Categoria: Fiat

  • LE CARTOLINE DI OLI 6: SOCIETA’ – Il lusso tra diritti e privilegi


    E’ apparsa anche per le strade di Genova la campagna pubblicitaria della nuova Lancia Ypsilon. Protagonista l’attore francese Vincent Cassel, già interprete maschile del film “Il cigno nero”, nel ruolo dello spregiudicato e sadico coreografo. La campagna è realizzata dall’Agenzia Marco Testa. Singolari tre elementi. Il primo che dopo aver imposto la rinuncia a molti diritti ai propri dipendenti, il gruppo Fiat se ne esca, a ferite aperte, con una pubblicità di questo tipo. Il secondo che – in tempi di tagli, finanziarie, sacrifici – la casa automobilista evochi il lusso come diritto. Il terzo che ci si rivolga agli strati più colpiti dalla crisi con un messaggio pubblicitario che tende a cancellare preoccupazioni reali facendo leva sul sogno di far parte di élites che non conoscono crisi, precariato, disoccupazione. Cose che capitano in un mondo in cui privilegi e diritti vengono quotidianamente confusi fino a smarrirne il significato. Vincent Cassel nel film il Cigno Nero condurrà la protagonista al suicidio. Il cartellone è stato fotografato a Genova Campi.

    (Giovanna Profumo)

  • OLI 287: Politica – Gradi di separazione tra la realta’ dei lavoratori e dei politici

    Fotografia di Sergio Banchieri

    C’è qualcosa di assai sottile che si contrappone alla “legittima” scelta della Fiom di scendere in piazza per dar voce ai diritti dei lavoratori Fiat.

    E’ tanto sottile quanto pericoloso perché fa leva sulla pacatezza che dovrebbe vincere su “una nuova stagione di duro conflitto sociale”.
    Giovanni Lunardon – vicesegretario Pd Liguria – su Repubblica ed. Genova di lunedì 31 gennaio, dopo aver scritto che “il Pd è vicino, sempre, a tutti i lavoratori che manifestano per i propri diritti e per il lavoro” spiega al lettore che non è condivisibile la scelta di Marchionne sulla rappresentanza, che è un grave errore mettere in discussione il contratto nazionale, che “il vero punto debole” del progetto Fiat “è la scarsa chiarezza sul piano industriale”. Ma aggiunge che, contrapposta al conflitto e alla rottura del fronte sindacale, c’è una strada “più difficile, più faticosa e ambiziosa ma probabilmente più utile per difendere i diritti dei lavoratori e contribuire alla ripresa dell’economia del paese”. E’ la strada nella quale vanno ricucite le divisioni sindacali, create le condizioni politiche e sociali per un accordo tra le parti, fatta una legge sulla rappresentanza in grado di dar voce sugli accordi ai lavoratori con il referendum. Infine va aperta “una nuova fase che ci conduca nel cuore del modello tedesco con la partecipazione dei lavoratori alle scelte strategiche delle (grandi) aziende, sperimentando forme inedite e innovative di democrazia sociale”.
    Progetto ambizioso quello del Pd, ma che non considera gli elementi del contesto sul quale il conflitto sta crescendo.
    Primo fra tutti la scelta ostinata di Fim e Uilm di non tenere conto della volontà dei lavoratori. Secondo, la totale assenza di condizioni politiche e sociali per una legge sulla rappresentanza; infine l’aspirazione al modello sindacale tedesco, in mancanza in Italia di (grandi) aziende che desiderino condividere utili e scelte strategiche con i lavoratori.
    Lunardon pare dire che il Pd sta vicino ai lavoratori, ma alle sue condizioni. Vicino, sì, ma a una certa distanza.
    Venerdì 28 gennaio 2011 in via XX Settembre a Genova i partecipanti alla manifestazione della Fiom hanno coperto l’intero tragitto da Piazza de Ferrari a Via Fiume. Molte altre categorie hanno partecipato.
    Nulla di ambizioso, sia chiaro. Solo la volontà di presidiare quello che sta per essere tolto. Perché all’ambizione si può aspirare quando i livelli di benessere sono elevati, quando a miglioramento si può aggiungere miglioramento. L’ambizione è un sentimento nobile e progressista, anche riformista ma in presenza di condizioni favorevoli. Oggi il mercato del lavoro non produce nessun sogno, tantomeno quello indicato da Lunardon, vicesegretario del Pd Ligure. E la volontà di modificare l’articolo 41 della Costituzione è un segnale lampante di quali “forme inedite e innovative di democrazia” si vogliono sperimentare in Italia. Forme di cui i giovani sono ben consapevoli.
    Accanto a quei lavoratori, insieme agli studenti, anche Sergio Cofferati parlamentare europeo del Pd eletto in Liguria.
    Chissà, sarà lo stesso Pd?
    No. Non poniamo domande ambiziose.
    (Giovanna Profumo)
  • OLI 284: DIRITTI – Appello per la FIOM

