Sono passati tre anni da quando su Oli 249 abbiamo parlato del Pubblico registro delle lamentele instaurato con un decreto legge in Portogallo nel lontano 2005. A Genova, nel Consiglio comunale del 29 gennaio 2013, una soluzione simile è stata prospettata dal gruppo del M5Stelle, ed ha ottenuto un insperato successo che non ha però portato alla sua adozione, per un solo voto.
Categoria: Pubblica amministrazione
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OLI 364: COMUNE – Un registro che non piace alla sinistra
L’occasione per la proposta è stata l’approvazione da parte del Consiglio comunale di un nuovo regolamento per i controlli dell’attività amministrativa del Comune e delle sue aziende partecipate, voluto dal Sindaco e dalla Giunta anche per ottemperare sul fotofinish al solito obbligo di legge. Con un emendamento inserito nell’articolo riguardante, in un qualche modo, le metodologie di lavoro, il M5Stelle ha proposto la creazione di un registro digitale pubblico, dove potessero essere inserite le proposte e le segnalazioni dei cittadini nei confronti del lavoro degli uffici pubblici. Il Registro, liberamente consultabile, avrebbe dovuto entrare a far parte del sistema di qualità certificata del Comune, per trasformare le segnalazioni di possibili non conformità, con l’obbligo quindi di correzione da parte dell’ufficio interessato.Oggi il Comune usa il classico sistema della segnalazione fatta in modo privato, per cui non esiste la possibilità per il cittadini di vedere l’insieme delle segnalazioni. Il registro proposto avrebbe risolto questa mancanza, e avrebbe costituito un forte impulso alla trasparenza dell’amministrazione.L’emendamento ha ottenuto 18 voti favorevoli e 19 contrari. Peccato per due assenti che con la loro presenza avrebbero potuto cambiare il risultato e dotare Genova di un valido strumento di interlocuzione democratica con il Comune, facile da usare, online e significativo.Si osserva un silenzio della stampa locale su questo fatto, interessata invece al gravissimo problema delle pietre “filosofali” di Via Garibaldi, a detta di alcuni non numerate prima di essere rimosse. Riportiamo per completezza di informazione l’Ordine del giorno del Consiglio comunale citato. Da notare l’adozione della procedura d’urgenza, che viene normalmente utilizzata tutte le settimane, anche per consentire di far votare le delibere di Giunta del giovedi in Consiglio già il martedi successivo. Stay tuned!(Stefano De Pietro) -
OLI 334: BUROCRAZIA – I migranti esclusi dalle semplificazioni
In base alla legge 183/2011, i certificati rilasciati dalla Pubblica Amministrazione devono essere sostituiti da dichiarazioni sostitutive di certificazione o di atto di notorietà e le amministrazioni e i gestori di pubblici servizi non possono più accettarli né richiederli: la richiesta e l’accettazione dei certificati costituiscono violazione dei doveri d’ufficio. Da questo positivo provvedimento di semplificazione sono esclusi i cittadini immigrati. Una circolare del ministero dell’Interno, infatti, dispone che continua a prevalere una norma del regolamento d’attuazione del Testo Unico sull’immigrazione risalente al 1999 in base al quale l’uso da parte dei migranti delle dichiarazione sostitutive non è consentito quando l’esibizione o la produzione di specifici documenti è prevista dal Testo Unico (1998) e dallo stesso Regolamento (1999).
Ad esempio, si continuerà a chiedere agli immigrati che presentano domanda di ricongiungimento familiare di consegnare il certificato di idoneità igienico sanitaria dell’alloggio, questo certificato viene rilasciato da un geometra iscritto al collegio dei geometri laureati della provincia di Genova e costa circa 70 euro. Dal 1998 fino al 2002 lo stesso certificato veniva rilasciato dagli uffici comunali costando circa 3 euro. Vi si attestava che l’alloggio non presentava problemi igienico sanitari, mentre in questura veniva calcolato il numero massimo delle persone che potevano abitarvi, in base al numero delle stanze.
Si continuerà dunque a chiedere agli immigrati di produrre altri certificati come ad esempio il certificato del casellario giudiziario e il certificato delle iscrizioni relative ai procedimenti penali in corso quando presentano domanda di carta di soggiorno.
Tutti questi certificati, ed altri ancora, non hanno alcuna ragione di essere chiesti ai migranti, in presenza delle nuove norme sulla semplificazione entrati in vigore dal 1 gennaio 2012, e dovrebbero essere sostituiti con le autocertificazioni in quanto riguardano “stati, fatti e qualità personali certificabili o attestabili da parte di soggetti pubblici o privati italiani”, ma saranno sempre richiesti ai migranti a causa, come denunciano le segreterie nazionali di CGIL, CISL, UIL e ACLI in una lettera aperta ai ministri Cancellieri e Griffi, del ritardo nelle procedure di dialogo informatico tra le banche dati delle varie amministrazioni.
(Saleh Zaghloul)
