“Hanno tirato via il grottesco!” Di questi tempi era ora, si potrebbe dire.
Dallo Zingarelli ed. del ’37 il grottesco è “dipinto decorativo … capriccioso, licenzioso o ridicolo” o, citando la Treccani, “deriva da raffigurazioni astruse, strambe, scoperte a Roma sui muri di antiche terme chiamate grotte”.
Concitati cittadini confinanti di Villa Raggio in via Pisa hanno chiamato le Istituzioni per denunciare l’oltraggio del grottesco, i rumori preoccupanti di calcinacci, ma hanno voluto restare anonimi: sfiducia, timore di essere coinvolti, il committente pare sia un potente armatore.
Intanto proseguono i lavori per le residenze superlusso, e infatti lo studio immobiliare interpellato pubblicizza appartamenti “in grezzo” ad ottomila euro al metro quadro, poi a seconda delle rifiniture chieste il prezzo si vedrà, e gli alloggi saranno una decina in tutto. Orgogliosamente si reclamizzano piscina e spogliatoi, decine di posti auto mascherati da pergolati e siepi: che fine faranno il parco, i suoi prati e i suoi alberi?
Sul Permesso di costruire le unità abitative sono però il doppio, con l’ampliamento volumetrico a livelli sottostanti, demolizione e ricostruzione della dépandance, mentre il tetto verrà modificato per l’ampliamento dei volumi dell’attico e vi si realizzeranno giardini pensili: un incremento di superficie abitabile del 20 per cento, come consente la legge. Trattasi però di un complesso monumentale con vincolo, secondo il Decreto Legislativo n. 42 artic. 136, su ville giardini e parchi che si distinguono per la loro evidente bellezza…
“Si costruirà nel pieno rispetto del luogo”, dichiara il titolare che gentilmente acconsente a fare visitare la villa e sa già degli allarmi. “Abbiamo aspettato un sacco”.
Mica tanto: nel giro di due mesi pareri e permessi, in tempo prima dell’approvazione del nuovo Puc, assai restrittivo per il Sistema delle Ville Storiche.
Nessuno mette in dubbio la correttezza dell’intervento, per carità.
Non è chiaro però di che natura saranno gli interventi.
Il percorso per capire tutto ciò come comune cittadino è costituito da telefonate per sapere come sia rintracciabile la delibera citata sui cartelli esposti, delibera fantasma, che si scopre poi essere Permesso a costruire, reperibile al Matitone. Telefonate a più riprese in giorni diversi e finalmente un indirizzo di posta elettronica, una mail che vale come domanda scritta all’ufficio competente. Nessuna risposta.
Dunque incursione al Matitone e ricerca della mail a suo tempo inviata.
Evviva! Rilasciata la copia del Permesso al progetto in questione.
Non è finita: nel provvedimento si cita il Parere della Soprintendenza per i Beni Architettonici, diventato prevalente rispetto alle obiezioni della Sezione Tutela e Pianificazione del Paesaggio, la quale si è occupata della sistemazione del verde e per cui si prospetta “eventuale conseguente variante”.
Il numero della Soprintendenza citato sull’elenco telefonico pare non funzioni. Dopo quattro passaggi ecco l’ufficio competente: alla citazione di Villa Raggio viene passato il funzionario, pur essendo dato in un primo momento assente. Mail con richiesta di verifica sulla villa.
Ci si presenta di persona alla Soprintendenza, dove si riceve soltanto il lunedì mattina, in tempo per depositare invece la richiesta di copia del Parere: per la consegna fra qualche giorno, chissà.
Nel libro “ Paesaggio, Costituzione Cemento” Salvatore Settis denuncia come in Italia si violi sistematicamente la Costituzione rispetto alla tutela del patrimonio culturale e del paesaggio, fra il caos urbanistico e legislativo, nel labirinto di competenze fra Stato, Regioni, Comuni.
Mentre si piangono gli operai morti sotto i capannoni crollati perché mal costruiti in Emilia e si contano i danni infiniti sul patrimonio artistico, che nessuno ci restituirà più.
(Bianca Vergati – foto dell’autrice)
Categoria: OLI 345
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OLI 345: BENI PUBBLICI – Tra burocrazia e disincanto
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OLI 345: CITTA’ – La creuza negata e i giardini di Babilonia
“Che bello, state pulendo? Quando potremmo passare?”
