La crisi finanziaria in Grecia non costituisce certo un argomento insolito, negli ultimi mesi quasi quotidianamente i mezzi di comunicazione ci hanno aggiornato su provvedimenti governativi, attività della troika, scioperi generali, disordini in Piazza Sintagma. Il panorama politico vede una profonda radicalizzazione delle posizioni: attualmente nei sondaggi il primo partito greco è la sinistra radicale di Syriza (23%), seguito dai conservatori di Nea Demokratia al 20%, al terzo gradino troviamo il partito filo-nazista Chrysì Avgì (Alba Dorata) con il 10,4%, mentre il partito socialista Pasok occupa solo il quarto posto, con un misero 7,5%.
Solo visitando la Grecia o parlando con chi ci vive, ci si può però rendere conto delle reali difficoltà che sta affrontando il popolo di questo paese: moltissimi negozi con la scritta “VENDESI” o “AFFITTASI”, pensionati che devono conciliare una pensione di 700 euro con un affitto di 300, liberi professionisti che hanno visto “evaporare” i loro clienti, spaventati dal clima di incertezza (“non abbiamo mai la certezza che l’ultimo provvedimento che taglia stipendi e pensioni sia davvero l’ultimo”, è lo sfogo di un amico). Uno spaccato della situazione ci viene fornito nelle ultime fatiche letterarie di Petros Markaris, scrittore di gialli famoso in Grecia e largamente tradotto anche in Italia.
I suoi ultimi romanzi, Prestiti scaduti e L’esattore, sono episodi di una trilogia dedicata alla crisi finanziaria greca.
In Prestiti scaduti, il commissario di polizia Kostas Charitos indaga su una serie di assassinii nel mondo della finanza, facendo quotidianamente i conti con cortei, scioperi, traffico bloccato ma, tra le pieghe della trama poliziesca, si avverte chiara la presenza di una sorta di corrente sotterranea rabbiosa contro banchieri, profittatori, politici, rei di avere “corrotto” il popolo greco: Petros Markaris, contro lo scoramento e la rabbia, in un incontro che si svolse a Genova nello scorso dicembre (OLI 324), invocava una sorta di rinascita culturale, ma nei suoi romanzi prevale il pessimismo.
(Ivo Ruello)
Categoria: Petros Markaris
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OLI 356: LIBRI – Grecia, omicidi al tempo della crisi
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OLI 324: GRECIA – Origini di una crisi secondo Petros Markaris
Lunedì 12 dicembre nel salone del Minor Consiglio di Palazzo Ducale a Genova, un folto pubblico ha accolto la conferenza dello scrittore greco Petros Markaris, programmata nell’ambito della rassegna “Mediterranea”.
Markaris, nato ad Istanbul, di padre armeno e madre greca, sceneggiatore di diversi film di Theo Anghelopulos, è noto al grande pubblico per il commissario di polizia Kostas Charitos, protagonista dei suoi romanzi pubblicati in Italia da Bompiani.
Markaris, con un discorso appassionato, ha descritto il momento attuale in Grecia, in balia di una crisi economica di cui non si intravedono prospettive di uscita: quali sono le cause che hanno portato il paese in questo stato?
Partendo dalla caduta della dittatura dei colonnelli nell’aprile del 1974, Markaris divide il passato ellenico recente in tre periodi: il primo, dal 1974 al 1981, è stato quello delle grandi riforme; il secondo dal 1981, è stato segnato dall’ingresso della Grecia nell’Unione Europea; il terzo ha origine nell’ottobre 2010, con le dimissioni del governo Karamanlis, ed è contrassegnato dalla attuale crisi economica.
Il presente greco “è un incubo”, dice Markaris. I motivi profondi di questa crisi vengono da lontano e sono riconducibili a diversi fattori:
– da più di trenta anni la scena politica è stata dominata da due famiglie, Papandreou e Karamanlis, e questo ha di fatto bloccato lo sviluppo di una democrazia compiuta;
– manca in Grecia una forte classe borghese, con una propria cultura;
– con l’ingresso nell’Unione Europea, l’arrivo di forti finanziamenti comunitari in un paese senza alcuna base economica produttiva ha portato un fittizio arricchimento, con una perdita parallela dei valori della cultura popolare;
– la presenza di forte evasione fiscale e di corruzione ormai diffuse a tutti i livelli;
– un punto di svolta infine è costituito dalle Olimpiadi di Atene del 2004, dove i costi, lievitati in corso d’opera a livelli esorbitanti, hanno portato ad un forte indebitamento pubblico con banche straniere.Siamo tutti responsabili di quel che è avvenuto, dice Markaris, e ora il rischio è che la gente si metta ad aspettare un “salvatore”.
Markaris si è detto diviso tra un senso di scoramento che può giungere alle lacrime, e una rabbia tale da voler sfasciare tutto. Quale può essere una via di uscita? Lo scrittore auspica una rinascita culturale, che trovi le proprie radici da un lato nella classe intellettuale, formata da scrittori, poeti e giornalisti, dall’altro nella parte migliore della classe politica, individuabile oggi solo nelle minoranze “pensanti” all’interno dei due grandi partiti greci di massa, Pasok e Nea Demokratia. Ma, aggiunge, non tocca solo alla Grecia: è tutta l’Europa che deve ritrovare una cultura e una prospettiva che vada oltre i “numeri” del Pil, dello Spread, degli indici di borsa.
Lui, da scrittore, ha deciso di utilizzare i suoi prossimi romanzi come mezzo per aprire una discussione sulla crisi greca, sui suoi drammi, sulle sue cause: il primo è già stato pubblicato in Italia col titolo “Prestiti scaduti”, Ed. Bompiani.
(Ivo Ruello – foto dell’autore)