Può capitare, la mattina, che le donne allattino i bambini. Se c’è il sole ne vedi sempre una che stende: strizza i panni e li dispone sulla corda tesa lungo la cancellata. Gli uomini spiluccano la colazione nel déhors mentre le ragazze sparecchiano.
Dopo le cinque, nel pomeriggio, la comunità si fa più numerosa, bambini di diverse età corrono lungo la strada, vanno in bici, giocano, mentre gli uomini si fanno un giro di carte, le sedie messe in cerchio. A quell’ora una lunga fila di macchine fiancheggia il parcheggio accanto ai giardini di Villa Bombrini per svoltare a destra proprio davanti al campo che campo non è, ma è un domino di una quindicina di vecchie roulotte parcheggiate davanti alla carreggiata. I bambini sgusciano rapidi accanto alle auto, e chi è alla guida deve prestare attenzione a non investirli.
Marco Doria, in occasione dell’incontro con Marco Revelli e la Lista Tsipras il 28 aprile u.s. riflettendo su sinistra e rappresentanza ha così descritto la situazione: “gli stessi operai dell’Ilva sono quelli che, magari – perché hanno due roulotte di rom fuori dalla strada di accesso allo stabilimento – mi dicono sul tema dei Rom delle cose che è veramente faticoso ricondurre a degli orizzonti di sinistra”. E’assolutamente vero. Anni di Lega Nord, anche nella roccaforte di Lotta Comunista, hanno prodotto narrazioni, parafrasando Vendola, di stampo profondamente razzista. Ma è legittimo chiedersi perché in questo ragionare su civiltà, sinistra e solidarietà, nell’orizzonte di un sindaco sia invece accettabile, ormai da mesi, che dei bambini vivano in quelle condizioni: sul ciglio della strada incastrati tra roulotte e traffico di pendolari senza nulla che li protegga e in assenza delle condizioni igieniche minime. I sentimenti che la comunità Rom genera nel quartiere sono quelli di cui Doria parla e basta un’occhiata ad un articolo apparso negli ultimi mesi per capire che in quella posizione i Rom non sono protetti; né da se stessi, né dalla deriva estrema che una certa politica può produrre.
Oltre ad essere la dimostrazione plastica del fallimento di un progetto che doveva restituire aree alla città e lavoro all’Ilva, il campo rom in quelle condizioni ci ricorda che questa non è la politica di sinistra che vogliamo.
Come ulteriore beffa, alle spalle di quella strada, da anni, moltissimi metri quadri sono transennati, occupati dal nulla.
(Giovanna Profumo – foto dell’autrice)
Categoria: Villa Durazzo Bombrini
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OLI 406 – CORNIGLIANO: Sul ciglio della strada
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OLI 344: CULTURA – Villa Durazzo Bombrini, un’estate in una reggia di tutti
Da maggio a settembre ci aspettano a Genova Cornigliano oltre 50 giorni di musica, teatro, artisti di strada, dibattiti, spettacoli per bambini e altre occasioni per stare insieme e crescere culturalmente nella più grandiosa e moderna (per l’epoca) residenza costruita in Liguria nel XVIII secolo. Una piccola reggia alla francese eretta dai marchesi Durazzo per villeggiare sull’allora incantevole foce del Polcevera, ora più nota col nome degli ultimi proprietari che la vendettero all’Ansaldo nel 1916, avviandola a nuovi destini industriali: Villa Bombrini, di cui la Società per Cornigliano, attuale proprietaria, sta gestendo da alcuni anni un uso pubblico che la apre al godimento di tutti i genovesi e non solo.
Il ricco programma per l’estate 2012 si inaugura sabato e domenica prossimi, 26 e 27 maggio dalle ore 10 alle 24, con IF istruzioni per il futuro: una kermesse con oltre trenta stand, decine tra laboratori pratici, seminari ed alcuni convegni di carattere nazionale ed internazionale che faranno da cornice alle proposte di IF – la rete ligure per l’altraeconomia e gli stili di vita responsabili. Un vero e proprio cantiere a cielo aperto capace non solo di costruire ma di confrontarsi con le nuove amministrazioni che si avviano a governare la città.
Seguiranno molti altri eventi di diverso tipo, per rispondere alle richieste di un pubblico quanto mai vario e articolato (per il calendario si rimanda al relativo sito), che sono stati presentati oggi in una conferenza stampa durante la quale il nuovo presidente eletto del Municipio VI Medio Ponente, Giuseppe Spatola, ha insistito sull’importanza della cultura e in particolare di una cultura diffusa, non riservata solo agli addetti ai lavori.
Cultura – aggiungiamo noi – che occorre cominciare a considerare un bisogno primario per il benessere della comunità, non più un accessorio superfluo, fanalino di coda nella distribuzione delle risorse. In tal senso è apparsa assai grave e discutibile la decisione del governo di sospendere la Notte dei Musei sabato scorso in segno di lutto e solidarietà per la strage di Brindisi. Così facendo s’è veicolato un messaggio quanto mai negativo e controproducente, perpetuando un’idea di cultura come svago leggero, come un di più di cui si può anche fare a meno e non come momento fondante della coesione sociale e dell’identità collettiva, che avrebbe per giunta potuto diffondere in questa tragica occasione opportunità di riflessione e partecipazione. Tanto più a fronte delle partite di calcio lasciate invece giocare, riscattate dal consueto minuto di silenzio di circostanza.(Ferdinando Bonora)
