Categoria: Rete a Sinstra

  • OLI 427: POLITICA – La sinistra dei 100 fiori, i cani e i porci

    Alla fine fu un atroce inganno e quello che parve a molti uno straordinario progetto di rinascita cultuale e politica si trasformò in una trappola tesa dal leader per individuare coloro che dissentivano.
    Per questo leggere su Il fatto quotidiano del 29 giugno il titolo “Contro Renzi neocentrista una sinistra dei cento fiori” non sembra esattamente propedeutico alla fortuna del progetto.
    Certo qualcosa bisogna comunicare, e dev’essere questo motivo che ha spinto Cofferati a scegliere la metafora della primavera cinese per lanciare l’idea che porterà in campo le energie di “chi ancora non c’è e chi si è allontanato”.
    Alla sua generazione Cofferati assegna il compito di mettere a disposizione “l’esperienza” ricordando che “c’è bisogno del protagonismo dei giovani”, comunque, prima o poi, è sempre lì che si approda.
    Alla festa nazionale della Fiom, dichiara Cofferati, si è parlato di “beni comuni, land grabbing, diritti della rete” ed è dai valori di riferimento che bisogna partire
    Quindi, proprio nel momento in cui torna in edicola L’Unità ed anche le feste del PD si riappropriano del nome della testata – la parola “unità” per un certo periodo fu cancellata da solerti funzionari – viene lanciato il cantiere della nuova casa ché quella originaria è stata squattata.
    Non è in agenda un bilancio politico del perché un partito con una storia così importante non sia stato presidiato, per essere ceduto a chi ne massacra ideali, magari riflettendo sul fatto che aver definito il PD  “ditta” non faceva onore alla storia ed ai fini nobili dell’impresa, parafrasando le metafore aziendali.
    Civati, compagno di esodo di Cofferati e Fassina, ha già un sito della nuova creatura battezzata “Possibile”, un prodotto politico dal marketing accattivante ma dai contenuti ancora un po’ vaghi.
    Il rischio che si corre è che si metta in scena il gioco delle tre tavolette, imbarcando nel progetto volpi di partito che, quando dovevano proporre e presidiare, non l’hanno fatto.
    Se è vero che a sinistra c’è una prateria da esplorare, sarebbe interessante capire perché Rete a Sinistra, che in Liguria ha fatto una dura campagna contro il PD, non abbia colto la sfida di dare il proprio voto per la Vice Presidenza del Consiglio Regionale ad Alice Salvatore di M5S, favorendo invece  la carica di Pippo Rossetti, mentre a livello nazionale proprio Civati, referente politico di Rete a Sinistra, non disdegna il sostegno a M5S per promuovere i 7 referendum contro leggi volute dal PD di governo. Mistero
    Nel frattempo, per il rotto della cuffia,  Toti ha salvato il progetto “codice d’argento”, che garantisce l’assistenza domiciliare estiva a famiglie “economicamente fragili” che stava per saltare perché la giunta precedente, dopo averlo messo a bilancio, non aveva deliberato. La vicenda, sulle pagine locali per qualche giorno, ha registrato anche le dichiarazioni fatte al Secolo XIX da Anna Banchero – ex-coordinatrice nazionale dei progetti regionali destinati agli anziani – che, mentre stavano per saltare i fondi, ha dichiarato: “Questa non gliela perdonerò mai, parlo della giunta Burlando. Hanno dato contributi a cani e porci, e non sono stati in grado di trovare 200 mila euro per mandare avanti un progetto che ci invidia mezza Italia”.
    Cani e porci. Chissà a chi si riferiva. Chissà che la sinistra dei 100 fiori non voglia approfondire.
    (Giovanna Profumo – foto dell’autrice)

