Autore: Redazione

  • Master – Teoria dell’immagine nelle tv locali

    C’è un’alternativa costruttiva alla rabbia? Esiste una formula che possa aprire la strada a una positiva visione del futuro, per la nostra generazione? Ipertrofia delle aspettative: fin da bambini ci hanno ripetuto, “studia e farai strada, applicati ora e poi vedrai che in futuro ti servirà”, ma non è accaduto. A quanti sarà capitato di essere cortesemente respinti ad un colloquio per via dell’eccessiva qualificazione? Per non parlare poi delle consulenze per redigere il curriculum: “questo titolo lo togliamo… e anche quest’altro, non vorrai mica spaventare il tuo possibile datore di lavoro?”. E allora, con una pudica foglia di fico su specializzazioni e master, ci esponiamo al mercato del lavoro con la cruda e risibile nudità della nostra inspendibilità professionale.

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  • Prediche – La severità di Bagnasco la carità di don Gallo

    Angelo Bagnasco ha detto cose importanti alla messa per i cresimandi nella chiesa di San Gerolamo di Castelletto, domenica 13 maggio. Vale la pena di condividerle con i lettori data l’importanza del personaggio e la carica che ricopre.
    Non pensate – ha ricordato – che la vita sia una passeggiata! La vita non è una passerella serena, chi ve lo dice mente! La vita è sacrificio! E’ costellata di sacrifici e sconfitte…Chiedetelo ai vostri genitori, quante sconfitte hanno dovuto subire…La vita è questo. Ma anche se vivrete delle sconfitte, non sarete degli sconfitti. E se avrete dei fallimenti, non sarete dei falliti! Da oggi avrete anche l’aiuto dello Spirito Santo, insieme vostri padrini e madrine, da oggi c’è il cambiamento.

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  • Immigrati – Diversa la criminalità se comasca o romena

    Ciclicamente, in parte dell’opinione pubblica, la responsabilità di alcuni atti criminali passa la soglia dell’attribuzione individuale e si trasforma in colpa collettiva. In questi giorni tocca ai rumeni, nazionalità che il recentissimo ingresso nell’Unione Europea non ha ancora purificato dalle stimmate del sottosviluppo e dell’estraneità. La stampa, nel frattempo, ammaestrata da famosi infortuni (esempi notissimi le prime attribuzioni giornalistiche dei delitti di Novi e di Erba) riflette su se stessa e sul suo modo di proporre le notizie. Sul Foglio del 3 maggio un articolo osserva che “Basta l’indicazione geografica (la rumena, le rumene) e, da violenza metropolitana, il delitto diventa subito faccenda etnica, emergenza razziale”. Libero, sul suo blog, pubblica in evidenza un intervento che osserva: “Finalmente non uno ma due fatti di cronaca in cui si possano accusare gli stranieri! … Certo, è un peccato che la Romania sia entrata in Europa a gennaio, se questo assassinio brutale si fosse verificato entro il 31 dicembre gli italiani xenofobi sarebbero stati più contenti …?

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  • Racconti-verità – Quando una persona diventa invisibile

    Mi riferisco ad una lettera pubblicata recentemente sul Secolo XIX di una signora cinquantaduenne che espone il suo caso “irrisolvibile” di disoccupata cronica a causa della sua età.
    Io ho qualche anno in meno di questa disarmata signora ma sono disillusa tanto quanto lei, forse ancora di più considerato che ho 45 anni (dovrei essere più ottimista) e non ho un lavoro stabile dal 1999 anno in cui, dopo quindici anni di esperienza lavorativa in una multinazionale pubblicitaria a Milano, in seguito alla crisi aziendale ed alla conseguente riduzione del personale, sono stata costretta a ritornare a Genova e sto percorrendo faticosamente e sempre più demoralizzata anch’io la mia via crucis per trovare lavoro. A parte qualche sporadico Co.Co.Co. (Collaborazione Coordinata Continuativa) nel pubblico impiego e qualche collaborazione occasionale, da un po’ di tempo la mia ricerca si è definitivamente arenata, non vedo una via d’uscita, non vedo un orizzonte.

