Categoria: TV

  • OLI 362: SATIRA – Bertinotti e Veltroni recitano Gaber

    Lunedì 21 gennaio su Rai Tre è andata in onda una lunga diretta in ricordo di Giorgio Gaber.
    A Fabio Fazio il ruolo di sacerdote laico.
    Il format – assai collaudato – è quello incentrato sul ricordo di un personaggio in occasione dell’anniversario della sua morte. Per Gaber, come per De André, si è trattato del decennale.
    In studio familiari, attori, cantanti che, sinceramente, ricordavano l’uomo, le sue straordinarie qualità umane e di artista. Davanti a Fazio, in gelido silenzio, Sandro Luporini, artista con il quale Gaber ha collaborato per molti anni.
    Non si entra più nel merito ormai, su come si potrebbero fare le cose in TV. Fazio pare sia il meglio che passa il convento. Ma tra gli anni Settanta e Ottanta la Rai, per ricordare attori e registi, ne proponeva i film o le pièces per diverse settimane. Gaber è stato riesumato e messo via in una sola serata. Questa è la Rai.
    Difficile però digerire che Walter Veltroni e Fausto Bertinotti abbiano recitato, insieme a Paolo Rossi, Qualcuno era comunista, uno dei monologhi più belli e controversi di Giorgio Gaber. Interpretando proprio quel testo i due politici sono apparsi totalmente innocenti e inconsapevoli del ruolo giocato in tanti anni nelle vicende della sinistra italiana. Per questo la situazione ha rasentato il comico.
    Lo spazio satirico nelle trasmissioni di Fazio non era affidato alla Littizzetto?
    (Giovanna Profumo )

  • OLI 356: Movimento 5 Stelle – Grillo, Putti, Salsi e le facce nella rete

    Lidia Ravera ha scritto su il Fatto Quotidiano: Non l’ho vista a Ballarò, perché dalla compagnia di giro dei politici televisibili mi difendo non guardandoli, e una rapida indagine ha confermato un’ipotesi: tutti ne parlavano, ma in pochi l’avevano vista.
    Anche Paolo Putti, candidato sindaco di Genova alle ultime elezioni ha precisato: non ho visto la trasmissione, però posso dire che io ho sentito il bisogno, subito dopo la campagna elettorale, di andare comunque nelle trasmissioni televisive, perché mi aveva sostenuto tanta gente che non avrei raggiunto con la rete e volevo comunque che sapesse che ho una faccia, un volto e che ero lì per essere toccabile, annusabile, anche dopo e nella continuità.

    immagine da internet

    Non si può sapere se Federica Salsi, consigliera comunale del Movimento 5 Stelle, sia stata spinta dallo stesso bisogno di Putti e poco importa, quel che conta è che la misogina sparata sul punto G, non ha permesso di cogliere il  punto sostanziale della vicenda: la Salsi ha reso un buon servizio al Movimento a Ballarò e ha mostrato al pubblico italiano una faccia interessante del nuovo che avanza.
    Putti, che ha colto il pericolo delle trasmissioni tv, ha precisato io privilegio le assemblee alla rete; l’ho detto a Casaleggio e a Grillo, per me è più importante, l’assemblea e la piazza e gli incontri con le persone. Sui toni dei post indirizzati alla Salsi in rete ha detto: ho scritto a questa ragazza che non conosco, le ho scritto su facebook semplicemente per dirle che abbiamo bisogno di lei nel movimento, che abbiamo bisogno delle persone che comunque si domandano delle cose, provano delle cose, possono anche sbagliare delle cose. Le ho detto che condivido che Grillo consigli di non andare nei talk show, credo che sia un consiglio tutelante. Detto questo condivido anche il fatto che lei sia andata, abbia sperimento. Mi è spiaciuta un po’ la dinamica – e questa è una delle negatività delle rete – di processo e pregiudizio che si scatena, che ha portato poi lei a fare determinati annunci in consiglio comunale. Purtroppo, ha spiegato Putti, la rete consente a persone che nella vita hanno difficoltà relazionali di atteggiarsi a giudici, boia e pubblici ministeri, e invece dovrebbe essere uno strumento di comunicazione, quello per cui è nata, che è fantastico. Le ho scritto che spero che Beppe la chiami privatamente e le dica perché ha detto quelle cose e la sostenga invece come persona, come farebbe qualsiasi leader, come io farei con qualsiasi persona del movimento, anche se non sono un leader, ma sono un portavoce come Beppe lo è del movimento
    La sera dell’8 novembre, giorno stesso in cui Paolo Putti ci ha espresso il suo parere, andava in onda sul La 7 a Servizio Pubblico una chiacchierata tra Federica Salsi e Francesca Favagni. Tra le altre cose la Salsi ha dichiarato: Il movimento cinque stelle ha una faccia che brilla, ma anche un’altra faccia, se noi vogliamo vedere solo la faccia che brilla non siamo onesti con noi stessi e non facciamo il bene di questo paese, proprio adesso che ci proponiamo per andare al governo.
    (Giovanna Profumo – foto dell’autrice)

