Categoria: Albaro

  • OLI 422: BENI COMUNI – Valletta Cambiaso, se il Pubblico è distratto

    L’ultimo derby è stato rinviato per pioggia e per lo stato horribilis del campo in un rimpallo di responsabilità anche se il Comune ha già passato la palla per la manutenzione dello stadio di Marassi tempo fa e il consorzio che gestisce sostiene che Samp e Genoa non pagano, come del resto succede per l’affitto.
    A Nervi la piscina ha chiuso per problemi strutturali e chi l’aveva in gestione ha lasciato un buco a sei zeri, fra bollette e impianto che non ha mai visto migliorie: con il miraggio di fondi europei è stato presentato un progetto dalla sostenibilità economica pari a una lotteria.
    Ad Albaro lo stadio del Tennis è a malapena agibile per i campi, ma tutto il resto, ovvero l’ex splendido verde del parco è un pianto. Che succede? Succede che i soldi sono finiti e la cuccagna pure.

    Se dallo stadio di calcio il Comune è pur riuscito a defilarsi come manutenzione dell’erba dopo gestioni in fallimento, tutto il resto è ancora a suo carico, dallo stato tribune, ingressi e quant’altro.
     Il patrimonio pubblico costituito dagli impianti sportivi è dunque nebbia fitta. Mala gestione si dirà. Non solo. Il punto vero è pure un altro: sono gli accordi a fare acqua, ovvero le fatidiche Convenzioni che le Istituzioni fanno con chi ne assume la gestione. Non si capisce se sono poco accorti i funzionari o incapaci, idem i gestori, ad essere carini. Parliamo di un impianto sportivo di indubbia valenza architettonica e di un parco storico vincolato. Il fatto è che quando si “concede” un impianto pare che chi lo acquisisce faccia un piacere all’Ente. Si stipulano così contratti alla picchio che, se puta caso, non vengono rispettati nessuno paga. E non soltanto in senso metaforico.
    Si cita sempre “la funzione sociale  dello sport”, con buona pace di tutti e se l’impianto va in malora, si chiude e ci si arrabatta poi per trovare le risorse con fregature annesse, il più delle volte.
    Accade così per Valletta Cambiaso, un parco storico in cui fu costruito decenni fa lo stadio del Tennis, il più pregiato in Italia dopo il Foro Italico di Roma: una costruzione artistica di valore e una collocazione in un contesto di verde addirittura vincolato. Nel 2006/ 2007 la Federazione Italiana Tennis, dopo decenni di corsi Coni di successo, fece il gran passo e ne assunse la gestione con l’impegno di una riqualificazione delle opere strutturali per mezzo milione di euro, altri centomila euro sarebbero stati spesi per rimettere a posto il parco. Il canone sarebbe stato di quindicimila euro l’anno per i primi dieci anni e il doppio nei venti successivi, mentre ci si impegnava altresì sulla manutenzione del verde per un onere di trentamila euro l’anno.
    Gli anni sono passati e niente di tutto questo è successo, anzi spesso è dovuto intervenire il Comune di Genova per riparare e ripristinare alberi, vialetti. Ma siccome sanzioni non ne erano state inserite nella Convenzione non si potrà pretendere nulla. Due anni fa è subentrata in subconcessione una società, la MyTennis, costituita ad hoc dai due circoli più vip della città: fame di spazi, 400 allievi, l’organizzazione di un grande evento internazionale, il Challenger, e una gestione delle ore praticamente esclusiva, alla faccia della funzione sociale, a parte una manciata di ore nessun altro circolo vi ha più battuto palla. Quatta quatta la FIT ha rimesso alla vigilia di Natale la concessione e My Tennis ha scodellato a gennaio un progetto per riqualificare il tutto, approfittando di supposti fondi europei. Si farà una gara naturalmente, partendo da quel progetto e siccome risorse non ce ne sono, vinca il migliore…
    Il progetto è valido: peccato che si vorrebbe abbattere un bel numero di alberi di un parco vincolato storico, gli aghi dei pini si sa son fastidiosi, si vorrebbe recintare parecchio, occupare uno spazio consistente per “evitare commistioni fra atleti e bambini”, parola del progettista che ha presentato presso il Municipio Medio Levante il piano. Il Municipio ha approvato il progetto con molti paletti. Sarà ascoltato? Preoccupazione primaria per i cani, a quanto pare i più importanti fruitori, cui si propone di dedicare un’oasi del parco da sempre frequentata dai bimbi: che ce ne facciamo di questi mocciosi molesti, sempre meno a dire il vero, che corrono, giocano, importunando la concentrazione dei giocatori di tennis?
    (Bianca Vergati)

