Categoria: GAZA

  • OLI 415: ESTERI – Voci dalla stampa internazionale

    Ecco una donna coraggiosa, una donna araba del Bahrain, Zainab Al-Khawaja, è stata arrestata per aver strappato una foto del re. Non otterrà nei media occidentali nemmeno una piccola parte dell’elogio che essi stanno dedicando alle coraggiose donne curde: ai media occidentali non importa nulla del popolo curdo e delle donne curde, essi elogiano chiunque, persino i kamikaze, quando combattono contro i nemici dell’occidente. 
    Gulf Center for Human Wrights, 14 ottobre, 2014: “Zainab Al-Khawaja è stata arrestata oggi 14 ottobre 2014, durante un’udienza in tribunale programmata per affrontare l’accusa di aver strappato una fotografia del re (del Bahrain).” “Sono la figlia di un uomo fiero e libero. Mia madre mi ha portato in questo mondo libera, ed io darò alla luce un bambino libero (Zainab è incinta al nono mese) anche se in prigione. E’ mio diritto, e mia responsabilità, di una persona libera,  protestare contro l’oppressione e gli oppressori” ha detto Zainab ai giudici.
    http://gc4hr.org/news/view/776

    Per gli USA la conferenza del Cairo non è per ricostruire Gaza ma è per ricostruire l’Autorità Palestinese: la maggior parte dei soldi americani andrà a Ramallah. 
    New York Times, 12 ottobre 2014: “Kerry ha promesso 212 milioni dollari in nuovi aiuti, $ 75 milioni dei quali andranno per la ricostruzione di Gaza, mentre il resto verrà indirizzato verso l’Autorità palestinese, compresi i programmi in Gerusalemme Est e in Cisgiordania.” http://www.nytimes.com/2014/10/13/world/middleeast/us-pledges-212-million-in-new-aid-for-gaza.html?ref=todayspaper&_r=1

    Sul Daily Mail belle foto dalla Corea del Nord del fotografo Aram Pan di Singapore 
    The Daily Mail, 29/05/2014: “Dentro l’enclave comunista nel 2013, il fotografo Aram Pan è stato testimone di vivaci mercati, di uomini e donne che si divertono in un parco acquatico all’occidentale, di chilometri e chilometri di colture pronti per il raccolto, che hanno mandando in frantumi tutte le sue illusioni su ciò che poteva essere una vacanza in Corea del Nord”. http://www.dailymail.co.uk/news/article-2638213/Tourist-took-camera-inside-North-Korea-expected-really-really-sad-people-shocked-seemingly-ordinary-lives-citizens.html

    Il supermercato di prostituzione minorile ed i sceicchi del petrolio 
    The Star, 13 ottobre 2014: “In Hyderabad, nel sud dell’India, la storia di Tasleem non è rara. Dal 1990, la città è stata il terreno di caccia per gli uomini provenienti da paesi arabi ricchi di petrolio in cerca di giovani spose vergini. Alcune di appena 11 o 12 anni. Il contatto tra i poveri musulmani della città con i ricchi uomini anziani provenienti dai paesi del Golfo è iniziato negli anni ’70 e ’80 da persone espatriate da Hyderabad. La situazione è peggiorata negli ultimi due anni, diventando di fatto un supermercato della prostituzione minorile”. http://www.thestar.com/news/world/2014/10/13/indias_prostitute_brides_girls_raped_as_temporary_wives.print.html

    Manifestazioni razziste in Israele contro gli immigrati africani Israeliani gridano “Negri andate a casa vostra” e portano bandiere stile ISIS alla manifestazione contro gli immigrati africani in Israele. 
    https://www.youtube.com/watch?v=rVyCfJ5cOOA

    Reuters è molto confusa circa il Medio Oriente
    The Globe and Mail (fonte Reuters), 09 ottobre 2014: “La rabbia dei curdi per Kobani ha anche ravvivato rancori di lunga data tra i simpatizzanti del PKK ed i gruppi islamisti turchi che sono collegati al movimento Hezbollah in Libano e che ora sembrano essere schierarsi con lo Stato islamico.” I gruppi islamisti turchi di cui parla Reuters sono del movimento Hezbollah turco, sunnita, che combatte contro il regime siriano e non ha legami con Hezbollah in Libano, sciita, che combatte a fianco del regime siriano.

    http://www.theglobeandmail.com/news/world/islamic-state-kobani/article21002229/

    Questo video, con le sorelle siriane Faya Yunan e Rihan Yunan, è salito in meno di sei giorni a 630.000 visualizzazioni su youtube. “Per i nostri paesi”: Siria, Iraq, Libano e Palestina. Con sottotitoli in inglese.
    Youtube, 09 ottobre 2014: https://www.youtube.com/watch?v=4GO52i0xui8