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  • Kabul e dintorni – Se arrivano i mercenari al posto dell’esercito

    Nelle scorse settimane, con la liberazione del giornalista di Repubblica Daniele Mastrogiacomo e l’uccisione del suo interprete, lo scenario dell’Afghanistan è tornato prepotentemente all’attenzione della stampa italiana. Gli articoli realmente illuminanti sull’argomento sono stati però ben pochi: tra essi si può annoverare senza dubbio l’analisi del generale Fabio Mini, già comandante della missione Kfor in Kosovo, dal titolo “Cattivi maestri a Kabul”, apparsa su L’Espresso del 5 aprile.

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  • Cartoline – Quant’è difficile la rimozione

    Quando sono stato a Berlino, mi hanno ospitato all’East Side Hotel, un albergo che considerano storico. Nessuno sfarzo, anzi, spartano. L’essenziale, come dovrebbe essere. E con giusta attenzione agli sprechi: sciacquone a due pulsanti (funzionanti, non, come spesso accade da noi, per bellu vedde), rubinetto del lavandino a sospensione del getto quando gli togli le mani da sotto (di norma una lavata di denti secondo i suggerimenti dell’odontoiatra consuma quindici litri d’acqua), lampadine a basso consumo. E’ situato (lo dice il nome, anche se nella lingua dell’altro impero) al limite di quella che era una volta la zona est. Ci sono ancora un paio di chilometri di muro, conservati a memoria, e colorati dai writers, quando non da frasi dure di denuncia o da terribili ricordi di violenze subite.

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  • VERSANTE LIGURE

    SENZA FINE
    Di esser perituri

    ci spiace, però poi

    Biasotti sopra ai muri

    dice “Sempre con voi”.

    L’eternità: sicuri

    che non sia un male mai?


    Enzo Costa
    enzo@enzocosta.net
    www.enzocosta.net

  • Bagnasco – Tra silenzi e grida muove la crociata

    L’ultima puntata è arrivata ad “assimilare” il dissenso al “terrorismo”, una svolta risoluta nella guerra di religione che si vuole ostinatamente aprire, soprattutto a livello mediatico (la maggioranza di lettori e non lettori in realtà fa spallucce). Ma per capire dove stiamo andando, può essere utile ricordare come questa storia è cominciata, a Genova: con una scritta sul portone della cattedrale, “Bagnasco vergogna”, che da discutibile espressione di protesta per la posizione assunta sui Dico dal presidente Cei, è diventata una sorta di “attentato” nell’enfatizzazione che ne è seguita. Titolo urlato dopo titolo, la montatura è arrivata a turbare qualche psicolabile, come dimostra il messaggio, con allegato proiettile, inviato da un mentecatto, unendo slogan brigatisti a richiami nazifascisti.

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  • Casa America – La giuria italiana è più imparziale

    In merito alla nostra nota “Concorsi – Sguardo senza voci a Casa America” del 18 aprile (OLI 141) riceviamo.
    Esordio informativo imbarazzante quello della sigla OLI (niente di meno che Osservatorio Ligure sull’Informazione) verso Casa America. Il problema non è la critica, ma appunto la completezza dell’informazione e la sua oggettività.
    Quella della Fondazione Casa America è la prima iniziativa del genere non solo in Liguria, ma in Italia, ed è pienamente riuscita. È troppo chiedere di raccontarla prima di criticare o è meglio, seguendo un antico vizio, tanto per non sbagliare, sparare comunque su ciò che viene fatto?

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  • Immigrati – Un progetto contro il marciapiede

    A Genova dal 2000 opera il progetto “Sunrise” il cui scopo è quello di “aiutare le persone vittime del traffico a scopo di sfruttamento sessuale”. Il progetto è finanziato dal ministero delle Pari Opportunità e dalla Regione, e attuato dal Comune di Genova attraverso una rete di soggetti: case di accoglienza, cooperative sociali, mediatori culturali, servizi pubblici per la tutela della salute e per l’inserimento lavorativo, sportelli per gli immigrati, centri di formazione professionale, centri scolastici territoriali. L’obiettivo è quello di fornire alle ragazze e alle donne coinvolte nel racket della prostituzione, ascolto, alloggio, sostegno psicologico, e opportunità di formazione e di inserimento lavorativo. Per le straniere aderire a questo percorso vuol dire anche riuscire a ottenere il permesso di soggiorno.

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