Autore: Redazione

  • OLI 304: RICONVERSIONI – Torino / Genova, uno a zero

    Mi sono recato a Torino in occasione di “Esperienza Italia 150”, mostre dedicate al 150° anniversario dell’Unità d’Italia: sedi delle mostre sono la reggia di Venaria, e l’area industriale ex Officine Grandi Riparazioni, riconvertita a sede espositiva dopo “anni di abbandono”, come recita il sito del Comune di Torino
    http://www.comune.torino.it/scatTO/archivio/2007/ottobre07/20071025.shtml
    Dopo anni di “acceso dibattito”, dovuto all’importante “posizione strategica” ed all’estensione del sito (oltre 190000 mq), la destinazione finale decisa dal Comune di Torino ci permette di entrare in un ambiente estremamente suggestivo, una saggia miscela di ambienti nuovi e strutture murarie preesistenti volutamente intatte.

    Il pensiero mi corre al destino dell’area genovese della Fiumara, ora tetro centro commerciale: nel giugno 1998 il Teatro della Tosse suggerì (metaforicamente) un possibile utilizzo con l’ambientazione nelle ex-officine de “I Persiani” di Eschilo http://www.kinoweb.it/teatro/i_persiani_alla_fiumara/scheda.htm
    L’evento ebbe un enorme successo, ma, purtroppo, non impedì il cosiddetto “cammino del progresso”, cioè della speculazione, banale e ripetitiva, che annulla storia e identità e ci precipita in luoghi tutti eguali.
    Eppure è possibile conciliare esigenze diverse, come mostra, sempre a Torino, l’attuale centro multifunzionale del Lingotto (http://it.wikipedia.org/wiki/Lingotto): al suo interno, si trovano un centro commerciale, un’area espositiva, due alberghi NH (4 e 5 stelle), una pinacoteca, e molte altre realtà, oltre al centro direzionale FIAT.

    Cambiare significa solamente arrendersi alla banalità di ristrutturazioni che rispondono ad interessi economici di basso livello, o esiste la possibilità di modificare, inglobare la realtà industriale storica al fine di raggiungere un equilibrio tra vecchio e nuovo e dare alla città una prospettiva culturale? Se, una domenica pomeriggio, chiedessimo ad un quindicenne che passeggia alla Fiumara cosa c’era vent’anni fa in quell’area, cosa pensate risponderebbe?
    Ricordo un amico musicista che, anni fa, diceva tristemente: all’alternativa tra teatri e supermercati, sono stati scelti i supermercati… almeno a Genova.
    (Ivo Ruello, foto dell’autore: l’area industriale delle ex Officine Grandi Riparazioni)


  • OLI 304: REFERENDUM – Il battiquorum

    Un promemoria per farci venire il desiderio di andare a votare domenica 12 giugno e per convincere più cittadini possibile a farlo insieme con noi. Con allegria, con mitezza, con fiducia. Con il gusto dolce della democrazia che, come dice Emir Kusturica, è la parola più bella che esiste quando è vera ed è la parola più brutta, luciferina, quando è falsa.
    Il milione e quattrocentomila cittadini che hanno impiegato le loro energie per grazia e gratitudine, perché ci si possa pronunciare e decidere, perché “sora” acqua sia un bene pubblico, universale, non negoziabile, pura e pulita e non avvelenabile dal profitto, e perchè l’energia necessaria a vivere bene, non a vivere col turbo, sia controllabile sempre dalle anime del territorio, con i loro mezzi, che la natura mette a disposizione, con i loro limiti, con la prudenza dell’umana dimensione, che va dalla polvere alla polvere e dalla nascita alla morte, nei tempi storici dell’esistenza degli altri a noi prossimi per specie e per ere.
    Il promemoria, che ci giunge dal passato è ricco di passaggi esaltanti che fondano l’odierna condizione. Ma ci ricorda anche qualche ferita che non curata , anzi estesa e ulteriormente infettata, non pochi affanni ha prodotto all’attuale situazione delle persone e della società. Penso alla scala mobile, ai salari, all’ingiustizia retributiva e distributiva, al diritto al lavoro, al senso e al significato del lavoro.
    Allora alleviamo il “battiquorum” che giustamente ci angustia, senza indebolirci e senza inocularci il germe di una sorta di indifferenza emotiva, anzi ci stimola a utilizzare le energie, scarse e bisognose di manutenzione – lunga è stata la notte e tenebrosa – perchè domenica e lunedì siano comunque due belle giornate di partecipazione, di festa e di speranza. E di luce di un nuovo giorno, anche se non ci sarà il sole, per lasciare libere le nuvole di darci una mano. Ma questo non lo diciamo a nessuno!
    Allora tutti a votare, cosi il battiquorum l’avranno gli altri, quelli della sovranità popolare del Partito dell’abuso della Libertà, tale solo se combacia con l’arroganza del capo, il Presidente del Consiglio (vacante).
    Poi tutti al mare. O in qualsiasi altro posto. Abbiamo tante cose belle da fare!
    Anche andare al trovare le pecore che sono andate al mare, ma d’erba.
    (Angelo Guarnieri)


