Categoria: informazione globale

  • OLI 354: INFORMAZIONE – Anonimous buca i server della polizia. Oppure no?

    Anonymous ci ha provato, ed è riuscito a bucare i server della polizia. Ci ha regalato più di 3500 file provenienti da diverse Questure d’Italia… Più di 3500 file contenenti circolari, convenzioni, comunicati sindacali, denunce di cittadini, verbali di arresti, di sequestri, di interventi, informative, prestampati…e moltissime mail private. La polizia ha subito minimizzato la cosa: non è stato violato nessun dato significativo. In effetti, che i No Tav fossero ampiamente controllati, era da aspettarselo, come che alcune telefonate tra certi individui fossero intercettate e trascritte.
    Rileggendo i file si parla di agenti infiltrati, di agenti sotto copertura, ma i documenti sembrano, ahimè, stralci di ricerche, come se un poliziotto impegnato in una tesi di laurea, avesse semplicemente scritto qualcosa di estremamente accademico, niente di quello che, in realtà, si sarebbe voluto trovare. Tra mail di amanti insoddisfatte e piagnucolose, di mogli tradite e tristi, di non troppo velate richieste di “aiutini”, mi sorprende che non ci sia davvero nulla più. Nessuna mail insolita, nessuna circolare inaspettata, nessuna fotografia scambiata tra colleghi che non mostri momenti felici di gruppi di poliziotti sorridenti. C’è tanto, tantissimo materiale. Ma è quello che non c’è che salta agli occhi. Anonymus ci è davvero riuscito, o gli è stato permesso?
    (Bice Pollastri)

  • OLI 297: Concorrenza contro al Jazeera: è come desalinizzare il Mar Morto con un cucchiaio di zucchero

    Il mese scorso la segretaria di stato americana Hillary Clinton, ha dichiarato alla commissione senatoriale per gli affari esteri che i networks americani stanno perdendo nella competizione per l’informazione. “ Al-Jazeera, che vi piaccia o no è davvero efficiente, tanto è vero che, per quanto riguarda le news, l’audience di Al-Jazeera negli Stati Uniti sta aumentando perché trasmette vere news”. ”E’ probabile che non ci crediate, ma guardando Al-Jazeera ti rendi conto che stai ricevendo news 24 ore al giorno, invece di milioni di spot pubblicitari e litigi tra inconcludenti mezzibusti. Le nostre tv non forniscono informazione né a noi e né agli stranieri”, ha detto la Clinton.
    La settimana scorsa sul sito di Al Jazeera è apparso un articolo di Wadii Awawdeh, nel quale si parla dell’annuncio fatto dal presidente del Congresso dei dirigenti ebraici, Alexander Meskuvic , di creare una nuova rete Tv globale di notizie, come Al Jazeera, a supporto di Israele. Il miliardario ebreo di origine russa, il cui patrimonio, secondo fonti israeliane, ammonta a circa 3,7 miliardi di dollari, ha detto al Congresso ebraico tenutosi nei giorni scorsi negli Stati Uniti: “ogni giorno perdiamo la guerra riguardante l’immagine di Israele nell’opinione pubblica mondiale. Le ricerche delle organizzazioni ebraiche rivelano che i governi europei sono più solidali con Israele rispetto ai propri popoli. E’ necessaria una rete globale ebraica e per scongiurare il pericolo di una delegittimazione internazionale di Israele. La TV sarà lanciata in inglese, arabo, francese e spagnolo e sarà una rete privata e indipendente”.
    Ad esprimere parecchi dubbi sul successi dell’iniziativa è il direttore della Scuola di Giornalismo e Comunicazione presso l’Università di Haifa, Gabi Faymann, il quale parlando ad Al Jazeera ha ricordato il fallimento di progetti americani simili, quali la TV Al Horra e la radio Sawa. “E’ molto difficile competere con Al Jazeera – ha detto l’israeliano Faymann – e la concorrenza può venire solo dall’interno e attraverso reti arabe e non attraverso reti straniere al servizio di determinati interessi politici”.
    “Prima di creare un canale televisivo – afferma Faymann – è essenziale per Israele avere un chiaro messaggio politico. Il canale satellitare da solo non basta. Gli sforzi propagandistici di Israele nel mondo sono inutili, visto il suo cattivo comportamento politico, ed assomigliano al tentativo di desalinizzare le acque del Mare Morto con un cucchiaio di zucchero”.
    (Saleh Zaghloul)