Categoria: Regolamento Comunale del Verde

  • OLI 420: VERDE- Bolgheri in città

    Una notte di dicembre un forte vento ha completamente sradicato un cipresso che era già talmente inclinato, dentro la sua gabbia di asfalto priva di terreno, che si è abbattuto lungo il marciapiede per fortuna senza danni. Il contesto è un monumento vivente da salvare e poco noto, il filare di cipressi antichi che caratterizza Viale Gambaro, una bellezza straordinaria ma totalmente sconosciuta, dove ogni cipresso sopravvive ancora, pur soffocato dal cemento dei marciapiedi.
    In città di questi tempi, si assiste alla decimazione di alberi ad alto fusto, in particolare nel centro e a levante. Dopo l’ultima alluvione, dove ogni traccia di verde pare abbia contribuito a intasare i nostri rivi, dopo le numerose trombe d’aria che hanno divelto e sradicato numerosi alberi a dicembre, e dopo la constatazione che alcune piante sono state infestate da insetti nocivi, sia il Comune di Genova che i privati cittadini si sono attivati per tagliare e sradicare alberature come se nulla fosse, oramai presi dal panico o dalla paura di essere danneggiati dalle fronde secolari dei nostri alberi.
    Si vedono spesso recinzioni attorno a grandi alberature e dopo qualche giorno solo tronchi spezzati, come se i nostri alberi fossero i reali assassini del nostro territorio e dei suoi eventi naturali…
    Non ci si rende conto che gli alberi crollano perché magari sono alla fine della loro vita, spesso perchè non vengono rispettati. Ogni pianta ha necessità di uno spazio vitale che, a seconda del proprio diametro, ha una sua dimensione, ma la maggior parte delle alberature stradali non ha un’area di rispetto adeguata, come ben evidenziato nell’art. 7 del Regolamento del Verde del Comune di Genova. Chi contribuisce ad asfaltare le strade non sa che la base di qualsiasi tronco di albero deve restare libera da qualsiasi traccia di cemento.
    Dopo l’abbattimento della pianta, non ci si preoccupa di ripiantare una nuova alberatura, come impone lo stesso Regolamento, trincerandosi dietro la motivazione di piante compromesse per viali troppo fitti.
    Di certo mantenere gli alberi costa, però di cultura del verde se ne vede poca. Come la consapevolezza della bellezza del nostro patrimonio naturale vivente, e chi dovrebbe incentivarne la conoscenza poco fa per salvare la bellezza intorno e dentro di noi: diventa più semplice tagliare un albero che intervenire in potatura e manutenzione adeguati.
    Intanto si sta per perdere forse l’unico antico filare di cipressi della città.
    (Ester Quadri – foto dell’autrice)

  • OLI 392: COMUNE – C’è verde e verde

    Non più una giungla ma un bel parco finalmente, avranno pensato i cittadini vedendo all’opera giardinieri e operai in Villa Gambaro.
    Da un mese il Comune ha iniziato i lavori per rimettere a posto il Parco di Villa Gambaro,l’unica area verde preservata a monte fra Albaro e S.Martino, del cui passato, dopo lo spezzettamento della pesante urbanizzazione, restano alcune Ville d’epoca, pure se ancora ci si ricorda degli uliveti e del verde di non tanto tempo fa. Ceduta anche una parte all’Università, in pochi decenni è sopravvissuto il polmone verde circoscritto assai degradato del parco, un suggestivo saliscendi di vialetti e piazzette, spazio ideale e quasi unica meta di chi possiede il cane.
    Il Municipio Medio Levante nel piano triennale dei lavori pubblici ha richiesto la riqualificazione del parco di Villa Gambaro, per cui si è stanziata la somma di 231mila euro.
    I lavori sono partiti e si è proceduto alla ripulitura del sottobosco, potatura delle alberature, messa in sicurezza dei percorsi, abbattimento delle barriere architettoniche, persino nuovi cestini per i rifiuti. Un bel lavoro.
    Il Verde è quasi tutto in ordine: peccato per le nuove ringhiere, quelle esistenti erano particolari, in sintonia e tono con il Parco.
    Nel rifare i vialetti, però, che davvero ne avevano bisogno, orrore, quello di accesso è stato asfaltato alla vecchia maniera, ovvero totalmente ricoperto di materiale impermeabile. E’ vero, rimuovere il fondo esistente avrebbe comportato più tempo e risorse, ma perché non farlo nel modo adatto? Perché si è proceduto apponendo uno strato sopra l’altro di asfalto e via, come un marciapiede? Ma siamo in un parco! Già si sono visti in questi giorni d’autunno i luttuosi disastri del “tutto asfaltato, tutto cementificato, tutto tombinato, canali , rii, fiumi “..i danni dell’incuria e di interventi malfatti.
    Così nel Parco di Villa Gambaro quando pioverà da quei vialetti la pioggia dilaverà e scorrerà a raffica in discesa, mentre le radici degli alberi a margine aventi a ridosso l’asfalto impermeabile soffriranno.
    Il Regolamento Comunale del Verde (articolo 7), prevede la “Tutela dell’area di rispetto delle alberature esistenti” dove “Per area di rispetto delle alberature, sia relativamente alle radici sia allo spazio aereo, si intende l’area della circonferenza ideale tracciata sul terreno…della chioma a raggiunta maturità”…Qualora attorno agli alberi si realizzino pavimentazioni impermeabili, quali, ad esempio, di asfalto o in calcestruzzo, si dovrà lasciare permeabile, l’intera superficie dell’area di rispetto”…

    Ci si chiede se davvero siano state utlizzate bene le risorse a disposizione, per un intervento che sarà irripetibile per gli anni a venire. E pensare che Aster in altre circostanze è da lodare, come per la festa dell’Albero alla scuola elementare Perasso di S.Martino, dove su proposta e volontariato di Legambiente  ha riqualificato l’aiuola del cortile della scuola, pulita dai Genitori del Rastrello, ma desolata. Ora al posto di pitosfori incolti, erba qua e là e un vecchio tronco secco ci sono un albero di prunolo, fiori , piante dei sapori di Liguria ed uno spazio da coltivare ad orto di aromatiche multietniche, per gli alunni stranieri. Una proposta di Legambiente che ha avuto successo l’anno scorso alla scuola Govi e e quest’anno oltre alla Scuola Perasso anche presso  la scuola elementare di Marassi.
    (Bianca Vergati, Ester Quadri – immagini di Ester Quadri, Giorgio Bocci)