Categoria: OLI 264

  • OLI 264: SOCIETA’ – Razzismo insinuante

    Il nuovo razzismo, quello più pericoloso, non dichiara apertamente la propria natura. Non dice di essere contro i migranti, i neri, i rom, i musulmani, gli ebrei in quanto tali. Hitler ed il regime dell’apartheid in Sud Africa, grazie a dio, sono stati sconfitti. Il nuovo razzismo ha imparato a nascondersi, preferisce esordire con la frase “non sono razzista, ma …”, dopo di che possono seguire una marea di parole di ogni brutalità. Non sono razzista “ma i migranti rubano il lavoro, sono ladri, vendono droga, stuprano le donne” … ecc. In certi casi le frasi con il “ma” fanno anche morire dal ridere (per non piangere) come quella raccolta da un giornalista di l’Unità nei primi anni novanta: “Io non sono razzista, sono loro che sono arabi”.
    Alcuni razzisti dopo aver articolato e dettagliato cose evidentemente false contro “gli altri” si permettono di spingersi a dire: “Se questo è razzismo allora sono razzista”. Per certe figure (ministri, preti, ecc.), non completamente stupide, la regola è nascondere totalmente il proprio razzismo. Ma anche loro alle volte scivolano e dicono cose che fanno ridere.
    Don Valentino Porcile, parroco di una delle chiese di Cornigliano, ha scritto una lettera per allontanare i Rom dalla propria parrocchia. Dice al Secolo XIX del 3 giugno che non c’entra il razzismo contro i Rom: “ Qui la razza non c’entra nulla, è in ballo solo la sicurezza e la tranquillità di persone deboli e anziane … Tempo fa, quando il pericolo e le intimidazioni furono portati da un gruppo di sudamericani, non esitai a prendere una posizione simile nei loro confronti”.
    Tempo fa, inoltre, don Valentino Porcile era sempre in testa alle manifestazioni contro la moschea a Cornigliano, non certo perché è contro il diritto di culto dei musulmani, assolutamente no, ma per questioni di traffico, parcheggi e cose del genere.
    Mi chiedo cosa direbbe Gesù ad un parroco che allontana i deboli dalla propria parrocchia. I musulmani credono che Gesù non sia morto, ma sia vivo in cielo e per la maggior parte di loro un giorno ritornerà e tornerà sulla terra per guidare la vittoria finale del bene contro il male. Visto che il suo ritorno non sembra imminente, non c’è nessun altro, a parte Don Gallo, sulla terra di Genova che possa spiegargli che per un sacerdote la “mia gente” sono tutti?
    (s.z.)
  • OLI 264: REPUBBLICA ITALIANA – Quando l’onore va a chi lo merita


    Giacomo Piombo con la sua famiglia il 2 giugno 2010, e con Lucia De Leo al VI° congersso della Cgil Liguria, 1991.

    Nel pomeriggio del 2 giugno, a Masone, si è svolta la parte popolare della festa per la Repubblica organizzata dalla Provincia di Genova, bancarelle, bandiere, piccoli spettacoli per bambini, ma soprattutto Giovanna Marini e la Banda della Scuola Popolare di Musica di Testaccio che alla sera infiammano un teatro strapieno col loro splendido repertorio di canti popolari e politici. Popolare anche l’Inno di Mameli, con tutti in piedi a cantarlo: l’intenzionalità politica è chiara.
    Alla mattina in Prefettura si era svolta invece la parte istituzionale della festa, con la consegna di diplomi dell’Ordine al merito della Repubblica, e medaglie d’onore.
    Per la prima volta una lontana “onorificenza”, quella di Cavaliere della Repubblica, acquista per me la concretezza di una storia e di un volto, quelli di Giacomo Piombo, e questo contatto ravvicinato mi porta a pensare che se per guadagnare questo titolo occorre fare una vita come la sua, allora si tratta di un titolo da scrigno prezioso.
    Penso anche che se una Repubblica, attraverso le sue vie, si accorge e premia una storia e una attività come queste, allora è una Repubblica ancora sufficientemente buona, da festeggiare con inni e bandiere, per incoraggiarla, perché resista, perché non perda se stessa.
    Ex operaio Italsider, operatore della Cgil, segretario della Consulta Regionale per la tutela dei diritti degli handicappati, è comparso molte volte sui giornali per la sua azione incessante, capillare, intelligente, determinata e complessa, rivolta a tutte le dimensioni del problema: innazitutto a quella culturale, pre condizione senza cui discriminazione, esclusione, vergogna, paura non possono essere superati, e poi l’accesso degli handicappati alla assistenza, al lavoro, alla mobilità, alla casa, alla istruzione, al divertimento, allo sport, alla autonomia economica e di vita, fin dove possibile. Tutti aspetti fondamentali della vita, nessuno rinunciabile.
    Tratti della sua biografia sono comparsi sulla stampa o su internet quando Genova gli ha riconosciuto il “Grifo d’oro” il 14 ottobre 2008, e ora in occasione del titolo di Cavaliere.
    Ne riportiamo due (1* e 2**), ma altri di sicuro ce ne saranno.
    (p.p.)
  • OLI 264: CEMENTO – Finanziaria, la casa che non c’è

