Categoria: Facoltà di Architettura Genova

  • OLI 422: CITTÀ – “Vola solo chi osa farlo”, da Antigone a Santa Maria in Passione

    San Silvestro e Santa Maria in Passione, marzo 2015

    Sulla vetta della Collina di Castello dove Genova nacque 2500 anni fa, accanto al complesso di San Silvestro ricostruito come sede universitaria di Architettura si estende Santa Maria in Passione, altro convento femminile dalla storia millenaria anch’esso devastato dalla seconda Guerra mondiale, che però giace ancora rovinato dai crolli bellici e postbellici, proprietà del Comune.

    San Silvestro e Santa Maria in Passione, circa 1985

    Contestualmente alla rinascita di San Silvestro, alla fine degli anni Ottanta si erano avviati consistenti lavori di sgombero delle macerie, ritrovando vani sepolti congelati al momento della distruzione, con affascinanti tracce della vita che vi si svolgeva: quasi una Pompei di pochi decenni prima con saloni, cucine, cisterne, scale, corridoi, scantinati, i parlatori e la grande lavanderia, oltre alla chiesa e al chiostro con giardino che erano rimasti sempre in vista. Saggi di scavo avevano indagato anche testimonianze dell’antichissimo insediamento preromano. Dal 1992, con l’intenzione di farne un parco archeologico co-finanziato dall’Unione Europea, si era proceduto alla messa in sicurezza delle strutture pericolanti, alla protezione dei resti con coperture moderne e alla ricostruzione della parte affacciata su via di Mascherona, adibita a sede dell’Osservatorio Civis, un ufficio comunale che forniva un eccellente servizio di documentazione e monitoraggio computerizzati, con la diffusione di informazioni sul centro storico, attività di sostegno della pianificazione urbana e ottimizzazione della gestione operativa degli interventi sul territorio.

    San Silvestro e Santa Maria in Passione, circa 1985

    Custodiva anche le chiavi della zona recintata, curandone la pulizia e l’ordinaria manutenzione e consentendone l’accesso al pubblico in occasioni particolari, come visite guidate o nel 1999 e 2005 le affollatissime Giornate di Primavera del Fai, il Fondo per l’Ambiente Italiano, durante le quali flussi ininterrotti di centinaia e centinaia di genovesi e no entrarono per la prima volta a scoprire tale inaspettato tesoro.
    Subentrata nel 2007 la giunta Vincenzi a reggere la Civica Amministrazione con differenti indirizzi rispetto alla precedente, l’Osservatorio venne smantellato e sostituito da nuovi organismi collocati altrove, mantenendone però il sito web che consente di continuare ad accedere almeno in parte al patrimonio di dati raccolti.

    Attualmente quei locali ospitano il Centro antiviolenza e l’Ufficio cittadini senza territorio, realtà degnissime che però nulla hanno a che vedere con la specificità di un sito così ricco di significati e di storia e soprattutto che più non si curano del suo mantenimento. L’area delle rovine, scampata a un immaginifico progetto di ricostruzione come ampliamento della Facoltà e annessa biblioteca, rimase abbandonata a se stessa e preclusa alla città, nell’apatia degli enti che avrebbero dovuto occuparsene. Una squallida rugginosa ed eternamente provvisoria barriera in tubi Innocenti, rete metallica e filo spinato, in mezzo alla ricostruita piazza di San Silvestro, la separava dall’accesso ad Architettura, finché il 15 marzo del 2012 un gruppo di studenti e altri volontari che già si dedicavano a una sottostante zona verde utilizzata per sperimentazioni didattiche all’aperto e occasioni di incontro, da loro risistemata e battezzata Liberi Giardini di Babilonia (vedi Oli 345), in cui si parlava pure di analoghe azioni in salita della Misericordia e nei Giardini Rotondi) decise che i tempi erano maturi per abbattere lo sbarramento e occupare l’area non per sé, ma per riaprirla a tutti e in primo luogo agli abitanti nei dintorni.

    San Silvestro
    e Santa Maria  in Passione, marzo 2015

    “L’inerzia burocratica e il rimbalzo delle responsabilità hanno portato a questa condizione di immobilismo e hanno fallito: per questo motivo un atto semplice, spontaneo, consapevole e risolutore trova legittimazione anche se varca i confini della consuetudine legalitaria. Ci assumiamo la responsabilità di questo gesto collettivo, perché crediamo nella necessità di tornare a pensare la società non solo come insieme di leggi, ma come sistema di valori etici, culturali e politici”, aggiungendo “Vola solo chi osa farlo”, citazione da Luis Sepúlveda.
    E ancora: “Oggi dimostriamo quanto possa essere semplice ed efficace interagire con lo spazio pubblico in autonomia: la responsabilità individuale e collettiva è infatti il motore del nostro agire, giusto anche se illegale”.
    Questo e molto altro hanno scritto – e non può non venire in mente Antigone, nodo cruciale della coscienza civile occidentale – nei comunicati che via via producono, frutto di matura riflessione politica alimentata da assemblee settimanali che non si esauriscono in teorizzazioni, ma producono azioni concrete come la faticosa pulizia dell’area invasa da arbusti e sterpaglie, bonificata e resa praticabile nell’ottobre 2014, con la massima attenzione al rispetto e alla salvaguardia dei resti poi commentati con visite guidate e apparati illustrativi, restituendole quella dignità di parco archeologico in nuce vagheggiato all’inizio.

