Sono passati dodici anni da quell’incontro. All’iniziativa fu data poca divulgazione per volere del comico, quindi non più di cinquanta persone assistettero all’evento che, visto con gli occhi di oggi, acquisisce un valore nella storia dei personaggi politici genovesi: l’una Ministro della Difesa e possibile candidata alla Presidenza della Repubblica. L’altro leader della seconda forza politica del paese.
In rete solo una piccola sintesi dell’incontro, ma della proposta accorata non rimane traccia.
Chi ne possedesse una copia o volesse formularne un’altra non esisti a contattarci.
(La redazione di OLI)
Categoria: OLI 409
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OLI 409: PAROLE DEGLI OCCHI – Volantini nel tempo
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OLI 409: PALESTINA – Giovani vite perse
Lunedi 30 giugno sono stati ritrovati nei pressi di Halhoul i cadaveri dei tre coloni ebrei scomparsi il 12 giugno scorso. Si tratta di Naftali Frankel, 16 anni; Gilad Shaer, 16 anni, Eyal Yifrah, 19 anni. I tre ragazzi erano stati visti l’ultima volta facendo l’autostop al ritorno dalla scuola ebraica Yeshiva, sita nell’insediamento illegale di Gush Etzion situato nella zona tra Betlemme ed Hebron nei territori occupati palestinesi.Il mondo è giustamente scioccato di fronte a tale orrore e violenza; l’uccisione di giovani ragazzi innocenti e disarmati deve suscitare dolore e indignazione.
Ogni morte simile, soprattutto di adolescenti, non può essere giustificata per nessun motivo. Purtroppo, invece accade che alcune giovani morti passino inosservate perché non avvenute presso popoli dominanti.
Il mondo non si è indignato per la morte di altre giovani vittime di violenza e assassinio. Ahmad Samada, 20 anni, ucciso il 15 giugno nel campo profughi di Jalazun; Muhammad Doudin, 14 anni, ucciso il 20 giugno nella città di Dura, nel distretto di Hebron; Ahmad Khalid, 27 anni, mentalmente disturbato, ucciso il 21 giugno nel campo profughi di Al Ain, Nablus; Mahmoud Tarif, 30 anni, ucciso nelle prime ore del 22 giugno a Ramallah. Ali Awr, 10 anni, morto a seguito di ferite riportate sotto un bombardamento dell’11 giugno vicino ad Al Sudania, ad ovest di Beit lahia, Gaza; Mustafa Aslan, 22 anni, colpito da proiettili il 20 giugno nel campo profughi di Qalandia; Yousef Abu Zagha, 18 anni, colpito al petto a Jenin,.
Solo nel mese di giugno in Palestina sono state uccise 7 persone, ferite 118 e arrestate 471, inclusi 11 parlamentari. Le forze israeliane hanno effettuato 454 raid, hanno fatto irruzione in centinaia di abitazioni private palestinesi spesso con incursioni notturne, in negozi, in sedi di organi di stampa e uffici di organizzazioni della società civile.
Il ritrovamento dei tre giovani israeliani giustificherà ancora di più la brutalità e la violenza dell’assedio israeliano nei confronti del popolo palestinese. In questi giorni si sta attuando una vera e propria “punizione collettiva”. Quattordicimila soldati sono stati mandati nelle case, nei villaggi e nelle città, distruggendo non solo le vite di innocenti, ma anche case e beni di civili.
Il premier israeliano Netanyahu ha dichiarato che Hamas è il responsabile e pagherà. Sono stati intensificati i raid aerei sulla striscia di Gaza; non bastano le centinaia di bambini fatti a pezzi dalle bombe durante le precedenti operazioni militari a Gaza.
Persino il ministro degli esteri, Federica Mogherini, ha espresso il suo “grandissimo dolore” per i tre giovani israeliani: “Siamo vicini a Israele in questo momento di grave lutto, voglio porgere al governo e al popolo israeliano le condoglianze mie e dell’intero governo italiano per questi omicidi che condanniamo nel modo più fermo”.Comprensibile essere vicini al dolore dei familiari delle vittime ma essere vicini ad un governo che dal 1967 viola i diritti umani e il diritto internazionale secondo la Corte Internazionale di Giustizia e il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, e usa armi chimiche sui civili, che causano malformazioni genetiche, vietate dal protocollo di Ginevra, pare essere un’affermazione azzardata.
E ancora una volta gli omicidi di giovani palestinesi non suscitano l’indignazione di popoli e governi internazionali. Omicidi che non saranno condannati nel modo più fermo.
Ancora una volta nessuno esprime lutto e condoglianze a genitori le cui lacrime passeranno inosservate dalla stampa mondiale.
