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  • OLI 409: PALESTINA – Giovani vite perse

    Lunedi 30 giugno sono stati ritrovati nei pressi di Halhoul i cadaveri dei tre coloni ebrei scomparsi il 12 giugno scorso. Si tratta di Naftali Frankel, 16 anni; Gilad Shaer, 16 anni, Eyal Yifrah, 19 anni. I tre ragazzi erano stati visti l’ultima volta facendo l’autostop al ritorno dalla scuola ebraica Yeshiva, sita nell’insediamento illegale di Gush Etzion situato nella zona tra Betlemme ed Hebron nei territori occupati palestinesi.
    Il mondo è giustamente scioccato di fronte a tale orrore e violenza; l’uccisione di giovani ragazzi innocenti e disarmati deve suscitare dolore e indignazione.
    Ogni morte simile, soprattutto di adolescenti, non può essere giustificata per nessun motivo. Purtroppo, invece accade che alcune giovani morti passino inosservate perché non avvenute presso popoli dominanti.
    Il mondo non si è indignato per la morte di altre giovani vittime di violenza e assassinio. Ahmad Samada, 20 anni, ucciso il 15 giugno nel campo profughi di Jalazun; Muhammad Doudin, 14 anni, ucciso il 20 giugno nella città di Dura, nel distretto di Hebron; Ahmad Khalid, 27 anni, mentalmente disturbato, ucciso il 21 giugno nel campo profughi di Al Ain, Nablus; Mahmoud Tarif, 30 anni, ucciso nelle prime ore del 22 giugno a Ramallah. Ali Awr, 10 anni, morto a seguito di ferite riportate sotto un bombardamento dell’11 giugno vicino ad Al Sudania, ad ovest di Beit lahia, Gaza; Mustafa Aslan, 22 anni, colpito da proiettili il 20 giugno nel campo profughi di Qalandia; Yousef Abu Zagha, 18 anni, colpito al petto a Jenin,.
    Solo nel mese di giugno in Palestina sono state uccise 7 persone, ferite 118 e arrestate 471, inclusi 11 parlamentari. Le forze israeliane hanno effettuato 454 raid, hanno fatto irruzione in centinaia di abitazioni private palestinesi spesso con incursioni notturne, in negozi, in sedi di organi di stampa e uffici di organizzazioni della società civile.
    Il ritrovamento dei tre giovani israeliani giustificherà ancora di più la brutalità e la violenza dell’assedio israeliano nei confronti del popolo palestinese. In questi giorni si sta attuando una vera e propria “punizione collettiva”. Quattordicimila soldati sono stati mandati nelle case, nei villaggi e nelle città, distruggendo non solo le vite di innocenti, ma anche case e beni di civili.
    Il premier israeliano Netanyahu ha dichiarato che Hamas è il responsabile e pagherà. Sono stati intensificati i raid aerei sulla striscia di Gaza; non bastano le centinaia di bambini fatti a pezzi dalle bombe durante le precedenti operazioni militari a Gaza.
    Persino il ministro degli esteri, Federica Mogherini, ha espresso il suo “grandissimo dolore” per i tre giovani israeliani: “Siamo vicini a Israele in questo momento di grave lutto, voglio porgere al governo e al popolo israeliano le condoglianze mie e dell’intero governo italiano per questi omicidi che condanniamo nel modo più fermo”.

    Comprensibile essere vicini al dolore dei familiari delle vittime ma essere vicini ad un governo che dal 1967 viola i diritti umani e il diritto internazionale secondo la Corte Internazionale di Giustizia e il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, e usa armi chimiche sui civili, che causano malformazioni genetiche, vietate dal protocollo di Ginevra, pare essere un’affermazione azzardata.
    E ancora una volta gli omicidi di giovani palestinesi non suscitano l’indignazione di popoli e governi internazionali. Omicidi che non saranno condannati nel modo più fermo.
    Ancora una volta nessuno esprime lutto e condoglianze a genitori le cui lacrime passeranno inosservate dalla stampa mondiale.
    (Maria Di Pietro – foto da internet)

  • OLI 409: ESTERI – Voci dalla stampa Internazionale


    Palestina/Israele: Una società rapita
    Haarez, 18/06/2014, Avraham Burg: “La società israeliana soffre e grida per il rapimento dei propri figli, ma non è in grado di comprendere le sofferenze e il grido di dolore di un intero popolo, che è stato rapito da noi”. http://www.haaretz.com/opinion/.premium-1.599318

