Costume – Corre l’arroganza sul telefonino

Mentre si sta parlando con un tutor – o con chiunque altro – come ci si deve comportare col telefonino? Credevo che la risposta fosse ovvia, evidente (quasi) a tutti. Invece no, mi sbagliavo. Mi ha anche sorpreso come non siano tanto i ragazzi appena immatricolati (vivono al pari di tutti ormai in simbiosi col cellulare) a mettere in piedi altre conversazioni mentre già stanno parlando con me, ma gli adulti, i “grandi”.


L’ultima è di qualche giorno fa: una lei, signora, bionda, distinta, sulla trentina, che al suono d’un suo piccolo e grazioso gingillo ha fatto lo scatto d’una molla. Le stavo spiegando la differenza tra non so bene quali antropologie e lei con mano sontuosa, inanellata mi ha intimato l’alt. Solita scena: voce crescente “mi senti? Mi sentiii?” Il segnale in aula O è pessimo. Stizzita si alza, mi dà le spalle e si allontana. Non faccio in tempo ad irritarmi che lei, prima di oltrepassare la porta alla ricerca del segnale, si gira di scatto e mi intima: allora metti altri 15 crediti, capito?
Sono i casi in cui il mio occhio sinistro inizia a contrarsi in un tic nervoso ma conosco la terapia di contrasto. Inspiro profondamente, a lungo; così reprimo la tentazione di raggiungerla, toglierle di mano il telefono e seppellirlo nel giardinetto di Balbi 4, come faceva Snoopy con la coperta di Linus. Chiudo la schermata del computer con l’accesso al piano di studi che tentavo di compilarle e immediatamente faccio accomodare una ragazza super in tutto che era appena entrata. Non ricordo di aver mai dato informazioni e compilato un piano di studi con tanta dedizione. Ci avrò messo almeno un’ora. Nessun altro studente ad aspettare. A parte la signora bionda, naturalmente.
(The Pupil)