  • OLI 399: CITTA’ – Via Montezovetto, il park albarino

    Per andare a casa devi costeggiare un marciapiede che pare una crosa, solo che non hai mattonate, non ti fiancheggiano vecchi muraglioni, morbidi tappeti di edera rossa, come trovi nella zona di nobile villeggiatura dell’antica città, il quartiere di Albaro, alti muri, cancelli, case e ville nascoste non solo per modestia.
    Qui da un lato hai le facciate dei palazzi e dall’altra griglie ininterrotte, che si estendono per decine di metri, così se vuoi arrivare al tuo portone, accompagnare la nonna davanti a casa, scaricare la spesa, far trasloco, devi percorrere un tunnel recintato. A Genova dovremmo esserci abituati, con i vicoli stretti e le crose appunto, quante storie, in fondo la via è in un quartiere “bene”, forse la sfortuna degli abitanti di via Montezovetto. Non importa se quel quartiere è il più “anziano”, se in quella via ci devono arrivare quasi duemila alunni, dall’asilo alle medie, ma è in Albaro, punto. La storia del parcheggio in suolo pubblico lungo la strada citata è molto lontana, è un’opera “benedetta” da destra e da sinistra, nonostante l’opposizione dei residenti, ci passano anche due rii sotto e talvolta si allagano negozi e case, costruite sotto il livello stradale per un’urbanizzazione di scarsa qualità, non proprio di lusso a dispetto della nomea.
    Era il furore di qualche anno fa, quando fu bucherellata tutta la città ed in particolare le zone di pregio: migliaia di box, talvolta necessari, ma di cui  parte è rimasta invenduta, sulla schiena di chi li ha costruiti o ha iniziato a costruirli, dal centro a levante, da Nervi ad Albaro, in corso Europa, in Circonvallazione.
    Adesso le imprese maledicono la crisi, minacciano la cassa integrazione e in nome dei posti di lavoro, si dice, il Comune ha approvato una Delibera per far sì che a comprare posti auto a fiscalità agevolata in concessione su suolo pubblico, non siano soltanto i residenti: un provvedimento “per l’esistente”, per cercare di risolvere criticità pesanti, come quella di via Montezovetto. Un aiuto per le imprese edili, che si sono inguaiate nel costruire box, nonostante la domanda sul mercato come in questo caso fosse vicina alla saturazione con nuovi parcheggi nelle vicinanze e nel frattempo l’istituzione dell’area blu per i residenti risolvesse quasi del tutto il problema della sosta.
    Il rischio d’impresa sembra un fattore sconosciuto ormai ed anche per questa situazione si dà la colpa non soltanto alla crisi, ma ai rinvii dei ricorsi legali, peraltro persi dai residenti, nessuna autocritica su un investimento inopportuno: la ditta costruttrice non è certo in amministrazione controllata per via Montezovetto, mentre si spera in un’altra impresa che subentri.
    Intanto, dettaglio non da poco, scadrà a luglio il permesso di “occupazione suolo” per costruire, che a questo punto  il Comune “non” dovrebbe rinnovare. In attesa di un’impresa benefattrice, chiedere al giudice di poter aprire almeno i varchi all’altezza dei portoni, una richiesta alla base delle proteste degli abitanti, garantita dalle istituzioni mesi fa e che non si è potuta esaudire, occupandosi ora la magistratura del fallimento.
    Si rispetteranno le esigenze minime dei cittadini, sicurezza e accesso alla propria casa? O si riterranno soltanto pretese di albarini rumorosi?
    (Bianca Vergati)
  • OLI 392: COMUNE – C’è verde e verde