    Sostiene Carlo Sarro, deputato del Pdl, che “bisogna trovare una soluzione agli abusi compiuti per necessità”, ovvero “l’ampliamento di immobili per avere una stanza in più per i figli”. Che poveretti chissà dove dormivano prima. E’ una delle tante dichiarazioni dei cosiddetti parlamentari peones, quelli che quatti quatti presentano emendamenti che stravolgono le leggi: succederà anche stavolta per la regolarizzazione edilizia delle famose “case-fantasma”, compresa nella finanziaria? Oltre due milioni di immobili censiti da rilevamenti aerei, da cui si vedono tanti bei puntini rossi, che rispetto ai quadratini grigi esistenti sulle visure ufficiali sono assai di più.
    C’è chi protesta per condono in agguato, e chi perché non è un vero condono. Il ministro spergiura che si tratta di un semplice aggiornamento catastale, che darà nuove entrate a stato e comuni, nessun perdono a chi ha costruito in zona di vincolo paesaggistico o ambientale: pena la demolizione. Si sottolinea che, al Catasto dei terreni, già risultano gli intestari delle particelle (porzioni di mappe) su cui gravano gli immobili, in seguito alla pubblicazione degli elenchi sulla Gazzetta Ufficiale avvenuta fra il 2006 e il 2009. Con l’obbligo dei possessori di denunciarli al catasto medesimo entro sette mesi, termine che scade il 31 luglio 2010. Che tanto prima o poi verrebbero scovati comunque …
    La manovra non fa che riconfermare quest’obbligo, spostandolo al 31 dicembre con effetti fiscali dal 2009. Si chiede una modesta autodenuncia, una dichiarazione che su quello spazio c’è un edificato: come mai allora non si rendono noti tali edifici? Forse sono fienili, garage, magazzini, tettoie, legnaie. I funzionari del Territorio hanno suonato alla porta di mezzo milione di proprietari di particelle “sospette”, ma non sono riusciti ad impedire che l’anno scorso fossero costruite in tutta Italia 29mila nuove abitazioni abusive (stima Cresme).
    Ci sarebbero due vantaggi per l’erario statale e per i comuni, l’incasso di sanzioni o di oneri urbanistici, e la “messa a reddito” di un milione e mezzo di unità immobiliari, mentre quasi altrettante particelle pare ospitino fabbricati rurali che non hanno rendite e non pagano imposte. Forse i rustici non vanno più di moda, o sono fabbricati rurali?
    La regolarizzazione concede comunque generosi sconti a chi farà emergere il mattone ignoto. Se infatti ad oggi incredibilmente la sanzione catastale per ritardata denuncia è pari a 300 euro per unità e per un anno di ritardo, riducibile a un quarto, nella manovra si parla di sanzione ulteriormente rdotta di un terzo. Quindi cumulando le due disposizioni si arriverebbe a 50, dicasi cinquanta, euro di multa! Sempre che non si tratti di immobili edificati dove il piano regolatore non prevedeva questa possiblità (Il Sole 24 Ore, 26 maggio).
    Ecco spiegato il perchè delle omesse denunce e perchè questa regolarizzazione è una bufala: le case fantasma sono spesso abusive e chi mai si autodenuncerà se si è a rischio penale e di demolizione? Anche se ci sono voluti quarant’anni per abbattere l’ecomostro della Palmaria, meglio restare anonimi, a meno di un bel condono: con buona pace dei soliti cittadini che hanno pagato il dovuto e denunciata la finestra da allargare. Mentre da nord a sud si recinta alto per la privacy del costruito dentro. No condono no party.
    Ci conforta sapere che Genova risulta penultima, con 4.756 particelle con fabbricati non dichiarati e un 5,4 d’irregolarità ogni mille abitanti, a fronte delle 55.161 di Avellino e 125,5 d’irregolarità. Nonostante un Tar dispettoso.
    (b.v.)
  • OLI 264: SOCIETA’ – Igiene mentale post partum

