Autore: Redazione

  • Degrado/2 – Misericordia per salita della Misericordia

    Ho percorso questa creuza per trent’anni. E’ una vecchia incantevole comoda stradina per scendere verso il centro e risalire verso casa, un angolo di Genova rimasto intatto. Ora è chiusa, da anni!!
    Un giorno, improvvisamente, la trovo chiusa. Ordinanza del sindaco! Pare che la salita non sia più sicura! Perbacco la Sicurezza!!! C’è un cartello, come prescritto dalla legge – immagino – con scritto tutto: motivo, responsabile lavori, data inizio, data fine lavori.., quanti armi sono passati dalla data di fine lavori? Quattro anni! Cinque anni! Non ricordo più.

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  • VERSANTE LIGURE



    MANON BUTTARTI GIU’

    La crisi ti fa truce?
    Non vedi più il seren?
    Sei teso e senza pace?
    Dice un proverbio zen:
    “Ogn’uom torna felice
    se trova in sé un Orén”.


    Anche Carlo è Felice

  • Addii e veleni – Come faceva paura quel Novi in porto

    Il rispetto che si deve all’operato della magistratura (almeno nell’ambito dei rapporti di una società appena normale), non può impedire di esprimere sorpresa e incredulità di fronte agli sviluppi dell’inchiesta giudiziaria che ha investito i vertici dell’Autorità portuale. Premesso che si tratta di avvisi di garanzia, quindi ipotesi investigative da verificare, è innegabile che i soli titoli dei reati citati fanno impressione: turbativa d’asta, concussione, falso e truffa, azioni tipiche di chi, secondo un andazzo diffuso, fa mercato della cosa pubblica a proprio vantaggio, per arricchirsi. Poi uno legge paginate di interrogatori, per capire che cosa è realmente successo, e si accorge che, per fortuna, nessuna banda di malfattori si era impadronita dello storico palazzo San Giorgio.

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  • Informazione – Direttore al fronte, segnale di svolta?

    Ezio Mauro, il direttore di Repubblica, scrive raramente e ancor più raramente si muove dal suo ufficio. Ma nell’ultima settimana l’ha fatto per ben due volte: è andato a Napoli e a Torino. Articoli importanti anche se non contengono informazioni che Repubblica non avesse già dato.
    Da Napoli (Repubblica 8 gennaio ’08, “Così lo Stato affonda tra rifiuti e violenza. La guerra dei cassonetti dopo i fallimenti della politica”): “Dietro i sacchi dei rifiuti sparsi in ogni angolo c’è dunque l’immondizia condensata inutilmente in 6 milioni di ecoballe, simbolo gigantesco di un paese che segue le procedure a metà, avvia un processo sapendo che non arriverà mai in porto, mima una regola che non è capace di seguire e finge una normalità che non esiste”. L’emergenza rifiuti ha portato in Campania, da 14 anni ad oggi, 780 milioni di euro all’anno, 15 mila miliardi di lire in 10 anni; nessuna Cassa del Mezzogiorno avrebbe potuto dare di più. L’elenco di coloro che lucrano sull’emergenza rifiuti è lungo: ci sono dentro insieme a camorristi, trafficanti e altri cattivoni, anche i sindaci dei comuni che incassano la tassa sui rifiuti e non la versano e molti politici che temono, con la trasparenza delle decisioni, delle responsabilità, di perdere il favore e lettorale.

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  • Sicurezza – Gli operai invisibili e le guardie rosse

    Garabombo, comprueba que después de todo no es tan fácil dejar de ser invisible (*)
    Porto di Genova 13 aprile 2007, solo 10 mesi fa moriva Enrico Maria Formenti, 35 anni, sposato con due figli. La tragedia di sempre con il seguito di dolore, rabbia e gli impegni (di sempre) delle autorità. Ma quella volta sembrò che il seguito sarebbe stato diverso. Un accordo tra tutte le parti interessate, raggiunto il 14 maggio, avrebbe finalmente dovuto cambiare le cose in meglio. Prevedeva l’istituzione di un “Sistema operativo integrato” (coordinato dall’Asl) di monitoraggio e di controllo delle attività portuali e la creazione di un coordinamento di otto lavoratori distaccati dai terminal per occuparsi di prevenzione sulle banchine. Distacchi che avrebbero dovuto essere pagati da una piccola sovrattassa sulla merce (Secolo XIX, 16 maggio 2007).

