fedele, degli stessi luoghi dal mare.
    La matita è quella di Guido Rosato.

  • OLI 386: COMUNE – Le partecipazioni per le partecipate

    Un “matrimonio” tra pubblico e privato per salvare la situazione, con le “partecipazioni” inviate al Consiglio comunale in una delibera di fine luglio. Così il sindaco Doria ha finalmente calato la maschera, e si è allineato alle richieste che una parte preponderante del Pd sta avanzando da tempo, a cominciare dalla prima delibera Amt del giugno 2012, dove si dava mandato alla giunta di pensare ad una possibile entrata dei privati nella compagine sociale.
    Dopo un anno esatto la richiesta si allarga alle principali aziende quali Aster, Amiu, quest’ultima tra l’altro in attivo di bilancio, arrivando al progetto di alienazione totale su quanto considerato non strategico, ossia Bagni Marina – l’azienda che governa i bagni comunali – e sulle farmacie comunali. Naturalmente la mano nera colpisce ma ritrae l’artiglio, lasciando l’ingrato compito di presentare la cosiddetta “delibera partecipate” al Consiglio comunale a firma del Sindaco stesso e dell’assessore al bilancio e alle partecipate Miceli, Lasciando fuori una catastrofe come Fiera di Genova, anzi interessata da un’azione di salvataggio multimilionaria piuttosto strana ed effettuata sul filo della legalità (si parla di 40 milioni di euro, con l’affidamento al comune del padiglione blu che Fiera non riesce a pagare). Ma anche salvando Sportingenova da un palese fallimento: con i suoi 15 milioni di euro di debito accumulato non pagando le bollette, sarà chiusa, ma non prima di aver ricomprato gli impianti sportivi cedendo parte degli immobili di proprietà del Comune in uno scambio immobiliare che qualcuno in giunta ha definito a “costo zero”: davvero incredibile. Per Sportingenova la delibera viene fatta poi passare in Consiglio con un voto della maggioranza, senza aver avuto modo di leggere i bilanci, chiesti e richiesti e apertamente negati dalla Giunta in più occasioni.
    Dopo un’opposizione ferrea del Movimento 5 Stelle, che con più di 600 emendamenti e ordini del giorno presentati ha consentito di rimandare la delibera delle privatizzazioni al primo Consiglio comunale di settembre, seguito del successivo ritiro della stessa da parte della Giunta con la promessa di ripresentarla dopo una serie di consultazioni con OOSS e dirigenze, ci si aspetta adesso a giorni che ricompaia in commissione per la discussione e la “chiamata in aula”, atti istituzionali obbligatori.
    A seguito di questo ritardo favorevole, il M5S si è organizzato, invitando al confronto le OOSS, la dirigenza, ma anche direttamente i lavoratori e, novità assoluta per il Comune di Genova, i cittadini utenti. Fino ad oggi si sono susseguiti diversi incontri, tra i consiglieri cinquestellati e molte delle parti invitate, consentendo di chiarire i rispettivi punti di vista, talvolta fortemente contrari alla privatizzazione anche da parte della dirigenza, altre volte allineati con le direzioni della Giunta. Il punto di vista del M5S è quello di convincere l’amministrazione, tra le altre cose, che considerare Farmacie comunali e Bagni marina aziende non strategiche e quindi certamente cedibili è un grave errore sociale, che porterà conseguenze negative per i cittadini, aumenti di tariffazione, riduzione di servizi scomodi dal punto di vista commerciale ma necessari per il sostegno sociale a chi fosse più in difficoltà. E naturalmente di non privatizzare, visto che è ormai certo che si andrebbe incontro a tagli del personale, e alla formazione delle solite “bad company” che resterebbero a carico del Comune per salvare posti di lavoro rifiutati dai privati, i nuovi patron anche con la minoranza delle azioni, grazie agli inevitabili patti parasociali: vedi Ami e Amt ai tempi dell’ingresso dei francesi.
    Pubblicheremo i documenti del Consiglio man mano che perverranno alla redazione, per consentire ai lettori di seguire questo ennesimo capitolo nefasto della storia di Genova.
    Intanto, ecco la delibera di Luglio.
    (Stefano De Pietro)

