Da Lettere a Repubblica (mercoledì 24 ottobre)
Sono una bamboccione di 26 anni, e non volendo più essere tale avendo trovato un lavoro stavo prendendo in considerazione di andare a vivere per conto mio.
Giustamente i miei genitori mi hanno detto che avrei dovuto imparare a mantenermi da solo, quindi la prima cosa a cui ho pensato è stata quella di ridurre le spese.
Mi sono informato quindi come pagare le tasse universitarie. Mi è stato richiesto dalla segreteria il modello ISE, nel quale devo indicare il redito dei miei genitori.
Autore: Redazione
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Bamboccione per forza o per comodità?
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La fine della rete?
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il 12 ottobre scorso il disegno di legge Levi-Prodi Nuova disciplina dell’editoria, che ha scatenato immediatamente l’ira del cosiddetto “popolo della rete”. L’oggetto dello scandalo è l’obbligo di iscrizione da parte di tutti i soggetti che svolgano attività editoriale su internet al Registro degli Operatori di comunicazione (ROC) (art.7), e al fatto che si intenda per attività editoriale su internet “qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione, di intrattenimento,che sia destinato alla pubblicazione”(art.2).
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VERSANTE LIGURE
NIENTE DI NUOVO SOTTO L’ACQUASOLAA volte mi consola
aver pensieri strambi
non trendy, non di scuola
più che d’antan, da zombie.
Per dir: sia l’Acquasola
un parking ma di bimbi.
Solo 1 euro all’ora!
Enzo Costa
email: enzo@enzocosta.net; http://www.enzocosta.net
Illustrazione di Aglaja
email: aglaja@fastwebnet.it; http://aglajage.splinder.com
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Giustizia – Il silenzio di Prodi l’ira di Mastella
La vecchia arma dell’avocazione, sempre incombente fin dai tempi dei vecchi scandali di regime (petroli e via dicendo), dunque esiste ancora, come ha ricordato il pg di Catanzaro a chi ha memoria corta dei fasti giudiziari. Il pm De Magistris, “colpevole” di avere rivolto le sue indagini sul guardasigilli Mastella e sullo stesso premier Prodi, si è visto togliere di mano dal superiore gerarchico il pesante fascicolo, destinato probabilmente a cure più riguardose. Al centro dell’inchiesta ci sono le solite intercettazioni telefoniche, quindi le tracce dei rapporti poco chiari mantenuti da affaristi ex dc con potenti di turno per lucrare sui fondi dell’Ue all’agricoltura del Sud, una truffa di dimensioni gigantesche.
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Inchieste – Gli enti scommettono, le banche incassano
“Il banco vince sempre”, l’inchiesta di Report trasmessa su Raitre il 14 ottobre, ha spinto molti a scrivere lettere al Secolo XIX: “Ho appreso con sgomento, da una delle poche trasmissioni televisive serie per le quali vale la pena pagare il canone Rai, ovvero Report, che i nostri enti locali stipulano contratti di finanziamento con banche italiane e internazionali che causano a noi tutti perdite di centinaia di milioni di euro”. “Ho seguito la trasmissione Report sul problema delle operazioni note come “swap”, della famiglia dei cosiddetti derivati”. “Dalla trasmissione Report sui derivati abbiamo saputo che il presidente della Regione Claudio Burlando… non intende far sapere ai cittadini quali contratti bidone abbia sottoscritto la Regione Liguria”.
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Zoagli – Progetto esplosivo per la scogliera
C’è un piccolo sito (solo 305 visitatori ad oggi) il cui nome è un appello: TuteliamoZoagli. Si tratta di un’associazione di “residenti e villeggianti” che si è costituita per fronteggiare una minaccia che grava sulla scogliera fra Zoagli e Rapallo, cioè la costruzione di una passeggiata a mare “che dovrebbe incentivare il turismo locale”.
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Sicurezza – L’allarme baby gang diventa routine?
Epicentro di un nuovo “allarme sicurezza”, Sampierdarena si conquista giornalmente un posto nella stampa cittadina. “Rapinano un pensionato, rischiano il linciaggio” (Repubblica- Lavoro 7 ottobre 2007); “Sicurezza, più vigili in strada e tolleranza zero con i locali” (Secolo XIX, 10 ottobre); “Sampierdarena un altro scippatore preso dai cittadini” (Secolo XIX, 11 ottobre); una serie di furti, seguiti dalla reazione della popolazione, hanno occupato pagine di cronaca, mentre è titolato “Le metropoli stanno meglio, ma occhio alle baby gang” il commento di un criminologo alle difficoltà di inserimento degli adolescenti stranieri.
Il nuovo “allarme sicurezza” sigla il ritorno di una terminologia provvisoriamente dismessa, parole come “baby gang” e “latinos”. Vale la pena scorrere la cronaca degli ultimi anni, per rilevarne le oscillazioni. -
Miopi rinvii – Una moschea per pregare lontano dalla monnezza
“Siamo stati sfrattati dall’unico luogo della provincia di Genova dove potevamo praticare la nostra religione, svolgere attività sociali, culturali, educative. Una moschea (centro culturale islamico) è un fatto di civiltà… La libertà religiosa è un diritto costituzionale”. Così diceva un volantino del lontano 1999, firmato Centro Islamico culturale di Genova.
La fotografia (cliccare qui), presa nel Giugno 2005, ritrae la vita ordinaria di uno dei centri di preghiera islamici (quello di vico dei Fregoso, accanto ai mezzi dell’Amiu), sorti informalmente qua e là nella città dopo la cancellazione della moschea di via Bologna. -
Visti in tv – Cofferati uguale, società diversa?
Cofferati da Fabio Fazio. Controllo, severità, determinazione. Spiegava la sua idea di legalità ed il fatto che la spaccatura nella giunta bolognese sia stata determinata dall’incapacità di alcuni di accogliere un concetto universale che non permette deroghe. Disegnava un limite oltre al quale non è importante essere di destra o di sinistra ma semplicemente difendere valori fondamentali. Ricordava che la scelta di spostare un campo rom dagli argini di un fiume, dando un’abitazione ad ogni famiglia – nonostante l’impopolarità – avesse infine evitato una tragedia perché, come previsto, il fiume è straripato. Infinitamente solo, non sembrava esserne particolarmente scosso, come se la consapevolezza di aver ragione gli bastasse a rispondere e a tirare dritto. -
Giudici – Perché intitolare una piazza a Borrè
Il 27 ottobre 2007 il Comune di La Spezia intitolerà a Giuseppe “Pino” Borrè la piazza del Tribunale. Nell’occasione, alle 15, verrà tenuto presso la Sala Dante un seminario di studio, cui parteciperanno il Sindaco Massimo Federici, il Prof. Avv. Guido Alpa, il Prof Avv. Carlo Federico Grosso, l’On. Elena Paciotti e il dott. Livio Pepino, componente del CSM.
Docente per molti anni presso l’Università di Pisa, Giuseppe Borré, aderì a Magistratura democratica, fin dai primi passi del gruppo nel 1964. Di MD Borré fu componente del Comitato esecutivo dal 1975 al 1978 e presidente dal 1978 al 1986. Collaboratore di “Qualegiustizia” per tutto il periodo di pubblicazione (1970-1979), fu direttore di “Questione Giustizia” dalla fondazione (1982) sino alla sua morte (agosto 1997).
Dell’amico “Pino” Borrè, Carlo Brusco, giudice della Corte di Cassazione, ha mandato un ricordo che, pubblicato integralmente sul nostro sito (cliccare qui), compare qui in versione succinta.