    David Brooks, editorialista del New York Times, avrebbe dovuto dichiarare il servizio militare di suo figlio nell’esercito israeliano? 
    New York Times, 8 ottobre 2014: “Non credo che avrebbe avuto l’obbligo di dire che suo figlio ha fatto questa scelta, non più di quanto se suo figlio si fosse arruolato nelle forze aeree USA (anche se riconosco che Israele è un paese più controverso nella mente delle persone)”. E’ possibile che non veda la differenza? Gli USA è il paese di Brooks, l’altro è un paese straniero, controverso o no. Vuole davvero dire che se il figlio del giornalista servisse in un esercito straniero, siriano ad esempio, non avrebbe dovuto dichiararlo ai lettori? http://publiceditor.blogs.nytimes.com/2014/10/08/david-brooks-son-idf-times-public-editor/?_php=true&_type=blogs&smprod=nytcore-ipad&smid=nytcore-ipad-share&_r=0
    (a cura di Saleh Zaghloul – immagine di Guido Rosato)

  • OLI 413: PALESTINA – Tribunale Russell sulla Palestina

    Il 25 settembre 2014 a Bruxelles la sessione straordinaria del Tribunale Russell ha preso in esame gli attacchi militari contro i civili e le infrastrutture civili di Gaza durante l’operazione militare israeliana “Protective Edge” durata 51 giorni dall’8 luglio al 26 agosto di quest’anno, rilevando prove di crimini di guerra, crimini contro l’umanità, crimini di assassinio, sterminio, persecuzione ed anche di incitamento al genocidio.
    Testimoni ed esperti, giornalisti e operatori medici che si trovavano sul posto durante gli attacchi, sono stati ascoltati a Bruxelles, tra cui il giornalista Paul Mason di Channel 4 News, il chirurgo Mads Gilbert, l’avvocato Agnes Bertrand, il Dr.Paul Behrens esperto in genocidio, il direttore del Centro Palestinese per i Diritti Umani Raji Sourani.
    Accuse da parte di Human Rights Watch, Amnesty International, e delle Nazioni Unite che hanno dato prove di crimini contro guerra e crimini contro l’umanità: bombardamenti su scuole, ospedali, moschee, abitazioni civili rese inagibili.
    Il tribunale chiede a tutti gli Stati di collaborare per porre fine all’occupazione illegale israeliana

    “Viene riconosciuto che in una situazione dove vengono perpetrati tipi di crimini contro l’umanità in modo impunito, e dove nella società si manifesta un incitamento diretto e pubblico al genocidio, è molto plausibile che individui o lo stato possano decidere di sfruttare queste condizioni per perpetrare il crimine di genocidio.”
    Chissà se anche lo Stato Italiano farà la sua parte a favore dei diritti umani mentre a Gaza, nonostante la tregua, continuano quotidianamente le persecuzioni sui civili e lo stato di assedio.
    (Maria Di Pietrofoto da internet)

    Di seguito il testo integrale del Comunicato Stampa 
    25 settembre 2014
    La sessione straordinaria del Tribunale Russel per la Palestina sulla operazione militare di Israele Protective Edge tenutasi ieri a Bruxelles ha rilevato le prove di crimini di guerra, crimini contro l’umanità, crimini di assassinio, sterminio, persecuzione ed anche di incitamento al genocidio.
    La Giuria [1] ha riferito: “L’effetto cumulativo di un regime di lunga durata di punizione collettiva a Gaza appare infliggere deliberatamente condizioni di vita  per condurre ad una crescente distruzione dei Palestinesi in quanto gruppo, a Gaza”.

