Categoria: arte

  • OLI 398: LAVORO – Storie dall’altro mondo

    Eccola qui Saretta! Nella foto presenta una collana di duemila anni fa, che verrà poi battuta all’asta per migliaia di sterline e lei, Sara, farà da liaison per gli acquirenti presenti e via telefono.
    Un bel traguardo per questa ragazza che aveva studiato arte, sperando in qualche modo di restare vicina a quel mondo.
    E pensare che vi lavora da pochi mesi, dopo la laurea a giugno 2013, aveva passato l’estate a Londra, lavorando in una casa di numismatica e in autunno era già a Edimburgo (vedi Oli 392 ) presso una auction house, che ha quasi due secoli di vita, specializzata in arte antica, rilevata da due business men che hanno saputo cogliere il momento, ovvero che di ricchezza, ce n’è in giro parecchia, a fronte di tanta crisi.
    Sara lavora e ancora studia al dipartimento di arti orientali, settore che aveva già esplorato all’Università, frequenta un corso di cinese perché oggi i migliori acquirenti sono i nuovi imprenditori cinesi, che comprano tutto ed in particolare oggetti d’arte cinese, pezzi della loro storia, che pare vogliano riportarsi a casa a tutti i costi, non badano al prezzo.
    Se vai a Pechino trovi il quartiere del protettorato francese, vi sono passati gli inglesi, i tedeschi e via via nei secoli un po’ di Cina ha varcato i mari, è finita in bella mostra nelle boiserie dell’Occidente. Imperatori, mandarini, guardie rosse hanno scompigliato popoli e facce, identità perdute che i nuovi ricchi cinesi stanno cercando di ricomporre, comprandosi arte di casa loro a prescindere.
    Persino ad Antiqua, mostra dell’antiquariato in Fiera a Genova, svoltasi alla fine di gennaio, hanno fatto capolino occhi a mandorla, che fotografavano il pezzo e poi tornavano pagando senza batter ciglio anche cifre importanti, raccontano soddisfatti gli operatori.
     Dunque Sara imparerà il mandarino e dopo avere dedicato ogni anno un po’ delle vacanze estive a fare stage anche gratuiti presso case d’aste  e musei a Milano, ad Anversa, a Edimburgo, mantenendosi con i lavoretti dell’inverno, ospitata dagli amici dell’Erasmus qua e là, ora ha iniziato a presenziare alle aste. E’ una ragazza in gamba, media alta negli studi e grande determinazione in tutto, è vero, però, è in un Paese dove, se dimostri talento e impegno, ti “buttano nella mischia” da subito, non ti fanno fare anni di anticamera, insomma ti danno fiducia, anche se sei giovane e alle prime armi.
    In Italia raramente avviene così, altrove puoi arrivare invece là dove ti porta il cuore ed è questo il rammarico più grande che dovremmo avere oggi per la nostra gioventù, negare loro una chance.
    (Bianca Vergati)

  • CARTOLINE DI OLI: Arezzo, in arte donne

    23 agosto 2013: Una giornata ad Arezzo: oltre al tuffo nel passato, alle emozioni che questa città trasmette, così come le ha provate Roberto Benigni per averla scelta come ambientazione per il film La vita è bella, con gioia e con sorpresa i miei occhi non smettono di ammirare delle opere di arte contemporanea che si aprono davanti a vie, piazze e logge, siti storici che ho immortalato con la mia macchina fotografica. Si tratta dell’edizione 2013 di “Icastica Art Events”, cioè arte del rappresentare la realtà, quest’anno protagonista l’arte al femminile (www.icastica.it ),
    manifestazione dell’espressività visiva attuale in oltre 20 luoghi tra siti storici per un percorso di oltre 4 Km. Il premio Icastica è la “Chimera”, simbolo della città di Arezzo ed è stato assegnata come Premio della Giuria a Kaarina Kaikkonnen, Finlandia: nelle sue opere gli oggetti si animano e ci parlano di storie, di persone, di lei; evocano fragilità, ma anche speranza e rigenerazione “Andare e venire”

    (Angela Brancati – immagini dell’autrice)

  • OLI 381: PALESTINA – Il Freedom Theatre a Bologna?

