Categoria: OLI 382

  • OLI 382: GRECIA – ERT tra clientelismo e colpi di mano

    In un articolo di Nicos Neratzis “Vi spiego perché la Grecia ha spento la tv pubblica” pubblicato su Europa on line leggo: “Certo la Ert, come del resto tutti gli organismi del settore pubblico, ha subìto le conseguenze di anni di clientelismo“.
    Questa frase dice tutto. Per anni la ERT (Ellinikì Radiofonia kai Tileorasi) è stata come una barca bucata, giornalisti con stipendi di 15.000 euro al mese, più della metà dei lavoratori della ERT sono “clienti” di Pasok (partito socialista), di Nea Demokratia (centrodestra), e anche di Syriza (sinistra radicale).
    Abbiamo amici dipendenti della ERT, che con stipendi di 1500 euro lavorano tre/quattro ore al giorno …
    Pochi mesi fa i disoccupati, licenziati da aziende del settore privato, avevano fatto una manifestazione, i telegiornali ne hanno parlato, ma certo senza il rilievo che in questi giorni è stato dato alla ERT. Si dirà: ma la questione della chiusura della emittente pubblica è un fatto culturale e politico. Infatti! Ma le proteste sono state centrate invece soprattutto sulla questione occupazionale.
    Non sottovaluto la gravità della perdita di questi posti di lavoro, anche perché mette in moto a sua volta una catena di ulteriore disoccupazione. La cosa triste è che viviamo una specie di guerra civile tra poveri: da un lato quelli che erano già disoccupati da tempo, e dall’altro “quelli della ERT”, da sempre considerati “gente che cazzeggia”. Ci vorrebbe invece una alleanza capace di buttare giù i politici che fino ad oggi hanno guidato la Grecia col clientelismo.
    Sempre nell’articolo di Neratzis viene detto che “Dopo la crisi la Ert è stata un esempio di pluralismo e un megafono importante sulle conseguenze sociali della crisi, spesso ‘dimenticate’ dai canali privati“. Ebbene, non è assolutamente vero. La Ert non ha fatto niente in più rispetto ad altri canali. Si sono rifugiati in telenovelas acquistate all’estero e documentari di 20-30 anni fa.
    I lavoratori della Ert dicevano: “lottiamo contro la dittatura che abbiamo vissuto in questi giorni” … ma se la Ert restasse chiusa, e ai dipendenti venisse offerto un altro lavoro con un buon stipendio, a ‘lottare’ ne rimarrebbe uno su cinquanta. E se una settimana prima della chiusura si fosse fatto un sondaggio, avresti trovato che quasi l’ 80% non guarda la Ert, e che il senso comune è che “visto che non la guardiamo allora perché dobbiamo pagare l’abbonamento (obbligatorio) tramite la bolletta della energia elettrica?“.
    Ognuno guarda al suo interesse privato, non c’è cultura del bene pubblico. La soluzione non è privatizzare il sistema pubblico, ma “igienizzarlo”, dalla scuola, alla informazione, alla sanità. Ma finché la gente vota in base ai favori che può ottenere da un politico, continueremo ad avere politici impresentabili.
    Quando hanno chiuso la Ert ci sono venute le lacrime agli occhi, ma ognuno seguiva i suoi interessi, non eravamo uniti! Così Samaras ha fatto una mossa di dittatura mai vista nella storia. Ma Samaras sostiene che tutti i partiti al governo erano perfettamente consapevoli della chiusura …
    Ora il Consiglio di Stato ha deciso che la Ert deve riaprire, che lo schermo nero deve essere tolto. I partiti discutono su come riaprirla: con le 2700 persone di prima? Con solo la metà? Con lo stesso programma di prima? Con gli stessi giornalisti sovrapagati?
    (Melina Tounta – immagine dal sito di Europa) 

    Proponiamo un video dal titolo “il segnale perduto della democrazia”, in cui si possono seguire gli ultimi minuti di trasmissione della ERT prima della chiusura, e le manifestazioni dei giorni successivi.

