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Categoria: OLI 323
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OLI 323: VERSANTE LIGURE – RIABILITIAMOLO
Con Lui non siate iratisareste poco probi!È vero, ci ha lasciatiin mezzo a cupe nubicon conti dissestatimiseria, nuove plebial vuoto consegnatidi crisi e caos succùbidi codici privati(eccetto pin e Abi),ma avea nobili afflati:salvar voleva Ruby.Versi di ENZO COSTAVignetta di AGLAJA -
OLI 323: POLITICA – Liquidazioni ed encomi solenni
Ho speso buona parte della vita lavorativa in aziende del gruppo IRI. Di scandali ne ho visti molti nel periodo 1960 – 2000: in Finsider, in Alfasud, in Finmeccanica (ripetutamente), in Fincantieri, in Ilva. Ai miei tempi, però, quando gli scandali emergevano in sede giudiziaria, oppure superavano un certo limite ritenuto, a torto, accettabile, scattava la “risoluzione per giusta causa”. Difficilmente questa era accompagnata da una “buona uscita”. Per contro, a differenza di quanto avvenuto negli Stati Uniti (Enron), poche sono state le condanne e mai, a mia memoria, azienda a partecipazione statale si è costituita parte civile.
Quindi non mi meraviglio degli episodi di cronaca riportati in questi giorni dai giornali e solo in parte oggetto di indagine giudiziaria. Considero invece uno scandalo nello scandalo sia la liquidazione concordata con l’ex presidente del gruppo (5,5 milioni di euro) che il comunicato del Consiglio di Amministrazione che recita “i più sentiti ringraziamenti per l’altissima professionalità e il proficuo impegno che hanno consentito la crescita e l’affermazione del gruppo sui mercati internazionali…” (per il seguito si rinvia al Fatto Quotidiano del 2 dicembre u.s.). Liquidazione che, aggiunge il giornale, è pari a circa 220 anni di stipendio di un impiegato della Finmeccanica.Anche se ormai pensionato da tempo, formulo alcune riflessioni:
1) L’andamento dei titoli Finmeccanica evidenzia oggi, primo dicembre, una perdita del 61,72 % rispetto al 1 gennaio 2011.
2) La “promotion internazionale” non è stata affidata ad “area manager”, tecnicamente competenti e cresciuti in azienda, ma a faccendieri, a uomini delle pubbliche relazioni e, sempre a detta dei giornali, ad una cosi detta “ambasciatrice” sud americana proveniente da altra attività non meglio chiarita.
3) Nessuno ha mai esternato il pesante condizionamento esercitato dai politici, non circoscritto al solo “nepotismo” e “familismo” (vedere ultimo numero di Panorama) ma esteso alla concessione di appalti, ai finanziamenti ai partiti, alle carriere manageriali interne.
4) L’assenza di ogni verifica – controllo da parte dei consiglieri di amministrazione (profumatamente pagati); in particolare di quelli del Ministero del Tesoro (azionista di maggioranza relativa), dei sindaci e degli enti preposti.
5) Il taglio mediatico alla questione Finmeccanica che porta ad individuare ogni responsabilità nei coniugi Guarguaglini e nel responsabile delle p.r.Quanto sopra unicamente per concludere, amaramente, che le conseguenze ricadranno, come sempre, sui contribuenti e, in particolare, sui lavoratori del gruppo, mentre chi è causa del disastro potrà godersi in pace la “buona uscita”. Le “buone uscite” dei c.d. manager sono infatti lievitate a livelli stratosferici, le loro retribuzioni, sia nel “pubblico” che nel “privato”, sono cresciute esponenzialmente e in modo inversamente proporzionale al potere di acquisto di pensionati e forza lavoro. Continuano ad essere richiesti, sin dagli anni ottanta, in nome di “patriottismo per una salvezza nazionale” sempre sventolata e mai raggiunta, pesanti sacrifici, cui operai, impiegati e pensionati si sono abituati, ma che hanno raggiunto e stanno superando i limiti di sopportabilità, mentre i loro figli non hanno sbocchi occupazionali significativi.
Genova, infine, dopo le pesanti ristrutturazioni degli anni ottanta, della svendita dell’ILVA e in presenza della incombente minaccia rappresentata dalla Cantieristica, si deve preparare a ulteriori ridimensionamenti e “spezzatini” per consentire lo sviluppo di un gruppo che si sta orientando verso aeronautica e difesa, cedendo (o svendendo?) gli altri settori di attività (vedi Repubblica del 2/12/2011 – articolo di Giovanni Pons).
