Come parlare di Maria, bambina contesa tra Bielorussia e Cogoleto? Utilizzando le leggi internazionali? Partendo dalle ambasciate? Dai suoi “genitori”? Dai suoi disegni? Guardando il video, nel quale – ci dicono – appare serena, ostaggio esclusivamente del suo desiderio di vivere con la famiglia che ha scelto e che è disposta a tutto per trattenerla in Italia? O forse è meglio partire dalle migliaia di bambini che lasciano la Bielorussia per brevi o lunghe vacanze e che rischiano di veder cancellata, per vendetta, un’occasione che aspettano tutto l’anno?
Mese: Settembre 2006
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Ambiente – Demolire gli orrori resta proibito
Ho letto le dichiarazioni di Carlo Ruggeri da Repubblica del 13 settembre e poi il commento che, il giorno dopo, sempre su Repubblica, ne ha fatto Giovanni Urbani, il quale scopre con malcelata sorpresa che la “disinvoltura” è ormai una prassi dei politici che giungono a più alte responsabilità gestionali.
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Urbanistica – Agli Erzelli le idee urtano gli affari
Percorso travagliato quello del parco scientifico tecnologico sulla collina degli Erzelli. Il progetto Leonardo, il Technology Village promosso dal Renzo Piano e Carlo Castellano che prevede di sostituire le migliaia di container accatastati sulla spianata della collina con un centro di scienza e tecnologia avanzata, è in continua trasformazione.
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Dialogo tra due architetti sul lavoro e la città
Il giovane Leoncino e il maturo Riccio di fronte al nuovo che avanza.
Testo e illustrazioni in www.olinews.it/mt/archives/2006/09/il_leoncino_il.html
(GUR) -
Ambiente – L’estate è finita, i coliformi no
Secolo XIX del 12 settembre “Troppi coliformi. A Quinto scatta lo stop alla balneazione”. Stesso copione degli ultimi mesi. L’Arpal preleva i campioni d’acqua di mare e – ma che sorpresa! – ci trova dentra una concentrazione di coliformi “ben superiore alla norma”. Il sindaco con una ordinanza blocca la balneazione della zona. Sotto processo il depuratore (?) di Quinto di cui 10 giorni prima gli assessori competenti ai servizi tecnici e alla riqualificazione del Levante avevano annunciato la modernizzazione. I “coliformi” in questione saranno scaricati 300 metri più al largo dove – si dice – l’acqua marina non supera i 18°: dovrebbero così essere eliminate le note sgradevoli conseguenze (residui di m. galleggianti, “alga tossica” ecc.).
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Ferrovie/1 – Il rebus permanente dei tabelloni
Poco prima delle vacanze ero andata alla Stazione Principe a prendere il treno per una gita in riviera. Al binario 13 il cartello elettronico forniva, al posto della destinazione canonica “Sestri Levante”, una traslitterazione dal sapore vagamente azteco: Oextri Leu. Nella occasione mi era capitato di rassicurare un passeggero che, non essendo del luogo, non era in grado di cogliere le assonanze nascoste.
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Ferrovie/2 – Turisti distratti? Giù dal treno
Sul treno per La Spzzia.z sento ad un certo punto un certo clamore, voci agitate parlanti inglese e uno stentoreo “Biglietto no good, biglietto no good. Scendere! Scendere!” ripetuto categoricamente da un giovane controllore molto investito del ruolo che con decisione fa scendere a Nervi un gruppetto di turisti stranieri perplessi e confusi.
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Ferrovie/3 – L’ascensore? In stazione ancora sconosciuto
Girando questa estate con una valigia molto pesante ho avuto la consolazione di trovare in piccole e simpatiche stazioni come quelle di Mantova e Verona il servizio di ascensore ai binari.
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Cronache – Se l’omicidio è extra fa più notizia
Nella lunga estate calda appena terminata non sono stati pochi i motivi di riflessione (amara), offerti dai quotidiani orrori di cronaca. Quanto sia difficile sottrarsi alla discriminazione a sfondo razzistico delle notizie, lo dimostra chiaramente, quanto involontariamente, un giornale come Repubblica che pure è tra i più attenti in materia.
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Cinema – Ma storia e politica non sono un giallo
Tutto comincia sott’acqua con una soggettiva lenta che smuove limo e vegetazione palustre: no non siamo più nel varietà che annuncia le deglutizioni laboriose dell’ultimo anaconda di servizio, ma all’inizio di Arrivederci amore ciao, il cui regista Michele Soavi, non dimentichiamolo, è stato a bottega dall’artigiano dell’emoglobina casereccia Dario Argento. Ma perché cominciare nella giungla tropicale un film destinato, se non a scoperchiare, almeno ad aprire uno spiraglio “anacondizzato” sugli ineffabili anni settanta in Italia?