    Non più una giungla ma un bel parco finalmente, avranno pensato i cittadini vedendo all’opera giardinieri e operai in Villa Gambaro.
    Da un mese il Comune ha iniziato i lavori per rimettere a posto il Parco di Villa Gambaro,l’unica area verde preservata a monte fra Albaro e S.Martino, del cui passato, dopo lo spezzettamento della pesante urbanizzazione, restano alcune Ville d’epoca, pure se ancora ci si ricorda degli uliveti e del verde di non tanto tempo fa. Ceduta anche una parte all’Università, in pochi decenni è sopravvissuto il polmone verde circoscritto assai degradato del parco, un suggestivo saliscendi di vialetti e piazzette, spazio ideale e quasi unica meta di chi possiede il cane.
    Il Municipio Medio Levante nel piano triennale dei lavori pubblici ha richiesto la riqualificazione del parco di Villa Gambaro, per cui si è stanziata la somma di 231mila euro.
    I lavori sono partiti e si è proceduto alla ripulitura del sottobosco, potatura delle alberature, messa in sicurezza dei percorsi, abbattimento delle barriere architettoniche, persino nuovi cestini per i rifiuti. Un bel lavoro.
    Il Verde è quasi tutto in ordine: peccato per le nuove ringhiere, quelle esistenti erano particolari, in sintonia e tono con il Parco.
    Nel rifare i vialetti, però, che davvero ne avevano bisogno, orrore, quello di accesso è stato asfaltato alla vecchia maniera, ovvero totalmente ricoperto di materiale impermeabile. E’ vero, rimuovere il fondo esistente avrebbe comportato più tempo e risorse, ma perché non farlo nel modo adatto? Perché si è proceduto apponendo uno strato sopra l’altro di asfalto e via, come un marciapiede? Ma siamo in un parco! Già si sono visti in questi giorni d’autunno i luttuosi disastri del “tutto asfaltato, tutto cementificato, tutto tombinato, canali , rii, fiumi “..i danni dell’incuria e di interventi malfatti.
    Così nel Parco di Villa Gambaro quando pioverà da quei vialetti la pioggia dilaverà e scorrerà a raffica in discesa, mentre le radici degli alberi a margine aventi a ridosso l’asfalto impermeabile soffriranno.
    Il Regolamento Comunale del Verde (articolo 7), prevede la “Tutela dell’area di rispetto delle alberature esistenti” dove “Per area di rispetto delle alberature, sia relativamente alle radici sia allo spazio aereo, si intende l’area della circonferenza ideale tracciata sul terreno…della chioma a raggiunta maturità”…Qualora attorno agli alberi si realizzino pavimentazioni impermeabili, quali, ad esempio, di asfalto o in calcestruzzo, si dovrà lasciare permeabile, l’intera superficie dell’area di rispetto”…

    Ci si chiede se davvero siano state utlizzate bene le risorse a disposizione, per un intervento che sarà irripetibile per gli anni a venire. E pensare che Aster in altre circostanze è da lodare, come per la festa dell’Albero alla scuola elementare Perasso di S.Martino, dove su proposta e volontariato di Legambiente  ha riqualificato l’aiuola del cortile della scuola, pulita dai Genitori del Rastrello, ma desolata. Ora al posto di pitosfori incolti, erba qua e là e un vecchio tronco secco ci sono un albero di prunolo, fiori , piante dei sapori di Liguria ed uno spazio da coltivare ad orto di aromatiche multietniche, per gli alunni stranieri. Una proposta di Legambiente che ha avuto successo l’anno scorso alla scuola Govi e e quest’anno oltre alla Scuola Perasso anche presso  la scuola elementare di Marassi.
    (Bianca Vergati, Ester Quadri – immagini di Ester Quadri, Giorgio Bocci)