Categoria: OLI 419

  • OLI 419: PAROLE DEGLI OCCHI – Italia e Germania

    (foto di Giovanna Profumo)

    Italia e Germania è un dipinto allergorico di Fredrich Overbeck del 1828. E’ esposto alla Neue Pinakothek di Monaco di Baviera e intende simboleggiare l’amicizia tra i due paesi. In relazione agli ultimi articoli di giornale speriamo che qualcuno riesca a trarre ispirazione da questa tela.

  • OLI 419: ENZO COSTA – Una persona speciale

    Lunedì 15 dicembre è mancato improvvisamente Enzo Costa.
    Con il suo Versante Ligure aveva regalato ai lettori di OLI versi ironici e intelligenti.
    Tutti noi siamo vicini alla sua famiglia e ad Aglaja.
    Con la scomparsa di Enzo la città ha perso una persona speciale.
    (La redazione)


    VERSANTE LIGURE – L’intimo è politico (22 novembre 2011)

    Ma quale esaltazione!
    La situazione è seria:
    è in crisi la Nazione
    non c’è da far baldoria
    miseria, recessione
    qui tira brutta aria
    paure, depressione
    stan peggio solo in Siria
    (ma Silvio è in confusione:
    che intima goduria!).

    Versi di ENZO COSTA
    Vignetta di AGLAJA
  • OLI 419: GUERRE – Siria, resistere in attesa d’aiuto

