Era l’8 agosto 2011 quando avevamo postato una cartolina di Oli relativa a lavori indispensabili per la realizzazione di un pozzo di ventilazione della galleria ferroviaria San Tommaso previsto “nell’ambito della realizzazione del sestuplicamento della tratta Genova Principe – Genova Brignole del nodo ferroviario di Genova”.
In quell’occasione erano stati sacrificati più di 30 alberi in corso Carbonara a Genova. Sacrificati con la garanzia di assessori e FS che sarebbero stati sostituiti. Il cantiere era durato molto e dopo i lavori nessun albero è mai stato ripiantato, ma quello che inquieta di più sono le voci che circolano sull’opera oggi: si dice che non fosse necessaria, che i progettisti siano caduti in un madornale errore e che nulla sia stato completato. Poiché non siamo talpe ed è ovviamente impossibile verificare di persona, attendiamo una rapida smentita da FS e Comune di Genova per rassicurare cittadini e viaggiatori di avere speso bene i soldi della collettività e di essere adegutamente ventilati nelle gallerie genovesi.
Comunque nel quartiere si attende che gli alberi vengano ripiantati.
(La Redazione di Oli)
Categoria: FS
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OLI 416: CITTA’ – Corso Carbonara e FS: cambi di programma?
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OLI 379: COMUNE – Amt, una delibera a puntate
Questa è la storia di una delibera a puntate, che ha messo in croce la giunta del Comune di Genova per più di un mese, una pratica relativa all’ultimo piano tariffario del trasporto pubblico locale.
I fatti: martedì 19 aprile 2013 la giunta ha portato in consiglio una proposta di delibera con il nuovo piano per “salvare l’integrazione tariffaria bus/treno”. La delibera comportava un aumento a 360° di tutti gli abbonamenti e dei biglietti, compresi gli ascensori, riportando quello integrato bus più treno al valore più alto d’Italia, 1,60 euro per 100 minuti, tempo, che tra l’altro, molti reputano eccessivo per il singolo spostamento, ma insufficiente per essere usato come ritorno. Dopo una battaglia combattuta all’ultimo emendamento nella quale le forze di opposizione hanno chiesto di rivedere il listino salvando il vecchio valore degli abbonamenti per cercare di fidelizzare i clienti, con un rifiuto pressoché totale della maggioranza, alla fine, a sorpresa, è passato un emendamento del Movimento 5 Stelle per la creazione di un biglietto non integrato al vecchio costo di 1,50 euro. Lo scopo era quello di ottenere una salvaguardia dagli aumenti almeno per chi il treno non lo prende, aumenti secondo molti consiglieri ingiustificati al solo scopo, dichiarato dall’assessore, di salvaguardare l’integrazione tariffaria, ma che in realtà nascondevano un aumento di introiti generalizzato “salva-azienda”. La giunta ha vacillato insieme alla maggioranza di fronte a questo inatteso risultato, sono partite le verifiche di maggioranza, le conferenze capigruppo, dove si è studiato da subito come riportare la situazione a quanto la giunta, insieme alla maggioranza, aveva previsto. Al rientro in aula, già si parlava di una nuova delibera correttiva, per la quale occorreva trovare una motivazione.
La storia continua nei giorni successivi con l’applicazione parziale della delibera, con l’aumento di tutti gli abbonamenti, ad eccezione di quello integrato, fermo a 1,50 euro. Al successivo consiglio comunale viene fatto subito notare il problema di avere disatteso la delibera, in conferenza capigruppo l’assessore spiega che il cambio di struttura tariffaria ha creato un problema di gestione con la tipografia. Una scusa poco credibile, che si svela dopo più di un mese con l’arrivo della delibera correttiva tanto sospettata. Un altro scontro, un’altra puntata.
(Stefano De Pietro – foto da internet)

