Categoria: Aglaja
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OLI 273: COSTITUZIONE ITALIANA – Le Madri Costituenti: Nilde Iotti e la relazione sulla famiglia
La Iotti è chiamata a far parte, insieme con altre 4 donne deputate, della Commissione dei 75, cui venne affidato il compito di elaborare il progetto di Costituzione; e in seno alla I Sottocommissione (diritti e doveri dei cittadini) è nominata relatrice – congiuntamente con l’on. Camillo Corsanego della Democrazia cristiana – sul tema della famiglia. La relazione che ella presenta per suo conto esprime subito una visione, un’ispirazione che va oltre i problemi della famiglia in senso stretto, un approccio capace di svolgersi in futuro su molteplici terreni. Punto di partenza è il richiamo alla vicenda sconvolgitrice della guerra, che ha messo in grave crisi anche la vita familiare, e alla «atmosfera di solidarietà a cui tutta la rinascita della Nazione dovrà essere ispirata». Molto netta è 1’affermazione, in questo quadro, del valore della famiglia come «nucleo primordiale su cui i cittadini e lo Stato possono e debbono poggiare per il rinnovamento materiale e morale della vita italiana», e dunque la rivendicazione fondamentale della «tutela da parte dello Stato dell’istituto familiare». Se queste definizioni (cui corrisponde l’appello a sancire nella Costituzione «il proposito di rafforzare la famiglia») possono oggi apparire tradizionalistiche, nella stessa relazione Iotti si trova, subito dopo, una forte denuncia della «fisionomia per certi aspetti antidemocratica» della famiglia, nonché delle condizioni «che pongono la donna in stato di inferiorità e fanno sì che la vita familiare sia per essa un peso e non fonte di gioia e aiuto per lo sviluppo della propria persona» (…) «Dal momento che alla donna è stata riconosciuta, nel campo politico, piena eguaglianza col diritto di voto attivo e passivo, ne consegue che la donna stessa dovrà essere emancipata dalle condizioni di arretratezza e di inferiorità in tutti i campi della vita sociale, e restituita a una posizione giuridica tale da non menomare la sua personalità e la sua dignità di cittadina». È il programma del grande movimento per 1’emancipazione femminile, di cui vengono così tracciate le motivazioni e le direttrici essenziali. La Iotti ne diventerà ben presto, anche fuori dalle aule parlamentari – nelle organizzazioni delle donne e in seno al suo partito – una protagonista di primo piano.C’è ancora qualche altro punto importante da segnalare in quella primissima prova parlamentare di Nilde Iotti come relatrice in seno alla I Sottocommissione della Commissione dei 75 per la Costituzione. Innanzitutto, il punto relativo alla indissolubilità del matrimonio: la giovane deputata comunista dichiara di considerare «inopportuno porla in discussione» ma nello stesso tempo di essere «contraria a inserire nella Costituzione stessa il principio della indissolubilità» (…) Né è da sottovalutarsi l’indicazione – sempre nella relazione Iotti cui ci stiamo riferendo – di punti importanti, relativi ai principi su cui fondare il rafforzamento e il rinnovamento dell’istituto familiare: il principio della eguaglianza giuridica dei coniugi, e dunque della eguaglianza dei loro «doveri di fronte alla prole»; la necessità di giungere al riconoscimento, per i figli illegittimi, «degli stessi diritti dei figli legittimi»; il riconoscimento, da parte dello Stato, della «maternità come funzione sociale».Sulle formulazioni proposte dalla relatrice, in parte divergenti da quelle proposte dall’ altro relatore, on. Corsanego, si sviluppa una animata