Categoria: OLI 320

  • OLI 320: ALLUVIONE – Il Consiglio comunale boccia misure di prevenzione

    Consiglio Comunale di Genova, 10 novembre 2011: l’ordine del giorno proposto da alcuni consiglieri, sulle azioni da intraprendere a scopo precauzionale relativamente ai rischi di alluvione a Genova, viene clamorosamente bocciato da una schiacciante maggioranza facente capo ai partiti di governo, astenuta l’opposizione.
    Pubblichiamo il testo integrale del documento, rimandando ai lettori la ricerca di un possibile motivo di un voto per noi tanto incomprensibile. Possiamo solo citare una nota rubrica di barzellette della Settimana Enigmistica dal titolo: “Senza parole”.
    Il fatto sta facendo il giro del Web, aggiungendo ulteriore perplessità sulla capacità di gestione del territorio nella città di Genova.


    ORDINE DEL GIORNO IN MERITO ALLA DISCUSSIONE RELATIVA AGLI EVENTI ALLUVIONALI DEL 4 NOVEMBRE 2011
    Il Consiglio Comunale di Genova,

    Considerato l’impatto che l’alluvione di venerdi 4 novembre 2011 ha avuto su ampie parti del territorio genovese e, in particolare, la morte di 6 persone;
    Premesso che il territorio così come la natura e la storia l’hanno consegnato a noi, è un patrimonio che va amministrato con la massima saggezza sapendo che è un bene limitato, che non è riproducibile.
    La sottrazione di anche un solo metro quadrato può significare lo stavolgimento dell’assetto idraulico e l’aumento dei rischi per le persone, oltre al danneggiamento del paesaggio;
    Considerato che “costruire sul costruito” deve significare fermare il consumo di territorio, senza aumentare il carico insediativo e di urbanizzazioni primarie e secondarie, in zone già densamente popolate;
    Tenuto conto del cambiamento climatico in atto che comporta precipitazioni intense frequenti, e della necessità di affrontare la sicurezza idrogeologica in maniera completa, sia con misure strutturali che non strutturali, come:

    • manutenzione dei corsi e dei versanti;
    • riqualificazione del patrimonio forestale;
    • vincoli urbanistici, assicurazioni, prevenzione e protezione civile;
    • la rinaturalizzazione dei rii, compresi i loro versanti, permettendo la creazione di aree golenali, aumentando la capacità di ritenzione delle acque e la dissipazione dell’energia per ridurre il rischio idrogeologico più a valle,come stanno facendo da anni sulla Loira, in Francia, sulla Drava in Austria o sul Reno in Germania;
    • aumento di territorio permeabile;
    • demolizione di strutture in argine,
    impegna la Sindaco e la Giunta a:
    • predisporre emendamenti al PUC in modo da aumentare la quantità di territorio permeabile nel Comune di Genova, non autorizzando nuovi insediamenti e parcheggi in aree naturali e inondabili;
    • implementare protocolli certi e non ambigui con sistemi integrati di allarme per la gestione dell’emergenza in tutto il territorio comunale;
    • non adeguarsi alla sconcertante diminuzione della distanza dai fiumi per le nuovi costruzioni, approvato recentemente dal Consiglio Regionale Ligure;
    • rivendicare il proprio ruolo di governo del territorio, esprimendo la propria contrarieta’ al “silenzio – assenso” previsto in un disegno di legge depositato dalla Giunta Regionale per i permessi a costruire;
    • attivarsi verso le competenti autorità di polizia territoriale per procedere senza indugio all’abbattimento di quegli edifici situati sugli argini che riducono la sicurezza, prevedendone la ricollocazione e la rimozione di qulunque deposito/accumulo di inerti vicino ai tratti fluviali;
    • intervenire prioritariamente in quei corsi con particolare emergenza idraulica, per aumentare la capacità di smaltimento dei tronchi coperti, fino a soddisfare lo smaltimento della portata 200-ennale;
    • aiutare economicamente gli alluvionati per riavviare le attività, non dimenticandosi dei cittadini di Sestri Ponente alcuni dei quali ad oggi sono a rischio di fallimento per mancati finanziamenti;

    Presentato da Bruno (Prc) e Cappello (Gruppo misto)