  • OLI 304 : REFERENDUM – E il timbro?

    Riceviamo dagli Stati Uniti la scansione di una scheda elettorale inviata ad una cittadina italiana per il voto all’estero: la scheda è priva di timbro! In quale modo è garantita la validità di questo voto?

    (a cura di Giovanna Profumo)


  • OLI 304: POLITICA – Il paese di Enrico Fermi non sa più contare

    Le elezioni comunali di Savona sono stato oggetto di un parapiglia sul conteggio dei voti per l’assegnazione dei seggi nel consiglio comunale. Su Il Secolo XIX di giovedi 26 maggio 2011 esce un articolo con alcune spiegazioni: sarebbe stato un numero scritto male, un’inversione di due cifre (2691 con 2961), ad aggiungere 270 voti al Movimento 5 Stelle, facendo quindi perdere un seggio al Pdl a favore dei rappresentanti della lista di Grillo.
    Torniamo all’inizio, al martedi sera. Viene fatta la proclamazione ufficiale del risultato delle elezioni, con sorrisi a melone da parte un po’ di tutti (tranne che del pidiellino Benvenuto, l’escluso): foto, brindisi, articolo sui giornali, copione perfetto, tre consiglieri per il Movimento 5 Stelle (MoVimento). Poi, la mattina dopo, al risveglio, il sorriso ritorna sulla bocca di Benvenuto: “fermi tutti, trovato guasto!”, urlava il presidente della commissione elettorale con accento tedesco, come in una barzelletta di quando eravamo bambini. Eh si, perché proprio di una barzelletta si tratta, un errore grossolano da nota sul registro, tanto più che la cosa viene semplicemente verbalizzata in fretta e furia, senza nemmeno avvisare i due contendenti. Ma la stampa si, però. Così, come se niente fosse, viene affermato che la correzione effettuata prima della riunione del primo consiglio comunale lascia pulita la situazione. In fondo si tratta, secondo il giudice, di un semplice errore di trascrizione e quindi di calcolo.
    Il MoVimento protesta, cita il regolamento comunale e afferma che ormai la proclamazione ufficiale ha avuto luogo: quindi è illegittimo cambiare le carte a giro iniziato. Anzi, chiede di riaprire i conteggi per verificare tutte le schede, a suo avviso contate male: lo “Scudo della rete” del MoVimento (http://www.beppegrillo.it/battaglie/lo_scudo_della_rete.php) è già in moto per garantire l’assistenza legale al gruppo savonese.
    Certo che essere riusciti a stuzzicare in modo così plateale una forza politica che fa della modernità e della trasparenza il proprio cavallo di battaglia è stato un bel passo falso per partiti che fino ad oggi hanno governato finendo spesso fuori del seminato, come il caso – denunciato dai “grillini” – dei manifesti elettorali abusivi in uso in tutta Italia (vedi il video http://youtu.be/7by9MaL6tug).
    Lascia perplessi che siano mancate, evidentemente, alcune verifiche sui totali. Infatti i 270 voti in più dati al MoVimento per errore non sono stati tolti a qualcun’altro, quindi il totale dei voti avrebbe dovuto essere diverso, ma non se ne sono accorti subito: solo due giorni dopo il gruppo del Pdl denuncia che, a suo avviso, il conteggio ha favorito anche il centro sinistra (Il Secolo XIX – Savona – 27 maggio 2011).
    Vedremo come andrà a finire nei prossimi giorni.
    (Stefano De Pietro)


  • OLI 304: NUCLEARE – Insicuro prima ancora di partire

    La pagina di google.it come risultato della ricerca di “furto pc” – 4 giugno 2011

