Categoria: Erasmus

  • OLI 409: UNIVERSITA’ – Da Venezia un’idea per l’ex ospedale di Quarto

    Trova casa in laguna la generazione Erasmus, una casa in attesa di certezze nel futuro, per non essere soltanto un brand nei discorsi politici che vanno di moda in questi giorni. E mentre, doverosamente, si parla di speranza, qualcuno ci crede davvero in questa generazione, scommette su questi giovani, pensa al loro abitare mentre studiano, scaccia l’immagine di scalcinate camerette da studenti in puro nero evasione e per sei tutto compreso.
    A Venezia, come già a Torino e fra poco a Bologna, si sono aperti i cancelli di un ex convento, ex caserma, ex nulla, ai Crociferi che, con una sorta di speciale social housing, affitta, in primis a studenti meritevoli, una stanza per un po’ più di cento euro al mese, mentre la retta è il doppio per gli altri.
    Ca’ Foscari e dintorni segnala tipinifini di cervello e pochi quattrini da sistemare in piccoli loft dai soffitti di mattoni, bonificati s’intende, con cucina, frigo, letti, armadi e scrivanie per due, mobili moderni bianchi o neri nelle stanze, in sala studio e in biblioteca. Camere con vista sui tetti dai coppi rossi e cortili silenti, dove risuonano le rondini, le risate e il parlottare dei ragazzi seduti in relax sotto i porticati solenni, davanti ad una birra del bar interno, prezzo rigorosamente politico, tanto che pure gli abitanti vicini s’intrufolano a bere il caffè scontato.
    A pochi minuti di battello in una zona che può sembrare periferica, abitata dai veneziani, i Crociferi si affacciano su una piazza che è forse l’unica dove si gioca a pallone fino a tardi. Intorno un dedalo di vicoli, di sera si animano di turisti, abitanti e tanti giovani in una babele di lingue, dal veneziano all’inglese.
    Una delizia il posto e l’atmosfera. Un’idea fantastica recuperare spazi altrimenti persi per sempre, facendone uno studentato, che, chiusa l’università, si trasforma in hotel, fra poco s’inaugura l’altra ala per eventi e ristorante con dehor in piazzetta.
    Dopo il desolante Erzelli e la futuribile proposta di Università in Fiera, pur se ormai Ingegneria Nautica ha quasi traslocato tutta a Spezia, perché non un progetto così a Genova, magari nell’ex ospedale di Quarto a due passi dal mare e raggiungibile da tutte le Facoltà?
    Per info www.we-crociferi.it

     (Bianca Vergati – Foto dell’autrice)

  • OLI 398: LAVORO – Storie dall’altro mondo

    Eccola qui Saretta! Nella foto presenta una collana di duemila anni fa, che verrà poi battuta all’asta per migliaia di sterline e lei, Sara, farà da liaison per gli acquirenti presenti e via telefono.
    Un bel traguardo per questa ragazza che aveva studiato arte, sperando in qualche modo di restare vicina a quel mondo.
    E pensare che vi lavora da pochi mesi, dopo la laurea a giugno 2013, aveva passato l’estate a Londra, lavorando in una casa di numismatica e in autunno era già a Edimburgo (vedi Oli 392 ) presso una auction house, che ha quasi due secoli di vita, specializzata in arte antica, rilevata da due business men che hanno saputo cogliere il momento, ovvero che di ricchezza, ce n’è in giro parecchia, a fronte di tanta crisi.
    Sara lavora e ancora studia al dipartimento di arti orientali, settore che aveva già esplorato all’Università, frequenta un corso di cinese perché oggi i migliori acquirenti sono i nuovi imprenditori cinesi, che comprano tutto ed in particolare oggetti d’arte cinese, pezzi della loro storia, che pare vogliano riportarsi a casa a tutti i costi, non badano al prezzo.
    Se vai a Pechino trovi il quartiere del protettorato francese, vi sono passati gli inglesi, i tedeschi e via via nei secoli un po’ di Cina ha varcato i mari, è finita in bella mostra nelle boiserie dell’Occidente. Imperatori, mandarini, guardie rosse hanno scompigliato popoli e facce, identità perdute che i nuovi ricchi cinesi stanno cercando di ricomporre, comprandosi arte di casa loro a prescindere.
    Persino ad Antiqua, mostra dell’antiquariato in Fiera a Genova, svoltasi alla fine di gennaio, hanno fatto capolino occhi a mandorla, che fotografavano il pezzo e poi tornavano pagando senza batter ciglio anche cifre importanti, raccontano soddisfatti gli operatori.
     Dunque Sara imparerà il mandarino e dopo avere dedicato ogni anno un po’ delle vacanze estive a fare stage anche gratuiti presso case d’aste  e musei a Milano, ad Anversa, a Edimburgo, mantenendosi con i lavoretti dell’inverno, ospitata dagli amici dell’Erasmus qua e là, ora ha iniziato a presenziare alle aste. E’ una ragazza in gamba, media alta negli studi e grande determinazione in tutto, è vero, però, è in un Paese dove, se dimostri talento e impegno, ti “buttano nella mischia” da subito, non ti fanno fare anni di anticamera, insomma ti danno fiducia, anche se sei giovane e alle prime armi.
    In Italia raramente avviene così, altrove puoi arrivare invece là dove ti porta il cuore ed è questo il rammarico più grande che dovremmo avere oggi per la nostra gioventù, negare loro una chance.
    (Bianca Vergati)