Categoria: Oli 399

  • OLI 399: CITTA’ – Via Montezovetto, il park albarino

    Per andare a casa devi costeggiare un marciapiede che pare una crosa, solo che non hai mattonate, non ti fiancheggiano vecchi muraglioni, morbidi tappeti di edera rossa, come trovi nella zona di nobile villeggiatura dell’antica città, il quartiere di Albaro, alti muri, cancelli, case e ville nascoste non solo per modestia.
    Qui da un lato hai le facciate dei palazzi e dall’altra griglie ininterrotte, che si estendono per decine di metri, così se vuoi arrivare al tuo portone, accompagnare la nonna davanti a casa, scaricare la spesa, far trasloco, devi percorrere un tunnel recintato. A Genova dovremmo esserci abituati, con i vicoli stretti e le crose appunto, quante storie, in fondo la via è in un quartiere “bene”, forse la sfortuna degli abitanti di via Montezovetto. Non importa se quel quartiere è il più “anziano”, se in quella via ci devono arrivare quasi duemila alunni, dall’asilo alle medie, ma è in Albaro, punto. La storia del parcheggio in suolo pubblico lungo la strada citata è molto lontana, è un’opera “benedetta” da destra e da sinistra, nonostante l’opposizione dei residenti, ci passano anche due rii sotto e talvolta si allagano negozi e case, costruite sotto il livello stradale per un’urbanizzazione di scarsa qualità, non proprio di lusso a dispetto della nomea.
    Era il furore di qualche anno fa, quando fu bucherellata tutta la città ed in particolare le zone di pregio: migliaia di box, talvolta necessari, ma di cui  parte è rimasta invenduta, sulla schiena di chi li ha costruiti o ha iniziato a costruirli, dal centro a levante, da Nervi ad Albaro, in corso Europa, in Circonvallazione.
    Adesso le imprese maledicono la crisi, minacciano la cassa integrazione e in nome dei posti di lavoro, si dice, il Comune ha approvato una Delibera per far sì che a comprare posti auto a fiscalità agevolata in concessione su suolo pubblico, non siano soltanto i residenti: un provvedimento “per l’esistente”, per cercare di risolvere criticità pesanti, come quella di via Montezovetto. Un aiuto per le imprese edili, che si sono inguaiate nel costruire box, nonostante la domanda sul mercato come in questo caso fosse vicina alla saturazione con nuovi parcheggi nelle vicinanze e nel frattempo l’istituzione dell’area blu per i residenti risolvesse quasi del tutto il problema della sosta.
    Il rischio d’impresa sembra un fattore sconosciuto ormai ed anche per questa situazione si dà la colpa non soltanto alla crisi, ma ai rinvii dei ricorsi legali, peraltro persi dai residenti, nessuna autocritica su un investimento inopportuno: la ditta costruttrice non è certo in amministrazione controllata per via Montezovetto, mentre si spera in un’altra impresa che subentri.
    Intanto, dettaglio non da poco, scadrà a luglio il permesso di “occupazione suolo” per costruire, che a questo punto  il Comune “non” dovrebbe rinnovare. In attesa di un’impresa benefattrice, chiedere al giudice di poter aprire almeno i varchi all’altezza dei portoni, una richiesta alla base delle proteste degli abitanti, garantita dalle istituzioni mesi fa e che non si è potuta esaudire, occupandosi ora la magistratura del fallimento.
    Si rispetteranno le esigenze minime dei cittadini, sicurezza e accesso alla propria casa? O si riterranno soltanto pretese di albarini rumorosi?
    (Bianca Vergati)
  • OLI 399: MUSEI – Occhio allo scatto

    Botticelli Gemäldegalerie – Berlino 

    Ormai è vietato un po’ ovunque. Se ti beccano può succedere che ti minacci un sorvegliante – l’ho vista sa! – e ti assalga un senso di paura, con fuga mentale verso la tua rubrica, con un solo, fondamentale quesito: conosco un avvocato?
    E’ vietato, ma alcuni non possono farne a meno, come i ludopatici attaccati alle macchinette, loro non riescono a separarsi da quella che hanno al collo sempre pronti allo scatto E’ vietato qui, in Italia. Mentre a Berlino, Amsterdam, New York c’è molta libertà a condizione che si eviti con cura di utilizzare il flash. Accade così che le opere d’arte italiane, in territorio nazionale, siano per un pezzetto di qualcun altro e che questo qualcuno decida che è vietato fotografarle.
    Ma non ho il flash! – sorride il visitatore indicando l’innocente macchinetta
    No. E’ vietato – risponde il sorvegliante
    Ma perché? Non capisco
    Perché no
    Non c’è logica nella scelta di proteggere gli affreschi del Beato Angelico dallo scatto fotografico quando su di loro impatta una luce che non è certo a basso consumo energetico. E se è vero che questo divieto è dovuto al commercio di poster, cartoline, borse, magneti da frigo, legittimo chiedere chi mai abbia autorizzato lo stato italiano e cedere le immagini di opere d’arte, impedendo di fatto, al visitatore pagante, di fotografarle.
    Succede a Firenze, ma anche nella Basilica di Santa Caterina a Galatina, dove il sacrestano si affretta a mostrare le cartoline esposte dicendo di comprare quelle. E succede anche in Val d’Aosta, al Castello d’Issogne, dove il divieto di fotografare gli interni si estende, come bolla pontificia, fino al cortile e alla cinquecentesca fontana del Melograno. Con la differenza che lì il divieto dicono l’abbia imposto la Regione senza nemmeno darsi la pena di riprodurre due cartoline.
    Ma, con l’espansione di smartphone e tablet, qualcuno si sta rendendo conto dell’assurdità della norma e propone una svolta.
    Nell’attesa, occhio allo scatto.
    (Giovanna Profumo – foto dell’autrice)