    Esito della votazione:
    favorevoli 6: (Prc, Cappello, Bernabò Brea, Sel)
    astenuti 8: (Pdl, Altra Genova, Lega Nord, Maggi)
    contrari 23 (Pd, Idv)
    (Il testo è stato fatto girare da diverse fonti, tra cui manuelacappello.it e Rifondazione Comunista)

    (La redazione di Oli)

  • OLI 320: PAOLO ARVATI – Un rito laico per il commiato

    Pochi giorni fa è morto Paolo Arvati. Nell’articolo che gli dedica Luca Borzani su La Repubblica ed. Genova di mercoledì 9 novembre troviamo le parole che descrivono la sua opera: sociologo, direttore dell’Istituto Gramsci, esperto di statistica di livello nazionale, docente universitario, dirigente del Comune di Genova, intellettuale rigoroso, militante del Pci, ma, scrive Borzani: “soprattutto era la Cgil il suo riferimento”. Infatti era stato dirigente sindacale, nella Cgil Scuola e nella Camera del Lavoro, ma non era invecchiato nel sindacato, aveva saputo cambiare. Il suo legame col movimento sindacale e operaio però non si era mai interrotto, e si era espresso nella sua attività di ricerca storica e sociale.
    Un rito laico lo ha salutato, come avevano chiesto lui e sua moglie. Il luogo, un piazzale all’aperto, quello della Camera del Lavoro di Genova.
    La sfera del trascendente, del religioso, non era assente: la rappresentava un amico, sindacalista e membro della Tavola Valdese, ma si presentava sotto la forma della ricerca, della indagine etica e intellettuale, dell’interrogativo, e non sotto quella dell’affidamento e della fede.
    E’ stato un rito semplice, che è riuscito a restituire l’immagine della persona che si stava salutando: una personalità limpida, e schiva, priva di qualsiasi boria; una grande intelligenza e uno stile di lavoro e di vita caratterizzato dal rigore; una inesauribile curiosità intellettuale e una costante disponibilità verso tutti.
    Le persone che affollavano il cortile, dal racconto di questa vita che avevano avuto la fortuna di incrociare, ricevevano di riflesso frammenti della propria.
    Nello spazio di un’ora la cerimonia si è conclusa. Tutto, mi pare, era in armonia col carattere di Arvati.
    Nel momento del commiato incontro un compagno della Cgil, ora in pensione, che dice: “I riti bisognerebbe abolirli. Tutti i riti”. L’amica che è con me reagisce “No, i riti sono essenziali, anche per chi è laico. Non possiamo fare a meno dei riti!”.
    Paolo Arvati ha potuto avere un luogo che ha accolto, con dignità e senso, il rito laico del suo commiato.
    Ma questa è una possibilità rara, nata da una storia personale non comune.
    Per la maggioranza non esistono luoghi in cui svolgere riti alternativi a quelli religiosi. Dovrebbero essere luoghi belli, diffusi in tutti i quartieri. Una città rispettosa delle storie, dei sentimenti e dei pensieri di tutti i suoi cittadini dovrebbe essere capace di crearli.
    Hanno parlato di Paolo: Ilvano Bosco, segretario della Camera del Lavoro; Adriano Bertolini, membro della Tavola Valdese; Marco Doria, storico; Giorgio Ghezzi, presidente della Fondazione Di Vittorio.
    (Paola Pierantoni)

  • OLI 320: SOCIETA’ – Dove un futuro di dignità e di speranza?