  • OLI 424: SINISTRA – In assenza del Messia si parla di maria

    Dove eravamo rimasti?
    Che per le Regionali della Liguria don Farinella aveva sognato di unire M5S e sinistra-sinistra in una grande coalizione senza riuscirci, e che poi era stato proposto e votato Giorgio Pagano per alleare almeno Rete a Sinistra e Altra Liguria (due componenti nelle quali erano confluiti SEL, Rifondazione, verdi, civatiani, lista Doria e tutti quelli che nel Pd si oppongono a Renzi) e che era quasi fatta, ma poi la pubblicazione di un carteggio mail ha dato la stura ad una coalizione, sostenuta da Cofferati, sfavorevole a Pagano, così è partita la candidatura di Pastorino (anche lui sindaco ma di Bogliasco, nonché parlamentare). Allora Giorgio Pagano ha rinunciato a candidarsi per non portare su di sé l’onta di aver scisso la sinistra, però Altra Liguria non ha appoggiato Pastorino ed ha deciso di presentarsi da sola insieme ai Verdi.
    Situazioni che nemmeno gli sceneggiatori di House of Cards arriverebbero a immaginare…
    Così da anime della sinistra i potenziali elettori si sono trasformati in anime in pena.
    Quello che rimane di questa catastrofe, militanti sopravvissuti, era in Largo Pertini sabato mattina per la presentazione del candidato Antonio Bruno della lista l’Altra Liguria e ai giardini Luzzati domenica ad un incontro-aperitivo a favore della legalizzazione della cannabis, organizzato dai sostenitori di Pastorino.
    Alla prima iniziativa è venuto a buttare uno sguardo anche Pierfranco Pellizzetti – analista raffinato e crudele del contesto politico regionale – che con un certo compiacimento non ha fatto che ribadire, interpellato, quello che già aveva scritto su Pagano, Pastorino e compagni, alimentando l’impressione che esista davvero la schiera dei promotori “del tanto peggio, tanto meglio”.
    Alla seconda iniziativa, con ragionevole ritardo, si è presentato Pastorino, sulla scia di una tradizione consolidata per la quale i candidati sono come le spose. Per fortuna i suoi giovani supporters avevano preparato seriamente l’incontro sviluppando, anche in assenza del candidato, il tema cannabis nelle sue molteplici sfaccettature: utilizzo a fini terapeutici, personale, imprenditoriale e come rilancio delle aree agricole abbandonate dell’entroterra. Mentre il Consiglio comunale genovese ha approvato una mozione favorevole

    alla legalizzazione. Accrescendo in chi scrive la convinzione che il milione di metri quadri vista mare, con tanto di moli, afferenti all’Ilva di Cornigliano potrebbero essere convertiti alla coltivazione e lavorazione della pianta, se dovesse venir meno la vocazione siderurgica del sito.
    Al dibattito ai giardini Luzzati, grazie ai relatori informati sulle inchieste andate in TV, è stato possibile un approccio costruttivo al tema della legalizzazione dell’oro verde, a partire dalla possibilità di sottrarre alla criminalità organizzata – Camorra SpA – un mercato che in Colorado ha creato legalamente 10.000 nuovi posti di lavoro, più il gettitio fiscale che permettermebbe un’entrata di otto miliardi di euro annui.
    Gli interventi dei presenti hanno dato voce alla fatica di chi, gravemente malato, è sottoposto alla sadica burocrazia del sistema sanitario per ottenere cannabis, e dei consumatori che rivolgendosi alla rete illegale dello spaccio, rischiano di assumere sostanze tagliate e gravemente dannose. Peccato che gli operatori del Sert non siano intervenuti, che fossero assenti i medici del lavoro che, per legge, devono verificare il consumo di droghe nei siti produttivi e che poco si sia detto sulle piantine coltivate dai militari italiani a Firenze.
    Così in assenza del messia a sinistra si è parlato di maria.
    Un saggio provvidenziale inizio. Una speranza per il coltivatore diretto di Ospedaletti finito in manette dopo aver convertito la produzione della sua azienda alla coltivazione illegale di canapa.
    (Giovanna Profumo – foto dell’autrice)