    La situazione dei Rom in Francia
    The Telegraph,20/06/2014: “La maggior parte dei Rom in Francia vivono in campi di fortuna, senza acqua o elettricità.” “Il governo socialista ha perseguito politiche discutibili avviate sotto la precedente amministrazione conservatrice di Nicolas Sarkozy, demolendo campi Rom e mandando molti residenti di nuovo ai loro paesi d’origine.” http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/france/10908942/Roma-boy-attacked-in-Paris-the-picture-that-will-shock-France.html

    Iraq: le responsabilità dell’occupazione USA
    The Guardian, 16/06/ 2014: “Le più gravi tensioni settarie ed etniche nella storia moderna dell’Iraq sono seguite all’occupazione guidata dagli Usa nel 2003, che ha affrontato una massiccia opposizione e resistenza popolari. Gli Stati Uniti usavano la politica del dividi ed impera, promuovendo organizzazioni irachene fondate sulla religione, etnia, nazionalità o setta piuttosto che politica. Molti alti ufficiali dell’esercito iracheno appena formato provengono da queste organizzazioni e dall’esercito di Saddam. Questa situazione si è aggravata, tre anni fa, quando i gruppi settari in Siria sono stati sostenute dagli Stati Uniti, Turchia, Arabia Saudita e Qatar.” http://www.theguardian.com/commentisfree/2014/jun/16/sectarian-myth-of-iraq

    Medio Oriente: USA offre “protezione”
    Medio Oriente Eye, 19/06/2014: “In altre parole, quando gli Stati Uniti e la Gran Bretagna offrono “sostegno” alla Nigeria contro Boko Haram, o all’Iraq contro ISIL, stanno offrendo una protezione contro una minaccia della quale sono responsabili essi stessi. L’inondazione del Nord Africa e del Medio Oriente con le milizie armate – la conseguenza palese e prevedibile delle azioni della NATO in Libia e Siria – mira a rendere l’Africa e il mondo arabo dipendente dall’Occidente per le sue esigenze di sicurezza”. http://www.middleeasteye.net/columns/western-foreign-policy-protection-racket/94738665

    Violenza buddista contro i musulmani
    The Economist, 21/06/2014: Sri Lanka “Il 15 giugno, teppisti sinhalesi buddisti hanno imperversato in tre città della costa meridionale, bruciando ed attaccando le imprese e le case dei musulmani”. “La violenza è durata per due giorni. Quattro persone, tre dei quali musulmani, sono stati uccisi, e circa 80 sono rimaste ferite.” http://www.economist.com/news/asia/21604601-another-minority-under-threat-buddhist-power

    Il nucleare indiano
    Reuters, 20/06/2014: “L’India sta sviluppando un  piano riservato di arricchimento dell’uranio che potrebbe sostenere lo sviluppo delle armi termonucleari” (..) “Un accordo di cooperazione nucleare civile con gli Stati Uniti, sigillato nel 2008, ha dato l’India l’accesso al know-how”.
    http://in.reuters.com/article/2014/06/20/india-nuclear-idINKBN0EV0JR20140620

  • OLI 409: COMUNE – Corso di città metropolitana

    Genova, 20 giugno 2014, Marco Doria e Pierluigi Vinai spiegano la Città Metropolitana agli amministratori dei comuni dell’area genovese. Il nuovo organo che sostituisce la provincia ne avrà le stesse competenze più altre che saranno definite in ambito di statuto della Città Metropolitana.
    La proposta di Doria: fare un “listone” per il Consiglio metropolitano che rappresenti il territorio, 18 candidati scelti a tavolino prima delle elezioni, che poi formino una volta eletti un “comitato costituente” che lavori sullo statuto. Nulla vieta, comunque, di presentare liste concorrenti.