    Disegno di Guido Rosato

    Peipei, Pepè, “ la mezza tedesca” come la chiamano gli amici, 24 anni, è laureata in ingegneria meccanica e management, vive in Germania e lavora per un’azienda affiliata alla Volkswagen da quasi due anni con uno stipendio lordo di 3500 euro al mese e contratto a tempo indeterminato. Ora cambia però, va a lavorare in un istituto di ricerca con la stessa paga, un contratto di tre anni, ma le piace di più. Figlia d’immigrati cinesi, ha studiato a Edimburgo, dove liceo e corsi di laurea sono di quattro anni ed essendo cittadino UE l’università l’ha frequentata gratuitamente: se studi vai avanti e non paghi nemmeno un pound di tasse.
    Sara, milanese, mezza friulana, risata argentina, 21 anni, è al terzo anno di letteratura e arte inglese ad Edimburgo, pure per lei tasse zero, è una che sgobba, ha all’attivo un anno di liceo in Australia e spazia pure nello studio perché ci ha infilato anche esami di psicologia e business: là si può, un bel vantaggio.
    Fa parte della society della sua facoltà, ovvero un’associazione di studenti entusiasti che organizza quasi ogni settimana convegni e incontri con scrittori, artisti: le society sono presenti in ogni corso, sono molto attive e seguite come eventi culturali in città (http://literaturesociety.tumblr.com/). Neppure un penny di finanziamenti, ma lei e altri volenterosi si procurano fondi facendo dolcetti che vendono per beneficenza. Un gran successo nell’intervallo, finiscono in un battibaleno biscotti, salame di cioccolato e tortine a mezzo pound.
    Pubblicano pure un magazine letterario, http://publishedinburgh.weebly.com/ e forse vorrebbero stare lì per sempre.
    Elisabeth, spezzina, di madre austriaca, 19 anni, studia a Genova lingue, russo, tedesco e inglese ed ha superato il test d’ammissione al corso di traduttrice simultanea. I suoi progetti? La triennale e poi via, per una scuola di specializzazione all’estero, se possibile lavorando.
    Andrea, 26 anni, genovese,ingegnere, laureato bene ma un anno in ritardo: tanti colloqui e curricula ma, per ora, nessun lavoro.
    Massimo vive a Genova, ha studiato ingegneria meccanica, 24 anni appena compiuti, si è laureato con il massimo dei voti; riceve una chiamata da una multinazionale: 900 euro lordi al mese fuori sede.
    Riccardo, 30 anni, economia con specialistica tributaria, lavorava con contratto a tempo indeterminato per un’azienda che stila bilanci. In giro per l’Italia senza orario e poca soddisfazione, ora è andato a Londra per il doppio dello stipendio e un lavoro che l’entusiasma, anche se il contratto è per tre anni.
    Così Leonardo, Francesco, Valentina, Federica e molti altri sono in giro per il mondo, chi per studio, chi per lavoro. In attesa, accettando sfide e sacrifici e invidiando un po’ Pepè e il suo paese.
    In attesa che si faccia qualcosa, come ha detto il nuovo Presidente del Consiglio Monti, almeno lo speriamo tanto “lo dobbiamo ai nostri figli, alle nuove generazioni per un futuro di dignità e di speranza”.
    (Bianca Vergati)

  • OLI 320: POLITICA – Le donne nell’agenda di Monti

    Giri perplessi di telefonate alla notizia, diffusa dalle agenzie, che Monti avrebbe avuto consultazioni anche con le rappresentanze istituzionali di donne e giovani. ADN Kronos, aggionamento del 14 novembre, ore 20:19 specifica che “Lo ha annunciato Mario Monti al termine degli incontri di oggi a Palazzo Giustiniani, sottolineando come si tratti di ‘ambiti cruciali della nostra società’ perché ‘quasi sempre’ ciò che ‘giova ai giovani, giova anche al paese. E questo vale anche per le donne’”.
    Quando mai abbiamo avuto una rappresentanza istituzionale? Si chiedono amiche perplesse, lunga storia di movimento delle donne alle spalle e nel presente.
    Poi un approfondimento via internet fa capire che “alle 16.30 arriva la rappresentanza delle donne italiane, con la delegazione della Rete Nazionale delle Consigliere e dei Consiglieri di Parità”.
    Peccato che le Consigliere e i Consiglieri di parità non abbiano affatto il compito di “rappresentare le donne”, ma di vigilare sulla applicazione di leggi che garantiscono parità e pari opportunità a tutti i soggetti, comprese le donne.
    La confusione delle parole determina la confusione delle idee. Ci auguriamo che Monti questo lo abbia ben chiaro, per il bene del Paese, degli uomini e delle donne che lo abitano.
    (Paola Pierantoni)

