Categoria: Natale

  • OLI 361: NATALE – Betlemme, il Natale a un passo dall’inferno

    Buon Natale.
    Betlemme si sta preparando al Natale: il piazzale della Chiesa della Natività è illuminato da luci colorate, dentro la chiesa ci sono le processioni di avvento in attesa del Natale.
    Nella chiesa al piano inferiore c’è la stella dorata che indica il luogo dove più di 2000 anni fa è nato Gesù Bambino.

    In questo periodo molti pellegrini si recano a Betlemme per il pellegrinaggio natalizio e visiteranno i luoghi circostanti come da classico programma di pellegrinaggio: Gerusalemme, Nazareth, Gerico e Betlemme.
    Chissà che momenti suggestivi per un pellegrino cristiano partecipare alla messa di Natale proprio in uno dei luoghi più importanti del Vangelo.
    Ma a Betlemme non c’è solo la chiesa della Natività che ogni anno attira pellegrini da tutto il mondo, lì vicino c’è il campo profughi di “Aida” dove abitano cinquemila persone sia musulmane che cristiane sfollate dai propri villaggi, e dove sabato sono avvenuti degli scontri tra i militari israeliani e i ragazzi profughi; c’è la colonia di Gilo costruita sulla terra espropriata illegalmente ai palestinesi, c’è il check point 300 dove la mattina alle 4 si trova una fila di palestinesi che si recano a Gerusalemme per lavoro: solo chi ha il permesso di lavoro, che viene rinnovato ogni 3 mesi, può oltrepassare il muro di divisione dopo ore di controlli.
    I palestinesi di Betlemme non possono recarsi al di là del muro senza permessi.
    Sono molti i palestinesi che non hanno mai visto Gerusalemme che dista a soli 7 km da Betlemme.
    Caro pellegrino cristiano e credente che ti stai recando a Betlemme, ricorda che se Gesù nascesse oggi in Palestina sarebbe un profugo o un perseguitato solo perché nato nei territori occupati, e quindi considerato altamente pericoloso dal governo israeliano.
    Per il messaggio di giustizia e amore che ha dato durante la sua vita sarebbe dalla parte degli oppressi.
    (Maria Di Pietro –  Foto dell’autrice)

  • OLI 325: AUGURI – Il nuovo canto (RAP) degli italiani

    Per il Natale dei centocinquanta anni vi offriamo il link al “Nuovo canto (RAP) degli italiani”: l’inno d’Italia riscritto da ZeroPlastica e “rimusicato” da Filarmonica Sestrese, la prima banda che, il 10 dicembre 1847 (14 anni prima dell’Unità d’Italia), lo suonò per la prima volta ad Oregina.
    Gli ingredienti: il Cep di Prà, il quartiere i cui nomi delle vie ricordano i nomi e le date della liberazione; la Filarmonica Sestrese, che suonò per la prima volta l’inno d’Italia; gli ZeroPlastica, autori musicali genovesi. Il progetto “Il Nuovo Canto RAP degli italiani” è una piccola operazione che vuole giocare a rinnovare l’inno e contribuire a promuoverne i significati e il senso. Del  “Nuovo Canto RAP degli italiani” è stata realizzata una prima esecuzione dal vivo, il 9 luglio 2011 al PalaCep (Pianacci).
    Prodotto da: Consorzio Pianacci da un’idea di Enrico Testino & Carlo Besana
    Regia, fotografia, montaggio di Simona Marziani
    Operatore di ripresa, Marcello Massardo
    Creative Commons autori: Federico Rosa, Lorenzo Pezzati, Matteo Bazzano
    Etichetta Creative Commons: Nomadic Wax Recordings 2011
    Testo di: Nio, Funky Lure

    (a cura di Paola Pierantoni)
  • OLI 325: NATALE – Il grande freddo

    Ho due amiche molto care, circa la stessa età, trenta anni l’una, trentatrè l’altra.
    Tutte e due laureate, anche se in campi diversi, e con successiva formazione di masters e dottorati.
    Una vive ad Atene, l’altra a Genova.

    Vite lontane, ma unite da un’esperienza comune: quest’anno non hanno mai acceso il riscaldamento. Non hanno i soldi per pagarselo, ma per fortuna (diciamo così) sia l’una che l’altra hanno il riscaldamento autonomo e possono “scegliere”.

    In questi stessi giorni mi arriva, sempre da Atene, la brossure di un convegno che si è tenuto nell’ambito della manifestazione “Money Show”. L’argomento sono i metodi costruttivi che permettono il risparmio energetico. Nel testo leggo questa osservazione: “Nelle nostre moderne comunità i poveri non soffrono la fame, ma hanno freddo”. Il costo dell’energia per riscaldarsi “come lo hanno calcolato finora” è andato infatti oltre le loro possibilità economiche.
    Mio padre mi parlava dei “geloni” (http://en.wikipedia.org/wiki/Chilblains ), esperienza comune dei ragazzi poveri nei primi anni del secolo scorso. Niente riscaldamento nelle scuole, pochissimo nelle case.
    Ma quando un amico greco mi dice che “dovremo di nuovo imparare a vivere poveramente come i nostri nonni”, forse non dovrà mettere in conto i geloni.
    Il riscaldamento globale ci protegge.
    (Paola Pierantoni – foto dell’autrice)

  • OLI 325: NATALE – Auguri (nel tempo che passa)

    Ci muoviamo con il fiato sospeso.
    Conserviamo un filo di voce.
    Le parole spesso si perdono nell’aria.
    Ma mantengono anima e coraggio
    per affrontare l’orco più feroce.

    Non è ancora discesa la neve,
    ebbra di candore e di calda pace.
    Le foglie marciscono sui sentieri.
    Fecondano la terra alle rinascite.
    E segnano i nostri passi nel buio,
    con il suono allegro del loro disfarsi.

    Chi può si aggrappa all’albero di Natale.
    Chi non può al rosso e all’oro dei ricordi.
    Un bambino tornerà, è sempre la prima volta,
    a proporci l’uguaglianza della nudità.
    Tre re giungeranno a cavallo di una cometa,
    portando la magia dei doni, vestiti di umiltà.

    Poi le ore piccole faranno spazio alla luce.
    Il fresco profumo delle fresie sfiderà i sensi.
    E più in là, con il sole alto, il papavero
    illuminerà di rosso prati e colline.
    Per il piacere degli occhi. Per svegliarci al mondo.
    (Angelo Guarnieri)

  • OLI 283: VERSANTE LIGURE – MODERATI AUGURI

    Che sian Feste serene
    son solo auspici vuoti
    han tutti affanni e pene
    dai nonni ad i nipoti:
    ancora Papi tiene
    fra disperati moti:
    non può trionfare il Bene!
    Sian Feste (son miei voti),
    se non di gioia piene,
    prive di Scilipoti.

    Versi di ENZO COSTA
    Vignetta di AGLAJA