  • OLI 399: GRECIA – La fantapolitica che vede chiaro

    Atene, monumento all’ultima emissione della dracma

    L’ultimo giallo di Petros Marxaris (Pane, Istruzione Libertà, ancora non tradotto in Italia) inizia con una visione onirica: è l’ultimo dell’anno 2013, e la famiglia del commissario Charitos, riunita attorno al televisore, assiste ai festeggiamenti che si svolgono nella principale piazza di Atene. Ma non è un Capodanno come gli altri: col primo gennaio 2014 la Grecia tornerà alla dracma!
    La moglie del commissario ha in mano un biglietto da mille dracme, e lo accarezza dolcemente. La mano addirittura le trema per l’emozione. Sussurra: “Lo credereste? Mi è mancata!”, ma la figlia la gela: “Con quelle mille dracme domani non riuscirai nemmeno a berti un caffè!
    Improvvisamente lo schermo si riempie dell’immagine di migliaia di finti biglietti da cento, mille, cinquecento dracme lanciati dai palazzi. Uno speaker grida entusiasta: “Dal cielo piovono dracme!”. La gente nella piazza grida evviva!
    Quando tutta la famiglia Charitos si reca a Syntagma per vedere quel che accade, si trova di fronte a qualcosa di meno trionfale: non più di mille persone, disoccupati o precari “che attendono di essere pagati da mesi”, che gridano slogan: “Finealla schiavitù dell’Euro!”, “Se dobbiamo vivere poveri, meglio con la dracma!”, “vogliamo lanciare un messaggio agli altri Paesi del Sud: siamo qui uniti per combattere, Greci, Italiani, Spagnoli, Portoghesi, Ciprioti!” … Pochi passanti battono le mani, e qualcuno grida “Bravo!”

    Mercatino a Ikaria

    Improvvisamente arriva un gruppetto di pensionati che gridano slogan diversi: “Ridateci L’Euro!”, “Con l’Euro prendiamo briciole, ma con la dracma non prenderemo nulla!”. Alle loro spalle vite da gastarbeiter in Germania. Guardano a quelli che manifestano per la dracma come a gente ‘cresciuta nella bambagia’ che pensa di salvarsi dallo spettro della povertà rifugiandosi nei sogni.
    I due gruppi si affrontano insultandosi, si rischia perfino lo scontro fisico. In altro punto del libro si vedrà un assalto dell’ultra destra a un alloggio di immigrati, sotto lo sguardo passivo e indulgente dei passanti.
    Una fantapolitica molto realistica, che descrive bene le emozioni che corrono per la Grecia, dove le persone vivono condizioni terribili e divise nel più assoluto buio politico. Tutti sanno che non c’è nessuna base da cui ripartire. Alle spalle un benessere appena intravisto, cresciuto sulla corruzione, sul clientelismo, sul debito incontrollato, su una crescita edilizia senza regole, sul concentramento della popolazione nelle città, sull’abbandono dell’agricoltura e delle attività che potevano derivarne, sull’illusione di un turismo ‘salva tutto’.

    Sulla nave Mitilini

    Ora che quel poco che c’era è stato raso al suolo da un’Europa cieca e indifferente per le conseguenze sociali e politiche dell’accanimento con cui ha agito, anche le navi che portano gli indispensabili turisti da un’isola all’altra stanno andando a pezzi.
    La salvezza possibile sta in Tsipras? Nell’intervista rilasciata a Repubblica lo scorso 7 febbraio pare voler buttare colpe, problemi e soluzioni tutti all’esterno. Così la crisi “è figlia delle asimmetrie dell’unione monetaria”, i movimenti populisti che stanno crescendo ovunque (in Grecia l’inquietante Alba Dorata è ormai il terzo partito) “sono il prodotto politico del liberismo”, e tutte le misure europee hanno il solo scopo di “salvare le banche che avevano titoli di Stato dei paesi altamente indebitati “.
    Nessun accenno all’altra faccia della luna, quella delle responsabilità nazionali, del patto che il potere politico ha stretto con la gente: consenso e voti, in cambio di clientelismo, privilegi, assenza di controlli sugli atti illeciti, tolleranza per l’evasione fiscale.
    Nessun accenno all’incapacità della sinistra greca di formulare prospettive credibili, fondate sui dati di fatto, oltre gli slogan e i vittimismi.
    (Paola Pierantoni – fotografie dell’autrice)