    …quando prendi i bambini e li metti in teatro la loro mente riscopre la fantasia di cui erano stati privati, e se dai a loro anche la possibilità di lavorare come attori, riabiliti il ragazzo, riabiliti la sua umanità e in questo modo diventa più forte la sua personalità, il suo pensiero e il suo carattere; tutto ciò rappresenta un pericolo per Israele, che non vuole questo….” ha dichiarato Mustafa Staiti durante il nostro incontro al Freedom Theatre di Jenin a nord dei territori occupati palestinesi.
     Mustafa è uno dei tanti ragazzi che è nato durante la prima Intifada e che ha vissuto la sua adolescenza durante la seconda Intifada nel campo profughi di Jenin, dove ha visto amici e parenti uccisi durante l’invasione dell’esercito israeliano nel 2002 nel campo profughi e l’arresto di suo papà.
    Mustafa lavora al Teatro della Libertà “…l’arte può diventare uno strumento per la libertà…” mi dice.
    Il Freedom Theatre è stato fondato da Arna Mer Khamis, attivista ebrea sposata con un arabo-palestinese, che durante la prima Intifada crea un luogo artistico in cui bambini e bambine del campo profughi di Jenin possano esprimere paure, frustrazioni, rabbia e amarezze attraverso corsi di recitazione e seminari di drama therapy.
    Dopo la morte di Arna nel 1995, il teatro continua a portare avanti il sistema alternativo di educazione. Nel 2002 il teatro è stato distrutto durante l’invasione nel campo profughi di Jenin da parte dell’esercito israeliano e alcuni ragazzi, giovani attori, cresciuti con Arna sono stati uccisi.

    Nel 2006 il teatro è stato ricostruito dal figlio di Arna, Juliano Mer Khamis, attore e attivista, e Zakariya Al Zubeidi, leader delle Brigate di Al Fatah ed ex “bambino” di Arna, sopravvissuto alla seconda Intifada.
    Stiamo per iniziare una nuova intifada fatta di poesia, teatro, arte, diritti umani, dimostrazioni pacifiche contro il muro” aveva dichiarato Juliano, figlio di un’israeliana e di un palestinese, che si definiva al 100 per cento di entrambe le nazionalità anche se ha abbracciato la causa palestinese.
    Juliano porta avanti il lavoro di Arna e il suo impegno politico, insegna ai ragazzi ad usare il proprio corpo come mezzo espressivo, per agire dentro i conflitti e la guerra. Il suo lavoro termina il 4 aprile 2011 quando viene assassinato a Jenin con cinque colpi di pistola. Aveva 52 anni.
    La sua morte ha lasciato un senso di amarezza nei ragazzi del Freedom Theatre che, nonostante il dolore e la difficile perdita, hanno deciso di continuare a portare avanti il messaggio di libertà
    Il 13 e 14 luglio prossimi, i giovani attori del Freedom Theatre sono stati invitati a partecipare all’estate culturale a Bologna con un loro spettacolo, ma i fondi messi a disposizione non sono sufficienti per coprire tutte le spese ed avere un margine economico per gli attori, che è giusto siano retribuiti per il loro lavoro.
    Bisogna raccogliere 5000 euro entro il 30 giugno, per chi volesse contribuire può farlo sul c/c bancario:  IBAN IT 50 O 03127 74610 00000 0001527 intestato ad Assopace Palestina – causale Jenin
    Il Freedom Theatre crede che il teatro e le arti abbiano un ruolo cruciale per la creazione di una società libera e sana” Juliano Mer Khamis.
    (Maria Di Pietro – foto da internet)