Categoria: Aglaja

  • OLI 292: VERSANTE LIGURE – HA FATTO SCUOLA

    I soldi idolatrati
    in telealtari bui
    di Nulla addobbati.
    Cultura? Schifo, pfui!
    I corpi sfigurati
    a involucri con cui
    spacciarsi nei mercati
    per il piacere altrui:
    valori sciagurati
    che ci ha inculcato Lui.
    Versi di ENZO COSTA
    Vignetta di AGLAJA
  • OLI 292: COSTITUZIONE ITALIANA – La parità tra uomo e donna nella Costituzione

    # Art. 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
    È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
    # Art. 29: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
    Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare”.
    # Art. 37: “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale e adeguata protezione.
    La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato.
    La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione”.
    # Art. 48: “Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.
    Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.
    La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tal fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.
    Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.
    # Art. 51 (il secondo periodo è aggiunto con legge costituzionale n. 1 del 30 maggio 2003): “Tutti i cittadini dell’uno e dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tal fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini”.
    # Art. 117 (testo introdotto dalla legge costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001, sulla potestà legislativa di Stato e Regioni): “Le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica e promuovono la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive”.

    a cura di Aglaja
  • OLI 291: VERSANTE LIGURE – CONTROESODO BIBLICO

    Ho sogni ricorrenti:
    su fatiscenti scafi
    ci son mesti migranti
    di onde e vento stufi:
    Berlusca & C. piangenti
    che il mar pare si sbafi
    e invano richiedenti
    asilo a lui: Gheddafi.

    Versi di ENZO COSTA
    Vignetta di AGLAJA
  • OLI 290: VERSANTE LIGURE – SE NON ORA, QUANDO? 2 (LA BURLETTA)

    Si sono sollevati
    per un morale sprone
    ciò che li ha risvegliati
    è fiera indignazione
    non son più rassegnati
    a questa situazione
    ma tosti e motivati
    nell’etica passione:
    tifosi blucerchiati
    contestano Garrone.
    Versi di ENZO COSTA
    Vignetta di AGLAJA
  • OLI 289: VERSANTE LIGURE – SE NON ORA, QUANDO?

    Vieppiù si vilipende
    con virulenza rara
    la dignità sua offende
    nell’autoflop fa gara:
    da sé chi lo difende?
    Noi, in piazza, per Ferrara!

    Versi di ENZO COSTA
    Vignetta di AGLAJA
  • OLI 288: VERSANTE LIGURE – SCOSSE DI ANNIENTAMENTO

    Di un crollo hai l’impressione
    con tutto al suolo raso:
    valori, informazione,
    diritti, eros, leso
    ed in frantumazione
    è un ethos condiviso.
    E la ricostruzione
    (ironico buon peso
    che il mio mestier m’impone)
    la cura Bertolaso.

    Versi di ENZO COSTA
    Vignetta di AGLAJA
  • OLI 287: VERSANTE LIGURE – SETTIMO: NON RUBYRE

    Il Clero sarà brusco?
    La Chiesa or si oppone?
    Riparlerà Bagnasco?
    Rituonerà Bertone?
    Più non mi riconosco:
    per la Liberazione
    da Papi & sottobosco
    confido in un sermone.
    Confessional finisco
    (però, che depressione!).
    Versi di ENZO COSTA
    Vignetta di AGLAJA
  • OLI 286: VERSANTE LIGURE – PREMIER IL PIACERE, POI IL CARROCCIO

    Non c’è danno che tenga
    ché Sestri non ha il rango
    (è in Veneto? Non finga!):
    a risarcir mi oppongo.
    Scusate: ho il bunga-bunga
    vi lascio il fango-fango.

    Versi di ENZO COSTA
    Vignetta di AGLAJA
  • OLI 286: COSTITUZIONE ITALIANA – Luciano Canfora: revisionismo, consenso e Costituzione