    (La redazione di Oli)

  • OLI 409: ILVA – Al tempo di Burlando

    I Rom sono stati fatti spostare. Alloggiati in corridoio. Praticamente un’unghia che, nella mappa delle aree di Cornigliano, si colloca tra Via Muratori e la palazzina della Film Commission, quella che un tempo ospitava la mitica direzione delle Acciaierie. Il corridoio è transennato. Nomadi, roulotte suppellettili sono tutti lì, circondati da una cancellata. Lontani dagli occhi, lontani dal cuore. Certo, non abitano più sul ciglio della strada, quindi, il rischio che un bambino finisca sotto una macchina, almeno sulla carta, dovrebbe essere ridotto.
    Da lì all’accesso Est dell’Ilva il paesaggio è lunare: aree spelacchiate, lego di container colorati, il cantiere della strada a mare, cumuli di terra.
    Dentro allo stabilimento il paesaggio è emotivo. Scandito, soprattutto, da articoli di stampa e voci da macchinetta del caffè. Si accenna ad una delegazione di siderurgici indiani venuta in visita in fabbrica, e si teme, dopo l’allontanamento di Enrico Bondi, che l’Ilva si avvii ad un rapido spacchettamento nei vari siti produttivi, per essere messa sul mercato, non come corpo organico ma a pezzi. Ipotesi, timori che si aggiungono alla preoccupazione che al 10 luglio non ci siano risorse per pagare gli stipendi
    Puntuali le dichiarazioni del sindacato, senza salario millesettecento persone a Genova e 12mila nel territorio nazionale possono “diventare un problema”. Le modalità sono note alle prefetture, il copione già scritto.
    La scelta governativa di sostituire Bondi con Gnudi costringe adesso a tornare ai blocchi di partenza cestinando un piano che presupponeva un investimento di capitale per il 2014 da 1,8 miliardi e una necessità di cassa da 3,5 miliardi. Cifre inimmaginabili senza un impegno concreto dello stato. Ma questo si sapeva. Come a Genova i dipendenti sanno che, a fine settembre,scadono i contratti di solidarietà e allora il governo dovrà immaginare qualcosa, visto che la creatività non difetta.
    All’Ilva, si è accennato anche durante la tormentata assemblea di Confindustria il 30 giugno. In agenda: “I perché di un insuccesso – Evitare gli errori di ieri per le scelte di oggi”. Ma sono state allusioni a tavoli, ad aziende interessate, a ipotetici soggetti. E a “pezzettini” ha detto Burlando “che si liberano di Piaggio e di Ilva” sui quali qualche imprenditore potrebbe voler investire. Tutto di una vaghezza disarmante.
    Poi, Burlando, riferendosi a certe dinamiche di Confindustria di cui pare sia stata vittima la sua azione politica, ha dichiarato: “io non ho più tempo da perdere”.
    Davvero?

      (Giovanna Profumo – Foto dell’autrice)

  • OLI 409: UNIVERSITA’ – Da Venezia un’idea per l’ex ospedale di Quarto

    Trova casa in laguna la generazione Erasmus, una casa in attesa di certezze nel futuro, per non essere soltanto un brand nei discorsi politici che vanno di moda in questi giorni. E mentre, doverosamente, si parla di speranza, qualcuno ci crede davvero in questa generazione, scommette su questi giovani, pensa al loro abitare mentre studiano, scaccia l’immagine di scalcinate camerette da studenti in puro nero evasione e per sei tutto compreso.
    A Venezia, come già a Torino e fra poco a Bologna, si sono aperti i cancelli di un ex convento, ex caserma, ex nulla, ai Crociferi che, con una sorta di speciale social housing, affitta, in primis a studenti meritevoli, una stanza per un po’ più di cento euro al mese, mentre la retta è il doppio per gli altri.
    Ca’ Foscari e dintorni segnala tipinifini di cervello e pochi quattrini da sistemare in piccoli loft dai soffitti di mattoni, bonificati s’intende, con cucina, frigo, letti, armadi e scrivanie per due, mobili moderni bianchi o neri nelle stanze, in sala studio e in biblioteca. Camere con vista sui tetti dai coppi rossi e cortili silenti, dove risuonano le rondini, le risate e il parlottare dei ragazzi seduti in relax sotto i porticati solenni, davanti ad una birra del bar interno, prezzo rigorosamente politico, tanto che pure gli abitanti vicini s’intrufolano a bere il caffè scontato.
    A pochi minuti di battello in una zona che può sembrare periferica, abitata dai veneziani, i Crociferi si affacciano su una piazza che è forse l’unica dove si gioca a pallone fino a tardi. Intorno un dedalo di vicoli, di sera si animano di turisti, abitanti e tanti giovani in una babele di lingue, dal veneziano all’inglese.
    Una delizia il posto e l’atmosfera. Un’idea fantastica recuperare spazi altrimenti persi per sempre, facendone uno studentato, che, chiusa l’università, si trasforma in hotel, fra poco s’inaugura l’altra ala per eventi e ristorante con dehor in piazzetta.
    Dopo il desolante Erzelli e la futuribile proposta di Università in Fiera, pur se ormai Ingegneria Nautica ha quasi traslocato tutta a Spezia, perché non un progetto così a Genova, magari nell’ex ospedale di Quarto a due passi dal mare e raggiungibile da tutte le Facoltà?
    Per info www.we-crociferi.it

