Categoria: The Guardian

  • OLI 390: LAVORO – I mondiali del 2022 in Qatar, un calcio alla sicurezza dei lavoratori

    Sono molte le vergogne del gioco del calcio, dalla violenza negli stadi agli stipendi miliardari dei calciatori, ma una delle più gravi è quella della morte di almeno un lavoratore al giorno fra quelli che stanno costruendo in Qatar gli stadi e le infrastrutture per i mondiali di calcio 2022. La CGIL e la Fillea/Cgil sono impegnate nella campagna promossa dalla Confederazione Internazionale dei Sindacati (Ituc) per denunciare le condizioni di semi schiavitù in cui sono costretti migliaia di lavoratori immigrati (1 milione e 200 mila, provenienti in gran parte dal Nepal, dall’India e dallo Sri Lanka, e si prevede che un altro milione raggiungerà il paese).

    “L’assenza di tutele e di diritti causa una media di una morte al giorno”, dice Sharan Burrow, segretario generale della Confederazione Internazionale dei Sindacati. I lavoratori, secondo il quotidiano inglese The Guardian, vivono in comunità sovraffollate e in condizioni igieniche disastrose, che favoriscono il diffondersi di malattie e costringono alla ricerca disperata di cibo.
    In Qatar ma anche in Arabia Saudita e altri paesi del Golfo, le norme che regolamentano i visti di lavoro, il cosiddetto “kefala system” (in base al quale i lavoratori devono avere uno sponsor nel paese ospitante, in genere il datore di lavoro, che è responsabile per il loro status giuridico, per i visti d’ingresso e per i permessi di soggiorno) fanno sì che i lavoratori non possano cambiare impiego senza il permesso dei datori di lavoro né lasciare il paese senza il loro consenso firmato. C’è un controllo totale dei datori di lavoro sui loro dipendenti, tanto che “nessun lavoratore si sente libero di parlare senza condizionamenti a un ispettore del lavoro”. Una ricerca pubblicata nel giugno 2013 sul Journal of Arabian Studies dice che il passaporto del 90 per cento dei lavoratori monitorati è in possesso dei loro datori di lavoro. (Proprio in questi giorni sta girando su Youtube un video di un saudita che picchia selvaggiamente un operatore ecologico filippino).
    Se non si interviene subito il numero dei lavoratori che perderanno la vita sarà superiore a quello dei giocatori di tutte le nazionali che scenderanno in campo ai Mondiali. Occorre intervenire per fermare la strage dei lavoratori in Qatar e per cambiare le leggi sull’immigrazione in quel paese, in Arabia Saudita e gli altri paesi del Golfo del petrolio. Sia chiaro che non sono accettabili interventi militari, niente guerre e bombardamenti per favore. Ci sono tanti mezzi per intervenire senza esercitare violenza contro i popoli di questi paesi. Suggerisco: non tenere i mondiali 2022 in Qatar.

    (Saleh Zaghloul – immagine da internet)    

  • OLI 388: ESTERI – Voci dalla stampa internazionale

    Glenn Greenwald, il crollo di credibilità e la non obbiettività dei media occidentali
    “Il crollo di credibilità dei media deriva, più che dalla parzialità ideologica, da come aiutano il governo degli Stati Uniti a diffondere falsità che hanno portato alla guerra in Iraq e, più in generale, ad un servilismo lampante nei confronti del potere politico.” Leggete tutte le sette pagine di corrispondenza online tra Glenn Greenwald e Bill Keller del New York Times, leggete tutto quello che scrive Greenwald. http://www.nytimes.com/2013/10/28/opinion/a-conversation-in-lieu-of-a-column.html?pagewanted=1&_r=4&hp

    Suu Kyi, le daresti ancora il Nobel per la “pace”?
    L’articolo del Telegraph del 24 ottobre 2013 parla dell’atteggiamento ambiguo di Miss Suu Kyi verso la violenza contro le minoranza musulmana birmana che rischia di offuscare la sua reputazione. “Le sue parole sul programma Today di ieri erano profondamente deludenti. La signorina Suu Kyi ha cercato di spiegare la violenza collettiva, che ha costretto 140.000 musulmani ad abbandonare le loro case, come un prodotto della “paura” della maggioranza buddista. Più stridente di tutto era la sua risposta alla semplice domanda: “Condanni la violenza antimusulmana”, lei rispose: “Condanno qualsiasi movimento che si basa su l’odio e l’estremismo.” Quando un premio Nobel non può rispondere a questa domanda particolare con un dritto “Sì”, abbiamo il diritto di sentirci sgomenti.” http://www.telegraph.co.uk/comment/telegraph-view/10402311/Suu-Kyi-lets-us-down.html

