A Venezia, come già a Torino e fra poco a Bologna, si sono aperti i cancelli di un ex convento, ex caserma, ex nulla, ai Crociferi che, con una sorta di speciale social housing, affitta, in primis a studenti meritevoli, una stanza per un po’ più di cento euro al mese, mentre la retta è il doppio per gli altri.
Ca’ Foscari e dintorni segnala tipinifini di cervello e pochi quattrini da sistemare in piccoli loft dai soffitti di mattoni, bonificati s’intende, con cucina, frigo, letti, armadi e scrivanie per due, mobili moderni bianchi o neri nelle stanze, in sala studio e in biblioteca. Camere con vista sui tetti dai coppi rossi e cortili silenti, dove risuonano le rondini, le risate e il parlottare dei ragazzi seduti in relax sotto i porticati solenni, davanti ad una birra del bar interno, prezzo rigorosamente politico, tanto che pure gli abitanti vicini s’intrufolano a bere il caffè scontato.
A pochi minuti di battello in una zona che può sembrare periferica, abitata dai veneziani, i Crociferi si affacciano su una piazza che è forse l’unica dove si gioca a pallone fino a tardi. Intorno un dedalo di vicoli, di sera si animano di turisti, abitanti e tanti giovani in una babele di lingue, dal veneziano all’inglese.
Una delizia il posto e l’atmosfera. Un’idea fantastica recuperare spazi altrimenti persi per sempre, facendone uno studentato, che, chiusa l’università, si trasforma in hotel, fra poco s’inaugura l’altra ala per eventi e ristorante con dehor in piazzetta.
Dopo il desolante Erzelli e la futuribile proposta di Università in Fiera, pur se ormai Ingegneria Nautica ha quasi traslocato tutta a Spezia, perché non un progetto così a Genova, magari nell’ex ospedale di Quarto a due passi dal mare e raggiungibile da tutte le Facoltà?
Per info www.we-crociferi.it
(Bianca Vergati – Foto dell’autrice)