     (Bianca Vergati – Foto dell’autrice)

  • OLI 408: PAROLE DEGLI OCCHI – Expo’, scatti di tigre

    (Genova, Palazzo San Giorgio, Tigre imbalsamata – foto Giovanna Profumo) 

    Genova, 22 maggio 2014 – Una tigre enorme minaccia i turisti davanti a Palazzo San Giorgio ma – al costo del biglietto di un museo civico – la si può domare e portarsi a casa una foto con il felino, ricordo di Genova e delle sue infinite sorprese.

  • OLI 408 – PALESTINA: Rinunciamo ad essere nemici

    Il prossimo inverno vorremo piantare 1000 alberi, crediamo che piantare alberi sia una forma di resistenza” mi disse Daoud con entusiasmo l’estate scorsa “quando piantiamo un albero, soprattutto un albero d’ulivo, creiamo il futuro perchè l’albero di ulivo ci impiega 10 anni per crescere. Quando piantiamo alberi proteggiamo il terreno e rendiamo la terra verde e produttiva”.
     Daoud Nasser vive con la famiglia su una collina a 15 km da Betlemme nei territori occupati palestinesi nella fattoria acquistata dal nonno nel 1916.

    Su quella collina Daoud ha realizzato il progetto della “Tenda delle Nazioni” che ha lo scopo di creare ponti tra persone, tra persone e la terra, di impegnarsi alla nonviolenza e alla difesa dei diritti e della terra in modo legale, di accogliere persone di tutte le nazioni e culture. “Il problema iniziale è stato quello di come tirar su la fattoria senza acqua e corrente elettrica. Penso che se ci sia la volontà e la motivazione di si trova il modo per andare avanti” e Daoud ha trovato il modo di vedere il suo progetto realizzato. L’acqua della pioggia viene raccolta in cisterne per poter essere utilizzata e l’elettricità arriva dai pannelli solari. La Tenda delle Nazioni ogni anno sviluppa programmi di educazione all’ambiente e al riciclo, organizza campi di volontariato per piantare alberi e organizza campi estivi per bambini che vivono nei 3 campi profughi intorno a Betlemme. “attraverso la pittura, musica e teatro, vogliamo che i ragazzi scoprano i loro talenti perchè qui i bambini sono traumatizzati
     La Tenda delle Nazioni è circondata dagli insediamenti israeliani. Da quando sono arrivati i coloni la terra di Daoud subisce continui soprusi da parte dell’esercito militare israeliano perché la fattoria, nel luogo in cui si trova, impedisce alle colonie di espandersi. Il governo israeliano ha cercato di mandar via la famiglia di Daoud con violenza e minacce.
    Dal 1991, il terreno è stato confiscato più volte e Daoud si è sempre presentato davanti alla corte militare per provare che è il legittimo proprietario grazie ai documenti di acquisto rilasciati al nonno cento anni prima. Dal 2001 la strada per accedere alla fattoria è stata bloccata, il governo sta cercando di isolarli e quando finiranno di costruire il muro dell’apartheid la collina su cui vive Daoud sarà fuori Betlemme e sarà difficile per loro andare dall’altra parte del muro.
    Nel 2010 hanno ricevuto 13 ordini di demolizione. “In questa situazione le persone possono reagire in 3 modi: violenza, rassegnazione o andar via” ma nessuna delle tre possibilità piace a Daoud “ la violenza genera altra violenza, sedersi e piangersi addosso o rinunciare alla mia terra non va bene” così Daoud ha pensato ad altre soluzioni “rifiutiamo di essere vittime e di odiare, siamo persone che credono nella giustizia. Non possiamo cambiare le cose esterne se prima non lavoriamo su noi stessi, Dobbiamo rinunciare ad essere nemici
     Lo scorso 19 maggio alle 8 del mattino i bulldozer israeliani sono entrati nella fattoria di Daoud ed hanno abbattuto e distrutto 1500 alberi da frutta. Meli, albicocchi, mandorli. fichi e piante d’uva non esistono più. 
    Questa volta i soldati hanno colpita la parte più intima della famiglia di Daoud “la terra fa parte della nostra identità, è come nostra madre, e non possiamo vendere nostra madre, come sarebbe l’uomo se vincesse sul mondo ma perdesse se stesso...”