    Il Tribunale sottolinea che “un regime persecutorio può portare ad un effetto genocida, alla luce della chiara escalation della violenza fisica e verbale relativa a Gaza diffusa nell’estate 2014, il Tribunale sottolinea l’obbligo di tutti gli Stati firmatari della Convenzione sul Genocidio del 1948, di prendere secondo la Carta delle Nazioni Unite, misure considerate adeguate per la prevenzione e la soppressione di atti di genocidio”.
    La Giuria ha ascoltato prove da testimoni oculari degli attacchi di Israele durante la guerra di Gaza nel 2014, inclusi i giornalisti Mohammed Omer, Max Blumenthal, David Sheen, Martin Lejeune, Eran Efrati e Paul Mason, e i chirurghi Mads Gilbert, Mohammed Abou Arab, l’esperto di crimini di genocidio come Paul Behrens, il Colonnello Desmond Travers e Ivan Karakashian, capo dell’azione di sostegno e difesa di Children International.
    Relativamente al crimine di incitamento al genocidio, il Tribunale ha accolto le prove a dimostrazione di una ripresa al vetriolo della retorica e incitamento razzista nell’estate del 2014. “Le prove mostrano che un tale incitamento si è manifestato in molti livelli della società israeliana, sia sui social media che su quelli tradizionali, dai tifosi di calcio, a funzionari di polizia, a opinionisti, a leader religiosi,e legislatori e ministri del Governo”.
    Il Tribunale ha inoltre rilevato prove dei seguenti crimini:
    a) Omicidi volontari;
    b) Distruzioni diffuse di proprietà non giustificate da necessità militare;
    c) Attacchi diretti intenzionalmente contro una popolazione civile e obiettivi civili;
    d) Uso sproporzionato della forza;
    e) Attacchi contro edifici dedicati alla religione e alla’istruzione;
    f) L’uso dei palestinesi come scudi umani;
    g) Impiego di armi, proiettili, materiali e metodi nelle azioni di guerra di natura tale da causare danni eccessivi e inutili sofferenze, intrinsecamente indiscriminati;
    h) L’uso della violenza per diffondere  terrore tra la popolazione civile.
    Inoltre il Tribunale ha stabilito: “Viene riconosciuto che in una situazione dove vengono perpetrati tipi di crimini contro l’umanità in modo impunito, e dove nella società si manifesta un incitamento diretto e pubblico al genocidio, è molto plausibile che individui o lo stato possano decidere di sfruttare queste condizioni per perpetrare il crimine di genocidio.”
    Nota inoltre: “Abbiamo davvero paura che in un ambiente di impunità e di assenza di sanzioni nei confronti di una criminalità grave e ripetuta, le lezioni del Rwanda e di altre atrocità di massa possano ancora una volta restare inascoltate”.
    Il Tribunale chiama Israele ad adempiere ai suoi obblighi secondo il diritto internazionale e lo Stato di Palestina ad accedere, senza ulteriori ritardi, allo Statuto di Roma della Corte penale Internazionale, a cooperare pienamente con la Commissione di inchiesta del Consiglio dei diritti umani e ad impegnarsi appieno nei meccanismi della giustizia internazionale.
    Il Tribunale inoltre ricorda a tutti gli stati di collaborare per mettere fine alla situazione di illegalità che deriva dalla occupazione israeliana, dall’assedio e dai crimini nella striscia di Gaza. Alla luce dell’obbligo di non fornire aiuto e assistenza, tutti gli stati devono prendere in considerazione appropriate misure per esercitare una sufficiente pressione su Israele, compresa l’imposizione di sanzioni, l’interruzione di relazioni diplomatiche, collettivamente, attraverso organizzazioni internazionali, o, in assenza di consenso, individualmente rompendo le relazioni bilaterali con Israele.
    Chiama tutti gli stati ad adempiere al loro dovere “di intraprendere secondo la Carta delle Nazioni Unite azioni che considerino appropriate per la prevenzione e la soppressione di atti di genocidio”.
    Oggi il Tribunale ha presentato le sue conclusioni al Parlamento Europeo
    [1] Componenti della Giuria
    http://www.russelltribunalonpalestine.com/en/sessions/extraordinary-session-brussels/meet-the-jury
    [2] Testimoni
    http://www.russelltribunalonpalestine.com/en/sessions/extraordinary-session-brussels/witnesses
    Contatto
    Email: pressRTOP@gmail.com
    Ewa Jasiewicz 0032 487 384 948 (English, Polish and Arabic)
    Katarzyna Lemanska 0032 489 04 48 22 (French and Polish)
    www.russelltribunalonpalestine.com/en

  • OLI 412: ESTERI – Voci dalla stampa internazionale

    23.000 persone hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa negli ultimi 14 anni
    Spiegel Online, 11 settembre 2014: “Non vi è praticamente alcun percorso legale verso l’Europa per i rifugiati: non per la maggior parte dei siriani, di cui solo pochissimi sono stati portati in Germania, sono i cosiddetti rifugiati contingenti, non per gli iracheni e non per le persone provenienti da paesi in difficoltà dell’Africa occidentale”. “Un consorzio di giornalisti europei ha scoperto che più di 23.000 persone hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa negli ultimi 14 anni.” http://www.spiegel.de/international/europe/europe-tightens-borders-and-fails-to-protect-people-a-989502.html

    Quello che Obama non sta dicendo al popolo americano
    Threat Matrix, 12 settembre 2014: “Il Fronte Moderato dei rivoluzionari siriani continua a sostenere al Qaeda”. “L’unico problema con questo esempio di alleato possibile degli Stati Uniti nella lotta in Siria è che Maarouf ha già dichiarato che non ha alcun problema con il ramo siriano di al Qaeda (al-Nusrah Front), ed ha ammesso di condividere le armi con esso. E questo esempio di cooperazione tra “moderati” e gruppi islamisti radicali non è un caso isolato”.
    http://www.longwarjournal.org/threat-matrix/archives/2014/09/an_article_in_yesterdays_new.php

    Gaza: Israele ha completamente distrutto 26 scuole e danneggiato 122 scuole 
    Irin Middle East, 13 settembre 2014: “Secondo un rapida valutazione di un rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA), 26 scuole sono state completamente distrutte negli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza, mentre 122 scuole sono state variamente danneggiate, tra cui 75 scuole dell’UNRWA”.
    http://www.irinnews.org/report/100607/back-to-school-in-gaza-amid-fear-hope#.VBWnWr0anqA

    Cuba invia più medici dei paesi ricchi per combattere Ebola in Africa
    Ruptly TV, 12 settembre 2014: parlando a Ginevra venerdì, Margaret Chan, direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha elogiato il contributo di Cuba nella lotta contro l’epidemia Ebola in Africa occidentale, definendolo come “la più grande offerta di medici, infermieri e altri specialisti” finora fornita da un stato-nazione. Gli USA sono il paese che ha mandato più soldati, come al solito.
    http://www.youtube.com/watch?v=B5hN93W-Ud4