    Mentre Mazen Darwish, giornalista e direttore del Centro per i media e la libertà di espressione, così come centinaia di attivisti finiva in carcere, il regime con le amnistie liberava fondamentalisti e tagliagole .Questa prassi è confermata anche dalla scrittrice siriana Samar Yazbek, alawita come il presidente siriano e
    imprigionata come oppositrice. Quando si trovava nel Nord della Siria per dare sostegno alle donne dei campi profughi, racconta di avere parlato con diversi jihadisti:“Ho parlato con loro per un anno intero sulla linea del fronte… alcuni mi hanno detto che erano in prigione con me e che Bashar li aveva rilasciati nel mese di aprile 2011”.
    Un errore che  compie chi si  pone la domanda: “È meglio lo Stato Islamico o Asad?” sta nel considerare Asad il male minore, facendo una distinzione tra l’orco buono e l’orco cattivo. Lo sbaglio è porre come unica alternativa Asad all’Is: la Siria non è Asad, il pluralismo politico e il laicismo esistevano in Siria prima del colpo di stato di Hafez al Asad.
    Quello che non sapete e che non vi dicono è  inoltre che  in questo momento in Siria, sotto le bombe e sotto il giogo della dittatura e dei gruppi sedicenti islamici, una coraggiosa parte di cittadinanza resiste.
    Resistono documentando le atrocità, resistono scrivendo, resistono filmando, resistono riunendosi, resistono con la satira (cercate le meravigliose vignette quotidiane che arrivano dalla città di Kafranbel- www.occupiedkafranbel.com), resistono andando a scavare tra le macerie, resistono non scappando dal territorio siriano.
    Sono gli ultimi, sono il seme della speranza di un popolo .
    Se e quando questo genocidio cesserà torneranno i siriani scappati all’estero? Avranno voglia, avendone una minima possibilità, di ricominciare una nuova vita partendo da zero? Di certo torneranno quelli che hanno ora formato tendopoli grandi come città .Il campo profughi di Zaatari in Giordania è  la più grande città di quel paese, erano 25.000 mila unità tenda sparse in 5 km quadrati nel 2013.
    Il più grande esodo da quello del Ruanda, 6000 profughi in più ogni giorno.
    Diciassette milioni di persone pare abbiano abbandonato le proprie case, muovendosi dentro o fuori dal territorio siriano e questo su una popolazione di 22 milioni di abitanti!
    Dopo circa tre anni le tende fornite in parte dall’UNCR e dalla mezza luna rossa nei vari campi organizzati in Giordania, Libano e Turchia, non reggono più l’acqua. Basta poca pioggia e il terreno si trasforma in fango scivoloso come il sapone, quelli che hanno una stufa rischiano di morire bruciati, gli altri rischiano di morire di freddo in inverno e di caldo in estate.
    Abbiamo visto i campi spontanei lungo il confine con la Turchia. Cercate di immaginare cosa vuol dire stare in una tenda estate e inverno, con qualche materassino e qualche coperta, un paio di pentole, nessuna intimità, nessuna luce, nessuna possibilità di lavarsi . “Non conosco nessuno” dice una donna affranta. Sradicati da tutto. “Qui siamo più al sicuro, ma questa è vita ?.
    Anche per questo alcuni resistono in città bombardate quotidianamente come Aleppo (ma la lista è lunghissima). Una “roulette russa” in cui provi a vivere sapendo che presto potrebbe toccare a te o ai tuoi famigliari. Le bombe infatti cadono a “caso”, non ci sono zone sicure, non ci sono motivazioni plausibili se non l’intento “terroristico” del governo siriano. Nel mirino sono soprattutto gli ospedali e le zone dove le persone si raccolgono, come i mercati.
    Cosa si può fare?
    Intanto pretendere di essere informati su quanto accade. Considerare che ogni giorno arrivano profughi siriani sul territorio Italiano eppure non è stato istituito un canale particolare di protezione. Una famiglia è arrivata a piedi dalla Grecia! Solitamente transitano per Milano e hanno bisogno di tutto.
    Per quanto riguarda Genova esiste una piccola associazione, “Time for peace “, che è una vera rarità per il capitolo che affronta. Un piccolo gruppo di tecnici, ingegneri, ortopedici e di semplici volontari sono riusciti a creare delle validissime protesi ortopediche a basso costo per il terzo mondo. Si recano in Turchia, vicino al confine con la Siria e lì verificano le conseguenze dei bombardamenti indiscriminati. Una quantità vastissima di bambini, donne, anziani amputati e anche tra i giovani maschi coloro che hanno subito l’amputazione guerreggiando non sono la maggioranza. In dieci giorni, il tempo possibile che si può prendere di ferie dal lavoro, riescono a fare, quasi non dormendo, una decina di protesi. Dipende molto dalla complicazione dei casi che si presentano.
    Rendere autonoma una persona amputata libera un’intera famiglia dall’accudimento continuo. Per poter migliorare il loro lavoro avrebbero bisogno di fondi, per realizzare le protesi e finanziare lo stampo per produrre il nuovo ginocchio. Un ginocchio a basso costo, ma dalle prestazioni ideali  che potranno distribuire a tutti i gruppi che fanno protesi a basso costo.
    Per visionare i loro progetti : timeforpeacegenova.org.
    In questo momento mi ha telefonato una delle due o tre persone arabofone che in Italia sono state prese spontaneamente come riferimento da chi sta viaggiando nel mediterraneo verso le nostre coste. “Hanno chiamato dalle acque libiche che stanno imbarcando acqua e affogheranno. Sai quante volte non so poi più nulla di queste persone che chiamano? Una volta su dieci, una barca su dieci sparisce e l’unica cosa che rimane è una telefonata. Io non posso far altro che avvisare la capitaneria, ma se non ho le coordinate e sono in acque libiche sono certa che non ne sapremo più nulla”.
    (Alessandra Raggi – immagini da internet)