discussione, cui partecipano tra gli altri gli onorevoli La Pira, Basso, Aldo Moro, Dossetti e che si conclude con soluzioni di compromesso, concordate in particolare con Moro: come quella che accoglie la pur controversa definizione della famiglia come «società naturale». Rimane il contrasto sulla qualificazione come «essenziale» della missione familiare della donna lavoratrice quell’aggettivo è approvato con 7 favorevoli e 4 contrari, ma poi l’intero comma è approvato all’unanimità), e soprattutto sull’inserimento in Costituzione del principio dell’indissolubilità del matrimonio. Tale formulazione viene approvata a maggioranza nella I Sottocommissione e nella Commissione dei 75, ma verrà poi bocciata (con 194 voti contro e 191 a favore) dal plenum dell’ Assemblea Costituente.Al di là del merito, è importante il clima in cui si svolge il confronto: come confronto, anche, tra posizioni ideali molto diverse, che tuttavia non esclude avvicinamenti e compromessi sul piano politico. C’è, innanzitutto, ascolto e rispetto reciproco; anche quando una parte è battuta dall’altra nel voto su questioni pur importanti, prevale il giudizio d’insieme, e il senso della responsabilità comune specie di fronte al compito supremo della definizione della Carta costituzionale.dalla Prefazione di Giorgio Napolitanoal volume “Nilde Iotti – Discorsi parlamentari”Camera dei deputati, 2003(a cura di Aglaja) -
OLI 272: VERSANTE LIGURE – OPPOSTI CANNIBALISMI
Se Atene si sconfortanon ride certo Sparta:la destra è quasi mortala gauche pare deserta(si è trasferita a Murtaa contestare Marta).Versi di ENZO COSTA -
OLI 271: VERSANTE LIGURE – IBRACADABRA
La crisi, devastante,in apparenza sfibral’Italia agonizzantema no: la gente vibra,c’è un segno confortante:il Capo ha preso Ibra!Versi di ENZO COSTAVignetta di AGLAJA -
OLI 270: VERSANTE LIGURE – La Città dei Dritti
Da Dei ci siam trovatinella Città dei Drittidei Business Ben Oliatida Cesare protetti.Invece siam spaesatiin quella dei Dirittinoi, poveri sfigatie pitreisti afflitti.Versi di ENZO COSTAVignetta di AGLAJA -
OLI 270: COSTITUZIONE ITALIANA – Umberto Terracini: la missione dell’Assemblea Costituente
Dal discorso che il Presidente dell’Assemblea Costituente, Umberto Terracini, tenne in occasione dell’apertura della discussione sul progetto di Costituzione della Repubblica Italiana, il 4 marzo 1947
Enrico De Nicola firma la Costituzione con alle spalle
Alcide De Gasperi e Umberto Terracini“La imminente discussione, onorevoli colleghi, deve assolvere – oltre che quello costituzionale – un altro compito, che non dirò gli sovrasta, ma certo gli sta a paro. Essa deve dare conforto a tutti coloro – e sono incommensurabilmente i più, fra il popolo italiano – che nell’istituto parlamentare vedono la garanzia maggiore di ogni reggimento democratico; a tutti coloro che, soffrendo in sé – nel proprio spirito – di ogni offesa ed ingiuria che venga portata contro il principio rappresentativo e gli istituti nei quali esso storicamente oggi s’incarna, voglion però a buon diritto, e si attendono, che questi non vengano meno al proprio dovere: che non è solo quello di elaborare testi legislativi e costituzionali, ma anche di essere in tutti i propri membri esempio al Paese di intransigenza morale, di modestia di costumi, di onestà intellettuale, di civica severità, ed ancora, me lo si permetta, di reciproco rispetto, di responsabile ponderatezza negli atti e nelle espressioni, di autocontrollo spirituale ed anche fisico, di sdegnosa rinuncia ad ogni ricerca di facili popolarità pagate a prezzo del decoro e della dignità dell’Assemblea.