    Repubblica 4 giugno. Proposta dei ginecologi: “Trattamento obbligatorio per le neomamme depresse”.
    L’idea arriva al Ministro della Salute Fazio da Giorgio Vittori, presidente della Sigo (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) e da Antonio Picano, presidente dell’associazione Strade onlus.
    “Un’equipe specializzata potrebbe occuparsi 24 ore su 24 delle donne con comportamenti potenzialmente omicidi”.
    Pare che nel nostro paese ne abbiamo bisogno circa mille pazienti per anno.
    Della sostanza della proposta si preoccupa Maria Burani Procaccini, già presidente della Commissione Bicamerale Infanzia, che si dichiara “fermamente contraria all’uso del Tso per le mamme depresse, non come linea di principio, ma perché dietro la richiesta di Tso non c’è azione preventiva, non ci sono strutture degne di questo nome che affrontino il problema della depressione femminile”
    Pare che, con una piccola modifica della legge 180, il Tso potrebbe essere effettuato in comunità terapeutiche come dichiara Tonino Cantelmi, presidente dell’Associazione Italiana Psichiatri Cattolici e che esistano “Già test specifici da somministrare alle donne durante la gravidanza, che permettono di individuare quelle a rischio di cadere in depressione dopo il parto” precisa Cantelmi ad Avvenire.
    Altre dichiarazioni delineano un’azione morbida con la presenza di “operatori qualificati, anche un infermiere, che resta al fianco della mamma 24 ore su 24 per proteggerla e allo stesso tempo accudire il proprio figlio”. Come un Angelo Custode.
    In nessuna delle dichiarazioni viene messa in luce l’atroce solitudine di molte donne per le quali basterebbe un luogo dove confrontarsi, parlare ed essere ascoltate.
    Un luogo che non sia il quadrilatero dei giardinetti sotto casa. Dove approdare 24 ore su 24 se ne sentono il bisogno.
    Che bella iniezione di vita la presenza di mamme e bambini nei reparti psichiatrici del territorio nazionale, dove atterrerebbero le mamme “certificate depresse” in mancanza di comunità terapeutiche in grado di accoglierle. Un balsamo per pazienti, familiari e personale medico, che tra una seduta, la terapia farmacologica e la TV potrebbero confrontarsi con il cambio dei pannolini, il pianto e le poppate notturne dei neonati. Come in una favola di Gianni Rodari.
    Sì. Tutto sommato l’idea di Vittori e Picano è davvero geniale, una Basaglia rinforzata.
    C’è da augurarsi che propongano, per il contenimento delle spese e il rinnovamento della sanità, l’unificazione immediata dei reparti di psichiatria e maternità. Uno scoppiettante scenario pieno di follia e vita.
    (g.p.)
  • OLI 264: CITTA’ – “viaXvia”: Guida alla rete Amt, municipi, servizi e chiese cattoliche