  • OLI 382 – DONNE: Femminicidio, Daphne prevenire grazie ai fondi di Bruxelles

    A Dafne pare sia andata meglio.
    Da un certo punto di vista.
    Perché nessuno l’ha picchiata, accoltellata e uccisa. La lettura del mito contiene qualcosa di rassicurante: incapace di opporsi all’amore folle di Apollo e consapevole che la sua fuga da lui è inutile, sopraffatta dalla paura, prega la madre Gea di trasformarla: i suoi capelli diventano fronde, le braccia rami, il suo corpo si ricopre di corteccia, i suoi piedi in radici ed il volto svanisce nella cima dell’albero. Dafne diventa il Lauro che prende il suo nome (dal greco dafne = lauro). Apollo si ritrova ad abbracciare inutilmente il tronco di un alloro, che da quel giorno sarà considerata la pianta sacra in capo ai vincitori.
    Parlo di Dafne con un’amica, Norma Scacchetti. Arriviamo al mito partendo dal nome del programma europeo Daphne III . E dalla concreta presenza di tre locandine stese sul tavolo: Sei ancora caduta dalle scale? Sei a rischio con un uomo violento? E’ tardi per chiedere scusa.
    Il programma ha entusiasmato Norma e i suoi colleghi del Consorzio Agorà. Ma è anche frutto di una partnership con la capofila polacca Merkury Fundacja e la portoghese Desincoop.
    A Genova si può fare prevenzione sul femminicidio grazie ai fondi di un programma europeo – quei fondi che, troppo spesso, in Italia ci lasciamo sfuggire.
    La campagna sociale – ideata da Alessandra Grasso, Pierfrancesco Russo e Norma Scacchetti – è apparsa su mezzi di AMT con le tre immagini: una donna incinta, la spalla di un’altra piena di lividi, la lapide di una vittima alla quale il compagno sta portando dei fiori. L’invito su ogni manifesto è di proteggersi, non provare vergogna, sottrarsi alla violenza e chiamare il 1522.

    Norma mi mostra anche il cartellino rosso, per ammonire gli uomini al primo cenno di violenza, anche verbale, gergo cultura pop, del calcio però d’effetto.
    La campagna sociale è stata fatta in Polonia con modalità diverse: shopper, volantini, messaggi contenenti immagini relative anche alla violenza generata dall’alcoolismo e sui bambini. I portoghesi hanno fatto campagne rivolte ai maltrattanti e con un’immagine della donna stesa all’obitorio con la scritta ecco come finiscono le riconciliazioni, per rivolgersi alla donna convinta che sarà la prima e l’ultima volta che viene picchiata. Ma non è così. Le esperte del centro antiviolenza hanno spiegato che dopo essere stata picchiata per la prima volta si verifica la seconda luna di miele: il marito si pente e, a seconda delle risorse disponibili, fanno insieme una cena importante o un viaggio. Ma è l’inizio dell’escalation che può avere un esito tragico come quello del femminicidio. “Ovunque nel mondo la seconda causa di morte per le donne in stato interessante è la violenza domestica”.
    Sul sito della campagna sociale “basta” oltre alle interviste si trova anche il video rap ideato dai ragazzi dei servizi socio-educativi che sono stati sensibilizzati al tema. Norma mi parla di una contaminazione di settori normalmente distanti, come il Civ della Maddalena che li ha chiamati e ha organizzato a fine maggio all’interno delle loro giornate un evento dedicato alla campagna contro la violenza.
    (Giovanna Profumo – Immagini da internet)

  • OLI 382: ESTERI – La Siria nella stampa internazionale

    Una conferenza di pace per la fornitura di armi?
    The New York Times, 12 giugno 2013, articolo di Mark Mazzetti e Michael R. Gordon: “La Gran Bretagna e la Francia hanno detto che potrebbero essere disposti a fornire armi ai ribelli in agosto, dopo la prevista conferenza di pace internazionale.”
    http://www.nytimes.com/2013/06/13/world/middleeast/syrian-forces-seen-stepping-up-air-attacks-on-rebels.html?_r=0

    L’ex ministro degli esteri francese Roland Dumas: La guerra in Siria è stato pianificata
    Global Research, 15 giugno 2013, articolo di Gearoid O Colmain: ”Ero in Inghilterra due anni prima della violenza in Siria per altri affari. Ho incontrato alti funzionari britannici, che mi hanno confessato che stavano preparando qualcosa in Siria. La Gran Bretagna stava organizzando un’invasione di ribelli in Siria.”. http://www.globalresearch.ca/former-french-foreign-minister-the-war-against-syria-was-planned-two-years-before-the-arab-spring/5339112?print=1

    Persino il conservatore Fox News vede i jihadisti in Siria come dei Robin Hood
    Fox News, 12 giugno 2013, articolo di Jamie Dettmer: “i combattenti siriani cercano di rovesciare l’uomo forte Bashar Assad, ha detto Foxnews.com. I jihadisti di Al Qaeda affiliati a Jabhat al-Nusra sono feroci in battaglia, ma poi dividono il bottino con gli abitanti di villaggi che soffrono, mentre altri insorti riempiono le tasche con il bottino”. “Non sono corrotti come gli altri. Ciò che catturano dalle basi governative lo distribuiscono. Sono corretti, molto corretti.”
    http://www.foxnews.com/world/2013/06/12/al-qaeda-linked-fighters-gain-respect-in-syria-with-social-outreach/