La signora getta uno sguardo di gratitudine verso il basso, è entusiasta: “La facevo da ragazza questa strada, arrivavo subito al mercato Orientale. Poi l’hanno chiusa… Saranno vent’anni che l’hanno chiusa, da quando siamo tornati a vivere a Genova da Roma, è vero?”, si rivolge al marito che ordina i ricordi della loro vita e annuisce con una confidenza distante. “Quand’ero ragazza, c’era anche un posto dove si andava a ballare”, ma se la mattonata riemerge concreta sotto uno strato di terra erbacce, della balera rimane solo una traccia nelle sue parole.
Sfilano i passanti, alcuni si informano e incitano ad andare avanti, altri offrono un aiuto che non arriverà. Tutti sono contenti che Salita della Misericordia torni a loro come spazio, scorciatoia pedonale, scivolo per passeggini. Chi dalla pulizia trarrà giovamento immediato sono gli iscritti all’attiguo tennis club che potranno accedere ai campi dall’ingresso superiore, senza dover affrontare siringhe e fauna invasiva.
Peccato che la creuza possa essere pulita solo a metà: un muro di lamiera separa la parte superiore da quella inferiore ed oltre quel muro lo scenario è da foresta amazzonica. Alcune ragazze lo colorano di intenzioni e a scavalcarlo – per ora – c’è solo la sagoma di un uomo pennellato.
Ci sono volute idee e quattro ore di lavoro di squadra – giovani universitari, occupati, pensionati, licenziati dall’Amiu – per toccare con mano che è molto più facile di quanto si creda restituire a Genova e ai suoi abitanti risorse e luoghi.
Domenica 27 maggio a Genova una mappa del “tesoro” tracciava dalle 9.30 fino a sera il percorso di tre spazi pubblici “recuperati” dai cittadini: insieme a salita della Misericordia, i Giardini Rotondi di Santa Maria in Passione, e i giardini Babilonia accanto alla facoltà di architettura “rimesso in vita dagli studenti”.
(Giovanna Profumo) -
OLI 345: TRASPORTI – Divorzio da Amt
Una signora di 83 anni mi confida il suo divorzio, ormai definitivo, da Amt.
Fino all’aumento tariffario in vigore dallo scorso 1 febbraio 2011 lei si poteva permettere l’abbonamento annuale: l’età e l’invalidità superiore al 66% le davano diritto ad una tariffa agevolata sostenibile, sui 170 euro annui.
Ma poi la tariffa agevolata è aumentata, e soprattutto è stata condizionata al reddito, così un abbonamento annuale a 190 euro oggi si può avere solo se il reddito non supera i 15000 € annui. In caso contrario l’abbonamento viene a costare 380 euro: troppo per un bilancio da pensionata.
Così la signora ha divorziato dagli autobus, e se ne sta a casa o dintorni: “Questo aumento non è stato una grande idea, perché l’Amt da me non ha guadagnato niente, anzi ha perso i miei 170 euro. E la stessa cosa vale per le mie amiche, più o meno coetanee. Ci ho perso anch’io, però, perché non mi muovo più”. Restrizione degli spazi.
Il racconto dell’anziana signora ha il suo parallello con quello di giovani amiche che, fatti i conti, hanno anche loro divorziato dagli autobus, optando per il podismo, ottima cosa per dieta e salute, meno per i bilanci cittadini.
L’Amt è uno dei problemi più gravi e urgenti per la nuova amministrazione, e se le politiche tariffarie da sole non bastano a risolvere la situazione, costituiscono però uno dei fattori che nel tempo possono incidere in modo significativo.
Ad esempio: biglietti a basso costo per tragitti brevi; abbonamenti davvero appetibili diversificati per categorie di utenti; salvaguardia delle fasce deboli di utenza (invalidi, disoccupati, anziani); eliminazione delle taccagnerie auto-lesioniste, come quella del Volabus dove non valgono gli abbonamenti nè mensili ed annuali. Misure come queste estendono l’utenza, rendono sempre più residuale il viaggio col biglietto singolo, e diminuiscono la percentuale di chi viaggia a sbafo.
Nei mesi passati avevamo suscitato scientemente l’invidia degli utenti genovesi descrivendo il sistema di trasporti urbani di città come Zurigo (Oli 286), Berlino (Oli 282), Vienna (Oli 324), Copenagen (Oli 314).