  • OLI 419: EDILIZIA – Abracadabra, uno due e tre, e la casetta non c’è più

    Questa volta la ruspa è entrata davvero dentro il giardino dietro casa portandosi via per sempre frammenti di muretti a secco che delimitavano il confine dell’Uliveto Murato di Quarto, un sito storico, paesaggistico e archeologico di rara bellezza, dove ogni singola pietra dovrebbe essere protetta e conservata, ma a questo punto non sembrerebbe.
    Come se fosse nulla e tutto in un attimo sabato mattina, 7 dicembre, in poche ore è stata buttata giù la casetta di due piani dentro un giardino volutamente abbandonato, un giardino che anni fa aveva subito il taglio di due pini ad alto fusto, senza che questi fossero stati autorizzati; la conservazione dei pini oggi, secondo il Nuovo Regolamento Comunale, avrebbe impedito la realizzazione di una autorimessa sottostante al giardino. 
    Ora che i pini non ci sono più il progetto può andare avanti. Adesso presto in quell’area sorgerà una nuova abitazione duplicata nei volumi e una autorimessa che si estenderà su tutto il sedime del terreno; verrà realizzato il progetto dopo un totale sbancamento di tutta l’area libera di proprietà fino al livello della strada dopo aver demolito i bastioni sulla via Romana della Castagna, l’antica aurelia e i muretti a secco confinanti con l’Uliveto Murato di Quarto, il prezioso sito sottoposto a vincolo ma martoriato da questa nuova cementificazione.
    Si evidenzia che la nuova colata di cemento che cancellerà luce ed aria agli abitanti della zona in quanto raddoppierà il proprio volume (vedasi ‘Piano case’ e trasferimento dei volumi dove anche un pollaio ha contribuito ad aumentare la superficie), arriverà proprio sul limitare di una antica casetta a schiera che si spera non subirà danni strutturali, come del resto si spera che non subiranno danni anche le altre abitazioni intorno. Ma la cosa più assurda è che la nuova autorimessa di tale abitazione sorgerà appena a pochi metri dal Rio Funtagnin, un torrente che diventa carico di acqua quando piove, e a Genova quando piove si sa già come va a finire.
    Nel levante pare sia un vizio autorizzare colate di cemento a pochi metri dai torrenti (vedasi la torre in via Priaruggia, la colata di cemento in via Majorana, la nuova abitazione ancora da iniziare sempre in via Romana della Castagna a pochi metri dal rio Castagna, le residenze in via Shelley dopo aver tombinato il rio Penego, etc etc) e così via come nulla fosse. Ogni cosa oggi di quella casa con autorimessa è stata autorizzata, ovviamente, ma questo è un altro discorso.

    (Arch. Ester Quadri, rappresentante del Comitato dell’Uliveto Murato di Quarto)

  • OLI 419: SCIOPERO – Genova, 12 dicembre 2014

    Il 12 dicembre si è svolto in tutta Italia lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil.
    E’ il terzo sciopero, da ottobre ad oggi, al quale la Fiom ha invitato i suoi iscritti ad aderire.
    Nel merito può essere utile la lettura dell’ultimo articolo di Luciano Gallino, apparso su La Repubblica e rilanciato da interent in diversi siti.
    Chi invece decidesse di andare al cinema può trarre spunto dalla visione di Pride
    (Galleria di immagini di Giovanna Profumo)

  • OLI 419: SOCIETA’ – L’eredità di un operaio

    Se non hai un’idea della tua vita diversa da quella che il sistema ha scelto per te non ci sarà lotta da dove uscirai vincente. Se spunterai qualche soldo in più – ma dopo aver cacciato sangue – sta tranquillo che qualcuno ha già deciso come dovrai spenderli. Agli operai, invece di interrogarli sulle lotte dovresti chiedergli come vorrebbero divertirsi, cosa gli piacerebbe fare, magari cosa farebbero se fossero ricchi. Lì, se c’è, viene fuori la differenza: se sono o non sono contro. Se vogliono le cose che offre questo sistema, allora le lotte servono al padrone e non a te.
    Gino Canepa

