Categoria: Silvia Parodi

  • OLI 425: LETTERE – Cara Paita, l’opinione di una candidata

    La signora Lella Paita in questi giorni ci comunica alcune cose della sua visione del mondo attraverso le migliaia di manifesti elettorali che impestano la città. Il suo slogan “La Liguria va veloce” ben si presta però a completamenti ironici di vario genere su internet o sugli stessi manifesti (“La liguria va veloce a bagno/contro un muro/alla morte/alla cementificazione…oppure “La Liguria va veloce. Anche il Bisagno non scherza” del comico Daniele Raco, tanto per fare alcuni esempi…)
    Ironie a parte, questo slogan sa proprio di vecchio! Mi ricorda lo zang tumb tumb di Marinetti e i futuristi, roba di 100 anni fa ormai più che superata, oppure mi ricorda i progetti insensati dell’alta velocità che sperperano miliardi di euro per portare merci cinesi da Genova a Tortona impiegando qualche minuto in meno, mentre i pendolari viaggiano come bestie sui pochi treni rimasti e le nostre fabbriche chiudono.
    Allora cara Lella te lo dico, stai sbagliando tutto: il vero cambiamento, la vera rivoluzione è lo slow: cibo, turismo, tempo libero… Basta correre! Basta correre verso l’ormai pressoché irrimediabile disastro climatico e ambientale. Adesso, se vogliamo dare ancora una speranza di futuro ai nostri figli, è ora di rallentare, anzi inchiodare la macchina distruttrice del falso progresso.
    Le persone più sagge oggi cercano uno stile di vita più a misura d’uomo, a contatto con la natura, trovando in questa dimensione i ritmi adeguati per se stessi e i propri cari, una vita rallentata che ci liberi da ansia e stress imperanti. “Più orti e meno lexotan!” Ecco il mio slogan se avessi i soldi per farmi i manifesti.
    La politica oggi dovrebbe impegnarsi per migliorare la qualità di vita dei cittadini, dovrebbe preoccuparsi, e molto, della sostenibilità ambientale, dovrebbe prediligere e favorire attività economiche che valorizzino il territorio e lo salvaguardino, così come le sue produzioni tipiche, agricole, artigianali e industriali locali. Sempre più giovani e adulti ad esempio sognano di tornare alla terra, ad una dimensione di vita più autentica, recuperando anche valori come la condivisione e la solidarietà con i vicini e la comunità locale. E tanti vi riescono, anche se con grande fatica e nessun aiuto dalle istituzioni.
    L’Italia e ancor di più la Liguria, hanno tra i loro punti di forza il turismo, l’arte, l’agroalimentare e la gastronomia. Il turista (ma anche il cittadino) cerca il buon cibo locale e ambienti naturali incontaminati.
    Su queste cose deve puntare la nostra bella regione rovinata dal cemento.
    Dai viadotti non nasce niente, dalle fasce nascono i fior (e le olive, le verdure, il basilico…)
    (Silvia Parodi, ingegnere ambientale, candidata con Progetto Altra Liguria)
  • OLI 308: LETTERE – Esistono ancora giornalisti?

    Nauseata dalla politica e dalla disinformazione asservita ai padroni, di destra o di sinistra, economici o politici, riporto alcuni esempi vissuti ultimamente:
    1- informazione sui referendum dell’acqua.
    Faccio parte di un comitato, da anni lavoriamo raggiungendo le persone solo attraverso le nostre forze e il volontariato, trasversali ai partiti, organizzati, trasparenti come l’acqua. Un movimento che ha risvegliato gli italiani, coinvolto i giovani, fatto impegnare molti cittadini in prima persona. Solo questo dovrebbe essere un evento da prima pagina! Eppure in questi anni nessuno dei grandi media ci ha considerato, non hanno cercato i fatti, i protagonisti, ma hanno ubbidito ai padroni di turno che chiedevano di depotenziare il movimento e far risaltare altre forze. Mi indigna questo non volere raccontare la realtà, questa incapacità di andare a fondo, questa inevitabile ignoranza che poi traspare negli articoli infarciti di errori e omissioni.
    2- conferenza stampa di presentazione del decennale del G8 a Genova e mostra fotografica.
    Si è parlato al 99% del programma, con eventi su lavoro, beni comuni, ambiente, povertà, ecc.. e solo all’1% si è accennato al ricordo della repressione del 2001. E’ stato ribadito con forza che il decennale non vuole essere il ricordo degli scontri, ma un nuovo ritrovarsi a discutere cose concrete, diritti umani, partecipazione. La mostra contiene centinaia di foto da tutto il mondo sui temi suddetti e solo qualcuna degli scontri del 2001. I pochi giornalisti presenti hanno fatto qualche ripresa e dopo pochi minuti se ne sono andati. Risultato: i servizi sulle TV locali o sui giornali mostravano SOLO le 3 foto degli scontri, rievocavano solo quelli, paventavano timori sulla sicurezza. Questo non è raccontare la realtà.
    3- scontri NO TAV in Val Susa.
    Il fatto: 70.000 persone manifestano pacificamente e 100 imbecilli tirano pietre. La sera apro il sito di Repubblica e i titoli naturalmente parlano solo degli scontri. Le foto danno la misura dell’indegnità di questa informazione: ci sono molte gallerie fotografiche dedicate al lancio di pietre, la singola pietra fotografata in alta risoluzione in tutto il suo tragitto con decine di scatti, da bravi ed esperti fotografi. Poi da un link nascostissimo ecco le foto della manifestazione pacifica: poche immagini di pessima qualità scattate probabilmente dal telefonino di qualche manifestante. Questo è l’emblema della disinformazione: tutti i migliori fotografi a coprire i 100 violenti, nessuno a coprire i 70.000 pacifici. Questa sproporzione è vergognosa. Probabilmente figlia di direttive dall’alto, perché tutti i giornali fanno gli interessi di qualcuno, che sia il capo del governo o sia il partito di opposizione sostenitore della TAV e della privatizzazione dell’acqua…
    Io, cittadina qualunque, farei due appelli.
    Il primo ai giornalisti, perché ritrovino dignità e professionalità, perché il loro lavoro sia raccontare la realtà, non distorcerla o ometterla. Dove è finita l’etica professionale?
    Negli Stati Uniti molti giornali stanno chiudendo, dicono che è un dramma per l’informazione. Ma per come stanno le cose in Italia, io quasi mi auguro che anche i nostri chiudano, perché così come sono fanno solo danni alla verità. Vorrei vedere professionisti che studiano le cose, vanno sul posto e ci passano del tempo per capire.
    Il secondo ai cittadini: non credetegli più! Oggi grazie a internet è possibile informarsi direttamente alle fonti, testimoni scrivono e fanno girare l’informazione. Sfruttiamola. Oppure andiamo noi in prima persona, quando possibile, a vedere, e raccontiamolo.
    Naturalmente ci sarà anche qualche giornalista che lotta contro tutto questo, o qualcuno che crede che le critiche non siano per lui. Può darsi, ma io lo esorto in ogni caso a fare di più perché la sua voce onesta si faccia spazio tra le altre.
    Silvia Parodi – cittadina di Genova