Categoria: Assemblea Costituente

  • OLI 318: CITTA’ – Immigrati e casa, come passare dal sogno all’incubo

    Disegno di Guido Rosato

    Il Dossier Statistico Immigrazione, 21° rapporto della “Caritas Migrantes”, è stato presentato a Genova lo scorso Giovedì 27 ottobre.
    Sulla stampa cittadina ha trovato spazio soprattutto il tema degli effetti della crisi su occupazione e rimesse degli immigrati.
    Ora, proprio a proposito di conseguenze della crisi, nelle 500 pagine del rapporto c’è un capitolo (“Crisi economica e condizione abitativa degli immigrati in Italia”) che meriterebbe di trovare largo spazio nella discussione sulla città, in questa epoca di bilanci, progetti e PUC, alla vigilia di un appuntamento elettorale.
    Ne cito alcuni frammenti:
    “Negli ultimi anni gli immigrati sono stati una quota sempre più incisiva e vitale della domanda abitativa … sia nel mercato delle locazioni sia in quello delle compravendite”, ma: “Dobbiamo segnalare un’assenza di strumenti di welfare abitativo … oltre all’inefficacia delle politiche sociali della casa attuate in ambito nazionale e locale”.
    Gli immigrati, osserva il rapporto, sono discriminati nell’accesso ad un mercato degli affitti fortemente subalterno a quello della compravendita. In Italia “l’offerta di case in locazione è scarsa, e quella a canoni accessibili e a canoni sociali è estremamente ridotta”. La quota di case in affitto in Italia, pari al 18,8 % delle abitazioni totali “è nettamente inferiore a quella degli altri Paesi europei: Germania 57,3%; Olanda 47,3%; Francia 40,7%”.
    La quota di edilizia sociale da noi è pari al 4,5% sul totale delle abitazioni, undicesima posizione in Europa.
    In questa situazione molti immigrati hanno giocato la carta dell’acquisto, con mutui totali. Ma già dal 2008, a causa del cambiamento di strategia dei prestiti bancari, questo spiraglio si è chiuso, e gli acquisti da parte di immigrati sono scesi dal 16,7% sul totale delle compravendite nel 2007, all’8,7% nel 2010. Non solo, ma molti tra coloro che avevano tentato questa strada, si sono presto trovati nella impossibilità di pagare i mutui, per cui “Il sogno di integrazione legato all’acquisto della casa di proprietà diviene in breve tempo l’incubo dell’insolvenza”.
    Non trascurabile, in questo quadro, lo stretto rapporto dimostrato dal rapporto Caritas tra tasso di delittuosità e impossibilità di accedere a una casa.
    In Italia abbiamo quattro milioni di case sfitte, una lista di attesa per l’edilizia popolare di 650mila alloggi, e il paradosso per cui mentre “non rallentano le nuove edificazioni”, non aumenta affatto “L’offerta alloggiativa per le fasce deboli della popolazione”.
    L’assurdo di una “epocale” ondata migratoria che si andava compiendo in assenza di una politica abitativa fu inutilmente sollevato in tutta Italia dall’associazionismo dai primi anni ’90, ed è questo il tema su cui nacque a Genova l’esperienza del Forum Antirazzista.
    Nei prossimi giorni Genova ospiterà “L’assemblea annuale di Eurocities” che ha come slogan: “Planning for people”, progettare per la gente.
    Venerdì si svolgerà un dibattito sul tema: “Trasformazione urbana – impatto sulla coesione sociale e sull’immigrazione in una prospettiva mediterranea”.
    Ne verranno fuori delle idee? Per saperlo si può seguire l’assemblea di Eurocities in streaming sul sito http://www.liveurocities2011.eu/
    Queste idee si trasformeranno in politica?
    (Paola Pierantoni)

  • OLI 273: COSTITUZIONE ITALIANA – Le Madri Costituenti: Nilde Iotti e la relazione sulla famiglia