    Una delle persone della redazione ha ricevuto nella sua posta personale una mail di Chiara Ingrao a sostegno dei diritti dei lavoratori della Fiat e della battaglia della FIOM. E’ una bella lettera, esplicitamente destinata alla diffusione, e abbiamo deciso di pubblicarla.

    Cari tutti/e,
    intanto buon anno, anche se l’anno non mi sembra cominciare sotto i migliori auspici. Tanto per citarne una, nei prossimi giorni lavoratori e lavoratrici della Mirafiori saranno costretti a votare su un quesito assurdo: o accetti orari di lavoro più pesanti, meno pause, più straordinario, turni di notte, malattia non pagata, rinuncia a diritti indisponibili come il diritto di sciopero e di rappresentanza sindacale democraticamente eletta, o la fabbrica chiude. Molti hanno sottolineato quanto il ricatto sia menzognero, oltre che ignobile: non è vero che sia così semplice per la Fiat andarsene dall’Italia, non è vero che i SUV (i SUV!!) che vuole produrre a Mirafiori si possono produrre ovunque e poi caricarli su navi o tir e portarli a scorrazzare in giro per il mondo, non è vero che dalla crisi Fiat si esce distruggendo il sindacato e spremendo i lavoratori oltre ogni limite, ma serve ricerca, nuovi prodotti e un nuovo piano industriale, riconversione ecologica e innovazione tecnologica, e così via.
    Cose di buon senso, che invece vengono bollate come pericoloso estremismo, mentre sempre di più circolano fra noi interrogativi angosciosi: e se la prossima volta, per ottenere un investimento in Italia, chiedessero alle lavoratrici di rinunciare alla maternità, che per esempio non è garantita né negli Stati Uniti né in Cina? Se ci chiedessero di far cucire palloni ai bambini anche qui in Italia, anziché fare campagne internazionali contro il lavoro minorile? Se ci chiedessero di cancellare le ferie, le festività, di lavorare 18 ore al giorno? Nelle campagne di Rosarno già si fa: invece di indignarsi, perché non esportiamo quei modelli di lavoro anche in fabbrica? Dov’è il confine, di questa corsa al ribasso per inseguire un’idea di globalizzazione sempre più feroce? E non lo abbiamo già visto nella crisi finanziaria globale, quali risultati può portare dare mano libera totale alle imprese, senza alcun controllo né vincoli? … non rassegnarsi a un centrosinistra plaudente o “neutrale” di fronte al più grave attacco alla libertà, alla democrazia, alla dignità dei lavoratori, mai verificatosi negli ultimi 50 anni. Se siete iscritti o sostenitori del PD, andate nelle sezioni, scrivete ai vostri gruppi dirigenti, chiedete che il vostro partito ascolti e rifletta, che non si consegni inerme ai ricatti del più forte. Se come me sostenete SEL, o Italia dei valori, o la Federazione della sinistra, chiedete di non arroccarsi nelle proprie giuste scelte, ma invece di continuare a incalzare il PD e perfino “i moderati”, perché una violazione della democrazia come quella cui stiamo assistendo, probabilmente la DC non l’avrebbe mai accettata. Se siete impegnati nei movimenti nella scuola, nelle università, nella cultura, che tanta forza e speranza ci hanno comunicato in questi mesi, fate della vicenda Fiat uno dei temi centrali della vostra riflessione e del vostro lavoro. Infatti che speranza c’è per la cultura nel nostro paese, se vince la cultura della giungla? Che speranza c’è per i diritti di precari e migranti, se ogni idea di diritti viene spazzata via come un orpello inutile?”

    Su questa vicenda stanno circolando due appelli, uno di Micro Mega:
    http://temi.repubblica.it/micromega-appello/?action=vediappello&idappello=391202

    e uno della FIOM: www.fiom.cgil.it

    Sottoscriverli o meno è questione di scelta e orientamento personale. Conoscerne l’esistenza e poterli valutare è un diritto di informazione.