    Per chi preferisce i mezzi pubblici al veicolo privato, Amt propone la quarta edizione (2009/2010) di “viaXvia”, agile guida in formato A4 distribuita gratuitamente.
    In 64 pagine a colori, fitte di informazioni e pubblicità, gli utenti trovano uno stradario completo con dettagliate mappe dell’intera città di Genova, dove con opportune simbologie e rimandi sono evidenziate le linee della rete di autobus, filobus, ascensori, funicolari, volabus e navebus.
    Ampio spazio è dedicato ai nove municipi in cui si suddivide il comune, con indirizzi, recapiti telefonici e web, orari di apertura e altri dati per consentire ai cittadini di rapportarsi agevolmente non solo ai relativi uffici politico-amministrativi e tecnici, ma anche – per ogni ambito territoriale – alle biblioteche, centri civici, strutture sanitarie e assistenziali, scuole di ogni ordine e grado, musei, teatri, forze dell’ordine e altri servizi.
    La voce “CHIESE” riporta un pratico elenco, con indirizzo e telefono di ciascuna (dalla Cattedrale di San Lorenzo a tutte le altre), aggiornato al 15 febbraio 2007 e per il quale si ringrazia la Curia Arcivescovile di Genova che l’ha fornito.
    Lodevole attenzione per le esigenze dei fedeli cattolici e della Chiesa.
    Ma perché in uno strumento proposto all’intera cittadinanza si sono privilegiati i credenti in una soltanto delle diverse religioni praticate sul territorio nazionale, sia pur la più radicata e diffusa, ma di certo non l’unica?
    Per un’informazione più corretta, sarebbe opportuno che dalla prossima edizione si scrivesse non più “CHIESE” ma “LUOGHI DI CULTO” e che oltre ai templi cattolici si inserissero anche quelli delle altre confessioni cristiane (ortodossi, luterani, evangelici, metodisti, valdesi, mormoni, testimoni di Geova…), la sinagoga (presso la quale è tra l’altro allestito un pregevole museo ebraico non citato), le sale di incontro e preghiera musulmane (in attesa della moschea) e le altre realtà espressione della sempre più articolata varietà di culture conviventi nel nostro paese.
    Tutto ciò comporterà di sicuro un maggiore impegno redazionale nella raccolta dei dati e nella stesura dei testi, ma appare assolutamente doveroso per una benemerita Azienda che intenda offrire al pubblico un sempre più utile e completo servizio informativo.
  • OLI 264: IMMIGRAZIONE – Quando ad essere incostituzionale è una legge del centro – sinistra

    La Corte Costituzionale con sentenza n. 187/2010 del 26 maggio, ha dichiarato l’illegittimità’ costituzionale dell’art. 80, comma 19, L. 388/2000, nella parte in cui richiede il possesso della Carta di soggiorno ai fini della concessione agli stranieri regolarmente soggiornanti nel territorio dello Stato dell’assegno mensile di invalidità.

    Per ottenere la Carta di soggiorno la legge sull’immigrazione richiede il possesso di un reddito minimo ed il soggiorno in Italia da almeno 5 anni. Di recente, la Corte Costituzionale aveva dichiarato illegittimo ed illogico che si richiedesse indirettamente la disponibilità di un reddito per l’erogazione di misure mirate a supplire all’incapacità della persona di produrre reddito. Rimaneva, però, il requisito di soggiorno quinquennale.

    Ora la Corte dichiara illegittimo (in materia di assistenza destinata a garantire il sostentamento minimo della persona), qualsiasi discrimine tra cittadini e stranieri regolarmente soggiornanti fondato su requisiti diversi dalle condizioni soggettive. Ciò contrasta con il principio sancito dall’art. 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, per come esso e’ interpretato dalla Corte di Strasburgo.

    La sentenza dà quindi un colpo definitivo ad una norma (art. 80, comma 19, L 388/2000) che usava la Carta di soggiorno (introdotta per semplificare la vita burocratica di chi soggiorna in Italia da più di 5 anni), per escludere molti cittadini immigrati dal diritto alle misure di assistenza sociale.

    Tale norma è stata introdotta, appunto, nella legge finanziaria del 2000. Allora non governavano Bossi e Fini ma un governo di centro sinistra (Ulivo, PDCI, UDEUR, Indipendenti): presidente del consiglio Giuliano Amato, ministro della solidarietà sociale Livia Turco, ministro della Economia e delle Finanze Ottaviano del Turco. Questo spiega il grande ritardo della politica sull’immigrazione e la grande fatica che incontra l’integrazione nel nostro paese.

