Porta a Porta. Morte e dolore che spettacolo

Ma si può? Fino a che punto può sprofondare la Rai Tv, a cominciare dalla cosiddetta rete ammiraglia, nella sua ossessiva ricerca di ascolti facili, voluti dal berlusconismo spinto – più banalità uguale più share – che ha già azzerato ogni tratto di qualità dei programmi?


La domanda sale spontanea di fronte allo speciale Porta a Porta dedicato alla catastrofe dello tsunami, una performance in cui Bruno Vespa è riuscito a dare davvero il meglio di sé. La spettacolarizzazione della morte, del dolore è scesa a livelli insopportabili: nulla ci è stato risparmiato, neppure la teatralità del “silenzio” suonato in studio dalla cornetta di un carabiniere in alta uniforme; e questo come apertura di una trasmissione che di silenzio, di pietà, di misura, diciamo pure di decenza avrebbe avuto un gran bisogno.
Invece il gran conduttore, produttore e fors’anche regista di Rai Uno versione Canale 5, ha attinto a piene mani nell’impasto di sofferenza ed emotività, per dare in pasto bocconi sempre più forti al suo pubblico (o a quello che un’immagine spregiativa identifica con l’Italia televisiva). Il clou è stato raggiunto quando ha sollecitato un padre, ferito ed evidentemente ancora choccato, a raccontare il sogno vissuto durante l’anestesia: Sì ho rivisto Alex, il mio bambino portato via dall’onda e mai più ritrovato; io piangevo, ma lui mi diceva che si trovava in un bel posto e che sarebbe tornato nella pancia della mamma…Lei è andata dal ginecologo e ha saputo di essere incinta, alla quinta settimana. Se sarà femmina la chiameremo Alessandra. La signora annuiva, muta.
Non si pensi però che, preso dalla sua foga drammaturgica, il conducator massimo abbia rinunciato al bilancino dell’opportunismo politico. Se in un passaggio erano stati illustrati i meriti della polizia di Stato nella ricerca del dna per identificare i corpi senza vita, ecco che subito dopo si elogia la concorrente Arma dei carabinieri inviata a sua volta nel Sud Est asiatico con gli stessi identici compiti. Che siamo l’unico curioso paese al mondo presente con due distinti corpi di polizia per fare le stesse cose, naturalmente nessuno lo dice. Non sta bene.