  • OLI 320: TRAFFICO – Pannelli luminosi, molta saggezza scarsa informazione

    Comprare merce falsa alimenta l’illegalità.
    Ecco il preavviso apparso a caratteri luminosi sul pannello destinato alle info sulla viabilità il giorno 7 novembre verso le 17.30 in Via Pieragostini.
    Comprare merce falsa alimenta l’illegalità.
    All’estero – ma anche in molte città d’Italia – la segnaletica luminosa viene utilizzata semplicemente per aggiornare gli automobilisti sulla disponibilità dei parcheggi cittadini, sul traffico nella rete stradale ed eventuali allarmi meteo.
    A Genova, talvolta, non sanno che farsene di quei pannelli. E, consapevoli della scarsa coscienza civile che abita le persone, decidono di utilizzarli a scopo formativo.
    Per questa ragione di seguito ecco alcune frasi alle quali i responsabili degli spazi potrebbero ricorrere in futuro:
    Scippare le vecchiette è reato
    Non si picchiano i bambini
    Onora il padre e la madre
    Nessuno è profeta in patria
    C’è del marcio in Danimarca
    Meglio un uovo oggi che una gallina domani
    Non superare il limite di velocità
    Finché c’è vita c’è speranza
    Nel periodo natalizio i pannelli luminosi potrebbero essere utilizzati come le finestrelle del calendario dell’avvento. Ogni giorno un’immagine diversa.
    Poi non importa che il cittadino europeo in visita a Genova non sappia dove parcheggiare e dove siano i posti auto disponibili.
    Vogliamo mettere?
    Cosa c’è di più consolante di una bella pillola di saggezza?
    (Giovanna Profumofoto dell’autrice)

  • OLI 320: LETTERE – Salviamo l’Istituto Agrario Marsano

    Riceviamo dal Collegio dei docenti dell’Istituto Marsano una lettera in risposta all’articolo di Oli 319 dove abbiamo parlato del progetto di nuova strada a Sant Ilario e dei danni che ne derivano al parco dell’istituto stesso. Pubblichiamo la presa di posizione del Collegio dei docenti.


    Il Collegio dei Docenti
    Sentita la relazione del dirigente scolastico prof.ssa Marcella Rogai nella quale si evidenzia che:
    – da giorni si leggono sui quotidiani locali notizie confuse ed imprecise sulla “strada di S. Ilario”;
    – la soluzione progettuale che, nei giorni scorsi, è stata descritta solo verbalmente all’Istituto dall’Assessore Margini corrisponde nella sostanza a quella già proposta l’anno scorso, quando era stata addirittura inserita nella cosiddetta variantona al PUC (e poi stralciata a seguito delle Osservazioni e di un ricorso al Tar dell’Istituto), destinata a tagliare in due parti il Podere Costigliolo, nucleo centrale e di maggior valore del parco di pertinenza dell’Istituto;
    – che l’Istituto, fondato nel 1882 su lascito di Bernardo Marsano, quale Regia Scuola di Agricoltura, è da 129 anni un riferimento per Sant’Ilario e per la città, come abbiamo potuto nuovamente constatare anche nel corso della recente “Settimana dei Paesaggi sensibili”, che si è svolta dal 15 al 22 di ottobre: Italia Nostra ha infatti eletto il Podere Costigliolo a “Paesaggio agrario sensibile”;
    – che sono intervenuti alle iniziative proposte dalla scuola esponenti delle istituzioni particolarmente attenti ai temi trattati, genitori, ex studenti ed anche cittadini che negli anni si sono confrontati con le innumerevoli iniziative proposte dal nostro Istituto.
    Considerato che
    Al Marsano ci chiediamo: ma perché si deve proprio tagliare il Podere Costogliolo con la ferita di una strada che lo attraversa in pieno per arrivare a via del pianello, pena l’esproprio e quindi pena la cessazione delle attività educativo/didattico/formative che hanno una così unica e preziosa ricaduta sulla città?
    Il Collegio Docenti
    delibera che
    la soluzione proposta non è assolutamente accettabile, sia per le esigenze connesse ai vincoli culturale e paesaggistico che tutelano unitariamente i beni dell’Istituto, sia per elementari esigenze di sicurezza di studenti e docenti, che uscendo dall’edificio principale della scuola per recarsi nelle serre per le esercitazioni pratiche dovrebbero attraversare quello che oggi è un viale privato, ma che in questo modo diventerebbe di fatto una strada pubblica.
    Il Collegio delibera, inoltre, di dare ampio mandato alla Dirigente ed agli organi collegiali, deputati alla gestione dell’attività dell’Istituto Marsano, affinché il patrimonio paesaggistico della nostra scuola (dichiarato di “interesse culturale particolarmente importante” il 3 marzo 2011, con Decreto del Direttore Regionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria) sia salvaguardato secondo quanto prescrivono le leggi nazionali ed europee.