    A dicembre si è avviata l’impegnativa organizzazione delle periodiche Raibe, le animate aperture al pubblico così chiamate ricordando gli antichi magazzini/mercati genovesi dal nome arabeggiante, d’ora in poi con cadenza mensile, ogni seconda domenica.

    Video https://www.youtube.com/watch?v=XpDKYYXsDHI

    Raiba, 8 marzo 2015

    L’ultima è stata lo scorso 8 marzo, dal mattino a sera inoltrata, riuscitissima con folta partecipazione e attività di vario genere distribuite ovunque, come si può vedere nella pagina Facebook dei Liberi Giardini di Babilonia.  Nel desolante panorama partitocratico locale e non solo, verso il quale la disaffezione e il disgusto dei cittadini stanno crescendo in modo sempre più preoccupante, questa esperienza di entusiasta gestione diretta di una sia pur minuscola porzione della polis da parte di chi vi abita o studia o lavora o desidera comunque prendersene cura – che tra l’altro la fotografa Federica De Angeli ha scelto quale stimolante tema per l’edizione 2015 del suo Corso di Fotografia Avanzata – rappresenta un vitale laboratorio di buona politica che le istituzioni, con le quali sono già avviati contatti, farebbero bene a non ignorare né sottovalutare, o ancor peggio ostacolare, ma favorire, senza tentare di fagocitarlo ma rispettandone l’autonomia e la libertà, come modello positivo per il diffondersi di analoghe pratiche di buon governo dal basso, qui a Genova e nel resto d’Italia.
    Non siamo che agli inizi. Il seguito alla prossima puntata.
    (Ferdinando Bonora – fotografie dell’autore)

  • OLI 407: MUNICIPI – Medio Levante, ecologisti per caso

    Si è svolto presso il Municipio il convegno “Idee per il futuro”, presentazione del lavoro di questi ultimi anni dei laureati e laureandi della Facoltà di Architettura su un modo diverso di ripensare la Mobilità, con focus su forte di S. Martino, Fiera e dintorni, Brignole – Tommaseo e Boccadasse – corso Italia.
    I progetti spaziano dai giardini di Brignole, dove si è collocato, primi del tragico alluvione del 2011, il Mercato Orientale con parcheggi, negozi, bar e sopra un parco a verde per arrivare al degradato Forte di S. Martino con un percorso ciclopedonale e le creuze dell’Antica Via Romana da ritrovare.
    In stand by la Fiera, tra un’ipotesi di stadio o di centro commerciale all’ex palazzo Nira – un brivido – anche se questi spazi andranno pur recuperati, e l’agognato collegamento con il Porto Antico, mentre Boccadasse lotta per il suo ruolo di “borgo di pregio”. Se Architettura propone una riqualificazione pedonale all’interno, intanto gli abitanti ne invocano la pedonalizzazione completa, più sanzioni, sono arrivati persino in consiglio comunale con le foto di veicoli illegalmente parcheggiati a testimonianza di reato: che figura, tra queste c’era pure l’auto di un residente.
    Anche il sindaco presenzia per un po’ e gli assessori all’Urbanistica e alla Mobilità sono a disposizione dei cittadini intervenuti: il comitato della tramvia in Valbisagno, la signora che si lamenta degli eventi in Fiera, accidenti quanto fastidio. Chi invoca il diritto alla vivibilità dei cittadini, citando come esempio piazza della Vittoria: troppe auto, non si può passeggiare e ha ragione; peccato che a parlare sia il progettista del megaparcheggio bocciato sotto le Caravelle.
     Tra innovazione e creatività di occhi giovani, un accorato appello per un potenziamento del trasporto pubblico, della ciclopedonabilità più diffusa, della pedonalizzazione, che il Municipio presenta come fiore all’occhiello del nuovo corso. Che smemorati! Ci si dimentica che quatti quatti la sera prima in Consiglio di Municipio si è votato tutti insieme appassionatamente, tranne Sel, per la cancellazione delle corsie gialle in corso Aurelio Saffi, direzione centro. Il marciapiede davanti al solo palazzo in curva non è sicuro, è troppo stretto, come se a Genova fosse una rarità. E una bella ringhierina per andare in sicurezza? In realtà si protesta perché non ci sono più i parcheggi davanti al portone, ma appena cinque metri più in là.
    Dopo via Archimede e via Tommaso Invrea, si chiedono di nuovo altre modifiche o soppressioni alla corsia bus per il solito motivo, il parcheggio, un refrain irresistibile per la politica dal cuore tenero. Eppure gli abitanti sono diminuiti, non sarà che le auto in famiglia dei residenti della Foce sono più d’una e non si può garantire spazio a tutti?
    Pochi giorni sono passati anche dalla bocciatura in Commissione Municipio di una mozione per limitare il consumo di suolo e anzi incrementare aree verdi e permeabili nella zona della Foce, da considerarsi a rischio fino a quando non si completeranno le opere sul fiume Bisagno e rio Fereggiano: basta costruire e in primis nel sottosuolo. “Non diamoci troppi vincoli, ci sono già le normative”, sostiene il pd astenendosi, mentre l’opposizione votava contro: cassata dunque la mozione, tenuta nel cassetto per mesi.
    Che bello chiacchierare al buffet di ecologia.
    (Bianca Vergati)