    E’ notizia di alcuni giorni fa che un furto di un semplice computer negli uffici dell’Enel mette a rischio la segretezza dell’elenco dei siti target per la costruzione di centrali nucleari, in Italia e all’estero. Il computer, a quanto si apprende nell’articolo de La Stampa del 3 giugno 2011, è un semplice portatile che era “custodito” in un cassetto chiuso a chiave. L’AD di Enel, Fulvio Conti, evidentemente non può essere un esperto di sicurezza, tanto meno informatica, se non si stupisce che i suoi tecnici possano tenere dati tanto segreti su un pc portatile. Il buon senso lascerebbe immaginare un sistema centralizzato, che non permetta di copiare dati localmente. Se sono queste le persone che dovrebbero gestire il programma nucleare italiano, cominciamo bene. Viene anche puntato il dito sul referendum, come se la ghiottoneria di rubare informazioni così riservate potesse derivare solo da un interesse “politico”, dimenticandosi l’opportunità che potrebbe dare conoscere in anticipo le aree sulle quali dovrebbero sorgere centrali nucleari, ad esempio a puro scopo speculativo sui terreni. Tutta la vicenda getta un’ombra di irresponsabilità già dalle prime luci dell’alba di un giorno che dovrebbe vedere nel pomeriggio la costruzione di una centrale nucleare in Italia.
    Oltre a ciò resta l’interrogativo sulla legittimità di un documento in un qualche modo secretato in un’azienda di interesse nazionale.
    L’eventuale pubblicazione di questi dati ci regalerebbe la simulazione di quella che dovrebbe essere la politica di Enel se fosse un’azienda veramente trasparente, senza segreti in quanto dedita al lavoro per il reale benessere dei cittadini, non della solita casta.
    Intanto cercando su Google un’immagine per la voce “furto pc”, le prime due pagine presentano solo il marchio Enel: chi la fa, l’aspetti.
    (Stefano De Pietro)


  • OLI 304: PAROLE DEGLI OCCHI – Paura del nucleare

    Foto di Giorgio Bergami ©

    La città parla in silenzio anche con le scritte e i disegni che gli abitanti tracciano sui suoi muri. Pratica deprecabile secondo alcuni, secondo altri espressione invece di libera vitalità creativa, talvolta capace di comunicare con grande immediatezza pensieri e stati d’animo, con esiti esteticamente interessanti.
    Da tempo, ben prima dell’attuale dibattito referendario sul nucleare, su questa parete genovese non lontana da Via Garibaldi una mano ignota ha spalancato una finestra affacciata sull’incubo del fungo atomico.

  • MEMENTO – REFERENDUM ACQUA


    Segnalato da Irene, che ringraziamo

    Realizzato da hicadv e Adsimple.

    Per il referendum Vi invitiamo a votare prima delle 12:00 di Domenica, in modo che al primo rilevamento si avvertirà la sensazione che il quorum possa essere raggiunto…
    Così altri italiani saranno invogliati ad andare a votare…
    Se sei d’accordo avvisa anche i tuoi amici…

    PASSAPAROLA
  • OLI 303: VERSANTE LIGURE – CEREBRO(IL)LESO

    Lo so che sono in fallo
    che ogni norma sballo
    avendo sopra il collo,
    nel cranio, un che di mollo
    un vuoto ove è nullo
    l’amor (e ogni trastullo)
    per lo “Statista” arzillo
    che passa per mandrillo:
    eppur mi sembra bello
    il non aver cervello.

    Versi di ENZO COSTA
    Vignetta di AGLAJA
  • OLI 303: MILANO – Questa volta in piazza c’era la gioia

    La gioia è un sentimento raro, ma questa volta in piazza c’era proprio la gioia. Prevalenza netta di persone giovani e giovanissime, tantissime donne, un popolo che riprendeva in mano la sua città “per farla uscire dalla padania e riportarla in Europa e nel mondo”. Milano che prende ad esempio l’Atene del V° secolo dell’orgoglioso discorso di Pericle, con ovazioni che sommergono Paolo Rossi e Lella Costa quando dicono “La nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero”.

    Un giorno di “liberazione” con la piazza intiera che canta “Tutta mia è la città”.
    Una piazza piena di allegria ed ironia con decine di migliaia che intonano in coro “Ora sei rimasta sola, piangi e non ricordi nulla …”, dedicata a Letizia Moratti, “donna fuori dal Comune”, a cui non sono valsi i 12 milioni spesi per la campagna elettorale, perché dall’altra parte, questa volta, c’era un capitale immenso di energie e di speranze che troverà la sua autonoma strada per esprimersi e contare.
    (Paola Pierantonifoto di Paola Pierantoni e Ivo Ruello)