Categoria: 8 marzo

  • OLI 292: COSTITUZIONE ITALIANA – La parità tra uomo e donna nella Costituzione

    # Art. 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
    È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
    # Art. 29: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
    Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare”.
    # Art. 37: “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale e adeguata protezione.
    La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato.
    La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione”.
    # Art. 48: “Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.
    Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.
    La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tal fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.
    Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.
    # Art. 51 (il secondo periodo è aggiunto con legge costituzionale n. 1 del 30 maggio 2003): “Tutti i cittadini dell’uno e dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tal fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini”.
    # Art. 117 (testo introdotto dalla legge costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001, sulla potestà legislativa di Stato e Regioni): “Le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica e promuovono la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive”.

    a cura di Aglaja
  • OLI 291: 8 Marzo – Svegliatevi!!!

    8 marzo 2011, dopo l’incredibile riuscita delle manifestazioni del 13 febbraio, l’appuntamento dell’8 marzo quest’anno può riservare l’insidia del confronto. Perché è facile prevedere che in parecchi si lanceranno, impropriamente, in questo esercizio.
    A Genova e in Italia le donne lo sanno e non se preoccupano eccessivamente. Il 13 marzo è nato da un appello delle donne, ma è stato il catalizzatore di un disagio politico generale verso questo insopportabile governo.
    L’8 marzo è l’appuntamento delle donne, a volte disertato, a volte partecipato nel tentativo di mettere a punto lo stato delle cose, di verificare obiettivi, convergenze, divergenze.
    Anche quest’anno gli eventi saranno tanti, si intrecceranno e si sovrapporranno, esprimeranno varietà di penseri, orientamenti, punti di interesse. C’è chi ne sta stilando l’elenco, per dare visibilità a tutti.
    Poi ci sarà, a Genova, come in tutte le altre città in Italia, l’appuntamento corale, quello che segna la continuità con il “Se non ora quando” del 13 febbraio. Un documento scritto dal comitato nazionale “Se non ora quando” lancia lo slogan di questo 8 marzo: “Rimettiamo al mondo l’Italia”, e mette a disposizione un documento che ha al suo centro il lavoro.
    A Genova l’appuntamento sarà in Piazza Matteotti dalle 18 alle 19, tutte con la sciarpa bianca e una sveglia. Una sveglia? Si, per suonare la sveglia all’Italia, dire che è l’ora di uscire da questo brutto incantesimo da brutti addormentati. E alle 18.30 in punto tutte le sveglie suoneranno.
    (Paola Pierantoni)

  • OLI 290: 8 MARZO – Costanza e le compagne

    De Ferrari in rosa contro i femminicidi in Messico. Foto P.P.

    Sms di Costanza (*) : Ho chiamato per sapere come stai. Io sono alle prese con lo studio di altri concorsi e la prossima settimana andrò a Roma per le prove preselettive del concorso per le segreterie dei tribunali. A presto e un abbraccio a tutti.
    Sentita al telefono dice che studia di notte e nei week-end, quando non lavora. Sabato ha saltato il pranzo per non interrompere la concentrazione. Aspetta i risultati dei cinque scritti del concorso fatto per il Senato. L’accento morbido del sud adesso vira allo stanco. Ma non si arrende. Meta un lavoro vero a tempo indeterminato, con continuità di salario e contributi.
    Di Matilde la madre mi dice che ha perso il posto nella cooperativa dove ha lavorato per cinque anni. La società ha chiuso baracca. Burattino, forse lei. Matilde, laureata in psicologia, ha una bimba all’asilo e un bimbo alla scuole elementari. Unico salario quello del marito, impiegato in un ente pubblico. Da leccarsi le dita.
    Ilaria, laureata anche lei, un lavoro a tempo interminato adesso lo ha. Lavora in un ristorante sessanta ore a settimana per milleduecento euro al mese. E’ giovane. E’ rimasta un po’ indispettita da una domanda del suo capo che le ha chiesto, sornione, se si sentisse più vacca o più porca. Ultimamente orari di lavoro e stanchezza hanno avuto la meglio. Non ce l’ha fatta a partecipare alla manifestazione del 13.
    Carmen, laurea e dottorato di ricerca, ha lavorato tutto il mese di dicembre in un negozio, promuove prodotti locali in molti eventi, quando la chiamano. Il 13 è tornata da un viaggio di lavoro, non ha potuto partecipare alla manifestazione.
    Marie ha un contratto di lettrice in un’università toscana. Sono stati ridotti salari e ore a tutti i lettori della facoltà. Quando non insegna, traduce cataloghi e libri. Ha lavorato a Natale e Capodanno. La pagano con molto ritardo e candidamente afferma: “Il lavoro c’è. Sono i soldi che non ci sono più”. Il 13 traduceva.
    Del calo di attenzione rispetto al tema lavoro parla il documento dell’associazione Lavoro e Libertà, primi firmatari Cofferati e Bertinotti, che si dicono indignati dalla “continua riduzione del lavoro, in tutte le sue forme, a una condizione che ne nega la possibilità di espressione e di realizzazione di sé”. Chiedono come sia “possibile che di fronte alla distruzione sistematica di un secolo di conquiste di civiltà sui temi del lavoro non vi sia una risposta all’altezza della sfida”.
    La parabola delle donne attraversa il lavoro. Di fabbrica, ufficio, professionale o artigianale, oggi sempre più precario. Al quale si somma quello di cura in famiglia. Una sconfitta che si consuma in silenzio nelle nostre case, nei giardinetti con i figli, nell’accudire genitori anziani. Una sconfitta che disegna il profilo di una donna che non rivendica più nulla. Troppo affannata per essere in piazza. Aggiornata dall’sms dell’amica, della madre, della figlia. Che le raccontano la meraviglia di una piazza piena il 13 febbraio.
    Il prossimo appuntamento è per l’otto marzo, 8ma occasione per parlare con forza di donne e lavoro. La libertà, per troppe, ha da venire.
    Sito di Se non ora quando
    (*) Oli 273 
    (Giovanna Profumo)