(Maria Di Pietro – foto da internet) -
OLI 409: ESTERI – Voci dalla stampa Internazionale
Palestina/Israele: Una società rapita
Haarez, 18/06/2014, Avraham Burg: “La società israeliana soffre e grida per il rapimento dei propri figli, ma non è in grado di comprendere le sofferenze e il grido di dolore di un intero popolo, che è stato rapito da noi”. http://www.haaretz.com/opinion/.premium-1.599318
La situazione dei Rom in Francia
The Telegraph,20/06/2014: “La maggior parte dei Rom in Francia vivono in campi di fortuna, senza acqua o elettricità.” “Il governo socialista ha perseguito politiche discutibili avviate sotto la precedente amministrazione conservatrice di Nicolas Sarkozy, demolendo campi Rom e mandando molti residenti di nuovo ai loro paesi d’origine.” http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/france/10908942/Roma-boy-attacked-in-Paris-the-picture-that-will-shock-France.html
Iraq: le responsabilità dell’occupazione USA
The Guardian, 16/06/ 2014: “Le più gravi tensioni settarie ed etniche nella storia moderna dell’Iraq sono seguite all’occupazione guidata dagli Usa nel 2003, che ha affrontato una massiccia opposizione e resistenza popolari. Gli Stati Uniti usavano la politica del dividi ed impera, promuovendo organizzazioni irachene fondate sulla religione, etnia, nazionalità o setta piuttosto che politica. Molti alti ufficiali dell’esercito iracheno appena formato provengono da queste organizzazioni e dall’esercito di Saddam. Questa situazione si è aggravata, tre anni fa, quando i gruppi settari in Siria sono stati sostenute dagli Stati Uniti, Turchia, Arabia Saudita e Qatar.” http://www.theguardian.com/commentisfree/2014/jun/16/sectarian-myth-of-iraqMedio Oriente: USA offre “protezione”
Medio Oriente Eye, 19/06/2014: “In altre parole, quando gli Stati Uniti e la Gran Bretagna offrono “sostegno” alla Nigeria contro Boko Haram, o all’Iraq contro ISIL, stanno offrendo una protezione contro una minaccia della quale sono responsabili essi stessi. L’inondazione del Nord Africa e del Medio Oriente con le milizie armate – la conseguenza palese e prevedibile delle azioni della NATO in Libia e Siria – mira a rendere l’Africa e il mondo arabo dipendente dall’Occidente per le sue esigenze di sicurezza”. http://www.middleeasteye.net/columns/western-foreign-policy-protection-racket/94738665
Violenza buddista contro i musulmani
The Economist, 21/06/2014: Sri Lanka “Il 15 giugno, teppisti sinhalesi buddisti hanno imperversato in tre città della costa meridionale, bruciando ed attaccando le imprese e le case dei musulmani”. “La violenza è durata per due giorni. Quattro persone, tre dei quali musulmani, sono stati uccisi, e circa 80 sono rimaste ferite.” http://www.economist.com/news/asia/21604601-another-minority-under-threat-buddhist-powerIl nucleare indiano
Reuters, 20/06/2014: “L’India sta sviluppando un piano riservato di arricchimento dell’uranio che potrebbe sostenere lo sviluppo delle armi termonucleari” (..) “Un accordo di cooperazione nucleare civile con gli Stati Uniti, sigillato nel 2008, ha dato l’India l’accesso al know-how”.
http://in.reuters.com/article/2014/06/20/india-nuclear-idINKBN0EV0JR20140620 -
OLI 409: COMUNE – Corso di città metropolitana
Genova, 20 giugno 2014, Marco Doria e Pierluigi Vinai spiegano la Città Metropolitana agli amministratori dei comuni dell’area genovese. Il nuovo organo che sostituisce la provincia ne avrà le stesse competenze più altre che saranno definite in ambito di statuto della Città Metropolitana.
La proposta di Doria: fare un “listone” per il Consiglio metropolitano che rappresenti il territorio, 18 candidati scelti a tavolino prima delle elezioni, che poi formino una volta eletti un “comitato costituente” che lavori sullo statuto. Nulla vieta, comunque, di presentare liste concorrenti.
(La redazione di Oli) -
OLI 409: ILVA – Al tempo di Burlando
I Rom sono stati fatti spostare. Alloggiati in corridoio. Praticamente un’unghia che, nella mappa delle aree di Cornigliano, si colloca tra Via Muratori e la palazzina della Film Commission, quella che un tempo ospitava la mitica direzione delle Acciaierie. Il corridoio è transennato. Nomadi, roulotte suppellettili sono tutti lì, circondati da una cancellata. Lontani dagli occhi, lontani dal cuore. Certo, non abitano più sul ciglio della strada, quindi, il rischio che un bambino finisca sotto una macchina, almeno sulla carta, dovrebbe essere ridotto.