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  • Minacce – Se ammaina bandiera lo stato laico

    No, non mi sento minacciata. Non da quello che il papa ha deciso debba essere la minaccia.
    Sono profondamente felice se due persone si amano. Siano esse etero, gay, lesbo o trans. Sarò contenta se il loro amore verrà tutelato dallo Stato di Diritto, da uno Straccio di Costituzione, dalla possibilità di essere accuditi e di accudirsi come in ogni famiglia.
    Mi sento minacciata invece dalle loro minacce. Da questo modo che hanno di porsi, dal loro invocare Dio per aver ragione, dal solco profondo che loro – politici e clero – stanno scavando sul futuro dei miei figli, nelle parole alle quali devo tornare a dare un senso tutti i giorni. Consolava l’idea che loro avessero un loro posto nel quale esercitarsi ed esercitare la fede. Ne possedevano il logo, i diritti d’autore e tutto il resto.
    Ma la distanza tra me e loro era la mia tutela. E su quella distanza c’erano partiti che garantivano, presidenti che vigilavano, governi che operavano. E c’erano donne di partito con memoria ed occhi fini che mai avrebbero esitato nel rispondere. Queste di oggi paiono dei funamboli sul filo della laicità.
    (Giulia Parodi)

  • Work in progress – Ma la carta dei valori non è secondaria

    Gli aderenti al Partito Democratico “difendono il principio di laicità della politica nel rispetto della libertà di coscienza”. Cosa vorrà dire? La bozza di codice etico, ancora in discussione e quindi non definitiva, offre su questo punto cruciale un compromesso aperto a tutte le possibili future ambiguità, mettendo in reciproca indistinta relazione i piani dell’orientamento politico di un soggetto collettivo quale è un partito, e quello, ineffabile, della coscienza individuale. Quale? Quella di chi avrà titolo di decidere la linea e le azioni di questo partito, quella del singolo cittadino? In che modo potrebbe essere minacciata? Che forme dovrà assumere il suo rispetto?
    Da un partito mi aspetto che dica chiaramente, e a priori, se intende, o meno, agire indipendentemente dagli indirizzi delle confessioni religiose, per capire in che direzione si muoverà per dare le regole della vita sociale, quella che mette in relazione tra loro persone davvero parecchio diverse una dall’altra.

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  • Genetica – Quell’integralismo che spara fango

    Qualche tempo fa la stampa cittadina ha dato notizia in merito alle sentenza di Firenze sui test-preimpianto, della isterica reazione del deputato UDC Luca Volonté, salito sulle barricate assieme all’ala cattolica più intransigente. Costui nella sua esternazione accusava Livia Turco di voler modificare le linee guida della legge 40 solo per prendersi la rivincita sul referendum e di volere fortemente la pillola RU486 “per favorire la Multinazionale Exelgyn e di promettere le modifiche delle linee guida (della legge 40) per valorizzare i centri di sperimentazione di Flamigni e Antinori”.

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  • Enrico-Victor – I mandarini dormienti e Laura che batte

    “Cara Laura non prostituirti, l’università te la pago io”, Repubblica-Il Lavoro 8 gennaio.
    Firmatario Enrico Musso, ex candidato sindaco della Cdl al Comune di Genova. Giovane professore universitario, in campagna elettorale proponeva di adibire un’area in città per la prostituzione legalizzata.
    Laura, 29 anni, studentessa del Dams a Genova, intervistata dal quotidiano il 6 gennaio ha dichiarato: “per me è solo lavoro, lo faccio con il massimo distacco”. E’ stata “commessa, cassiera, segretaria. Tutti lavori da sgobbo, tutti saltuari”. Mal pagati. Del mestiere Laura denuncia le criticità: “siamo invase da straniere, che si vendono per quattro soldi”, evidenziando un approccio preciso: “della morale me ne frego”, “ormai, per me quel che conta è essere ben pagata”. I suoi sogni? Recensire libri o film, “ma mi sa che ormai sono troppo vecchia per tentare”

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  • Burocrazia – Timbro per la vita o per la morte

    “Questo ufficio si sta riempiendo di fantasmi e se non trovo il coraggio di rendere testimonianza alla loro vita ed alla loro morte, soffoco io e saranno dimenticati loro”. Questo è l’incipit di una mail che circola dai primi di dicembre negli ambienti che si occupano di immigrazione e che è stata pubblicata sul sito http://www.peacelink.it/editoriale/i/2663.html.
    L’ha scritta una funzionaria della Prefettura di Firenze, Daniela Pierini, che ha deciso di rendere pubbliche alcune storie (mortali) di “ordinaria burocrazia”.

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