    Le curiose risposte della senatrice americana Liz Warren a proposito di palestinesi e israeliani 
    The Weekly Standards, 15 settembre 2014: “Mi chiamo Eva Moseley, non sono una studentessa, non sono un ex allieva, ma ero nella vita della facoltà. Ero anche una rifugiata dell’olocausto e sono estremamente preoccupata che gli ebrei non facciano ad un altro popolo ciò che è stato fatto a loro”, ha detto l’attivista. “Penso che sia giusto,” ha risposto la senatrice Warren.
    “Lei ha recentemente affermato che Israele ha il diritto di difendersi”, ha continuato l’attivista. “Credi anche che i palestinesi hanno il diritto di difendersi?”
    “Naturalmente. Dunque, la risposta è sì”. 
    http://www.weeklystandard.com/blogs/liz-warren-says-its-fair-compare-israel-s-actions-gaza-holocaust_804951.html

    Gli USA e la loro coalizione di forze arabe secolari e illuminate per sconfiggere ISIS 
    Newsweek, 11 settembre 2014: “Gli stessi sauditi sono quelli che hanno nutrito il marchio dell’Islam integralista che ha dato vita ad al Qaeda ed al suo satanico figliastro Stato Islamico. Denunciando la sua ferocia sembra parecchio ipocrita da parte della famiglia reale: soltanto nel mese scorso, i carnefici del regno hanno decapitato 19 persone in Piazza Chop-Chop, il forum della giustizia medievale di Riyadh, quasi la metà per crimini non violenti”.
    http://www.newsweek.com/saudis-tip-toe-war-isis-269674

    (a cura di Saleh Zaghloul – immagine di Guido Rosato)

  • OLI 411: PALESTINA – A chi la responsabilità delle vittime

    Il 5 agosto scorso anche a Genova si è svolta la manifestazione, come in altre città del mondo, per protestare contro i bombardamenti sulla striscia di Gaza.
    Dopo 7 settimane di attacchi militari dall’8 luglio al 26 agosto, il bilancio delle vittime è tragico :
    2.100 persone uccise
    536 bambini ammazzati
    11.000 persone ferite
    3.000 bambini feriti
    1.800 orfani
    100.000 persone senza casa
    1.000.000 persone traumatizzate psicologicamente
    Chi si prende la responsabilità di queste vittime?
    Inoltre gli attacchi israeliani hanno colpito ospedali, scuole, università, le infrastrutture dell’acqua, l’unica centrale elettrica, aziende e negozi, locali pubblici.
    Con i valichi chiusi e l’embargo in atto sarà difficile fare entrare materiali per la ricostruzione della città.
    E mentre il mondo chiude gli occhi davanti alle violazioni dei diritti palestinesi da parte di Israele, il governo israeliano sta facendo affari con la Giordania per i gasdotti al largo della striscia di Gaza.
    E’ stata davvero una guerra contro il terrorismo?
    https://www.youtube.com/watch?v=N4mGsFF2LFs&list=UUDuzLwbh2c7AycQMn80mf2A
    Prossimi appuntamenti nazionali per manifestare a sostegno della libertà del popolo palestinese:
    Firenze – sabato 21 settembre 2014 – Piazzale Michelangelo h.11-16
    Roma – sabato 27 settembre piazza della Repubblica h.14
    (Maria Di Pietro – foto di Giovanna Profumo)

  • OLI 410: PALESTINA – A Gaza si muore mentre il mondo tace

    Ennesimo crimine di guerra contra la Striscia di Gaza iniziato domenica 6 luglio che il governo israeliano ha denominato “Protection Edge”  Israele ha comunicato che colpirà solo obiettivi della resistenza palestinese, ma dopo 5 giorni di bombardamenti sono 98 le vittime e più di 600 i feriti.
    E’ stato attaccato anche l‘Ospedale Europeo a Khan Younis. Secondo la Convenzione di Ginevra del 1949 attaccare un ospedale E’ UN CRIMINE DI GUERRA!

    Inoltre continui attacchi hanno reso molto difficili le operazioni di soccorso dei feriti in una città messa in ginocchio già dalle precedenti guerre.
    Mentre la maggior parte dei media internazionali si concentrano sui razzi lanciati da Hamas, civili palestinesi continuano a morire sotto le bombe israeliane.
    Gaza piange le sue vittime mentre il mondo tace. Ancora quante lacrime devono essere versate prima di porre fine a questa carneficina voluta dal premier israeliano Benjamin Netanyahu per la difesa di un progetto coloniale?
    Riportiamo i nomi delle vittime: esseri umani, bambini e donne, giovani e anziani a cui è stata rubata la vita, vittime considerate per molti solo numeri e statistiche.