Da lì all’accesso Est dell’Ilva il paesaggio è lunare: aree spelacchiate, lego di container colorati, il cantiere della strada a mare, cumuli di terra.
Dentro allo stabilimento il paesaggio è emotivo. Scandito, soprattutto, da articoli di stampa e voci da macchinetta del caffè. Si accenna ad una delegazione di siderurgici indiani venuta in visita in fabbrica, e si teme, dopo l’allontanamento di Enrico Bondi, che l’Ilva si avvii ad un rapido spacchettamento nei vari siti produttivi, per essere messa sul mercato, non come corpo organico ma a pezzi. Ipotesi, timori che si aggiungono alla preoccupazione che al 10 luglio non ci siano risorse per pagare gli stipendi
Puntuali le dichiarazioni del sindacato, senza salario millesettecento persone a Genova e 12mila nel territorio nazionale possono “diventare un problema”. Le modalità sono note alle prefetture, il copione già scritto.
La scelta governativa di sostituire Bondi con Gnudi costringe adesso a tornare ai blocchi di partenza cestinando un piano che presupponeva un investimento di capitale per il 2014 da 1,8 miliardi e una necessità di cassa da 3,5 miliardi. Cifre inimmaginabili senza un impegno concreto dello stato. Ma questo si sapeva. Come a Genova i dipendenti sanno che, a fine settembre,scadono i contratti di solidarietà e allora il governo dovrà immaginare qualcosa, visto che la creatività non difetta.
All’Ilva, si è accennato anche durante la tormentata assemblea di Confindustria il 30 giugno. In agenda: “I perché di un insuccesso – Evitare gli errori di ieri per le scelte di oggi”. Ma sono state allusioni a tavoli, ad aziende interessate, a ipotetici soggetti. E a “pezzettini” ha detto Burlando “che si liberano di Piaggio e di Ilva” sui quali qualche imprenditore potrebbe voler investire. Tutto di una vaghezza disarmante.
Poi, Burlando, riferendosi a certe dinamiche di Confindustria di cui pare sia stata vittima la sua azione politica, ha dichiarato: “io non ho più tempo da perdere”.
Davvero?(Giovanna Profumo – Foto dell’autrice)
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OLI 409: UNIVERSITA’ – Da Venezia un’idea per l’ex ospedale di Quarto
Trova casa in laguna la generazione Erasmus, una casa in attesa di certezze nel futuro, per non essere soltanto un brand nei discorsi politici che vanno di moda in questi giorni. E mentre, doverosamente, si parla di speranza, qualcuno ci crede davvero in questa generazione, scommette su questi giovani, pensa al loro abitare mentre studiano, scaccia l’immagine di scalcinate camerette da studenti in puro nero evasione e per sei tutto compreso.
A Venezia, come già a Torino e fra poco a Bologna, si sono aperti i cancelli di un ex convento, ex caserma, ex nulla, ai Crociferi che, con una sorta di speciale social housing, affitta, in primis a studenti meritevoli, una stanza per un po’ più di cento euro al mese, mentre la retta è il doppio per gli altri.
Ca’ Foscari e dintorni segnala tipinifini di cervello e pochi quattrini da sistemare in piccoli loft dai soffitti di mattoni, bonificati s’intende, con cucina, frigo, letti, armadi e scrivanie per due, mobili moderni bianchi o neri nelle stanze, in sala studio e in biblioteca. Camere con vista sui tetti dai coppi rossi e cortili silenti, dove risuonano le rondini, le risate e il parlottare dei ragazzi seduti in relax sotto i porticati solenni, davanti ad una birra del bar interno, prezzo rigorosamente politico, tanto che pure gli abitanti vicini s’intrufolano a bere il caffè scontato.
A pochi minuti di battello in una zona che può sembrare periferica, abitata dai veneziani, i Crociferi si affacciano su una piazza che è forse l’unica dove si gioca a pallone fino a tardi. Intorno un dedalo di vicoli, di sera si animano di turisti, abitanti e tanti giovani in una babele di lingue, dal veneziano all’inglese.
Una delizia il posto e l’atmosfera. Un’idea fantastica recuperare spazi altrimenti persi per sempre, facendone uno studentato, che, chiusa l’università, si trasforma in hotel, fra poco s’inaugura l’altra ala per eventi e ristorante con dehor in piazzetta.
Dopo il desolante Erzelli e la futuribile proposta di Università in Fiera, pur se ormai Ingegneria Nautica ha quasi traslocato tutta a Spezia, perché non un progetto così a Genova, magari nell’ex ospedale di Quarto a due passi dal mare e raggiungibile da tutte le Facoltà?
Per info www.we-crociferi.it(Bianca Vergati – Foto dell’autrice)