    (s.z.)

  • OLI 264: PAROLE DEGLI OCCHI – Buon compleanno Repubblica!

    (a cura di Giorgio Bergami)
    Foto di Paola Pierantoni
    Concerto di Giovanna Marini con la Banda di musica popolare di Testaccio
    realizzato il 2 giugno 2010 al Teatro Opera Monsignor Macciò di Masone
    per la festa della Repubblica organizzata dalla Provincia di Genova in collaborazione con tutti i Comuni e la Comunità della Valle Stura.
  • OLI 264: LETTERE – La banalità del normale

    Alcune domeniche fa ho assistito a un concerto di musiche ebraiche in un Santuario della Provincia di Genova. Cantavano i cori della sinagoga di una delle più grandi comunità ebraiche d’Italia e quello di una nota e gloriosa città israeliana.

    La serata era cominciata all’insegna della più consueta normalità. Gruppi di cittadini ebraici che si incontrano e si salutano; persone gentili e sorridenti venute da lontano che si fotografano, o si danno da fare per posizionare al meglio telecamere portatili e registratori; famiglie venute anche da fuori per incontrare parenti e connazionali; qualche giovanotto ben curato e robusto che può far pensare, ma solo per un attimo, a qualche forma di protezione.

    E poi il solito ristretto gruppo di abitanti della cittadina ospitante, intervenuti per sentire musica che è difficile normalmente ascoltare, per curiosità, o semplicemente per passare la serata.

    Non capita spesso che musica ebraica venga ospitata da un santuario cristiano e quindi il concerto acquistava quasi un valore particolare. Scambi di doni tra assessori e rappresentanti del coro e della città Israeliana, sorrisi, cortesia, qualche imbarazzo per l’assenza del Sindaco, ma nessuna parola politica, nessun accenno, neanche sotto traccia, al bisogno di pace e di convivenza fra due popoli in due stati, pure portata avanti da sempre dalla maggioranza di centro-sinistra che governa il Comune ospitante. Forse è giusto così, che i concerti e l’ospitalità si svolgano in un’atmosfera di sopore, di condivisa ipocrisia di superficie. Ma forse è la cosa peggiore! Infatti l’ostentazione nazionalistica ha fatto irruzione col coro della comunità ebraica italiana che portava al collo la bandiera ebraica, cemento di identità contrapposto all’altro diverso da te, e durante il canto del coro della città israeliana una voce chiara e schietta ha scandito il tragico slogan: morte ai Palestinesi! Nessuno ha protestato, nessuno ha avuto da ridire, anzi non era possibile dire niente. L’abisso affiorato dalla normalità di una serata di concerto costringeva al silenzio e, in un certo modo, rinfrancava chi da quelle parole si sentiva rappresentato. E così l’abisso si è subito richiuso. Mi ha preso un’inquietudine angosciata e me ne sono andato.

    Poi c’è stata la prima nave per Gaza con i suoi morti, la seconda che ha portato nei pressi di Gaza aiuti umani e materiali nel nome di Raquel Corrie. E poi l’O.N.U. e le sue condanne del governo di Israele e il Papa con le sue preghiere. E le inchieste che non si faranno mai.

    Ma anche il corale appoggio ai pacifisti e alle politiche di pace, le dichiarazioni di Amos Oz, che, rompendo finalmente l’omertà e l’ambiguità, reclama confini certi per il popolo Palestinese (quelli anteriori alla Guerra del 1967) il riconoscimento dello Stato di Palestina in Cisgiordania, l’apertura di trattative con Hamas per Gaza, Gerusalemme est capitale della futura nazione Palestinese unificata.

    E poi Noa, la cantante bravissima e bellissima, che vergognandosi del suo governo e chiedendone le dimissioni, ha proposto a tutto il mondo dell’arte che si faccia promotore di pace e di sostegno alla causa della convivenza di due popoli in due stati.

    Parole forti, parole dense. Vedremo quanto passerà perché vengano risucchiate dalla banalità del normale.

    (Angelo Guarnieri)


    <– TORNA AL SOMMARIO