(Vittorio Flick) -
OLI 323: POLITICA – Il governo Monti e il trionfo dell’ambivalenza
Rispetto alle misure del governo, molti cittadini sperimentano emotivamente il trionfo dell’ambivalenza.
Il colpo subito dalla consueta platea a basso reddito è durissimo, e dato che, realisticamente, non ci si può fare nulla, la reazione adeguata sarebbe la rabbia. Che però, a tradimento, viene stemperata dal sollievo di non avere più davanti il lestofante irresponsabile, autoriferito ed indecente a cui eravamo abituati, sostenuto da una pletora di ridicoli ministri a libro paga. Di fronte a noi invece c’è un signore colto e competente, che si rivolge agli interlocutori con educazione, che sa parlare in italiano, che risponde alle domande dei giornalisti senza insultarli. Circondato da ministri che sanno di cosa parlano, tra cui una donna che con il suo pianto ci fa capire che si rende conto della portata di quel che sta facendo, e che la cosa non le è indifferente. Tutto è serio, dignitoso, responsabile. Non più un governo esclusivamente funzionale agli interessi economici e giudiziari di un insopportabile riccastro, ma un governo che si propone una politica nazionale ed europea.
Vista ed interpretata da destra. Facendo cassa a spese anche di chi ha redditi appena superiori a quello della povertà, forzando le resistenze del Pd, e il dissenso dei sindacati, molto più dei veti del Pdl.
La prossimità al cosiddetto baratro taglia le gambe a chi è felice di essere uscito dall’incubo berlusconiano, ma dissente da un governo che non vuole e/o non può contrastare potenti interessi: quelli dei ricchi, quelli della chiesa, quelli della casta militare.
Incerti i tempi e i modi in cui potrà nascere una nuova giustizia sociale, fondata su una nuova idea dell’economia, anche perché al punto di non ritorno ci siamo arrivati con la vasta corresponsabilità dei milioni di concittadini che hanno portato per tre volte Berlusconi al governo, ammirandone e invidiandone il modello, e di una opposizione che, in anni ed anni, non ha saputo proporre una prospettiva diversa.
(Paola Pierantoni – disegno di Guido Rosato) -
OLI 323:INFORMAZIONE – La manovra SalvaItalia e il cosiddetto “servizio pubblico”
4 dicembre 2011, ore 20, è iniziato da pochi minuti il telegiornale di La7, Enrico Mentana si interrompe per trasmettere, in diretta televisiva, la conferenza stampa del Presidente del Consiglio Mario Monti, che illustra, assieme ai ministri coinvolti, la manovra “SalvaItalia” appena approvata dal Consiglio dei Ministri domenicale: manovra dura, “lacrime e sangue” per usare un luogo comune. All’esposizione della manovra seguono le domande dei giornalisti, in un clima freddo, tecnico, da grandi occasioni: La7 interrompe la diretta solo verso la fine. Nel frattempo, sulle reti del servizio cosiddetto “pubblico”, non si trova traccia di diretta, per un evento che sembra decidere del futuro dell’Italia, dell’euro, e forse, dicono, dell’economia del mondo intero.
La lacuna informativa è passata inosservata, in modo quasi sospetto, alla quasi totalità del mondo della carta stampata, con la sola eccezione de il Fatto Quotidiano (*), dove Beppe Giulietti ci informa che le uniche dirette sono state, oltre a LA7, Sky e Rainews.
Possibile che l’unico “servizio pubblico” rimasto sia il programma di Michele Santoro?
(Ivo Ruello – disegno di Guido Rosato)
(*) http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/05/conflitto-interessi-risiamo/175315/ -
OLI 323: INTERNET – Aakash, una parola davvero nuova
Mentre i giornali raccontano delle guerre commerciali tra i classici fabbricanti dei tablet, in India appare un nuovo oggetto che potrebbe rivoluzionare il mondo, si chiama Aakash (*), è un computer tablet dal costo di produzione di poche decine di dollari, che sarà venduto a meno di 100 euro nel mercato mondiale.
Il progetto, fortemente voluto dal governo indiano per fornire la possibilità di accedere alla rete a tutti gli studenti, era stato già precedentememte annunciato e qualcuno aveva sollevato il sopracciglio di fronte alla corsa appena iniziata dai tecnici indiani. Invece, puntuali come un treno inglese, ecco il “device” che potrebbe scuotere il mondo dell’informatica, costringendo i concorrenti ad abbattere clamorosamente i prezzi. Su Ebay per ora si trovano solo le custodie (**).
Certamente non si tratta della “Ferrari” dei tablet, ma per un accesso alla posta e alle pagine web è sufficiente.