È certo difficile, dopo tanta immensità di umiliazione nazionale, ritrovare d’un tratto quell’incontrollabile equilibrio interiore senza il quale non può darsi alcuna consapevole e conseguente attività politica, e cioè attività in servizio del bene pubblico. Ma ciò che per tanti, più prostrati dalla miseria e meno ferrati nel sapere, può ancora essere una meta da raggiungere, per noi – che abbiamo osato accogliere l’offerta di farci guida del popolo – per noi ciò deve essere, o dovrebbe essere, certamente una meta già conquistata. Io amo, dunque, pensare, onorevoli colleghi, che l’alta impresa cui oggi muoveremo i primi passi, impegnandovi ogni nostra forza d’ingegno, ogni nostro moto di passione, ogni nostro fervore di fede, riuscirà a dare prova ai nostri ed ai cittadini di tutti i Paesi del mondo che l’Assemblea Costituente italiana è pari alla sua missione, e degnamente rappresenta il popolo che l’ha eletta, un popolo probo, eroico, incorrotto”
(Umberto Terracini)(a cura di Aglaja) -
OLI 269: VERSANTE LIGURE – Scosse da orbi
Ahilui, terremotato,patì un destino cinico:per mesi fu inondatoda Papi in trip catodico.Poi, solo e abbandonato,a Roma andò un po’ critico:lì fu manganellato(subì lo sciame Silvico).Versi di ENZO COSTAVignetta di AGLAJA -
OLI 268: VERSANTE LIGURE – Rime spuntate
Io dico apertamente(un eufemismo è meglio)e aggiungo assai pungente(tacendo qui non sbaglio)poi attacco intransigente(mi freno, mi sorveglio):poesia che è aderentealla legge-bavaglio.Versi di ENZO COSTAVignetta di AGLAJA -
OLI 267: VERSANTE LIGURE – Puc indolore
Il Tar sentenzia e zac:è cancellato il Puc!Comune sotto chocd’urbanistìco crac,ma con seduta ad hocal Puc già di Perìc(la “u” restata è in Bic)rinnova tosto il look(seduta-lampo docstile “Già fatto? Pic”). -
OLI 267: COSTITUZIONE ITALIANA – Calamandrei: la Costituzione spiegata agli studenti
Discorso di Piero Calamandrei (1889-1956), rivolto nel 1955 ad alcuni studenti milanesi, sui principi della Costituzione Italiana e della Libertà.
Membro della Consulta Nazionale e dell’Assemblea Costituente La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica. È un po’ una malattia dei giovani l’indifferentismo. «La politica è una brutta cosa. Che me n’importa della politica?». Quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina che qualcheduno di voi conoscerà: di quei due emigranti, due contadini che traversano l’oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime, che il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda ad un marinaio: «Ma siamo in pericolo?» E questo dice: «Se continua questo mare tra mezz’ora il bastimento affonda». Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno. Dice: «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare il bastimento affonda». Quello dice: «Che me ne importa? Unn’è mica mio!». Questo è l’indifferentismo alla politica.
È così bello, è così comodo! è vero? è così comodo! La libertà c’è, si vive in regime di libertà. C’è altre cose da fare che interessarsi alla politica! Eh, lo so anche io, ci sono… Il mondo è così bello vero? Ci sono tante belle cose da vedere, da godere, oltre che occuparsi della politica! E la politica non è una piacevole cosa. Però la libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai. E vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perchè questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, vigilare dando il proprio contributo alla vita politica…
Quindi voi giovani alla Costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come vostra; metterci dentro il vostro senso civico, la coscienza civica; rendersi conto (questa è una delle gioie della vita), rendersi conto che nessuno di noi nel mondo non è solo, non è solo che siamo in più, che siamo parte, parte di un tutto, un tutto nei limiti dell’Italia e del mondo. Ora io ho poco altro da dirvi. In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre gioie. Sono tutti sfociati qui in questi articoli; e, a sapere intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane…
E quando io leggo nell’art. 2: «l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica, sociale»; o quando leggo nell’art. 11: «L’Italia ripudia le guerre come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli», la patria italiana in mezzo alle altre patrie… ma questo è Mazzini! questa è la voce di Mazzini!
O quando io leggo nell’art. 8: «Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge», ma questo è Cavour!
O quando io leggo nell’art. 5: «La Repubblica una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali», ma questo è Cattaneo!
O quando nell’art. 52 io leggo a proposito delle forze armate: «l’ordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica», esercito di popoli, ma questo è Garibaldi!
E quando leggo nell’art. 27: «Non è ammessa la pena di morte», ma questo è Beccaria! Grandi voci lontane, grandi nomi lontani…Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti! Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa Costituzione! Dietro ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, cha hanno dato la vita perché libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta. Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, è un testamento, è un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione.
(a cura di Aglaja)
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OLI 265: VERSANTE LIGURE – Destra con destrezza
Negarlo è assurdo e insano(può attivarsi l’Ovra):
in tasca a ogni italiano
la destra, d’odio scevra,
non ha messo la mano
(ha messo la manovra).