    Noi li vogliamo ricordare come persone che avevano il diritto di vivere. Persone che hanno avuto la sfortuna di nascere in una terra dove i giochi politici sono più importanti delle vite umane:
     1. Rashad Yassin, 27 anni, campo profughi Nuseirat;
    2. Abduallah Kaware, Khan Younis;
    3. Mohammad Ashour, 13, Khan Younis;
    4. Riyadh Kaware, 50, Khan Younis;
    5. Mahmoud Judeh, Khan Younis;
    6. Bakir Mahmoud Judeh, 22, Khan Younis;
    7. Ammar Mohammad Judeh, 22, Khan Younis;
    8. Hussein Mohammad Kaware, Khan Younis;
    9. Fakhri Saleh Ajjouri, Abraj al-Sheikh Zayed;
    10. Ahmad Moussa Habib, 48, al-Shujaiyeh – Gaza City;
    11. Ahmad Ahed Habib, 19, al-Shujaiyeh –  Gaza City;
    12. Mohammed Shaaban, Gaza City:
    13. Amjad Shaaban, Gaza City;
    14. Khader Shaaban, Gaza City;
    15. Siraj Iyad Abdulal, 8, GazaCity;
    16. Ra’ed Shalat, 27 anni, Gaza City;
    17. Hafik Hamad, 30 anni, Beit Hanuna;
    18. Ibrahim Mamedhmed Hamad, 26, Beit Hanuna;
    19. Mahdi Mohammed Ahmad Hamad, 46, Beit Hanuna;
    20. Fawzia Khalil Hamad, 62, Beit Hanuna;
    21. Mehdi Hamad, 16, Beit Hanuna;
    22. Suha Hamad, 25, Beit Hanuna;
    23. Abdul-Hadi al-Sufi, 24, Rafah;
    24. Suleiman Salman Abu al-Sawaween, 30, al-Qarara;
    25. Abd al-Nasser Abu Kweik, 60, campo di Nuseirat;
    26. Khaled Abu Kweik, 29, campo di Nuseirat;
    27. Nayfa Farajallah, 80, al-Mughraqa;
    28. Rafiq al-Kafarna, 30, Beit Lahiya;
    29. Muhamad Malakah, un anno e mezzo, Zeitun;
    30. Amnah Malakah, 27, Zeitun;
    31. Sahr Hamdan Al-Misri, 40, Beit Hanun;
    32. Ibrahim al-Misri, 14 anni, Beit Hanun;
    33. Mohammed Khaled al-Nimra, 22, Zeitun;
    34. Hatem Abu Salem, 25, Zeitun;
    35. Amir Arif, 13, Zeitun;
    36. Nariman Abd al-Ghafur, un anno e mezzo;
    37. Sumoud al Manasrah, campo profughi Al Maghazi;
    38. Mohammed Khalaf al Manasrah, 4, campo profughi Al Maghazi;
    39. Nidal Khalaf al Manasrah, 5, campo profughi Al Maghazi;
    40. Salah Awwad al Manasrah, campo profughi Al Maghazi;
    41. Amal Youssef Abdel Ghafour;
    42. Ranim Jawde Abdel Ghafour;
    43. Ibrahim Daoud al-Balawi, 24;
    44.  Abdul Rahman Jamal Zamili, 22;
    45.  Ibrahim Ahmed Abdeen, 42;
    46.  Mustafa Abu Mar, 20;
    47.  Khaled Abu Mar, 23;
    48.  Faraj a-Jarba, 30;
    49.  Marwan Hassan Isleem, 27;
    50. Hani Saleh Hamad, 57, Beit Hanoun;
    51. Ibrahim Hamad, 20, Beit Hanoun;
    52. Samia al Arja, 65, Rafah;
    53. Meriam Al Arja, 11, Rafah;
    54. Hamdi Hishab, 27, Gaza City;
    55.  Mohammad Qanan, 26, Khan Younis;
    56. Hammad Qanan, Khan Younis;
    57. Ibrahim Qanan, 24, Khan Younis;
    58. Hamdi Sawali, Khan Younis;
    59. Ibrahim Sawali, Khan Younis;
    60. Suleiman al Astal, 55, Khan Younis;
    61. Ahmad al Astal, Khan Younis;
    62. Musa al Asta, Khan Younis;
    63. Mohammed Al ‘Aqad, 24, Khan Younis;
    64. Asmaa al Haj, Khan Younis;
    65. Tareq al Haj, Khan Younis;
    66. Najlaa al Haj, Khan Younis;
    67. Amna al Haj, Khan Younis;
    68. Sa’ad al Haj, Khan Younis;
    69. Omar al Haj, Khan Younis;
    70. Basma al Haj, 57, Khan Younis;
    71. Baha Abu al Lail, 35;
    72. Ra’id Al-Zaura’, 33;
    73. Mahmoud al Haj
    74. Salem Qandeel, 27;
    75. Amer al Fayiumi, 30;
    76. Ramadan Abu Gazal, 5, Beit Lahyia;
    77. Ismail Abu Jami, 19, Khan Younis;
    78. Mohammad Ehsan Farawneh, 18;
    79. Mohammed Wulud;
    80. Hazem Ba’lusha;
    81. Ala’a ‘Abd al-Nabi;
    82. Mohammed Kamal al Kahlot, Jabalya;
    83. Ahmad Hamda, 22 anni, nord di Gaza;
    84. Sami Shaldan, 25 anni, colpito da un raid aereo mentre guidava la moto;
    85. Yasmin Mohammad al Matouq, 4 anni;
    86. Hasananu Jame’, 75 anni;
    87. Noor al Sultan;
    88. ‘Abed al Rahman Khattab, 8 anni;
    89. Ghaliya Dib Jaber Ghannam, 7, Rafah;
    90. Wissam Abdulraziq Hassan Ghannam, 23, Rafah;
    91. Mahmoud Abduloraziq Hassan Ghannam, 26, Rafah;
    92. Kifah Shihada Dib Ghannam, 20, Rafah;
    93.Muhammad Munir Ashur, 25, Rafah;
    94.Raid Abu Hani, 50, Rafah;
    95.Anas Abu al-Kas, GazaCity;
    96. Nour al-Ajdi, 7, Rafah;
    97.Nour Abu al-Najdah, , neonato, Rafah;
    98. Senza nome;
    (Maria Di Pietrofoto da internet)