     Ora su quella terra c’è desolazione e amarezza. I 1500 alberi coltivati con passione da anni sono spariti.
     Ai soldati israeliani è permesso di rubare le terre dei palestinesi, di assediare interi villaggi, di arrestare ed usare la forza nei confronti di innocenti. Ma non sono ancora riusciti a colpire il coraggio, le lotte e il futuro di Daoud. “E’ frustrante e difficile ma noi non vogliamo arrenderci“.
     (Maria Di Pietro)

  • OLI 408: AMIU – Problemi e soluzioni

    La battaglia politica e tecnica sui rifiuti che i giornali caratterizzano all’interno di Amiu e del Comune, si gioca in realtà nei piani dell’amministrazione regionale. La nuova legge regionale sui rifiuti definisce una dimensione regionalizzata nella gestione delle discariche, della “chiusura del cliclo” e in tutto ciò che determina l’uso dei rifiuti una volta raccolti dai comuni.
    Amiu ha infatti presentato delle “linee guida per il piano industriale” dove si fa esplicito riferimento al piano regionale con la produzione di CSS e di energia elettrica da biogas ottenuto con la biodigestione anaerobica. Una richiesta del governatore Burlando in sede di conferenza stato-regioni ha spostato al 2016 il termine per il raggiungimento del 65% di raccolta differenziata: una beffa se si pensa che il Comune di Recco oggi ha dovuto organizzarsi molto rapidamente dopo il caso della Corte dei Conti che lo ha condannato a rifondere il danno erariale derivato dal mancato raggiungimento dei livelli minimi di differenziata. Senza il provvedimento voluto da Burlando, oggi si avrebbe a disposizione una leva legale molto forte per costringere i comuni ligure a diventare virtuosi.
    Invece si assiste ad una piroetta funambolica, che è riuscita a trasformare la necessità di cambiare sistema in qualcosa che alimenterà cementifici e centrali elettriche con il CSS e mini centrali a biogas sotto il megawatt. Lo scopo è di non superare il 60% effettivo di differenziata per avere ‘roba’ da bruciare, esattamente come è stato fatto fino ad oggi per alimentare invece Scarpino. Unica differenza, volendo bruciare, necessita separare l’umido, da qui la necessità di fare il biogas con i biodigestori, per aggiudicarsi così anche i certificati verdi nella produzione di energia elettrica, ed avendo altro secco da bruciare alla fine del ciclo: la tempesta perfetta.
    Quali soluzioni avrebbe avuto invece a disposizione la giunta regionale? Ad esempio, quella di finanziare grandi impianti regionali di compostaggio, di spingere quello domestico, di copiare il lavoro fatto a meno di duecento chilometri di distanza a Capannori (oltre il 90% di raccolta differenziata), o a Parma, dove la giunta ha organizzato un vero piano Marshall per impedire l’uso dell’inceneritore con i rifiuti cittadini.
    Intanto, mentre il cittadino aspetta, la grande discarica si riempie, il percolato scende a valle, l’aria si appesta di biogas e di CSS. Gli unici ad uscirne in piedi sono le amministrazioni e i dirigenti di Amiu, sempre al loro posto da decenni.
    (Stefano De Pietro)
  • OLI 408: EVENTI – A Genova l’immigrazione non si archivia