    Ora che tutto sta per cambiare e la vocazione industriale di questo paese verrà ridimensionata in maniera molto seria – lo sanno tutti e si arrampicano sugli specchi per convincerci del contrario – può essere di un certo conforto leggere “L’eredità di Canepa – il Sessantotto tra memoria e scrittura” di Manlio Calegari (ed. Impressioni Grafiche).
    Chi ha vissuto le speranze di quel Movimento troverà pezzi della propria storia operaia, di partito e univerisitaria. Chi invece non c’era, ed ha ancora il privilegio di varcare i tornelli di una fabbrica, potrà ascoltare le voci di Gino, dei compagni operai e di sua madre in un racconto del lavoro straordinario e atroce che parte dalla fine dell’Ottocento per arrivare agli anni Settanta del secolo scorso. Potrà percorre le strade che dagli orti delle ville di san Martino, dove Felicina, mamma di Gino, lavorava la terra già da bambina, arrivavano sino al Mercato Orientale e leggere di quando a Genova si viveva anche di agricoltura.
    Dagli orti, il lettore scenderà sino al porto dove in molti sognavano di lavorare come carbonai – dicevano che avevano inventato il rimmel perché la polvere di carbone gli si fermava lì, sotto gli occhi, gli entrava proprio  nella pelle –  raccontava Felicina , per salire con lei a Begato sposa di Dria. E attraverso la memoria percepire le distanze per raggiungere il porto, un’ora e mezza a piedi passando dalla costa di Fregoso, Granarolo. Un’eredità, quella di Gino che non trascura fascismo, dopoguerra e vita di fabbrica e che in tempi come i nostri, dove vanno alla grande le biografie dei padroni – “Ho coltivato il mio giardino”, di Marella Agnelli uno degli ultimi – è  preziosa per leggere il cambiamento e la disperazione di oggi, a quarant’anni di distanza da quando quelle memorie sono state registrate.
    L’appassionato o lo studente storia potrà accostarsi ad un’idea di ricerca che proprio grazie al Sessantotto aveva favorito l’incontro tra il mondo universitario e il mondo operaio, grazie alla convinzione che la cultura dovesse muoversi e misurasi in modo trasversale, sul campo. Lo studioso di oggi del territorio, invece, saprà di più sull’agricoltura di villa.
    Tra il Sessantotto e il Sessantanove abbiamo vissuto “qualcosa di straordinario”, “una cometa” e si è assistito ad una rottura. La parola “democrazia” ha iniziato ad affinacare categorie ed ordini di medici, notai, magistrati – ha spiegato Manlio in occasione della presentazione del libro, e c’è stata la nascita di amicizie che andavano oltre le tradizionali barriere sociali.
    Davvero potrei venir lì e mettermi in un banco a sentire? Non è che qualcuno mi manda via?
    era l’univeristà
    Marzo 1968. La nascita di un’amicizia.
    (Giovanna Profumo – immagine da internet)

  • OLI 419: ESTERI – Voci dalla stampa internazionale

    Manifestazione antirazzista a Washington 
    Daily Mail, 13 dicembre 2014: “Migliaia di manifestanti stanno marciando a Washington per portare l’attenzione sulle morti di inermi di colore per mano della polizia.” Ferguson, dove è stato ucciso Michael Brown, una città di circa 21.000 abitanti, due terzi dei quali sono di colore, ha una forza di polizia di 53 uomini di cui soltanto tre sono neri.http://www.dailymail.co.uk/wires/ap/article-2872453/Protesters-police-killings-march-Washington.html

    Attivisti israeliani di estrema destra bruciano la scuola arabo-ebraica
    Ynet 12 dicembre 2012:
    “Tre attivisti di estrema destra ammettono di aver bruciato la scuola arabo-ebraica di Gerusalemme”. “Il gruppo è parte dell’organizzazione Lehava, il cui obiettivo principale è quello di evitare i matrimoni interreligiosi tra ebrei e musulmani o arabi cristiani.” “E’ disgustoso che ebrei e arabi studiano fianco a fianco”, ha detto a Ynet “. http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4602506,00.html

    La morte dei civili yemeniti passa in secondo piano sul New York Times 
    New York Times, 07 icembre 2014: “Due ostaggi uccisi in Yemen con il fallimento del tentativo USA” “la morte degli ostaggi, oltre a diversi civili yemeniti”. http://www.nytimes.com/2014/12/07/world/middleeast/hostage-luke-somers-is-killed-in-yemen-during-rescue-attempt-american-official-says.html?ref=todayspaper&_r=3 

    USA in Sri Lanka 
    Yahoo, 6 dicembre 2014: “L’ambasciata degli Stati Uniti in Sri Lanka ha negato che sabato che stava “pompando denaro” nel paese per rovesciare il presidente Mahinda Rajapakse, dopo le accuse di un ministro” http://news.yahoo.com/us-denies-funding-opposition-oust-sri-lanka-leader-144233044.html