Mentre in Italia continua la diatriba sui libri di testo, costosissimi, anche dopo l’ultimo decretone del governo B. che ha limitato la possibilità di sconti in editoria, all’estero si lavora sodo e si ottengono risultati. Un ulteriore messaggio di quanto sia indispendabile sostituire i governanti dai capelli bianchi con giovani svegli e pronti ad un cambiamento, che avvenga senza curarsi troppo delle corporazioni e delle sinergie negative tra istituzioni e poteri privati che caratterizzano la nostra economia.
(*) http://informatica.liquida.it/focus/2011/10/06/aakash-la-tavoletta-anti-ipad-made-in-india-che-costa-26-euro/
(**) http://www.ebay.com/itm/AAKASH-UBISLATE-ANDROID-2-2-7-TABLET-PC-SLEEVE-CASE-1-EBAY-/150675319792?pt=US_Tablet_Accessories&hash=item2314f2ebf0#ht_4659wt_955
(Stefano De Pietro) -
OLI 323: PAROLE DEGLI OCCHI – Don Gallo nel frigo rosso
Foto di Giorgio Bergami ©G’Day su La7, primo dicembre 2011: stavolta in diretta nel rosso frigorifero di Geppi Cucciari c’è don Andrea Gallo.Tutta la puntata:
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OLI 323: LETTERE – Appuntamento allo Zenzero per il centro anti violenza
Su OLI 275 un anno fa lanciai l’allarme sul futuro del Centro antiviolenza di via Mascherona e sui Centri d’ascolto presenti nel territorio provinciale.
L’allarme è diventato realtà e, al momento, gli impegni previsti a bilancio non sono sufficienti a garantire per tutto il 2012 la loro esistenza. Mancano circa 50.000 euro e le prospettive future, compreso lo smantellamento delle Province, sono decisamente nere.
Il Centro di via Mascherona in questi anni ha funzionato bene consolidando la rete con i servizi presenti sul territorio, garantendo le donne nel percorso di fuoriuscita dalla violenza .
La maggior parte delle donne seguite ha contattato il Centro direttamente, altre hanno chiamato il numero nazionale 1522 di cui il Centro è riferimento territoriale, vi sono poi le segnalazioni degli ospedali e pronto soccorso, delle forze dell’ordine e degli ambiti territoriali sociali.
Al Centro risponde una operatrice esperta che ascolta le motivazioni della donna e a seconda dei problemi la indirizza ai servizi opportuni.
Il passo successivo può essere la proposta di un appuntamento per approfondire la situazione con la donna e valutare assieme il da farsi. Non sempre chi ha trovato il coraggio di telefonare è andata all’appuntamento, a conferma di quanto sia difficile riconoscere la propria condizione di violenza e avere la forza per uscirne. Ciononostante da gennaio 2009 ad oggi le donne prese in carico dal Centro sono oltre 400. Un dato importante che sappiamo essere però solo la punta di un fenomeno che rimane nella quasi totalità sommerso. I dati raccolti dal Centro evidenziano l’attivazione prevalente della consulenza legale e psicologica come pure il prevalere di violenze fisiche e psicologiche che nella maggior parte dei casi si sommano a quella economica. L’autore della violenza è in maggioranza il partner o ex partner (coniuge, convivente , fidanzato) o comunque una persona conosciuta a conferma di una dato ormai noto a livello mondiale.
Le donne sono in maggioranza e con una età media di 41 anni e nel 50% dei casi hanno figli minori che assistono o subiscono direttamente la violenza e ciò costituisce in molti casi il motivo scatenante per decidersi a chiedere aiuto. Le donne straniere appartengono pur con numeri diversi ad oltre 18 nazionalità. I maltrattanti sono in maggioranza italiani anche nel caso di donne straniere e i dati confermano la trasversalità del fenomeno della violenza sia per quanto riguarda le etnie che la condizione sociale.
La pesante crisi economica che stiamo vivendo rischia di mettere nuovamente in secondo piano i finanziamenti contro la violenza, considerandoli marginali rispetto alla macelleria sociale in atto. Per questo, pur continuando a ribadire che le istituzioni se ne devono far carico a tutti i livelli, la Rete provinciale antiviolenza ha lanciato una raccolta fondi: non è facile, ma ci proviamo.
Tra gli artisti che ci sostengono con iniziative c’è il Coro Daneo che terrà un concerto a favore del Centro sabato 10 dicembre alle 17.30 presso il circolo ARCI Zenzero di via Torti 35. A seguire una cena solidale a 23 euro con prenotazione entro il 7 dicembre chiamando Paola 0105499470 oppure Rita 3204359045.
Vi aspettiamo, NON CHIUDETE QUELLA PORTA!
(Marina Dondero – Assessora della Provincia di Genova)