  • OLI 410: ESTERI – Voci dalla stampa internazionale – Gaza

    Centro Palestinese per i Diritti Umani: 22 bambini e 13 donne palestinesi uccisi a Gaza
    PCHR, 10/07/2014: L’offensiva israeliana su Gaza continua: 69 palestinesi uccisi, di cui 60 civili, tra cui 22 bambini e 13 donne. I feriti, per lo più civili, tra cui 166 bambini e 85 donne. Autista di un veicolo stampa ucciso. 70 case distrutte.
    http://www.pchrgaza.org/portal/en/

    I numeri dei media israeliani
    Ynetnews, 08/07/2014: “Fonti mediche palestinesi nella Striscia di Gaza ha riferito che 17 persone sono state leggermente e moderatamente feriti Lunedi notte in attacchi dell’IDF nella Striscia.” http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4539422,00.html

    Conferenza stampa dal Segretario Generale ONU
    UN.ORG, 08/07/2014: Ban Ki-moon: “Condanno il numero crescente di vite civili perduti a Gaza.” http://www.un.org/News/Press/docs/2014/sgsm16011.doc.htm

    L’opinione pubblica israeliana secondo il New York Times
    New York Times, 09/07/2014: “L’opinione pubblica israeliana è più favorevole di una grande azione militare che il primo ministro o il governo”. http://www.nytimes.com/2014/07/09/world/middleeast/israel-steps-up-offensive-against-hamas-in-gaza.html?ref=todayspaper&_r=3

    New York Times: ti telefono e poi ti uccido
    New York Times, 08/07/2014: “Gli attacchi aerei israeliani su obiettivi che includevano l’auto e case dei membri di Hamas e funzionari. Sette morti in una casa a Khan Younis, bombardato dopo un avvertimento telefonato.” Cosa direbbe il New York Times fosse il contrario.
    http://www.nytimes.com/2014/07/09/world/middleeast/israel-steps-up-offensive-against-hamas-in-gaza.html?ref=todayspaper&_r=0

    Morte agli arabi
    Mondoweiss, 10/0772014: “Giovedì, 10 luglio ho inserito la parola ebraica ARAVIM (arabi) in Twitter ed ho fatto una ricerca sull’uso della parola nelle precedenti poche ore. Quello che ho trovato erano giovani israeliani che proclamano il loro desiderio di morte per tutti gli arabi e in alcuni casi di essere torturati a morte.”
    http://mondoweiss.net/2014/07/terrifying-tweets-israeli.html

    Assalto israeliano a Gaza – Razzismo – Occupazione – Colonizzazione
    Alternet, 10/07/2014: “Questo include un focus ossessivo sulla sofferenza di Israele, legata alla ricerca continua di equivalenza tra intensivi raid aerei israeliani su una piccola e densamente popolata striscia di terra, uccidendo almeno 81 palestinesi e ferendone 615 finora, la maggior parte civili, e imprecisi razzi palestinesi che hanno raggiunto obiettivi distanti, ma che non hanno danneggiato nessun israeliano finora.”
    http://www.alternet.org/world/israels-assault-gaza-obscures-core-issues-racism-occupation-colonization

    (Saleh Zaghloul)

  • OLI 370: PALESTINA – Vittorio Arrigoni: ambasciatore di pace

    (foto dell’autrice)