    Armi ai ribelli siriani “moderati”
    New York Times, 14 giugno 2013, articolo di Ben Hubbard: “Gli americani hanno detto che saranno armarti i battaglioni moderati”, ha detto.” Non so se il mio battaglione è moderato.” http://www.nytimes.com/2013/06/15/world/middleeast/syria-developments.html?pagewanted=2&ref=todayspaper&_r=1&

    YouTube dirà chi sono i moderati della “rivoluzione” siriana
    USA TODAY, 14 giugno 2013, Oren Dorell e Ahmad Kwidwe: “Sappiamo da fonti aperte, da video di YouTube e dalle interviste chi sono i laici amanti della libertà e chi sono quelli religiosi estremisti”, ha detto Harmer “.
    http://www.usatoday.com/story/news/world/2013/06/14/syria-rebels-weapons-logistics/2423185/
    (Saleh Zaghloul – immagine Guido Rosato)

  • OLI 382: EDITORIA – Chiude e-il mensile

    Sicuramente ricorderete il sito peacereporter.net che per anni ha riportato notizie su guerre e situazioni di disagio sociale in giro per il mondo. Con l’arrivo del mensile di Emergency su carta, tutto fu riportato sotto il nuovo sito e-il mensile, diretto come per il precedente sito da Maso Notarianni. La testata ha avuto un discreto successo, ma le 10mila copie vendute non sono sufficienti a garantire la sopravvivenza della testata cartacea. Così, annuncia il direttore Gianni Mura, meglio dare la scontata precedenza agli aiuti umanitari e chiudere il giornale dopo il prossimo numero di luglio. Facciamo gli auguri per la prosecuzione dell’attività su web a tutta la redazione.
    La redazione di Oli. 

  • OLI 382: POLITICA – El candigato, quando la disillusione è totale

    Potrebbe benissimo applicarsi alla politica nostrana l’iniziativa di alcuni giovani messicani che hanno inventato il loro personale candidato alle prossime elezioni del presidente. Stufi delle solite promesse elettorali mai mantenute, preferiscono affidarsi alle promesse semplici di un gatto, el candigato, il “candigatto” ideale.
    Sulla base di questa semplice idea, stanno sviluppando una campagna elettorale che prende in giro quella degli altri candidati “umani”, solo virtualmente in competizione col gatto per la carica di presidente della repubblica messicana, sito web elcandigato.com.
    Con grande inventiva molti cittadini stanno aggiungendo sui social media manifesti virtuali e video con le promesse elettorali del gatto, che assicura di eliminare i topi dalle città, attività che certamente conosce meglio di chiunque altro, o di fare assolutamente nulla in campo legislativo, con lo stesso effetto dei soliti politici ma almeno promettendolo chiaramente prima della elezione.
    I video prodotti stanno spopolando in rete e gli stessi sono tradotti e sottotitolati in inglese per allargare la protesta oltre i confini della lingua spagnola: l’arrivo di internet sta cambiando notevolmente la società in tutto il mondo, senza questa tecnologia simili attività sarebbero impedite dall’ostacolo economico.
    Per ora el candigato è solo una protesta, i loro inventori non intendono candidarsi in prima persona, saranno certamente parte del partito degli astenuti che hanno perso ogni speranza di cambiamento.
    (Stefano De Pietro – immagine da internet)

