Replica – “DECIDI” è quasi Porto Alegre

Leggo sempre con interesse la newletter di OLI, trovando spesso voci fuori dal coro e la capacità di affrontare gli argomenti al di là dei taciti patti di “non belligeranza” che troppo spesso condizionano i più consueti canali d’informazione. Mi ha fatto dunque piacere trovare un articolo [OLI n. 118] sul nostro progetto DECIDI, di e-democracy, e siccome quel pezzo mi ha fornito diversi spunti di discussione mi è parso stimolante replicare.


Innanzitutto la partecipazione e l’interesse di chi ha scritto il testo ribadiscono ulteriormente il desiderio dei cittadini di essere parte dei percorsi decisionali delle istituzioni. Questa per noi è la conferma di aver visto giusto e di essere un po’ pionieri di un nuovo processo di democrazia.
Detto ciò, mi si permetta di toccare alcuni dei punti affrontati lunedì 23 ottobre, al Politeama Genovese, di fronte a qualche centinaio di persone (noi ne abbiamo contate circa il doppio rispetto a quelle dichiarate dal signor Tringale, ma non starei a far polemica su questo, soprattutto se si parla di democrazia digitale…).
Nell’articolo si fa riferimento a Porto Alegre come un esempio emblematico e illuminante di democrazia partecipata, tuttavia ritengo sia giusto ricordare che neanche a Porto Alegre le espressioni dei cittadini sono vincolanti: alla fine è infatti il consiglio municipale ad avere l’ultima parola. Come d’altra parte è dovere delle istituzioni, preposte a ciò.
La differenza profonda con Porto Alegre è un’altra, ovvero l’ambiente della partecipazione: assembleare là, tramite internet a Genova.
Chi sposa la prima modalità evidenzia il miglior coinvolgimento de visu, ma è anche vero che vengono esclusi coloro che normalmente partecipano poco per una minor attitudine o voglia di manifestarsi. La seconda modalità, superato un problema di digital divide, che è molto generazionale, può arrivare dove la politica quotidiana non arriva (vedi i blog) e avvicinare persone che sarebbero diversamente escluse per limiti fisici (i disabili), di compatibilità tempi di vita e tempi di lavoro, per perifericità. L’agorà virtuale è democratica per definizione anche per chi non alza normalmente la voce.
Il progetto DECIDI è molto chiaro così come gli impegni: il parere, sui temi proposti, è richiesto e inserito nel processo decisionale, anche se ovviamente l’organo competente potrà discostarsene motivandone tale decisione, come si usa fare nei processi democratici. Ciò che sarà molto importante sarà la verifica di quanti cittadini avranno partecipato e quindi quale rappresentatività avrà il voto. E noi speriamo che siamo molti!
(Alessandro Repetto, Presidente della Provincia di Genova)