Categoria: Caproni

  • OLI 377 – MUSICA: Dal Ticino, storia, Beatles e Liguria

    Circolo Zenzero, 10 maggio, a programma la conferenza-concerto I Beatles e i sogni degli anni Sessanta: musica, cultura, società. Interpreti Marco Zappa, Renata Stavrakakis e Ginger Poggi, presentati dal professor Nando Fasce
    L’idea è quella di riascoltare per chi c’era e proporre a chi non c’era un pezzo fondamentale della storia sociale e musicale del secolo breve. Gli interpreti avvisano presenti fin dall’inizio: non suoniamo i Beatles come quarant’anni fa, non sarebbe giusto e nemmeno vogliamo farlo; qui proviamo un’altra strada, partendo da quello di cui disponiamo oggi musicalmente.
    L’esperimento dicono abbia funzionato bene anche in università, dove, già in mattinata, il gruppo di Marco Zappa ha suonato e spiegato i Beatles agli studenti insieme a Nando Fasce.
    Ed allo Zenzero non è stato un Amarcord – anche se molti dei presenti conoscevano a memoria musica e testi – perché strumenti utilizzati, bouzouki, flauti in legno, vari tipi di percussioni, e la voce bellissima di Renata Stavrakakis, hanno favorito un ascolto fresco e ironico.
    I tre vengono dal Ticino, Ginger Poggi, batterista, è nato a Voghera ma abita in Svizzera, ha iniziato a suonare nelle navi Costa a ventan’anni, Marco invece mostra le dita “bruciate” dagli strumenti.
    Presenti a numerosi festival in India, Grecia, Chicago, Sud Africa, hanno suonato nella cattedrale di Liverpool, dove una sola arcata “contiene mille persone” ed un semplice suono può durare dodici interminabili secondi.
    Amano la Liguria e Genova al punto di cantare in genovese ed aver messo in musica, tra le altre, anche la famosa poesia di Caproni l’Ascensore.
    Il nuovo cd PolentaEPéss verrà presentato a Genova al Teatro della Tosse l’11 ottobre prossimo.
    (Giovanna Profumo – foto Stefano Emilio Porta)

  • OLI 373: TEATROGIORNALE – Maschere in una città che muore

    Dal fattoquotidiano.it: Comuni in rosso, i cittadini di Alessandria a Montecitorio: “La città così muore”

     – Stiamo camminando tra le strade di una città che fu. La guida ha un ombrello alzato, dietro i croceristi camminano in fila per due, macchine fotografiche e adesivi SMC. A fianco le guardie giurate scortano il gruppo.

     – Questa città è pericolosa? Chiede una grassa cinese con i capelli biondi che escono da un cappello di paglia.

     – No signora, è che in questi paesi decaduti non si sa cosa può succedere. Gli abitanti sono perlopiù impauriti e rimangono chiusi nelle loro abitazioni, ma non bisogna abbassare la guardia. Un tempo questa città era ricca, è stata la prima città che ha venduto una strada, via Garibaldi, al governo Indiano aprendo così il “mercato delle città”. Finché era solo via Garibaldi gli abitanti potevano passare per altre strade o carrugi, come le chiamano qui le strade strette. In breve la situazione era diventata ingestibile: sembrava che tutto il modo volesse accaparrarsi un pezzo d’Italia.
    A furia di vendere strade, per ripianare i debiti del comune, le case private sono diventate delle prigioni, gli abitanti non potevano più uscirne, pena multe salatissime. La legge del 2015 ha dato la possibilità di passaggio sulle strade, non più pubbliche, solo indossando abiti tradizionali.

    Ecco, potete ammirare alla vostra sinistra una Colombina con un Pulcinella insieme a un piccolo putto alato.
    Sull’altro lato del marciapiede una famiglia in abiti sintetici e colorati sta litigando.

     – Osservate l’uso delle mani, gli Italiani hanno una gestualità esasperata, il teatro nel sangue. Se fate silenzio potete ascoltarne la lingua, un canto.

    Il Pulcinella alza il braccio destro e stringe le dita, rivolto verso la Colombina in lacrime:
     – Ma che cazzo vuoi?
     – Che bello, possiamo dare qualche spicciolo all’angioletto? – chi parla è una Turca dallo smalto verde con degli Swarovski.
     – Signora, aspetti che la guardia li chiami. La guardia fa segno al Pulcinella di avvicinarsi.
    Pulcinella smette di urlare e fa segno alla donna di andare dalla fila di turisti col bambino alato.

    La Colombina saluta e ringrazia aprendo il grembiule mentre il bambino passa tra le signore a raccogliere Yen, Lire Turche, Dollari e per gettarli tra le gonne della mamma.

    Il Pulcinella si toglie il cappello e declama:
     – Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai in una selva oscura che la diritta via era smarrita.
    I turisti applaudono, la guida fa segno alle guardie di allontanare la famiglia Pulcinella.

    Sono ancora in Via Balbi e devono arrivare a San Lorenzo prima di pranzo per la performance dell’orchestra del Carlo Felice, ormai ridotta a orchestra di strada.

    La moglie della guida è il primo violino, i turisti non devono finire tutti i soldi con i Pulcinella, gli Arlecchini e i Pantaloni improvvisati che incontrano.
    Suoneranno Vivaldi, la primavera. I brasiliani l’adorano. Genova, la sua città, una città che fu.

    E da qualche parte risuonano le parole del poeta: Genova palpitante. Mio cuore. Mio brillante.
     (Arianna Musso – foto da internet)