    Raed Saleh agli italiani non dice nulla. La sua giovane faccia, un sorriso accennato e lo sguardo allegro, non evoca, né suggerisce alcunché. E’ probabile che se Raed Saleh fosse vissuto in Italia, la sua vita avrebbe seguito un percorso diverso da quello intrapreso in Germania. La nota biografica apparsa su Internazionale spiega che Raed Saleh nasce il 10 giugno 1977 in Cisgiordania, pochi anni dopo la sua famiglia si trasferisce a Berlino, nel 1994 lavora in un fast food, nel 1995 si iscrive al Partito socialdemocratico tedesco, nel 2011 viene scelto come capogruppo dell’Spd al senato del land di Berlino. Oggi ha elevate possibilità di diventare sindaco delle capitale tedesca.
    In Italia invece, il cambio di governo Renzi ha cancellato in fretta sia Cécile Kyenge Kashetu, sia il suo Ministero per l’Integrazione, archiviando anche l’intenzione politica di un’agenda che affronti seriamente il tema dell’integrazione e dell’accoglienza. Un cambio di passo avvenuto anche nel Pd che, inizialmente favorevole a candidare come capolista per le europee Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa, l’ha retrocessa favorendo un’altra .
    Tempi amari anche in città: il sogno di una moschea è ancora da realizzare, nonostante l’impegno di tanti. Quindi qui siamo. E la rotta suggerisce di non farsi sfuggire le occasioni buone per riflettere su esperienze che hanno dato significato all’arrivo degli stranieri in città. Esperienze che hanno fatto da “laboratorio politico” come dice il freddo gergo burocratico, ma soprattutto umano. Storie che hanno coinvolto gli amministratori della nostra città, a partire dalla giunta Sansa nel 1996 con associazioni che si erano ritrovate nel Forum Antirazzista di Genova dove, per la prima volta, una specifica “delega” all’Immigrazione vedeva coinvolta la giunta comunale. I documenti di questa intensa stagione, dopo essere stati sottratti a distruzione certa, sono stati salvati, catalogati e protetti e, grazie all’Associazione di Promozione Sociale Forum Antirazzista “ArFor”, fanno parte di un fondo, riconosciuto “bene di interesse culturale” dal Ministero per i Beni e le attività Culturali.
    Si è trattato di un lavoro promosso da volontari che hanno provveduto al riordino, alla catalogazione ed archiviazione informatica del materiale (più di mille documenti) prodotto tra il 1989 e il 1994 nel corso della attività del “Coordinamento delle Associazioni degli Immigrati Extracomunitari”, e poi, dal 1995 al 2001, del “Forum Antirazzista di Genova”. il 13 giugno, presso la Società Fratellanza Artigiana Genovese (Vico Chiuso dei Cinque Santi, Lagaccio)
    L’Associazione ArFor (Archivio Forum Antirazzista) ha organizzato una serata dedicata alla presentazione pubblica di questo fondo documentario: una festa per rincontrarsi e per raccontare a chi non c’era una storia diversa di accoglienza e immigrazione.
    Una breve cronaca dell’evento si trova sulla pagina Facebook “La compagnia del Banco Volante“, curata da Francesco Firpo:
    (Giovanna Profumo)

  • OLI 408: SOCIETA’ – Come vai a scuola?

    Le scuole stanno finendo in tutta Europa, anche nei Paesi Bassi, dove mamma o papà vanno a prendere i bambini all’uscita, poi in fila indiana se ne tornano a casa lungo le piste ciclabili e tutte le auto si fermano per lasciarli passare. Sono molto carini e ben “visibili” gli alunni, hanno tutti il loro giubbotto “fluo” e “targa” sono scarrozzati sul seggiolino di dietro e talvolta nel ” risciò ” davanti insieme ai fratelli piccoli piccoli.
    Una delizia vederli sfrecciare, genitori e caschetti dove spariscono le piccole teste, intravedi solo l’espressione seria, ogni tanto un sorriso soddisfatto.
    Proprio come in Italia, dove l’uscita da scuola necessita di vigili e grandi veicoli sostano imperterriti in seconda e terza fila: si va a prendere i bambini e tutto è permesso nella testa di questi nuovi genitori, che non vanno più a piedi con i loro figli, nonostante inviti, progetti scolastici, ipotesi di amici della bicicletta… E’ allarme sanitario, sempre più grassocci, li vedi al mare le cosce che si appiccicano, sudati, corrono, si fa per dire, a ripararsi all’ombra, tirando fuori l’immancabile telefonino. E il vecchio pampano, i quattro cantoni, guardie e ladri? Ora va di moda un “rubabandiera” con computer e gps, ingress
    A Genova ci sono però tanti appassionati di bici,eccome! Scopriteli su: anemmuinbiciazena
    (Bianca Vergati – foto dell’autrice)