    La Iotti è chiamata a far parte, insieme con altre 4 donne deputate, della Commissione dei 75, cui venne affidato il compito di elaborare il progetto di Costituzione; e in seno alla I Sottocommissione (diritti e doveri dei cittadini) è nominata relatrice – congiuntamente con l’on. Camillo Corsanego della Democrazia cristiana – sul tema della famiglia. La relazione che ella presenta per suo conto esprime subito una visione, un’ispirazione che va oltre i problemi della famiglia in senso stretto, un approccio capace di svolgersi in futuro su molteplici terreni. Punto di partenza è il richiamo alla vicenda sconvolgitrice della guerra, che ha messo in grave crisi anche la vita familiare, e alla «atmosfera di solidarietà a cui tutta la rinascita della Nazione dovrà essere ispirata». Molto netta è 1’affermazione, in questo quadro, del valore della famiglia come «nucleo primordiale su cui i cittadini e lo Stato possono e debbono poggiare per il rinnovamento materiale e morale della vita italiana», e dunque la rivendicazione fondamentale della «tutela da parte dello Stato dell’istituto familiare». Se queste definizioni (cui corrisponde l’appello a sancire nella Costituzione «il proposito di rafforzare la famiglia») possono oggi apparire tradizionalistiche, nella stessa relazione Iotti si trova, subito dopo, una forte denuncia della «fisionomia per certi aspetti antidemocratica» della famiglia, nonché delle condizioni «che pongono la donna in stato di inferiorità e fanno sì che la vita familiare sia per essa un peso e non fonte di gioia e aiuto per lo sviluppo della propria persona» (…) «Dal momento che alla donna è stata riconosciuta, nel campo politico, piena eguaglianza col diritto di voto attivo e passivo, ne consegue che la donna stessa dovrà essere emancipata dalle condizioni di arretratezza e di inferiorità in tutti i campi della vita sociale, e restituita a una posizione giuridica tale da non menomare la sua personalità e la sua dignità di cittadina». È il programma del grande movimento per 1’emancipazione femminile, di cui vengono così tracciate le motivazioni e le direttrici essenziali. La Iotti ne diventerà ben presto, anche fuori dalle aule parlamentari – nelle organizzazioni delle donne e in seno al suo partito – una protagonista di primo piano.
    C’è ancora qualche altro punto importante da segnalare in quella primissima prova parlamentare di Nilde Iotti come relatrice in seno alla I Sottocommissione della Commissione dei 75 per la Costituzione. Innanzitutto, il punto relativo alla indissolubilità del matrimonio: la giovane deputata comunista dichiara di considerare «inopportuno porla in discussione» ma nello stesso tempo di essere «contraria a inserire nella Costituzione stessa il principio della indissolubilità» (…) Né è da sottovalutarsi l’indicazione – sempre nella relazione Iotti cui ci stiamo riferendo – di punti importanti, relativi ai principi su cui fondare il rafforzamento e il rinnovamento dell’istituto familiare: il principio della eguaglianza giuridica dei coniugi, e dunque della eguaglianza dei loro «doveri di fronte alla prole»; la necessità di giungere al riconoscimento, per i figli illegittimi, «degli stessi diritti dei figli legittimi»; il riconoscimento, da parte dello Stato, della «maternità come funzione sociale».
    Sulle formulazioni proposte dalla relatrice, in parte divergenti da quelle proposte dall’ altro relatore, on. Corsanego, si sviluppa una animata discussione, cui partecipano tra gli altri gli onorevoli La Pira, Basso, Aldo Moro, Dossetti e che si conclude con soluzioni di compromesso, concordate in particolare con Moro: come quella che accoglie la pur controversa definizione della famiglia come «società naturale». Rimane il contrasto sulla qualificazione come «essenziale» della missione familiare della donna lavoratrice quell’aggettivo è approvato con 7 favorevoli e 4 contrari, ma poi l’intero comma è approvato all’unanimità), e soprattutto sull’inserimento in Costituzione del principio dell’indissolubilità del matrimonio. Tale formulazione viene approvata a maggioranza nella I Sottocommissione e nella Commissione dei 75, ma verrà poi bocciata (con 194 voti contro e 191 a favore) dal plenum dell’ Assemblea Costituente.
    Al di là del merito, è importante il clima in cui si svolge il confronto: come confronto, anche, tra posizioni ideali molto diverse, che tuttavia non esclude avvicinamenti e compromessi sul piano politico. C’è, innanzitutto, ascolto e rispetto reciproco; anche quando una parte è battuta dall’altra nel voto su questioni pur importanti, prevale il giudizio d’insieme, e il senso della responsabilità comune specie di fronte al compito supremo della definizione della Carta costituzionale.
    dalla Prefazione di Giorgio Napolitano
    al volume “Nilde Iotti – Discorsi parlamentari”
    Camera dei deputati, 2003
    (a cura di Aglaja)

  • OLI 270: COSTITUZIONE ITALIANA – Umberto Terracini: la missione dell’Assemblea Costituente

    Dal discorso che il Presidente dell’Assemblea Costituente, Umberto Terracini, tenne in occasione dell’apertura della discussione sul progetto di Costituzione della Repubblica Italiana, il 4 marzo 1947

    Enrico De Nicola firma la Costituzione con alle spalle
    Alcide De Gasperi e Umberto Terracini

    “La imminente discussione, onorevoli colleghi, deve assolvere – oltre che quello costituzionale – un altro compito, che non dirò gli sovrasta, ma certo gli sta a paro. Essa deve dare conforto a tutti coloro – e sono incommensurabilmente i più, fra il popolo italiano – che nell’istituto parlamentare vedono la garanzia maggiore di ogni reggimento democratico; a tutti coloro che, soffrendo in sé – nel proprio spirito – di ogni offesa ed ingiuria che venga portata contro il principio rappresentativo e gli istituti nei quali esso storicamente oggi s’incarna, voglion però a buon diritto, e si attendono, che questi non vengano meno al proprio dovere: che non è solo quello di elaborare testi legislativi e costituzionali, ma anche di essere in tutti i propri membri esempio al Paese di intransigenza morale, di modestia di costumi, di onestà intellettuale, di civica severità, ed ancora, me lo si permetta, di reciproco rispetto, di responsabile ponderatezza negli atti e nelle espressioni, di autocontrollo spirituale ed anche fisico, di sdegnosa rinuncia ad ogni ricerca di facili popolarità pagate a prezzo del decoro e della dignità dell’Assemblea.
    È certo difficile, dopo tanta immensità di umiliazione nazionale, ritrovare d’un tratto quell’incontrollabile equilibrio interiore senza il quale non può darsi alcuna consapevole e conseguente attività politica, e cioè attività in servizio del bene pubblico. Ma ciò che per tanti, più prostrati dalla miseria e meno ferrati nel sapere, può ancora essere una meta da raggiungere, per noi – che abbiamo osato accogliere l’offerta di farci guida del popolo – per noi ciò deve essere, o dovrebbe essere, certamente una meta già conquistata. Io amo, dunque, pensare, onorevoli colleghi, che l’alta impresa cui oggi muoveremo i primi passi, impegnandovi ogni nostra forza d’ingegno, ogni nostro moto di passione, ogni nostro fervore di fede, riuscirà a dare prova ai nostri ed ai cittadini di tutti i Paesi del mondo che l’Assemblea Costituente italiana è pari alla sua missione, e degnamente rappresenta il popolo che l’ha eletta, un popolo probo, eroico, incorrotto”
    (Umberto Terracini)

    (a cura di Aglaja)