Bagnasco – Tra silenzi e grida muove la crociata

L’ultima puntata è arrivata ad “assimilare” il dissenso al “terrorismo”, una svolta risoluta nella guerra di religione che si vuole ostinatamente aprire, soprattutto a livello mediatico (la maggioranza di lettori e non lettori in realtà fa spallucce). Ma per capire dove stiamo andando, può essere utile ricordare come questa storia è cominciata, a Genova: con una scritta sul portone della cattedrale, “Bagnasco vergogna”, che da discutibile espressione di protesta per la posizione assunta sui Dico dal presidente Cei, è diventata una sorta di “attentato” nell’enfatizzazione che ne è seguita. Titolo urlato dopo titolo, la montatura è arrivata a turbare qualche psicolabile, come dimostra il messaggio, con allegato proiettile, inviato da un mentecatto, unendo slogan brigatisti a richiami nazifascisti.


Il clima di confusione non poteva non impensierire gli stessi ambienti di curia, tanto che -stando a confidenze uscite dalle riservate stanze- Bagnasco avrebbe invitato a una responsabile prudenza il giornale che più soffiava sul fuoco, ottenendo scuse e promesse. Puntualmente disattese. L’escalation della cronaca è continuata, cosicché la “discreta” scorta è stata rafforzata e la presenza di angeli custodi (armati) attorno all’arcivescovo è diventata usuale perfino all’altare, ciò che costituisce un ben triste primato nella storia della chiesa locale.
Chi ha avuto la forza di reagire, di ricordare che qui non si respira alcun clima di paura di stampo sudamericano, è stato al solito Andrea Gallo, prete di strada con il coraggio della verità: “Non entrerò più in duomo finché ci saranno i poliziotti di guardia”, ha annunciato, dando voce al disagio di molti confratelli silenziosi, ma niente affatto d’accordo sulla linea di scontro voluta dalla loro gerarchia. “Bisognerebbe allargare il Tevere in quel di Roma”, sbotta il parroco di un quartiere residenziale, ritenendo evidentemente fin troppo deboli gli argini per difendere lo stato laico dalle frequenti “esondazioni”. E la città, la sua rappresentanza, la politica? La destra va alla crociata. Gli altri assistono con la consueta distaccata prudenza. Maniman.
(Camillo Arcuri)