Categoria: POESIA

  • OLI 362: POESIA – Per Franz

    Una banana 
    Due mandarini 
    Due mele 
    Una donna coi tacchi si avvicina 
    Una conchiglia 
    Un incenso acceso 
    Un ombrello 
    Ascolta se ancora respira 
    Tre coperte 
    Una barretta di cioccolato 
    Un cartone di vino 
    Dorme a volte per giorni 
    Una barba nera 
    Due occhi grandi 
    Due gambe secche 
    Avvolto come una mummia 
    A Franz che sorrideva a mio figlio 
    Un giglio sul materasso vuoto 
    (Non più buoni propositi 
    Cattivi pensieri 
    La puzza opprimente 
     Coperte stese ad asciugare).
    (Arianna Musso)
  • OLI 332: ESTERI – Siria, Adonis contro il regime e contro l’opposizione fondamentalista

    La Siria è terra di poeti, ha regalato agli arabi e a chi vuole nel mondo intero almeno tre dei più importanti poeti arabi contemporanei: uno è senz’altro Adonis, 82 anni, più volte candidato al premio Nobel, vincitore dell’ultima edizione (2011) del prestigioso premio Goethe; nel nostro paese ha ricevuto il premio Nonino per la poesia (1999) ed il premio Lerici Pea per l’Opera Poetica (2000).
    Il grande poeta siriano è da sempre impegnato per la libertà, la democrazia e soprattutto per uno sviluppo laico del mondo arabo. Dopo un anno e mezzo nelle carceri siriane nel 1956 per attività di opposizione, va in esilio prima in Libano fino al 1982 e poi in Europa.
    Intervistato l’11 febbraio scorso dal giornale austriaco Profil, Adonis dice che egli è contro il regime siriano ma è anche contro l’opposizione composta da una stragrande maggioranza di fondamentalisti islamici; dice di non volere cambiare una dittatura militare con una peggiore dittatura religiosa e dichiara la propria contrarietà ad interventi esterni in particolare ad intervento militare che avrà gli effetti distruttivi avuti in Iraq. “Non capisco come è possibile chiedere agli stessi che hanno colonizzato la Siria di liberare il popolo siriano”. Egli non crede che l’occidente sia interessato alla liberazione dei popoli arabi: “fosse vero l’Occidente sarebbe intervenuto prima di tutto per liberare il popolo palestinese che soffre da 50 anni una sistematica oppressione e distruzione”. Adonis racconta di essere stato entusiasta all’inizio delle rivolte arabe in Tunisia e Egitto, di aver scritto qualche poesia ispirato da esse, ma dopo la vittoria dei movimenti islamici nelle elezioni egli ha cambiato idea: “non basta la democrazia delle elezioni, anche Hitler è arrivato al potere attraverso le elezioni”. Per Adonis le rivolte arabe sono più vicine al medioevo che all’era moderna: “non ci sono possibilità di un vero cambiamento senza la laicità, senza separare religione e stato e senza la totale parità dei diritti per le donne. La dittatura militare controlla la mente mentre quella religiosa controlla la mente, il corpo e la vita quotidiana; è una dittatura totalitaria”. Le dittature devono andarsene – dice Adonis – e bisogna continuare la lotta contro di esse ma liberi di ogni ideologia religiosa. “Dobbiamo chiederci quale regime verrà al posto di questo e non bisogna dimenticare che nella regione c’è già un paese che ha la religione come base ed è Israele, e non abbiamo bisogno di altri regimi religiosi”. Per Adonis esistono i musulmani moderati ma non i movimenti islamici moderati. “Il movimento dei fratelli musulmani è un movimento fascista ed è oggi sostenuto da Stati Uniti, Arabia Saudita, Qatar e Israele con l’obbiettivo distruggere l’asse composto da Iran, Siria e Hezbollah. Se davvero l’occidente vuole un Islam moderato dovrebbe iniziare ad instaurarlo in Arabia Saudita”. Alla domanda se pensa dunque che il mondo arabo abbia perso la battaglia per la libertà e la democrazia Adonis risponde di si.
    I laici democratici nel mondo arabo sono oggi divisi in una parte che condivide il pessimismo di Adonis ed un’altra che continua a sperare: da più di un anno i cittadini arabi continuano a riempire le piazze e le strade, anche in Tunisia ed Egitto e finché la lotta continua nelle piazze c’è speranza.
    (Saleh Zaghloul)


