Libri – Nell’ultimo kibbutz delle Valli Unite

“Tu me lo leggi e poi me lo racconti…” dice un ragazzo al telefonino. “Me lo racconti”, spiega, “perché sai io non sono un’intellettuale, e quindi non ci capisco niente di libri…Mi fai un riassunto! Sì c’è molta gente. Devono ancora iniziare”. E il ragazzo spegne la sigaretta e rientra forse solo per ascoltare al Bagdad Cafè. E’ il 30 gennaio. Ultima settimana per la campagna elettorale delle primarie. Il locale è davvero pieno.
“Il valore aggiunto” di Manlio Calegari (Ed. Impressioni Grafiche, 7 Euro) ha raccolto tanta gente perché è la storia della realizzazione di un sogno in cui la terra può essere lavorata, produrre benessere “anche facendo girare meno soldi”.


Siamo alla cooperativa “Valli Unite” vicino a Tortona sopra a Costa Vescovato dove, nel 1977, tre giovani decisero che valeva la pena di tentare di ritornare alla terra per generare reddito da ridistribuire equamente.
Le Valli Unite sono per gli abitanti di Costa Vescovato una realtà da tenere distante – “questa gente ci ha rifiutato, loro sono là, noi siamo qua” spiega Ottavio uno dei soci – ma diventano per stranieri e italiani un approdo sicuro, dove misurasi con i propri sogni. E’ l’occasione per mediare una certa idea di lavoro contadino con una realtà fatta di fatica, ma di recupero del tempo, confrontandosi con chi si ha vicino, e con il concetto che ogni singolo ha di produzione e guadagno. Emergono tutti i personaggi di questa cooperativa. Chi è rimasto racconta di coloro che sono passati condividendo con il lettore discussioni, stati d’animo, scelte – la paga oraria è uguale per tutti – ma soprattutto la crescita di un progetto comune dove ognuno ha la sua parte.
Ci sono anche i sassi in questa storia, che riescono ad essere visti nei campi solo da chi “ha occhio” e che vengono tolti uno ad uno per tutelare gli ingranaggi del trattore. E c’è la lotta quotidiana di misurasi “con un mercato che ha eliminato tutte le regole elementari” e la sfida di tornare al “profumo del pane”, prodotto senza meccanizzazione, conservando tutte le caratteristiche del grano. E i campi e l’erba: “noi sappiamo cosa diamo da mangiare alle nostre bestie”. Il valore aggiunto è la ricerca di un mondo possibile e di un’economia giusta, in cui si riesce a cogliere l’equilibro tra fare impresa e fare comunità. Tutto questo ha creato una cooperativa in cui sono previste anche giornate didattiche per i bambini.
Ottavio spiega che “in paese tutti ci vedevano come una setta chiusa…c’è gente che ci ha messo vent’anni per capire che non la pensavamo tutti allo stesso modo, ma stavamo insieme lo stesso. Non posso dare delle indicazioni per fare una bella copia delle Valli Unite…A volte bisogna solo fare delle scelte normali affinché le persone intellettualmente acute se ne accorgano.”
(Giulia Parodi)