  • OLI 335: IMMIGRAZIONE – L’integrazione ai tempi delle TV satellitari

    Nell’articolo di Rania Ibrahim sul Corriere della Sera del 12 marzo “Grazie alla parabola…”, la confusione regna indisturbata. Da una parte la parabola è screditata in quanto non è da quartieri “fashion” ed è “tipicamente da banlieue parigina” e da circonvallazione di Milano, dall’altra si indigna quando i vicini di casa protestano per l’installazione della sua di parabola: “rovinava la facciata del condominio…capirai.”
    La parabola della scrittrice è “buona” ed ha contribuito ad insegnarle la lingua araba, a conoscere il suo paese d’origine e tante altre belle cose mentre quella delle altre donne immigrate che dice siano (non poteva mancare) “la maggior parte musulmane”, e che definisce come “mogli-sforna bimbi” di uomini immigrati è “cattiva”: con la parabola, si barricano “nelle loro case, chiuse in un mondo che non hanno mai lasciato realmente, tutto il giorno a guardare esclusivamente programmi arabi, sentire musica araba, telegiornali arabi, la Rai?, non sanno neppure cosa sia”.
    Naturalmente non è così: la scrittrice non è l’unica tra le figlie ed i figli degli immigrati ad usufruire dei vantaggi della parabola nel mantenere la lingua e la cultura d’origine e non è certamente colpa della parabola se le comunità immigrate vivono separate dalla società ospitante che fa poco per integrarle. E’ spiacevole che quando una persona immigrata ha la possibilità di scrivere su una testata importante, non faccia altro che ripetere gli stessi stereotipi sugli immigrati che da vent’anni si va scrivendo sullo stesso quotidiano. Massima cura della scrittrice è di rassicurare di essere diversa da altri immigrati che non sanno parlare l’italiano, sfornare bimbi ecc.
    Articolo a parte, qualche sociologo dovrebbe fare una seria indagine sull’influenza della diffusione delle TV satellitari nell’integrazione degli immigrati in Italia. Ad esempio, se il modello dell’assimilazione degli immigrati era di difficile attuazione esso è, ora, impossibile: moltissimi immigrati ben integrati a livello lavorativo e linguistico seguono più i telegiornali del paese d’origine che quelli italiani. In molti casi si guardano quotidianamente due telegiornali del paese d’origine e nessuno italiano. Cosa significa questo per l’integrazione e per la politica? E’ nell’interesse dell’Italia che milioni di persone che vivono nel nostro paese seguano i nostri telegiornali? Sembrerebbe evidente, ma allora TV e telegiornali dovrebbero cambiare: ad esempio, assumere l’antirazzismo come etica fondamentale. Quando denunciano l’integralismo e il fanatismo religioso, dovrebbero farlo con equilibrio ed obiettività coinvolgendo tutti gli integralismi compresi quello cristiano e quello ebraico. Quando parlano di Palestina e medio oriente dovrebbero essere obbiettivi e rappresentare tutti i punti di vista e non appiattirsi, come accade oggi, su un unico punto di vista. Insomma TV e telegiornali italiani dovrebbero diventare multietnici e interculturali. Mi rendo conto che potrebbe sembrare qualcosa di utopico, visto il degrado delle nostre TV, ma è necessario.
    (Saleh Zaghloul)

  • OLI 312: La7 – “In onda” l’insulto libero a don Gallo

    Sabato 17 settembre, al termine del telegiornale di La7, ho assistito alla trasmissione “In onda”, programma di approfondimento condotto da Luca Telese (il Fatto Quotidiano) e Nicola Porro (Il Giornale) : rispetto alla scorsa stagione Nicola Porro sostituisce Luisella Costamagna. L’avvicendamento della Costamagna con Porro aveva già scatenato l’ira degli internauti, ad esempio sul forum di La7(*), costernati nel veder sparire una giornalista preparata, vivace, con brillante curriculum (**), per trovare al suo posto Nicola Porro, vicedirettore de “Il Giornale”, giornalista brillato di recente per essere stato indagato dalla Procura di Napoli per violenza privata nei confronti della presidente di Confindustria Emma Marcegaglia: d’altra parte lo spessore giornalistico è testimonato dalla voce di Wikipedia dedicata a Nicola Porro (***), tre righe di biografia che, togliendo la vicenda giudiziaria, si riducono a due…….