    Un incontro emozionante domenica sera a Genova con Egidia Beretta Arrigoni e Don Andrea Gallo per la presentazione del libro “Il viaggio di Vittorio“, scritto dalla madre, che ripercorre la breve vita di Vittorio Arrigoni rapito e assassinato a Gaza il 14 aprile 2011.
    Molta commozione nel ricordare Vittorio. La sua passione per la giustizia e per la dignità umana lo portano a servizio degli oppressi durante i suoi viaggi. Attivista, militante, volontario, pacifista, scudo umano, reporter. Vittorio trova il senso della sua vita in Palestina nella Striscia di Gaza nella prigione a cielo aperto dove gli abitanti non possono varcare i confini neanche per andare a lavorare. Vittorio decide di stare affianco ai palestinesi nella loro quotidiana lotta di sopravvivenza interponendosi tra i contadini e i cecchini israeliani che sparano durante il raccolto, tra i pescatori e la marina militare israeliana che con ogni mezzo violento impedisce la pesca ai palestinesi.
    Vittorio vivrà a Gaza 3 anni fino al suo assassinio. Soggetto scomodo per le autorità militari israeliane, inserito già nella black list delle persone sgradite ad Israele, arrestato e poi espulso, Vittorio torna nella Striscia via mare, non si lascia intimidire e continua il suo impegno con l’International Solidarity Movement; decide di restare nell’inferno di Gaza durante “Operazione Piombo Fuso”: tre settimane di bombardamenti israeliani su Gaza che tra dicembre e gennaio del 2009 hanno causato oltre 1300 morti e più di 5000 feriti. Vittorio, unico testimone italiano, attraverso il suo blog guerrillaradio ha dato voce alla popolazione martoriata. I suoi reportage sono stati raccolti nel libro “Gaza. Restiamo umani“.
    “Davanti a tanta disumanità devi restare umano…” mi disse quando lo incontrai a Genova dopo Operazione Piombo Fuso; e Vittorio la disumanità la conosceva bene: raccogliere pezzi dei suoi amici palestinesi e teste di bambini erano le cose più atroci che aveva visto quando girava con le ambulanze della mezzaluna rossa per trasportare i feriti all’ospedale. “…ho scoperto oggi di essere un pessimo cameraman” scrive Vittorio durante la strage a Gaza “non riesco a riprendere i corpi maciullati e i volti in lacrime. Non ce la faccio. Non riesco perchè piango anche io….”.

    (foto da internet)

    Certi giorni, quando sono sola, mi rifugio nella stanza segreta del mio cuore e lascio che il dolore mi strazi, e piango e lo chiamo, chiamo forte il mio bambino che non c’è più” scrive Egidia nel libro. E per lei Vittorio oggi vive attraverso gli incontri, attraverso la corrispondenza che aveva con lui, attraverso il blog e attraverso le persone che lo hanno conosciuto e che continuano a ricordarlo.
    Vittorio, “ambasciatore di pace” e ” grande fiore della pace” come lo ha ricordato Don Gallo, sembrava essere insieme a noi domenica, con la sua pipa e il berretto nero, ad esortarci a “restare umani”.
    E noi domenica lo abbiamo ricordato così:
     “La storia siamo noi, la storia non la fanno i governanti codardi con le loro ignobili sudditanze ai governi militarmente più forti. La storia la fanno le persone semplici, gente comune, con famiglia a casa e un lavoro ordinario, che si impegnano per un ideale straordinario come la pace, per i diritti umani, per restare umani. La storia siamo noi che mettendo a repentaglio le nostre vite, abbiamo concretizzato l’utopia, regalando un sogno, una speranza a centinaia di migliaia di persone. […] 
    Il nostro messaggio di pace è un invito alla mobilitazione per tutte le persone comuni , a non delegare al vita al burattinaio di turno, a prendersi di petto la responsabilità di una rivoluzione, rivoluzione interiore innanzitutto, verso l’amore, l’empatia, che di riflesso cambierà il mondo. […] la pace non è un’utopia e se lo è abbiamo dimostrato che a volte le utopie si concretizzano. Basta crederci, fermamente impegnarsi, contro ogni intimidazione, timore, sconforto, semplicemente restando umani”.  Vittorio Arrigoni, 3 settembre 2008

    video dell’incontro del 17 marzo: http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=15797
    (Maria Di Pietro)