    La condotta di Obama, un altro Nobel per la “pace”!
    “Vogliamo capire perché una nonna di 67 anni rappresentava una minaccia per uno dei paesi più potenti del mondo. Vogliamo capire come potrebbero nove bambini, alcuni di loro giocando nei campi, altri appena tornati da scuola, avere minacciato la sicurezza di coloro che vivono in un continente ad un oceano di distanza”. http://www.theguardian.com/commentisfree/2013/oct/25/president-us-assassinated-mother

    Lo spettro del razzismo si aggira per l’Europa. Quali significati e valori ci insegnano esattamente quando, almeno due volte all’anno, celebrano la memoria degli orrori nazisti?
    “In Irlanda – un paese con un record vergognoso di ostilità nei confronti di nomadi – una bambina di sette anni ed un bambino di due anni, sono stati strappati dalle loro famiglie, pur avendo i certificati di nascita e passaporti in perfetto stato. In Serbia, gli skinheads hanno cercato di portare via un bambino rom biondo dai suoi genitori. In Gran Bretagna, le emittenti e giornali hanno riscaldato gli animi dando notizie allarmistiche e, con minima evidenza, alimentando il fuoco della vita infernale delle famiglie dei bambini scomparsi, come Madeleine McCann.” (..) In Italia, dove i teppisti hanno attaccato i loro campi cinque anni fa, dove il primo ministro ha risposto nel modo più razzista, ordinando di prendere le impronte digitali di tutti i 150.000 Rom, e dove dell’acido è stato lanciata contro una madre e suo figlio all’inizio di questo mese. Nella Repubblica Ceca , i gruppi per i diritti umani hanno chiesto misure per proteggere i Rom dalle violenze e le intimidazioni dopo i disordini di questa estate. In Slovacchia, essi vengono segregati dietro imponenti pareti, un eco inquietante della storia lugubre recente”. http://www.independent.co.uk/voices/comment/the-grim-history-of-the-roma-is-no-fairy-tale-8906270.html

    Tra i profughi nella periferia di Roma
    “” Vivere qui è molto difficile, non abbiamo niente”, ha detto Ahmed dalla Somalia, 27, che ha tentato di iniziare una nuova vita in Norvegia e in Svezia ma è stato rimandato due volte. (…) “La vita era migliore quando ho vissuto in Libia sotto Gheddafi di quanto lo sia in Italia oggi”, ha detto Ahmed, che ha un lavoro occasionale nello scarico merci”. http://www.thelocal.it/20131024/life-was-better-when-i-lived-under-qaddafi

    Glenn Greenwald ed i “difensori” della libertà di stampa
    “Il direttore della NSA, il generale Keith Alexander, ha chiesto giovedì di fermare la copertura che i giornali di tutto il mondo stanno facendo su questo sistema di sorveglianza segreta.” http://www.theguardian.com/commentisfree/2013/oct/25/europe-erupts-nsa-spying-chief-government

    Immaginate le reazioni dei media se fosse stato un miliardario musulmano ad invitare alla distruzione di un paese occidentale.
    “Il proprietario di Casino, il miliardario Sheldon Adelson, ha detto a una folla di Yeshiva University di New York, martedì, che l’unica tattica di negoziazione con l’Iran sarebbe quella di sparare un missile nucleare nel paese e minacciare di spazzare via l’intera popolazione di Teheran, la capitale della nazione.” http://www.huffingtonpost.com/2013/10/23/sheldon-adelson-nuke-iran_n_4150237.html

    La democrazia in Medio Oriente non rientra negli obbiettivi USA
    “Gli Stati Uniti hanno al massimo tre interessi strategici in Medio Oriente. In primo luogo, vogliamo che il petrolio e il gas del Golfo Persico continui a fluire verso i mercati mondiali (..) una grave interruzione di fornitura di energia dal Golfo farebbe aumentare i prezzi mondiali e farebbe male ad una economia globale ancora fragile. In secondo luogo, vogliamo scoraggiare i paesi del Medio Oriente di sviluppare Armi di Distruzione di Massa , e in particolare armi nucleari. Sarebbe stato meglio che gli Stati Uniti avessero fatto di più per impedire ad Israele di ottenere la bomba (..). In terzo luogo, vorremmo ridurre la violenza estremista che proviene da questa regione, in forma di terrorismo. (Questa minaccia è di solito esagerata, a mio avviso, ma non è certo inesistente.)” http://walt.foreignpolicy.com/posts/2013/10/25/playing_hard_to_get_in_the_middle_east
    (Saleh Zaghloul)

  • OLI 381: ESTERI – Voci dalla stampa internazionale

    USA, PRISM, Infrastrutture di tirannia globale 
    The Atlantic, 7 giugno 2013, Conor Friedersdorf: “Bush e Obama hanno costruito infrastrutture che qualsiasi Diavolo avrebbe desiderato.”
    New York Times, 9 giugno 2013, articolo di Mark Mazzetti e Michael S. Schmidt: “Quando ti rendi conto che questo è il mondo che hai contribuito a creare, che sarà peggiore per le prossime generazioni e che estenderà le capacità di questa architettura di oppressione, allora realizzi che sei disposto a correre ogni rischio e non importa che cosa sarà il risultato”, ha detto il signor Snowden.