    Alla trasmissione era presente in studio Antonio Martino, deputato Pdl, fondatore di Forza Italia, e don Andrea Gallo, in collegamento da Genova: tema della trasmissione era la situazione economica europea, con fuoco particolare sulla vicina Grecia. Al di là degli argomenti emersi, lo spettacolo non è certo stato al livello di una seria trasmissione giornalistica: don Gallo è stato ripetutamente insultato da Antonio Martino, che ha iniziato con un delicato “sciocchezze”, per passare ad un “pretacchione” ripetuto ben due volte, per finire con le “cazzate” che sarebbero state pronunciate dal prete genovese, tutto questo senza che né Telese né Porro (figuriamoci) opponessero la pur minima resistenza. E’ evidente che far dialogare due personaggi come Antonio Martino e don Gallo ricorda un pò la discussione immaginata da Benigni durante il Giudizio Universale tra Ramsete II ed un terzino della Sampdoria, ma uno sforzo poteva esser fatto, da parte di giornalisti degni di questo nome.
    Peccato che il video sul sito di La7 (****) riporti solo il primo quarto d’ora della trasmissione, filato su binari abbastanza lisci, privandoci quindi dei picchi giornalistici che si possono invece godere a pieno su Youtube (*****).
    (*) http://forum.la7.it/viewtopic.php?f=42&t=1371324
    (**)http://it.wikipedia.org/wiki/Luisella_Costamagna#cite_note-1
    (***)http://it.wikipedia.org/wiki/Nicola_Porro
    (****)http://www.la7.it/inonda/pvideo-stream?id=i454728
    (*****)http://www.youtube.com/watch?v=FNy9MAkOY14
    (Ivo Ruello)

  • OLI 297: Concorrenza contro al Jazeera: è come desalinizzare il Mar Morto con un cucchiaio di zucchero

    Il mese scorso la segretaria di stato americana Hillary Clinton, ha dichiarato alla commissione senatoriale per gli affari esteri che i networks americani stanno perdendo nella competizione per l’informazione. “ Al-Jazeera, che vi piaccia o no è davvero efficiente, tanto è vero che, per quanto riguarda le news, l’audience di Al-Jazeera negli Stati Uniti sta aumentando perché trasmette vere news”. ”E’ probabile che non ci crediate, ma guardando Al-Jazeera ti rendi conto che stai ricevendo news 24 ore al giorno, invece di milioni di spot pubblicitari e litigi tra inconcludenti mezzibusti. Le nostre tv non forniscono informazione né a noi e né agli stranieri”, ha detto la Clinton.
    La settimana scorsa sul sito di Al Jazeera è apparso un articolo di Wadii Awawdeh, nel quale si parla dell’annuncio fatto dal presidente del Congresso dei dirigenti ebraici, Alexander Meskuvic , di creare una nuova rete Tv globale di notizie, come Al Jazeera, a supporto di Israele. Il miliardario ebreo di origine russa, il cui patrimonio, secondo fonti israeliane, ammonta a circa 3,7 miliardi di dollari, ha detto al Congresso ebraico tenutosi nei giorni scorsi negli Stati Uniti: “ogni giorno perdiamo la guerra riguardante l’immagine di Israele nell’opinione pubblica mondiale. Le ricerche delle organizzazioni ebraiche rivelano che i governi europei sono più solidali con Israele rispetto ai propri popoli. E’ necessaria una rete globale ebraica e per scongiurare il pericolo di una delegittimazione internazionale di Israele. La TV sarà lanciata in inglese, arabo, francese e spagnolo e sarà una rete privata e indipendente”.
    Ad esprimere parecchi dubbi sul successi dell’iniziativa è il direttore della Scuola di Giornalismo e Comunicazione presso l’Università di Haifa, Gabi Faymann, il quale parlando ad Al Jazeera ha ricordato il fallimento di progetti americani simili, quali la TV Al Horra e la radio Sawa. “E’ molto difficile competere con Al Jazeera – ha detto l’israeliano Faymann – e la concorrenza può venire solo dall’interno e attraverso reti arabe e non attraverso reti straniere al servizio di determinati interessi politici”.
    “Prima di creare un canale televisivo – afferma Faymann – è essenziale per Israele avere un chiaro messaggio politico. Il canale satellitare da solo non basta. Gli sforzi propagandistici di Israele nel mondo sono inutili, visto il suo cattivo comportamento politico, ed assomigliano al tentativo di desalinizzare le acque del Mare Morto con un cucchiaio di zucchero”.
    (Saleh Zaghloul)