  • OLI 358: INFORMAZIONE – Repubblica censura Odifreddi su Israele

    Il noto matematico Piergiorgio Odifreddi, ha scritto fra l’altro, sul suo blog personale sul sito del giornale la Repubblica: “In questi giorni si sta compiendo in Israele l’ennesima replica della logica nazista delle Fosse Ardeatine. Con la scusa di contrastare gli “atti terroristici” della resistenza palestinese contro gli occupanti israeliani, il governo Netanyahu sta bombardando la striscia di Gaza e si appresta a invaderla con decine di migliaia di truppe…Cosa succederà durante l’invasione, è facilmente prevedibile. Durante l’operazione Piombo Fuso di fine 2008 e inizio 2009, infatti, compiuta con le stesse scuse e gli stessi fini, sono stati uccisi almeno 1400 palestinesi, secondo il rapporto delle Nazioni Unite, a fronte dei 15 morti israeliani provocati in otto anni (!) dai razzi di Hamas. Un rapporto di circa cento a uno, dunque: dieci volte superiore a quello della strage delle Fosse Ardeatine. Naturalmente, l’eccidio di quattro anni fa non è che uno dei tanti perpetrati dal governo e dall’esercito di occupazione israeliani nei territori palestinesi”.
    la Repubblica lo censura e subito cancella il suo post dal sito. Lui chiude il suo blog ed abbandona con tanti saluti alla favola della libertà dì espressione e di stampa. Libertà ipocritamente sbandierate durante la discussione sul film contro il profeta dei musulmani. Questo di Repubblica è soltanto un esempio sulla “non informazione da parte dei media sulle atrocità compiute da Israele a Gaza” denunciata da Noam Chomsky (ebreo americano) e altri esponenti del mondo culturale che hanno scritto un appello ( http://www.osservatorioiraq.it/speciale-gaza-il-jaccuse-di-chomsky-alla-stampa) ai media ed ai giornalisti nel quale si legge : “Se non fosse per i post su Facebook, non sapremmo nulla del livello di terrore patito ogni giorno dai civili palestinesi di Gaza. Questo contrasta in modo netto con la consapevolezza mondiale sui cittadini israeliani terrorizzati e sconvolti (..). Israele continua nei suoi crimini contro l’umanità con il tacito consenso e il pieno supporto finanziario, militare e morale dei nostri governi: Stati Uniti, Canada, Unione Europea. La mancanza di pubblica indignazione verso questi crimini è una diretta conseguenza del modo sistematico in cui i fatti sono negati e/o del modo sbilanciato in cui vengono dipinti. Vorremmo esprimere la nostra indignazione per la riprovevole modalità di copertura di questi atti da parte dei media. Facciamo appello ai giornalisti che, nel mondo, lavorano per le grandi testate mediatiche affinché rifiutino di essere strumenti di questa sistematica politica di dissimulazione. Facciamo appello ai cittadini perché si informino attraverso media indipendenti”.
    (Saleh Zaghloul)
  • OLI 263: GAZA – Questa volta ha vinto Golia?

    Questa volta ha vinto Golia. E Golia, contraddicendo il mito fondativo e il libro dei libri, ha preso le sembianze del governo e del potentissimo esercito israeliano.
    Davide erano i 700 pacifisti, partiti dalla Turchia con un naviglio di 7 navi, arrivati da 50 nazioni, portatori di storia, sentimenti e culture diverse, intenzionati decisamente e sospinti da motivazioni profonde a portare un non più differibile soccorso alle donne, agli uomini e ai bambini di Gaza, rinchiusi da mesi dalla prepotenza di Golia in un lager senza possibilità di scambi con l’esterno e ormai incapaci di reggersi in piedi. Insomma Davide era la freedom flotilla.
    Anche questa volta aveva le fionde. Le abbiamo viste tutti, ben inquadrate e diffuse al mondo dalle telecamere dell’esercito israeliano. Ma cosa potevano contro un gigante armato in ogni parte del corpo, coperto in ogni frammento di pelle, con il capo fasciato come un mostro inconoscibile, senza occhi da poter guardare e dotati di raggi accecanti che sfregiavano l’alba, rendendola ancora più tragica?
    Un gigante incattivito dalla sua stessa prepotenza, dai 1500 morti lasciati sul terreno a Gaza, dai 350 bambini recisi come fiori di campo, dai lutti e dalle sofferenze che ha continuato a generare dopo, lasciando il nemico a penare e marcire nel suo stesso dolore e nella sua stessa sete di vendetta. E si sa, il gigante lo sa, che la vittoria e il male che comporta può anche darti una certa euforia, ma alla lunga ti consuma, ti attrae nell’abisso che tu stesso hai scoperchiato.
    Il gigante ha colpito, ha sparato con precisione, come gli allenati sanno fare, ma anche con una certa incauta frenesia, come fanno gli impauriti, anche da sé stessi. Almeno nove vite umane sono rimaste sul campo, anzi sul ponte sopra il mare.
    Silenzio e censura su tutte le operazioni. Sei ore di silenzio e buco informativo; una strana umiliazione per una delle più potenti reti informative del mondo: quella dell’esercito israeliano e dei media israeliani. Non sapevano cosa dire, dovevano ricostruire, preparare verità adulterate. Oppure provavano vergogna, imbarazzo paura per le conseguenze che ci sarebbero state.
    Come i cittadini di Israele e gli Ebrei del mondo, orgogliosi in gran parte per le gesta del loro governo, ma in parte sempre più in difficoltà per le sofferenze che stanno infliggendo al popolo palestinese, al sentimento della pace e alla necessità della convivenza.
    Condanna, riprovazione, richiesta di verità da parte di tutto il mondo. Immediate mobilitazioni dei pacifisti ovunque a tutela della pace e della verità. A chiedere ancora condanna della violenza e che, nonostante tutto, due popoli e due stati possano convivere in parità di diritti e doveri, senza muri e senza ingiustizie, senza eletti e senza sottomessi.
    Poi lunghissima riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che, fra retorica e burocrazia e qualche sacrosanto furore, si è concluso con una risoluzione di condanna che reclama un’inchiesta per chiarire fatti e responsabilità.
    A tutt’ora non si è capito se l’inchiesta sarà neutrale, come ragione vorrebbe, o se sarà affidata ai generali israeliani, magari accompagnati da qualche ministro anche straniero!
    Intanto il megafono mediatico per banalizzare e sterilizzare quanto è accaduto è già in funzione.
    (Angelo Guarnieri)