Categoria: Oliviero Toscani

  • OLI 286: DISTURBI ALIMENTARI – Grido alla vita da un punto di non ritorno

    L’incontro con lo studio di Oliviero Toscani nasce da un’email che prova a puntar dritta a lui, corredata da link degli articoli sulla a. e b. e su una sua campagna pubblicitaria apparsi su OLI. La speranza e’ quella di trovare un interlocutore, non un mito, ma un uomo.

    Trascorrono due o tre giorni di silenzio, durante i quali la madre della modella a. Isabelle Caro (*), fotografata da Toscani in tutta la lunghezza della sua colonna vertebrale e morta recentemente, si toglie la vita. Vita che sua figlia, sebbene più sottile di un accento, invitava ad amare dai cartelloni pubblicitari come la cosa più importante al mondo.

    Arriva un’inaspettata risposta all’email. E’ una collaboratrice di Oliviero Toscani che vorrebbe prender contatto con me. Ci sentiamo, chiede di raccontarmi, telefonicamente. Possibile farlo in mezzo ad una piazza del centro storico e con uno sconosciuto all’altro capo del telefono? La invito a pormi una domanda. Lei, schietta, chiede: che cosa ti ha suscitato l’immagine di Isabelle? Invidia? So di che cosa sta parlando, anche se una domanda del genere farebbe sgranare gli occhi dei più, non si tratta di pura follia. La realta’ e’ che chi ha imboccato il cammino dell’a. o b. può invidiare 30 kg su 1.65 di altezza. Dallo specchio distorto dell’a. e b. queste misure valgono quanto le forme dell’Olympia di Manet per i più.
    La dichiarazione di anoressia di Isabelle nasconde un altro messaggio, che nulla ha a che vedere con le facili accuse di velleità sensazionalistiche di un fotografo di successo. Il coraggio di mostrare il proprio corpo nella sua interezza, costola per costola, è frutto della consapevolezza di aver raggiunto ormai un punto di non ritorno ed è volontà ed invito assieme a gridare si’ alla vita, per quelli che possono ancora invertire il senso di marcia. La comprensione di questo messaggio richiede in chi soffre di disturbi alimentari un livello di coscienza e di introspezione dal quale la nostra società invita a svicolare. Lo stesso trattamento riservato dai media agli scatti di Toscani in generale ne è la prova. A partire dalla barra di destra della pagina di La Repubblica, questi non offrono certo un servizio di sensibilizzazione rimbalzando le sue fotografie come ennesima provocazione o lanciando allarmi sulle inedie delle star di turno con paralleli fotografici prima e dopo. Questa è la vera insensibilità, l’incoscienza modaiola con la quale si affrontano temi come anoressia e bulimia.
    Non è dato di sapere il livello di intimità del dialogo tra Oliviero Toscani e Isabelle Caro, sicuramente non deve essere affar pubblico, come ormai tutto tende a trasformarsi nei salotti televisivi. Non è necessario che questo scambio sia avvenuto con parole verbalizzate, lo sguardo che si restituiscono nelle foto trasmette una comprensione della realtà che va al di là di qualsiasi commento, coglie un mondo vero e una fisicità reale, al di là degli stereotipi, dei colori, dei difetti, dei dettami della società.
    Per ascoltare Isabelle “basta” iniziare ad amarsi, prima di aver varcato quella soglia. Non è cosa da poco. Però perchè non provarci se in cambio c’è una vita da costruire?
    (*) http://neigeisabelle.blog.mongenie.com/
    (Maria Alisia Poggio)

  • Oli 268: PUBBLICITA’ – Un altro punto di vista

    Partendo e arrivando nelle stazioni ferroviarie d’Italia da circa un mese ci si sente inspiegabilmente osservati. Sono esseri viventi, in gruppo o da soli, che ci guardano da cartelloni pubblicitari dallo sfondo cupo, senza ammiccare. Uomini e donne, nudi, o forse cani e gatti per via della maschera che indossano? Nessun golden retriever che ispira tenerezza o mellifluo gatto che annusa un patè raffinato, nessun bikini o jeans attillato in zona pubica, ad ostentare i gioielli di famiglia. Semplicemente, naturalmente nudi. Al punto che ci si sorprende a domandarsi chi guardi chi, animale-uomo, uomo-animale. Un ambiguità che nulla ha a che vedere con i baci saffici di alcune patinate pubblicità, che corre invece sul sottile confine tra uomo ed animale. 

    Si tratta di una campagna pubblicitaria di alimenti per animali firmata da Oliviero Toscani. Forse basta quest’ultimo particolare a dar adito a polemiche, insieme alla nudità dei soggetti fotografati. Il Secolo XIX ha recentemente pubblicato una lettera di un gruppo di studentesse e professoresse dell’Istituto Duchessa di Galliera di Genova, infastidite dall’esibizione strumentale del nudo femminile. Su facebook è apparso qualche sparuto gruppo che si oppone all’oscenità della campagna, il dibattito è poi attivissimo sulla pagina facebook della stessa azienda che l’ha commissionata. 
    Proviamo però a guardare la questione da un altro punto di vista, parafrasando lo slogan di questa pubblicità. Senza chiederci quale messaggio Toscani voglia trasmetterci, se le sue immagini ci piacciano o meno, se siano in linea con il prodotto o ci sia invece una relazione strumental-provocatoria. Domandiamoci la ragione profonda del fastidio che evocano. Difficilmente si potrà ravvisare nell’ostentazione di un corpo nudo, quando ormai curve ed avvenenza, nel bene e nel male, sembrano diventate essenziali elementi del successo in ogni campo. Il turbamento nasce laddove scorgiamo in quei corpi con i volti coperti una naturale ferinità che ci appartiene, ma che rifuggiamo. Perfettamente complementare alla pratica quotidiana dell’umanizzazione degli animali domestici, la ferinità, nella sua accezione positiva, non feroce, è un punto di incontro tra noi e loro, una comunanza sulla quale fondare il rispetto della natura e degli esseri che reciprocamente la abitano. 
    La maturità, non solo sessuale, par essere inversamente proporzionale alla sua esibizione…
    (Maria Alisia Poggio)
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