  • OLI 382: TEATROGIORNALE – Grazie di tutto

    La ragazza è seduta davanti al tavolo in marmo della sala, davanti a lei un quaderno aperto, una calcolatrice e degli scontrini. Al suo fianco c’è il padre, mani sulle ginocchia e testa bassa. Dal corridoio che porta in cucina si sente un rumore di pentole.
    – Ricapitolando abbiamo un debito di duemila e quarantuno euro.
    – Punto tre – dice il padre con un filo di voce.
    – Punto tre cosa?
    – Punto tre e basta, c’è scritto duemila e quarantuno punto tre, e credo che sia giusto tenerne conto.
    La figlia lo guarda incredula
    – Va bene punto tre. Papà, ci sono cinquantadue euro in più rispetto all’anno scorso
    – Punto sei.- ribadisce il padre
    – Punto sei, mi sta anche bene, ma sono ben ottantatré punto tre euro rispetto a due anni fa. Vuol dire che prima dovevamo solo duemila e diciassette euro punto sei, ma non sono quei sei contesimi che fanno la differenza, capisci? Se continui a fare debiti a destra e a manca, l’anno prossimo avrai tremila euro di debiti, capisci?
    – Si, mi dispiace. Non sono mai stato capace a tenere i conti e ora ci ritroviamo in questa situazione.
    – Non importa papà, dimmi un po’: con chi abbiamo questi debiti? Dalla porta sbuca la moglie, ha un vassoio con due tazzine di caffè, una zuccheriera e un cartoncino di latte.
    – Diglielo, diglielo che hai chiesto un prestito.
    – Sì, allo zio, lo so – dice la ragazza versando un po’ di latte nel caffè.
    – Macché settecento venticinque virgola tre li ha chiesti ad altri.
    – Ma come ad altri? Ma chi sono questi altri? Non mi fate preoccupare per cortesia. Ma perché avete chiesto un debito ad altri? Con lo zio ci si può ancora parlare, è uno di famiglia, ma chi sono questi altri?
    – Stranieri, che ne so – dicendo questo la madre ritorna in cucina con le tazzine di caffè vuote.
    – Ma non potevate chiederli a me, scusate, questi 725 euro.
    – E’ che io gli ho già detto che tu gli darai 35 mila euro.
     La ragazza è rimasta con i fogli in mano, guarda il padre, è come se non riuscisse a metterlo a fuoco e poi si rimette a leggere il quaderno dei conti:
    – Amministrazione locale: 115,5 miliardi. Di cosa scusa?
    – Di euro.- il padre guarda la figlia da sotto in su mentre la madre rientra prepotentemente nella discussione.
    – Ma siamo migliorati: prima erano 118 miliardi di euro.
     La ragazza si gira verso la madre e molto lentamente le dice
    – Voi avete speso deumila e quarantuno miliardi di euro.
    -Virgola tre. Ma è stato per mandarti a scuola, metterti l’apparecchio, portarti a sciare e al mare. Dovresti ringraziarci invece di aver sempre qualcosa da ridire – la figlia fa per ribattere qualcosa ma la madre la precede.
    – E in Inghilterra per l’inglese, le scarpe nuove, il motorino, le ripetizioni.
    – Si, ma io non ce li ho 35 mila euro, sono una precaria che lavora, se va bene, otto mesi l’anno. E poi, comunque, qualcuno dovrà ben dare tutti questi soldi quando voi non ci sarete più, e come facciamo? Vi siete già venduti le case della nonna, i terreni dello zio. Ma dove li trovo duemila miliardi?
    – E quarantuno
    – Virgola tre.- aggiungono i genitori e si alzano, la abbracciano, la baciano ed escono di casa.
    – Grazie, cara, avevamo bisogno proprio del tuo sostegno, quando risolvi facci sapere.
    E si chiudono la porta alle spalle. La ragazza, in piedi, davanti al tavolo in marmo della sala, legge il quaderno dei conti:
     – Regioni: 46,7 miliardi, 6 miliardi in più in un anno, ovvero 1,58% in più che, se rimane costante, in tre anni diventa 64,7 miliardi ovvero 2106 tondi tondi di debito complessivo, ma i comuni sono stati più bravi perché sono passati da 51 miliardi a 45,5 miliardi, quindi 6,5 miliardi in meno che in tre anni fanno 18,5 e quindi il debito totale sarebbe di 2087,5 ma contando gli interessi, a quanto ammontano gli interessi? E le entrate? Eccole qui: entrate tributarie 113,050 miliardi l’anno, quindi a metà aprile del 2031 potrei aver saldato il debito se non faccio più debiti e non pago gli interessi. Ma cosa vuol dire questa cosa qua? Contabilizzate 29,2 miliardi, e quindi? Arrivano gli altri, oppure no? Portiamo avanti l’ipotesi più nera: a soli 29 miliardi l’anno ci metto settant’anni… senza fare spese e senza pagare gli interessi. Ma chi sono questi stranieri?
    La ragazza si guarda attorno, chiude tutte le finestre con tanto di persiane, da i giri alla porta di casa.
    – Duemila e quarantuno miliardi di euro… ma il bancomat papà me l’ha restituito? E la carta di credito?
    Alla ragazza suona il cellulare, è arrivato un messaggio:
    – Pensi che a tuo figlio possa piacere un monopattino nuovo? E dimenticavamo: come garante, gli stranieri hanno voluto anche la sua firma ma, visto che Giacomo non sa ancora scrivere, gli abbiamo messo la sua impronta digitale. Ti vogliamo bene. Mamma e Papà. La ragazza Sorride, risponde al messaggino, prende la sua giacca, la sua borsa ed esce senza chiudere la porta:
    – Mi dispiace ma il debito da voi creato è troppo alto, prendo mio figlio e mi trasferisco altrove. Non è conveniente far parte di questa famiglia, cercherò una famiglia più virtuosa altrove. Grazie di tutto.
    (Arianna Musso)