  • OLI 399: ESTERI – Voci dalla stampa internazionale

    Siria: radio pirata danno la voce all’opposizione siriana
    The New York Times, 10/02/2014: “alcuni hanno anche ricevuto il sostegno del governo degli Stati Uniti che ha speso più di 20 milioni di dollari per addestrare ed equipaggiare giornalisti dell’opposizione Siriana”. http://www.nytimes.com/2014/02/11/world/middleeast/pirate-radio-gives-voice-to-opposition-fighting-assad.html?_r=0

    Francia: Holland visita di stato negli Stati Uniti
    The Washington Post: 10/02/2014: “Dopo che la Francia si rifiutò di unirsi all’invasione americana dell’Iraq 11 anni fa.” “La Francia è stata relativamente aggressiva sulla Siria e ha portato anche recenti interventi in Libia, Mali e Repubblica Centrafricana. L’esercito americano ha giocato pure un ruolo importante in quelle azioni.” http://www.washingtonpost.com/politics/obama-and-hollande-stress-common-ground-at-start-of-french-presidents-state-visit/2014/02/10/ee6124fc-9271-11e3-b46a-5a3d0d2130da_story.html

    USA: i detenuti di un carcere in Nevada County
    The Independent, 08/02/2014: “Una prigione in Nevada County addebiterà ai detenuti il costo del cibo e delle cure mediche, nonostante la forte opposizione dei gruppi per i diritti umani che sostengono che ciò è equivale a una punizione crudele e inusuale”. http://www.independent.co.uk/news/world/americas/nevada-county-prison-to-charge-inmates-for-food-and-medical-care-9116831.html?printService=print

    Germania: il commissario di polizia nazista Wilhelm Lüdtke
    The Washington Post, 07/02/2014: “Non sorprende, Lüdtke, ufficialmente membro delle SS, ha finito per lavorare per la CIA dopo la guerra.” http://www.washingtonpost.com/opinions/a-serial-killer-in-nazi-berlin-the-chilling-true-story-of-the-s-bahn-murderer-b-y-scott-andrew-selby/2014/02/07/1fd0b510-69a6-11e3-ae56-22de072140a2_story.html

    Inghilterra: Agguantare il gas in Algeria e le violazioni dei diritti umani
    The Guardian, 09/02/2014: “Gli attivisti accusano la Gran Bretagna di ‘agguantare gas’ in Algeria nonostante le violazioni dei diritti umani.” “BP è uno dei maggiori investitori stranieri in Algeria, con due campi operativi e beni stimati per un valore di circa 5 miliardi di dollari.” http://www.theguardian.com/business/2014/feb/09/activists-britain-gas-grab-algeria-human-rights

    Giappone: i crimini sessuali dei militari americani
    The Washington Post, 10/02/2014: Nelle basi militari americane in Giappone, la maggior parte delle persone in servizio trovati colpevoli di crimini sessuali negli ultimi anni non è andato in prigione.” “In circa 30 casi, una lettera di rimprovero era l’unica punizione.” “Crimini sessuali contro le abitanti di Okinawa sono diventati le storie più importanti del notiziario, e ha aggiunto furia alle proteste contro la presenza militare statunitense nell’isola.” http://www.washingtonpost.com/politics/congress/documents-reveal-chaotic-military-sex-abuse-record/2014/02/06/e041151c-8f74-11e3-878e-d76656564a01_story.html

    USA: I critici della sorveglianza del governo non si calmano nonostante i recenti sviluppi The Washington Post, 10/02/2014: “Ogni volta che prendi in mano il telefono, componi un numero, scrivi una e-mail, effettui un acquisto, viaggi in autobus portando un cellulare, fai strisciare una carta da qualche parte, si lascia una traccia e il governo ha deciso che è una buona idea quella di raccogliere tutto, tutto, anche se non sei mai stato sospettato di alcun reato” http://www.washingtonpost.com/world/national-security/critics-of-government-surveillance-arent-backing-off-despite-recent-developments/2014/02/10/04828cf8-8f6b-11e3-b227-12a45d109e03_story.html

    Israele: La protesta contro il servizio militare obbligatorio
    International Business Time, 07/02/2014: “Un rabbino a capo delle proteste in Israele contro il servizio militare obbligatorio ha minacciato la guerra contro lo Stato con squadre suicide”. http://www.ibtimes.co.uk/israeli-rabbi-threatens-government-ultra-orthodox-haredi-jews-suicide-squad-over-draft-1435600
    (Saleh Zaghloul)