    Luciano Canfora

    (…) Il ragionamento parte dalla cosiddetta scoperta del CONSENSO. Apparente scoperta. Apparente per un duplice motivo: perché l’intuizione di come il fascismo si fosse via via radicato, ferme restando le sue origini violente e soprafattorie in un consenso di massa, era il cardine delle fondamentali “lezioni sul fascismo” di Palmiro Togliatti, incentrate appunto sulla nozione del fascismo come “regime reazionario di massa”; e inoltre perché quel consenso – che non fu né costante né indiscusso – è stato per lo più documentato con il dubbio strumento delle ingannevoli perché corrive carte di polizia. E andrebbe dunque studiato in modo ben altrimenti critico.
    L’implicazione di questa apparente scoperta è ben nota: trasformare il fascismo in regime normale, magari un po’ paternalistico ma non repressivo. L’ulteriore corollario è la denuncia dell’età staliniana come unica vera esperienza totalitaria. Essendosi peraltro il fascismo proposto come antitesi frontale del bolscevismo, il corollario ulteriore è che qualcosa di molto buono vi doveva essere in tale “primo della classe” dell’anticomunismo. Coronamento del ragionamento è l’attacco alla nostra costituzione repubblicana ed ai suoi principi fondanti, per essere essa stata scritta anche dai comunisti e comunque da uomini che comunisti non erano ma che alcune delle istanze fondamentali del comunismo accoglievano e apprezzavano: a cominciare dall’esordiale indicazione (articolo 1) del lavoro come fondamento della Repubblica e dalla implicita identificazione tra cittadino e lavoratore, a seguitare con l’articolo 3, ed il suo impegno a “rimuovere gli ostacoli” di ordine sociale che impedivano e tuttora impediscono l’effettiva uguaglianza tra i cittadini.
    Orbene qui non si intende sottrarsi alla sfida. Il “velen dell’argomento” ci è ben chiaro. Noi sappiamo che la principale battaglia che tutti i democratici hanno da affrontare è proprio la difesa della costituzione e in primo luogo dei suoi principi esemplarmente delineati nel capitolo primo. E sappiamo anche che il vulnus più profondo finora inferto alla costituzione è stata la modifica della legge elettorale, l’abbandono del principio proporzionale, unico istituto che rispetti davvero l’istanza del suffragio universale.
    Tutto questo ci è chiaro, e la battaglia è ardua.
    Ma il punto di partenza non ci sfugge , né intenderemo sfuggirvi, anzi lo dobbiamo affrontare di petto. È la questione del consenso. L’Italia sta scivolando verso un REGIME REAZIONARIO FONDATO SUL CONSENSO. Ed è sui modi in cui oggi, diversamente che nel 1922-1926, il consenso si consegue che le idee non sono sempre chiare.
    Ma il processo è ormai molto avanzato. Le forme di creazione del consenso sono molto più capillari e sofisticate e irresistibilmente pervasive che non in passato: concomitanti con la radicale trasformazione del reclutamento stesso del personale politico-parlamentare – ormai prevalentemente abbiente e centrista -, dovuto appunto al meccanismo elettorale maggioritario.
    Orbene lo studio del modo in cui davvero il fascismo pervenne – in capo a cinque lunghissimi anni dal 1921 (sua prima apparizione in parlamento) al 1926 (leggi eccezionali e messa fuori legge del PCI) – a dar vita ad un REGIME è forse oggi il più istruttivo dei compiti intellettuali.
    Forse la sinistra (il centro-sinistra) si fa qualche illusione sulle prossime elezioni del 2006. A mio avviso, invece, la destra oggi al potere non cederà facilmente il timone, non attenderà passivamente il responso delle urne. Farà di tutto, ma proprio di tutto, per conservare il potere. Essi pensano di avere ormai in pugno l’Italia per un lungo tempo. Pensano di averla riplasmata sotto ogni riguardo. Noi non possiamo chiudere gli occhi su questa evidente verità.

    Dal 1922 al 1926 il fascismo creò le premesse per restare al timone. Per prima cosa abrogò il sistema elettorale proporzionale poi creò un blocco, un listone unico nel quale imbarcò pezzi di tutte le formazioni politiche liberali e cattoliche delle più varie sfumature. Quindi ricorse alla provocazione. E mi riferisco non solo al rapimento di Matteotti. Ma alla provocazione imbastita contro il partito comunista (l’arresto dei “corrieri” sorpresi alla stazione di Pisa con volantini “eversivi” come prova della imminente “eversione comunista”): donde l’arresto di Gramsci e degli altri dirigenti; donde la creazione del tribunale speciale, donde il mostruoso “processone”; e alla fine l’attentato oscuro di Bologna e la sospensione degli altri partiti.
    Questo crescendo è uno scenario che sembra arcaico ma è un modello ancora utilizzabile.
    Ben venga l’invito a studiare come davvero il fascismo giunse al potere e si affermò. Non ne caveremo, come si vorrebbe, la tranquillizzante immagine di un regime tutto sommato “normale” (tenendo conto anche dei tempi perigliosi in cui nacque), ma l’allarmante scenario ancora ripetibile, mutati lo stile e gli strumenti, di come si demolisce una democrazia.

    Luciano Canfora, Prolusione contro il revisionismo storico, 2005

    (a cura di Aglaja)

  • OLI 285: VERSANTE LIGURE – IL SOL DEL REGREDIRE

    Marchionne è esternatore
    tutt’altro che leggiadro?
    Borghezio, con furore,
    il Sud tratta da ladro?
    Deprimersi è un errore
    non così buio è il quadro:
    c’è il Sol (24 Ore)
    e in più quello di Adro.
    Versi di ENZO COSTA
    Vignetta di AGLAJA