Ma in realtà basta andare a Torino per trovare una politica tariffaria davvero interessante. Il biglietto singolo costa come da noi 1,50 €, anzi di più, dato che vale 90 minuti, però basta girare tra le varie, articolatissime, proposte tariffarie del GTT (Gruppo Torinese Trasporti), e la differenza salta fuori. Per stare al caso da cui siamo partiti: l’abbonamento annuale per chi ha più di 65 anni e un reddito non superiore a 36.151 euro costa 155 € che scendono a 140 se si accetta una fascia oraria di utilizzo più ridotta.
Marco Doria ha spesso auspicato la collaborazione di idee con i sindaci delle altre città: da Torino possono venire dei bei suggerimenti.
(Paola Pierantoni) -
OLI 345: AEROPORTO DI GENOVA – Della torta di riso sono rimasti i chicchi
La vocazione turistica della Liguria schianta nel vuoto inospitale dell’info point destinato ad accogliere i visitatori provenienti dal resto del mondo in arrivo all’aeroporto di Genova.
All’interno del grande gazebo sedie abbandonate coperte da un leggero strato di polvere e l’ordine sciatto delle situazioni lasciate morire lentamente. Uno scenario da spaghetti western: questo il biglietto da visita della nostra regione nello scalo del capoluogo aggiornato al maggio 2012, un capolavoro di marketing e promozione turistica, la cura prescritta per il rilancio del settore, con uno sguardo attento alle risorse culturali della Liguria.
Ricordate lo sketch della torta di riso? Quello che prendeva in giro il carattere brusco dei ristoratori liguri, la loro atavica incapacità ad essere ospitali. Bene, sono passati cinque anni. Allora la scenetta di Enrique Balbontin aveva talmente colpito i politici in regione e l’assessora Margherita Bozzano da chiedere la collaborazione del comico a partecipare ad una serie di incontri con gli addetti al settore turistico aventi come tema accoglienza e ospitalità da titolo “Liguria terra ospitale e accogliente, la torta di riso non è finita”.Oggi il sito della regione nella pagina Welcome to Liguria cita contenuti non linkati direttamene e quindi di nessuna utilità. Così accade per le sezioni nelle altre lingue.
Nel gioco delle scatole cinesi proposte all’internauta desideroso di vistare la nostra regione, va meglio sul sito turismo in Liguria dell’ Agenzia Regionale per la promozione turistica “in Liguria” diretta fino al 2010 da Angelo Berlangeri, nella quale però, oggi, è impossibile individuare orari e i riferimenti del nuovo direttore e dello staff operativo. Inoltre indirizzo e numero di telefono sono cacciati a pié di pagina in caratteri piccolissimi. Proprio come chicchi di riso. Chiamo comunque l’agenzia, venerdì alle ore 15.30, una segreteria telefonica mi comunica: “Agenzia Regionale per la Promozione Turistica in liguria, i nostri uffici sono aperti dal lunedì al venerdì dalle ore 9.15 alle 13.00 e dalle ore 14.45 alle ore 16.30, Grazie”.
(Giovanna Profumo – foto dell’autrice) -
OLI 345: LETTERE – Caro Sindaco
Caro Sindaco,
stanotte ho fatto un sogno, ti presentavo i tuoi cittadini, la squadra che ti accompagnerà in questi cinque anni, temo non sarà in giunta, ma è la squadra sulla quale puoi contare. Sono i cittadini che domenica scorsa si sono raccolti attorno all’iniziativa “Ogni spazio pubblico nasconde un tesoro!”. In mezzo a loro architetti, storici, giornalisti, pensionati, studenti, artigiani . Nessuno li ha pagati, ma il piacere li ha sicuramente ripagati. Il piacere di tornare a godere di spazi pubblici che le passate giunte hanno sequestrato a tutti noi. Così è stata fatta merenda nei giardini Babilonia, spazio riaperto in centro storico dagli studenti di architettura, così si è tornati a percorrere un tratto di salita della Misericordia. Sono i cittadini che hanno capito che le risorse economiche, a volte distolte per interessi non sempre pubblici e divenute oggi quasi inesistenti, vanno ora sostituite da risorse umane. I cittadini che domenica hanno cucinato merende, pulito spazi da siringhe e spazzatura, organizzato giochi per i bambini, saranno i tuoi più interessanti alleati. A vederli, posso immaginare, non molti ti abbiano votato, ma di sicuro sanno mettersi in gioco, offrire fatica, denaro e tempo proprio. Rivolgiti a loro hanno idee, intelligenza, e la giusta dose di rabbia, in breve, vogliono che Genova torni ad essere res publica .
Buon lavoro,
(Maria Profumo, foto di Ivo Ruello)