    Approvato all’unanimità nella seduta del 11 novembre 2011

  • OLI 320: LETTERE – Parole pesanti! Attenzione.

    Federico Valerio, ambientalista storico genovese e non solo, continua a svolgere un ottimo lavoro di informazione e pulizia sulla tragedia di Genova di pochi giorni fa. Lo affida prevalentemente alla mailing-list ambiente_liguria@yahoogroups.com dalla quale io lo raccolgo con gratitudine.
    Penso che sia un contributo utile alla formazione di un pensiero critico su quanto avvenuto, presupposto necessario per allontanare fantasmi e paranoie e per evitare giudizi affrettati e tribunali impropri. Che non servono a niente se non ad avvelenare ulteriormente il già avvelenato clima politico in cui siamo immersi. E che forse comincia “a riveder le stelle”.
    Torniamo alle informazioni di Federico Valerio. Ci dice che “in inglese si chiamano “Cloud-Burst”, in italiano “nubifragio”,… eventi durante i quali, in due ore, piovono più di 50 milimetri di pioggia, 600 milimetri in 24 ore”. L’evento nel linguaggio mediatico e purtroppo politico è stato definito “bomba d’acqua”, almeno nei primi giorni. Su Quezzi, il quartiere del Ferreggiano, il 4 novembre sono caduti 514 milimetri di acqua in 24 ore. Un nubifragio di violenza simile a quello dell’alluvione di Genova del 1970, ma in un’area più ristretta e in un tempo più concentrato.
    Le previsioni ARPAL del giorno prima parlavano di 30-70 millimetri di pioggia prevedibili per il giorno dopo. Se le previsioni si fossero avverate al massimo si sarebbero verificati allagamento dei sottopassi, degli scantinati. Eventi certamente pericolosi ma non di potenza tragica come quelli che si sono verificate. D’altra parte non esistono modelli di previsione sperimentata sulla intensità e sulla concentrazione spazio-temporali dei nubifragi.
    Dopo questa dolorosissima esperienza quando si parlerà di “allerta 2” le indicazioni sui comportamenti protettivi e le azioni di tutti i soggetti responsabili, cittadini compresi, saranno improntati al massimo del principio di precauzione e al massimo dell’allerta.
    Alle informazioni e alla riflessione di Federico Valerio ho voluto aggiungere una considerazione che mi appassiona e mi preoccupa e che considero fondamentale per il dispiegarsi di una buona convivenza e di una autentica democrazia. Riguarda il linguaggio, troppo spesso sfigurato, de-animato, corrotto. Nel nostro caso l’uso della parola “bomba d’acqua” ha dato l’innesco a questa mia riflessione. C’è differenza nella risonanza linguistica fra nubifragio e bomba d’acqua.
    E la parola nubifragio è assolutamente esaustiva e convincente.
    Credo che possa chiarire meglio il mio argomentare un breve aforisma: “Bombe intelligenti, bombe umanitarie, bombe d’acqua. E noi, parolai sempre più stupidi”.
    Forse dire “noi” potrebbe pungere qualcuno, ma va nel senso del “…siamo tutti coinvolti”.
    Bomba è parola di grande tensione inquietante. E questi primi anni del secolo ce lo hanno mostrato, avvelenando vita e futuro.
    Ora è ancora più angosciante nel momento in cui c’è fra i potenti che cercano di fermare la presunta e illegale, sicuramente minacciosa, bomba atomica iraniana, con bombe atomiche capaci di penetrare la crosta terrestre con le conseguenze immaginabili. Al riparo di ogni loro illegalità.
    E perdonate la digressione conclusiva.
    (Angelo Guarnieri)