  • LE CARTOLINE DI OLI: Partecipate – assemblea contro le privatizzazioni

    PRIVATIZZAZIONE DEI BENI COMUNI

    In attesa della discussione in Consiglio Comunale  del 10 settembre 2013
    ……..
    Comitato genovese acqua bene comune, Comitato genovese gestione corretta rifiuti,  Comitato genovese No debito, Attac Genova, Comitato genovese per una nuova finanza pubblica e sociale, Movimento No Tav Terzo Valico Valpolcevera e Valverde, Amici del Parco di Villa Rosazza,  Medici per l’Ambiente, Voce di S. Teodoro, Coordinamento Comitati no gronda,  Confederazione Unitaria di Base, Confederazione Cobas, Medicina Democratica…

    INVITANO 

    CITTADINI, COMITATI, ASSOCIAZIONI, SINDACATI, 
    LAVORATORI DI AMIU, AMT, ASTER, FARMACIE COMUNALI, BAGNI 
    E I GRUPPI CONSILIARI DEL COMUNE DI GENOVA

    all’ASSEMBLEA Pubblica 
    di
    MARTEDI’ 3 SETTEMBRE, H. 17.30 
     presso CIRCOLO CAP,  via ALBERTAZZI 9r (davanti caserma VV.FF.) 
  • OLI 338: SANITA’ – La privatizzazione del Brignole allo sbando

    Genova – L’Asp (Azienda pubblica Servizi alla Persona) Emanuele Brignole è una struttura per l’assistenza alla persona che vanta una storia ultracentenaria e che oggi si vede al centro di un’operazione di risanamento economico rispetto alla quale è legittimo porsi domande precise. Mentre un gruppo di volenterosi costituisce un comitato per salvare l’area verde della Valletta Carbonara (vedi Oli 333), di proprietà del Brignole, il 23 marzo 2012 sul sito dell’azienda il responsabile del procedimento avvisa che il fax relativo al bando di gara per la “PROCEDURA NEGOZIATA per la costituzione di una società mista cui affidare la gestione delle attività assistenziali e delle strutture ad esse dedicate CIG 4039306CBF non è attivo. Prega di utilizzare esclusivamente i seguenti numeri: FAX: +39 010-2445230 TELEFONO +39 0102445.1/270/216″.
    Trattasi di un bando per appalto pubblico, con scadenza di presentazione delle offerte o delle domande di partecipazione il 31 maggio 2012, obiettivo la “Costituzione di una società mista con socio privato al 49% e contestuale affidamento alla società mista, con ruolo operativo per il socio privato, delle attività assistenziali svolte nelle residenze dell’Asp e dei servizi connessi”.
    I dipendenti dell’azienda parlano chiaro e su Il Secolo XIX del 1 Aprile 2012 – con una lettera rivolta all’assessore regionale Lorena Rambaudi – chiedono perché il Brignole si ritrovi con un debito di quarantacinque milioni di euro. E fanno riferimento allo “spacchettamento”, al “taglio delle rette assistenziali” e alla “volontà politica di svendere il Brignole”. Chiedono all’assessore alle politiche sociali e terzo settore di trovare il tempo per parlare con utenti, parenti e lavoratori.
    Certo si avverte una fretta nel procedere al bando, proprio a ridosso delle elezioni comunali.

    Cosa vuol dire tutto ciò? Si stanno forse mettendo in saldo il core businnes e l’attività per cui è nata l’Emanuele Brignole? Considerando la grave situazione finanziaria del Brignole, chi si accollerà i debiti? L’azienda pubblica sta diventando una bad company sulle spalle dei cittadini? Ma la legge nazionale 207/2001 prevede che questo si possa fare? La Regione ha disposto una norma specifica?
    Da semplici cittadini, lasciamo aperte queste domande, convinti che importi a molti il destino della cosa pubblica, della sua gestione passata, presente e futura.
    (Giovanna Profumo e Stefano De Pietro)