    Africa: Possesso della terra, dei semi e dei mercati dell’Africa
    The Guardian, 10 giugno 2013, articolo di George Monboit  intitolato “Africa, permettici di aiutarti – proprio come nel 1884”  “Uno degli scopi dichiarati della conferenza del G8, che sarà ospitata da David Cameron la prossima settimana, è quello di salvare i popoli dell’Africa dalla fame. Per assolvere a questa grave responsabilità, le potenze europee hanno scoperto, per la loro indubbia difficoltà, che le loro aziende devono estendere il proprio controllo e la proprietà in gran parte dell’Africa. Come risultato, essi si troveranno in possesso della terra, dei semi e dei mercati dell’Africa”.
    Palestina: Il 90% delle acque di Gaza è inadatto al consumo umano
    Reuters, 10 giugno 2013, articolo di Stephanie Nebehay : “Un investigatore dei diritti umani delle Nazioni Unite ha accusato Israele, lunedì, di imporre punizioni collettive su 1,75 milioni di palestinesi che vivono nella Striscia di Gaza”
    “Quarantasei anni fa, come oggi iniziava l’occupazione israeliana della Palestina. Sei giorni di guerra si sono trasformati in 46 anni di occupazione,” ha detto, al Forum di Ginevra, Falk, un ricercatore indipendente. “La viabilità di Gaza ha bisogno di urgente attenzione e non può essere lasciata alla mercé della continua occupazione israeliana”, ha detto.  La striscia di Gaza è governata dal movimento islamista Hamas, attorno alla quale Israele mantiene un assedio a causa di quello che considera problemi di sicurezza. Falk, che ha visitato Gaza lo scorso dicembre facendo ingresso attraverso l’Egitto, ha detto che il 70 per cento della popolazione di Gaza dipende dagli aiuti internazionali per la sopravvivenza e che il 90 per cento dell’acqua è “inadatta al consumo umano”. “Nel primo trimestre del 2013, Israele ha demolito 204 case e strutture palestinesi in Cisgiordania, spostando 379 palestinesi”, ha detto, citando dati Onu. “Israele detiene quasi 5.000 palestinesi, molti detenuti arbitrariamente e sottoposti a torture, confessioni forzate, isolamento e la negazione delle visite familiari”, ha detto.”
  • OLI 380: ESTERI – Voci dalla stampa internazionale

    La Siria rimprovera Erdogan per la violenza contro la rivolta turca
    New York Times, 1 giugno 2013 (Reuters): “La Siria ha allegramente rovesciato i tavoli sul primo ministro turco Tayyip Erdogan, sabato, per la sua risposta alle manifestazioni anti-governative, chiedendogli di fermare la violenta repressione delle proteste pacifiche o dimettersi” … “ le tv di stato siriane hanno trasmesso ore di filmati in diretta da Istanbul, dove migliaia di manifestanti si sono scontrati per il secondo giorno con la polizia che ha sparato gas lacrimogeni e cannoni ad acqua.” http://www.nytimes.com/reuters/2013/06/01/world/middleeast/01reuters-turkey-protests-syria.html?hp&_r=2&

    Erdogan definisce l’alcolismo:
    The Australian (APP): “Coloro che bevono sono alcolisti,” ha detto (Erdogan), prima di aggiungere: “Non voglio dire tutti, ma coloro che bevono regolarmente”
    http://m.theaustralian.com.au/news/breaking-news/erdogan-rejects-dictator-claims/story-fn3dxix6-1226655594916

    Erdogan: I social network sono la peggiore minaccia alla società.
    New York Times, 03 giugno 2013: “Ora abbiamo una minaccia che si chiama Twitter” ha detto. “I migliori esempi di bugie possono essere trovati lì. Per me, i social media sono la peggiore minaccia alla società.”
    http://www.nytimes.com/2013/06/03/world/europe/turkey-premier-says-protests-will-not-stop-plans-to-demolish-park.html?ref=todayspaper&_r=1

    Fosse accaduto in un paese musulmano sarebbe stato in prima pagina.
    The Times of Israel, 04 giugno 2013: “Una studentessa è stata espulsa da una scuola ultra-ortodossa per infermieri nel centro di Israele per aver messo in dubbio la sua fede.”
    http://www.timesofisrael.com/student-expelled-from-ultra-orthodox-school-for-loss-of-faith/