    I ribelli siriani ed i legami con Israele
    The Christian Science Monitor, 07 dicembre 2014:
    “L’esercito israeliano, secondo i rapporti delle Nazioni Unite, è stato in contatto diretto con i ribelli siriani per più di 18 mesi” .“ Israele oltre all’assistenza umanitaria offerta a 1.000 siriani ribelli feriti aveva anche aperto un canale di comunicazione con i ribelli siriani. Oggi, l’esercito siriano ha accusato Israele di effettuare due attacchi aerei vicino a Damasco.” http://www.csmonitor.com/World/Middle-East/2014/1207/UN-reports-Israeli-support-for-Syria-rebels

    Pastore cristiano statunitense 
    The Independent, 4 dicembre 2014: “Un pastore cristiano statunitense ha affermato che il mondo potrebbe essere libero dall’Aids da Natale se viene eseguita la condanna a morte di tutte le persone omosessuali. In un sermone dal titolo “Aids: Il giudizio di Dio”, Steven Anderson ha detto alla congregazione della Chiesa Battista un Mondo Fedele nel Tempe, di Arizona, che la Bibbia sostiene il genocidio delle persone LGBT “. http://www.independent.co.uk/news/world/americas/us-pastor-steven-anderson-says-gay-people-should-be-executed-for-an-aids-free-christmas-9903543.html

    Come è possibile che un esercito simile possa combattere nel mondo per liberare le donne?
    New York Times, 4 dicembre 2014: “Un nuovo studio militare afferma che gli stupri e le aggressioni sessuali nell’esercito sono aumentate dell’8 per cento nell’anno fiscale che termina a settembre 2014, hanno detto funzionari dell’amministrazione Obama. I risultati che sono destinati ad attirare l’attenzione, arrivano appena un anno dopo un aumento del 50 per cento nella segnalazione di stupri sessuali”. http://www.nytimes.com/2014/12/04/us/reports-of-sexual-assaults-in-military-on-rise.html?ref=todayspaper&_r=1

    I ricchi stati del Golfo non sono riusciti a dare ospitalità nemmeno ad un singolo rifugiato siriano
    Reuters, 5 dicembre 2014: “Più di 3 milioni profughi e rifugiati siriani vengono ospitati in soli cinque paesi limitrofi: la Turchia, il Libano, la Giordania, l’Iraq e l’Egitto, mettendo a dura prova le risorse. Il resto del mondo si è offerto di prendere solo 63.170 rifugiati.” Amnesty International: “I ricchi stati del Golfo non sono riusciti a dare ospitalità nemmeno ad un singolo rifugiato dal conflitto siriano, è una mancanza particolarmente vergognosa da aprte di quei paesi che dovrebbero essere in prima fila tra quelli che offrono riparo”. http://www.reuters.com/article/2014/12/05/us-syria-refugees-idUSKCN0JJ14920141205

    La Gran Bretagna aprirà una nuova base militare in Bahrain
    The Telegraph: “La Gran Bretagna aprirà una nuova base militare in Bahrain” “Questa nuova base è una espansione permanente della Royal Navy e consentirà la Gran Bretagna di inviare più e più grandi navi per rafforzare la stabilità nel Golfo”, ha detto il segretario della difesa Michael Fallon. “Avremo nuovamente una base nel Golfo per un lungo termine.” http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/middleeast/bahrain/11277087/Britain-to-open-new-military-base-in-Bahrain-in-fight-against-Isil.html

    Vincitore del premio Nobel 
    New York Times, 5 dicembre 2014: “Sette anni fa, aveva detto, in un’intervista al Sunday Times di Londra, che era pessimista circa l’Africa, perché” tutti le nostre politiche sociali si basano sul fatto che la loro intelligenza sia uguale alla nostra, mentre tutti i test dicono che non è vero.” Si tratta di James Watson vincitore del premio Nobel. http://www.nytimes.com/2014/12/05/nyregion/james-watsons-nobel-medal-sells-for-record-4-million.html?smprod=nytcore-ipad&smid=nytcore-ipad-share&_r=1

    (A cura di Saleh Zaghloul – immagine di Guido Rosato)