  • OLI 330: POESIA – Il posto fisso esiste …

    “Voi che ve ne state nelle vostre tiepide case…”
    Voi potenti seduti sui vostri comodi scranni.
    Voi che usate parole taglienti e fumose,
    per umiliare i fragili e avvincere gli incerti.
    Non affannatevi con il vostro inganno vano.
    Ricordate! Il posto fisso esiste, il solo, il vero.
    Ci riguarda tutti. Ci attende al cimitero!

    (Angelo Guarnieri – Foto Paola Pierantoni)

  • OLI 299: POESIA – Fiori diVersi

    Nel loggiato minore di Palazzo Ducale, a Genova, è in corso fino al 5 maggio la mostra d’arte contemporanea I fiori dell’immaginazione, a cura di Art Commission.

    In un’atmosfera fantasiosa e vivace una collettiva di opere, diverse per stile e linguaggio, si affianca ad eventi culturali sul tema del fiore, motivo ispiratore di creazioni originali, occasione di invenzione e sfida immaginativa, in un dialogo a distanza con Euroflora 2011.
    Lunedì scorso s’è tenuto Fiori diVersi, un incontro con vari poeti e artisti, tra cui i nostri Enzo Costa e Aglaja, di cui proponiamo un brano, con un link agli altri loro componimenti.

    Per godersi tutto il resto di Enzo Costa e Aglaja:
  • OLI 296: POESIA – Ho deciso di cavalcare il popolo

    Gli arabi in giro per il mondo stanno facendo circolare in rete questi versi di Nizar Qabbani, siriano, nato a Damasco nel 1923, forse il più popolare dei poeti arabi contemporanei. Questi versi fanno parte di una lunga poesia dal titolo “Autobiografia di un macellaio arabo”, compresa nella raccolta “Ti ho sposata libertà”. I versi sono stati scritti nel 1988, ma sono resi attualissimi dalla caduta dei dittatori nel mondo arabo e dai loro ultimi discorsi al popolo in rivolta prima di fuggire e lasciare il potere. Nizar è morto nel 1998 a Parigi. Famoso per essere “il poeta dell’amore” e “il poeta delle donne” è riuscito a scrivere le migliori poesie politiche. Le sue poesie erano censurate e proibite in quasi tutti i paesi arabi ma erano le più diffuse e popolari tra i cittadini arabi in particolare tra i giovani. Nizar è uno di quelli che hanno lavorato e pagato molto per la libertà e la democrazia nel mondo arabo, peccato non abbia vissuto ancora per assistere all’attuale straordinario cambiamento nel mondo arabo. La sua raccolta di poesie “Il fiammifero è nella mia mano e i vostri piccoli stati sono di carta” è stata pubblicata, nel 2001, dalla casa editrice San Marco dei Giustiniani di Genova:

    Ho deciso di cavalcare il popolo
    di Nizar Qabbani, traduzione di Saleh Zaghloul

    Ogni volta che ho pensato di lasciare il potere
    la mia coscienza me lo ha proibito ..
    Chissà chi dopo di me governerà questa brava gente?
    Chi dopo di me guarirà lo zoppo ..
    il lebbroso ..
    e il cieco ..
    Chi ridarà vita alle ossa dei morti?
    Chissà chi sarà capace di far uscire la luce della luna dal proprio mantello?
    Chi potrà mandare la pioggia alle persone?
    Chissà chi li frusterà novanta volte?
    Chi sarà a crocifiggerli sopra gli alberi?
    A costringerli a vivere come le bestie?
    E a morire come le bestie?
    Ogni volta che ho pensato di lasciarli ..
    le mie lacrime scoppiavano come una nuvola ..
    e fiducioso nel sostegno di Dio ..
    ho deciso di cavalcare il popolo ..
    da ora fino al Giorno dell’apocalisse.

    (a cura di Saleh Zaghloul)