    Israele pianifica di espellere gli immigrati neri
    The Guardian, 03 giugno 2013: “Israele ha in programma di inviare migliaia di migranti africani in un paese non identificato, secondo un documento del tribunale, nel tentativo di affrontare una delle questioni più pressanti di Israele: cosa fare con un afflusso di circa 60.000 migranti africani che sono entrati di nascosto in Israele dall’Egitto nel corso degli ultimi otto anni.”
    http://www.guardian.co.uk/world/2013/jun/03/israel-plan-migrants-deport-east-africa
    (Saleh Zaghloul)  

  • OLI 376 – ESTERI: voci dalla stampa internazionale

    1) The Guardian, 07 maggio 2013: Ciniche alleanze dell’occidente in Siria.
    Nell’articolo ” L’Occidente ed i suoi alleati fanno cinicamente sanguinare la Siria per indebolire Iran”, Seumas Milne, scrive, tra l’altro, quanto segue: “Ciò ha coinciso con il parlare della creazione di una zona cuscinetto israeliana all’interno della Siria, mentre i funzionari israeliani stanno sostenendo che il regime siriano ha usato armi chimiche. Dal momento che Obama ha dichiarato che l’uso di armi chimiche sarebbe stato una “linea rossa”, le accuse di usarle sono diventati un’arma fondamentale per tutti coloro che richiedono maggiore intervento occidentale, un’eco bizzarro della screditata orchestrazione dell’invasione dell’Iraq un decennio fa.”
    “Questo sforzo è venuta a galla questa settimana, quando l’investigatrice delle Nazioni Unite Carla Del Ponte ha riferito che ci sono “forti sospetti concreti” che i ribelli siriani stessi abbiano usato il gas nervino sarin.”. http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2013/may/07/west-cynically-bleed-syria-weaken-iran

    2) Slab News, 01 maggio 2013: Gli arabi discutono se lo striptease è una forma di lotta?
    Nell’articolo “Spogliarsi per la causa è stravaganza o è una forma di lotta?”, Farah Abi Murshid, scrive, tra l’altro, quanto segue: “Asaad Abu Khalil, noto per il suo sostegno alle cause delle donne, in risposta ad una domanda di “Slab News” sottolinea che egli: ” sta con il diritto delle persone di indossare o di non indossare ciò che vogliono, ma importare dall’occidente (da parte di una maggioranza o di una minoranza, come è in questo caso) le forme di protesta non mi piace fosse anche nel portare le fiaccole o protestare con certo tipo di danza. Le forme di protesta dovrebbero nascere dalla cultura e dall’umore locali delle persone. Il diritto a spogliarsi non ha nulla a che fare con la condizione della donna. Abukhalil si chiede: “Perché dovrebbe interessare tanto coprire o scoprire la donna? Il fenomeno è minoritario in occidente, ed è una stravaganza, perché lo importiamo? Quale è l’obiettivo? Sinceramente non so. Ma se una donna volesse spogliarsi questo non mi turba, come non mi turba il velo della donna quando la decisione in entrambi i casi fosse autonoma. Lo spogliarsi della donna in sé non porta alcun vantaggio o svantaggio alle lotte nel mondo arabo. Se tutte le donne palestinesi si spogliassero ad esempio che effetto avrebbe questo sull’occupazione israeliana?”.
    http://slabnews.com/article/19362
    (Saleh Zaghloul – immagine di Guido Rosato)

  • OLI 368: SOCIETA’ – Flexitariani, o dell’elogio della flessibilità

    Pochi gioni fa, chiedendo ad amici invitati a cena se avessero cibi sgraditi, diete particolari, la risposta è stata: “No, siamo onnivori, anzi flexitariani”.
    Wikipedia ci informa che flexitariana o semi-vegetariana (*) è una dieta vegetariana con introduzione occasionale di carne: tendenza in crescita, a leggere il recente articolo del Guardian (**), che spiega come la corretta interpretazione di questa dieta consista nel consumare carni di cui si conosce la provenienza “etica”. Nella speranza di essere percepiti dagli animali come una minaccia meno pericolosa di un carnivoro a tempo pieno.
    Analizziamo i termini: flexi, flessibile, flessibilità (***), una bella qualità che permette ad un albero di flettersi al vento senza spezzarsi, ad un edificio di resistere ad un terremoto: il termine opposto è rigidità, riassumibile nella locuzione latina frangar non flectar (mi spezzo ma non mi piego). Parrebbe che la flessibilità sia associabile ad una maggior “intelligenza”, ad una minore intransigenza, ad un comportamento mentale che obbliga a ragionare. In Italia ce ne sarebbe un gran bisogno.

    (*) http://en.wikipedia.org/wiki/Semi-vegetarianism
    (**) http://www.guardian.co.uk/lifeandstyle/2013/jan/21/flexitarianism-vegetarianism-with-cheating
    (***) http://en.wikipedia.org/wiki/Flexibility_%28engineering%29

    (Ivo Ruello – Immagine da internet)